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IVAN TRINKO padre della Benecia

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24 dic 2021

Il mio Presepe di "scus"

 


Presepe artigianale tutto friulano fatto con i cartocci (foglie di pannocchie) realizzato da una parente della Val Torre.

Voi fate il presepio,di che materiale?

Il calendario di Trinko, il filo rosso è la vita sulle nostre montagne

 La presentazione del Calendario di Trinko 2022, pubblicato come ogni anno dal Circolo Culturale Ivan Trinko, è stata anche l'occasione per premiare gli autori delle tre migliori opere del concorso letterario dialettale per prosa breve organizzato da KD Trinko lunedì 20 dicembre e l'Istituto di Cultura Slovena, e il prestigioso premio Nostra Slovenia assegnato dal movimento Cultura - Natura Slovenia. Si trattava quindi di un evento importante, dove era in primo piano il vocabolo sloveno, utilizzato in tutte le varianti in Benecia


L'incontro è iniziato con la consegna dei premi del concorso dedicato a Bruna Dorbolò. 
"La creazione letteraria dialettale è molto fruttuosa in Benecia, ha una storia di cinquant'anni, se poniamo come pietra miliare "Senjam poesie beneciane", che ha dato grande incoraggiamento ai nostri autori che hanno iniziato a scrivere nella loro lingua madre, ha detto la presidente del circolo Ivan Trinko. La giuria del concorso ha decretato miglior testo il contributo di Luisa Cher in dialetto dell'Alta Val Torre dal titolo 'Da ore a ore'. Al secondo posto la fiaba 'Fiocco di neve' di Piero Gariup e al terzo il racconto 'Push the Door' di Marina Cernetig.

Come abbiamo scritto nell'introduzione, la serata culturale è stata anche l'occasione per la scrittrice e narratrice Ada Tomasetig di  Sorzento/Sarženta per ricevere il premio Our Slovenia 2019, che il movimento Cultura - Natura Slovenia assegna ogni anno per i risultati esemplari nella conservazione e promozione della cultura slovena e patrimonio naturale paesaggio. Il premio è stato consegnato ad Ada da Slavko Mežek, grande amico e conoscitore delle terre di confine slovene nei quattro paesi vicini.
Iole Namor ha parlato dei contenuti del nuovo calendario Trinko (nuova anche l'immagine grafica), spiegando che "il filo rosso della rivista è la vita sulle nostre montagne, che avrebbe bisogno di più investimenti rispetto ad altri luoghi". C'è una grande enfasi su questo nei contributi del sindaco di Kanal ob Soči Tina Gerbec o Rezija Anna Micelli, e nel colloquio che il presidente del KD Trinko ha avuto con il sindaco del Comune di Stregna Luca Postregna. Per quanto riguarda gli altri argomenti, la redazione ha seguito le vecchie linee guida: il calendario di Trinko tratta argomenti storici (gli articoli storici sono stati scritti da Jože Sužmelj, Giorgio Banchig, Zdravko Likar, Alvaro Petricig e Vojko Volk, e la memoria di Pietro Podreka nel suo bicentenario); include contributi sulla lingua o sulla tradizione (gli autori sono Damjana Fortunat Černilogar, Luigia Negro, Jožica Strgar, Iole Namor, Dora Ciccone, Pamela Pielich, Katja Piuzi, Marko Vertovec, Luisa Cher e Silvester Gaberšček). Il capitolo sulla “parola nostra” comprende un contributo di Bruno Balloch e brevi prose dei tre vincitori del concorso dialettale. Prima di passare in rassegna il lavoro della Società Ivan Trinko nel 2021 e la bibliografia slovena della provincia di Udine, il calendario contiene anche i ricordi di Liž - Elisa Iussa e Remo Chiabudini, che ci hanno lasciato l'anno scorso.
tradotto dal Novi Matajur


IL PRESEPIO

 Il presepe, o presepio, è una rappresentazione della nascita di Gesù, che ha origine da tradizioni tardo antiche e medievali; l'usanza, inizialmente italiana, di allestire il presepio in casa nel periodo natalizio è diffusa oggi in tutti i paesi cattolici del mondo.

Le fonti per la raffigurazione del presepe sono i 180 versetti dei Vangeli di Matteo e di Luca, cosiddetti "dell'infanzia", che riportano la nascita di Gesù avvenuta al tempo di re Erode, a Betlemme di Giudea, piccola borgata ma sin da allora nobile, perché aveva dato i natali al re Davide. Molti elementi del presepe, però, derivano dai Vangeli apocrifi e da altre tradizioni, come il Protovangelo di Giacomo e leggende successive.

Il presepe tradizionale è una complessa composizione plastica della Natività di Gesù Cristo, allestita durante il periodo natalizio; vi sono presenti statue formate di materiali vari e disposte in un ambiente ricostruito in modo realistico. Vi compaiono tutti i personaggi e i luoghi della tradizione: la grotta o la capanna, la mangiatoia dov'è posto Gesù Bambino, i due genitori, Giuseppe e Maria, i Magi, i pastori, le pecore, il bue e l'asinello e gli angeli. La statuina di Gesù Bambino viene collocata nella mangiatoia alla mezzanotte tra il 24 e il 25 dicembre, mentre le figure dei Magi vengono avvicinate ad adorare Gesù nel giorno dell'Epifania. Lo sfondo può raffigurare il cielo stellato oppure può essere uno scenario paesaggistico. A volte le varie tradizioni locali prevedono ulteriori personaggi.

Per tradizione, il presepe si mantiene fino al giorno dell'Epifania, quando si mettono le statuine dei Re Magi di fronte alla Sacra Famiglia, o anche sino al giorno della Candelora, sia in Italia che in altri paesi[2]. Esiste anche un altro modo per allestire il presepio: si tratta del presepe vivente, in cui agiscono persone reali; di origine medievale, ha avuto negli ultimi decenni in Italia una notevole diffusione.

Raffigurazioni pittoriche e scultoree della Natività

La più antica raffigurazione della Vergine con Gesù Bambino è raffigurata nelle Catacombe di Priscilla sulla Via Salaria a Roma, dipinta da un ignoto artista del III secolo all'interno di un arcosolio del II secolo.[3]

Nella tradizione bizantina la Natività di Gesù è raffigurata in una grotta, con la Vergine Maria distesa su un giaciglio, con il figlio nella mangiatoia, mentre San Giuseppe è raffigurato simbolicamente all'esterno, in disparte. Ne sono esempi i dipinti di Pietro Cavallini a Roma. Il primo presepe scultoreo si ritiene sia quello di Arnolfo di Cambio nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma.

Giotto fu il primo pittore a raffigurare a Padova nella Cappella degli Scrovegni una Natività più realistica, con dettagli naturalistici, seppur ancora legata ai canoni bizantini.

Nel Quattrocento alcuni grandi maestri della pittura italiana raffigurarono scene della Natività, dette anch'esse "presepe": Botticelli nell'Adorazione dei Magi (FirenzeGalleria degli Uffizi) raffigurò personaggi della famiglia Medici. Filippino Lippi compose la Natività che si trova al Museo Diocesano di MilanoPiero della Francesca la Natività della National Gallery di Londra, il Correggio la Natività della Pinacoteca di Brera.

Anche Luca e Andrea Della Robbia hanno rappresentato scene della Natività, in bassorilievo: per tutte valga quella del convento della Verna. Un'altra terracotta robbiana, con sfondo affrescato da Benozzo Gozzoli, si trova nel duomo di Volterra e rappresenta i pastori e il corteo dei Magi.

Origine del presepe
Il presepe di Greccio, nella Basilica superiore di AssisiGiotto (attribuzione), 230x270 cm, 1290-1295 circa.

La tradizione pittorica di raffigurare la Natività fu seguita poi dalla rappresentazione tridimensionale, allestita in occasione delle festività natalizie, ossia a ciò che comunemente si intende oggi con il termine "presepe"[4]. Questa usanza, all'inizio prevalentemente italiana, ebbe origine all'epoca di San Francesco d'Assisi che nel 1223 realizzò a Greccio la prima rappresentazione della Natività, dopo aver ottenuto l'autorizzazione da papa Onorio III. Francesco era tornato da poco (nel 1220) dalla Palestina e, colpito dalla visita a Betlemme, intendeva rievocare la scena della Natività in un luogo, Greccio, che trovava tanto simile alla città palestinese[5]Tommaso da Celano, cronista della vita di San Francesco descrive così la scena nella prima Vita[6]:

«Si dispone la greppia, si porta il fieno, sono menati il bue e l'asino. Si onora ivi la semplicità, si esalta la povertà, si loda l'umiltà e Greccio si trasforma quasi in una nuova Betlemme

Il presepio di Greccio ha come antefatto le "sacre rappresentazioni" delle varie liturgie celebrate nel periodo medievale. Nella rappresentazione preparata da San Francesco, al contrario di quelle successive, non erano presenti la Vergine MariaSan Giuseppe e Gesù Bambino; nella grotta fu celebrata la Messa con un altare portatile[7] posto sopra una mangiatoia presso la quale erano i due animali ricordati dalla tradizione, ossia l'asino e il bue[8]. Nella prima Vita Tommaso da Celano ci dà una descrizione più dettagliata della notte in cui fu allestito il primo presepio a Greccio; il racconto di Tommaso è poi ripreso da Bonaventura da Bagnoregio nella Leggenda maggiore[9]:

«I frati si radunano, la popolazione accorre; il bosco risuona di voci, e quella venerabile notte diventa splendente di luci, solenne e sonora di laudi armoniose. L'uomo di Dio [Francesco] stava davanti alla mangiatoia, pieno di pietà, bagnato di lacrime, traboccante di gioia, Il rito solenne della messa viene celebrato sopra alla mangiatoia e Francesco canta il Santo Vangelo. Poi predica al popolo che lo circonda e parla della nascita del re povero che egli [...] chiama "il bimbo di Betlemme". Un cavaliere virtuoso e sincero, che aveva lasciato la milizia e si era legato di grande familiarità all'uomo di Dio, messer Giovanni di Greccio, affermò di avere veduto, dentro la mangiatoia, un bellissimo bimbo addormentato che il beato Francesco, stringendolo con ambedue le braccia, sembrava destare dal sonno.»

https://it.wikipedia.org/wiki/Presepe#:~:text=Questa%20usanza%2C%20all'inizio%20prevalentemente,autorizzazione%20da%20papa%20Onorio%20III.


23 dic 2021

Femminicidi e violenza donne.

 


Anche in Friuli il lockdown ha incrementato i femminicidi e la violenza sulle donne.Durante il lockdown ci sono state 60 segnalazioni al 1522.Una donna ogni 3 giorni viene uccisa. Ora con l'approssimarsi delle feste spero che ci sia una tregua.

BOŽIČ-NATALE

 

chiesa di San Floriano a Villanova delle grotte-Zavarh
BOŽIČ                                                                              


 Ni se storiu na kupu sjene,Gospod,
za razvedriti vstajenje dna,
za biti luč,ke oviva,
roka,ke odruva tarne
anu sarčni pluč.

Čist na prebudeni zemlji
poženi   naše hodjenje,

potrosi božje sejanje
med robidjem anu molčanjem,
prehodi čez naš mrak,

da nam  ob vznožju razcvetijo
razori podljesk.

Parhajaš med vouke anu ouce,
med zapuščene kiše anu led
da pokličeš zvonjenje zvonov,
oči zvjezd anu božjih besied,
ke živijo tou tvemu sarcu.

Odlomiš od tve močne korenine
najčistejše luči anu božje ljubezni,
tjemu ke hodi tou tomi.

Vzameš vjetre napite solz,
sljepe jame slabosti,
kjer na žge žalost,
ke nas oblači.

Poplačaš z rožami
trudne oči anu uboštvo,
ke te pojò,Gospod.

Viljem Černo





NATALE ( traduzione)

Sei nato nel mucchio d'ombra,Signore,
per narrare il sorgere del giorno,
per essere luce che avvolge,
mano che strappa le spine
ed il pianto del cuore.

Puro fra la terra offesa
benedici il nostro andare,
sparpagli la semina di Dio
tra sterpeti e silenzio,
passi nelle nostre tenebre
per farci fiorire ai piedi
zolle di primule.

Vieni tra lupi e pecore,
case abbandonate e gelo,
per aprire un suono di campane,
occhi di stelle e parole divine
che vivono nel tuo cuore.

Stacchi dal tuo saldo ceppo
fior di luce e amore di Dio
a chi cammina nel buio.

Porti via i venti intrisi di lacrime,
le cieche caverne del male
dove brucia la tristezza
che ci veste.

Paghi con i fiori
gli occhi stanchi e le povertà
che ti pregano,Signore.

Viljem Černo


dal Med Nami del 2001

Gli Strucchi delle Valli Del Natisone

 
Avete mai assaggiato gli strucchi? Noooo? E cosa aspettate? Come la gubana, dalla quale derivano in quanto realizzati con gli scarti della produzione di quest'ultima, gli strucchi sono un dolce tipico delle vallate del Natisone..... Un super video realizzato da Andrea e Alberto Podorieszach :)
https://www.udinetoday.it/cucina/ricetta-strucchi-dolce-tradizionale-friuli.html



Presepi della Benecija

Cornappo/Karnahta
Taipana

Masseris Valli del Natisone

Villanova delle grotte chiesa




 Villanova delle grotte

NATALE

 


NATALE

di Giuseppe Ungaretti, 1916
Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare

Cosa si mangiava per Natale un Val Torre negli anni 50/60

 

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cartolina del famoso pittore sloveno Maksim Gaspari

Una persona anziana mi ha raccontato come si festeggiava una volta  il Natale e le altre feste a casa sua. La sua mamma era molto impegnata nella stalla, tanti figli e parenti ai quali pensare.Quello che ha impresso chiaramente sono tutte le messe alle quali doveva partecipare,anche a fare il chierichetto.Il giorno di Natale /Božič sul spolert c'era sempre il brodo di gallina ,la mamma apriva qualche vaso di verdure messe sotto aceto,preparava la "paača" un pane di mais cotto sotto alla cenere e i grandi bevevano un bicchiere di vino nero "american".Sua sorella, che era la maggiore, se il papà portava dal bosco un abete/brina o qualche pianta di ginepro lo addobbava con mele,caramelle,biscotti,mandarini,ma non durava integro fino a Natale.Non c'era usanza di fare regali ai bambini,al massimo noci-kulini ,nocciole-liešniki.

Kaj smo jedli dan bot za Božič / Cosa si mangiava un tempo per Natale

Dan bot po majši polnočni ,smo jedli tripe bokinove ali od ovce tou kropu za se ogrieti,ker tou cjerkui ni bluo horkuo.
Un tempo,dopo la messa di mezzanotte,si mangiava le trippe di manzo o di pecora in brodo per scaldarsi,perchè in chiesa faceva freddo.
Le trippe (mulice) di nonna Maria
Ingredienti:
500 gr di trippe,sajin(strutto)1 cipolla (čebula),1 strok di luk (spicchio di aglio),1 carota (koranj),sedano,formaggio vecchio grattugiato,brodo (krop),sale e pepe.
Preparazione:
lessare le trippe per 4 ore se di manzo,tagliarle a listarelle,preparare un soffritto con  strutto, cipolla,sedano e carota tagliata a pezzettini e l'aglio.Soffriggere le trippe mescolandole accuratamente per circa 10 minuti,aggiungere il brodo e far bollire a fuoco lento fino a completa cottura di tutti gli ingredienti,alla fine aggiungere il formaggio grattugiato.



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trippe

La paača di nonna Maria
La paača è un cibo povero della Terska dolina ormai dimenticato e si cucinava sotto la brace.Era dolce o salato e poteva avere anche un ripieno a seconda della stagione.
Per Natale lo si faceva dolce col ripieno di noci(kulini),nocciole (liešniki) e castagne (kostanji).
Ricetta 
Fare un impasto con 400 gr di farina di mais e di frumento,miele o zucchero,burro o strutto,latte tiepido o panna (smetana) ,2 uova,sale e lievito.
Fare una sfoglia di 4sottile,mettere il ripieno di noci o nocciole o castagne lessate tritate,1 uovo,grappa e zucchero.Arrotolare come un salsicciotto e spennellarlo con l'uovo sbattuto.
Nonna Maria quando lo cucinava sotto alla brace lo avvolgeva nelle foglie di castagno.
Infornare a 190° e cuocere per 50 minuti.
E' ottima per colazione.

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spolert

spolert costruito con i mattoni si trovava in ogni cucina
 http://ilfogolar.blogspot.it/2011/11/polenta-di-lidia.html

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Per Natale tiravano il collo a una vecchia gallina e facevano il brodo.La carne si mangiava raramente,solo per le feste religiose, per la sagra e per le partorienti.
Le verdure erano le solite invernali,patate,fagioli,rape,carote e verze.
I bambini mangiavano noci,nocciole,castagne secche e mele,chi aveva soldi comprava mandarini.

Natività di Giotto



La Natività di Gesù è un affresco (200×185 cm) di Giotto, databile al 1303-1305 circa e facente parte del ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova. È compresa nelle Storie di Gesù del registro centrale superiore, nella parete destra guardando verso l'altare.

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