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IVAN TRINKO padre della Benecia

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6 ago 2021

Le «Nozze a Drenchia» in un libro - Dreške ojceta« v knjigi




tradotto dal dom 

Venerdì, 6. agosto presso il rifugio di Solarje, alle ore 8,30 sarà presentato il libro Dreske ojceta-  Nozze a Drenchia,curato da Kobilja glava e dall'associazione Eugenio Blanchini.

È un lodevole lavoro di raccolta di materiale fotografico, memoria, storie, aneddoti e informazioni storiche. Il progetto grafico è stato fornito da Sonia Cuzzolin.

Abbiamo scritto tante volte nella Casa che il numero dei beneciani che ancora abitano nelle nostre valli non sta diminuendo. A questo proposito, i padri sono stati l'inizio di nuove famiglie, in cui sono nati i bambini e i nostri villaggi hanno preso vita magnificamente.

La presidente dell'associazione Kobilja glava Luciana Cicigoi, scrive che hanno pensato al vitello di faggio quando hanno iniziato a raccogliere materiale fotografico per la mostra Dreška ojceta nell'estate del 2019 e hanno raccontato loro molte storie interessanti  sul giorno del matrimonio e relative abitudini. Il desiderio è quello di regalare alle nuove generazioni la parte  della nostra cultura, dove la canteranno avanti.

Monsignor Marino Qualizza ha scritto che queste iniziative, della Kobilja sta preparando ormai da diversi anni, sono degne di lode e di sincero elogio, e sottolinea che un'idea così ben congegnata soprattutto al proseguimento della vita con la gioia che l'accompagna.

Nei faggi c'è una ricca collezione di fotografie vecchie e meno antiche, oltre a tutte le cose interessanti sui parchi in un giorno speciale. Il lettore zmisnu ....

Lo storico Giorgio Banchig, descrive le antiche usanze nuziali in benecia....

Il Patriarcato di Aquileia non richiese una speciale cerimonia nuziale fino all'estate del 1575, quando fu il Concilio di Trento che stabilì le regole per i matrimoni praticati per l'intera Chiesa cattolica.L'insolito matrimonio tra Margherita di Cravaro e Benedetto .Banchig ci racconta del matrimonio più sclabonico (secondo l'usanza slovena) e scrive del fidanzamento con un cerchio, una stella .

La presentazione del faggio Dreška ojceta fa parte del programma Dreški polietje, realizzato quest'estate anche dall'associazione Kobilja glava. Venerdì 23 febbraio è stato presentato a Brieg uno studio di Vida Rucli sull'architettura Drech.

Venerdì 30 febbraio, sul piazzale antistante la locanda del paese, alle ore 20.30, verrà presentata una tovaglietta  turistica a cura di Lucia Trusgnach. L'ultimo incontro sarà davanti alla capanna ai Solarium sabato 14 di agosto, che sarà abbinato ai covoni per Rožinca dalle tre del pomeriggio.

Verranno cremati il ​​15 di Cera prima di una messa solenne nella Chiesa della Vergine Maria. (Veronica Galli)



V petak, 6. vošta, bojo pred kočo na Solarijah ob osmi in pu zvičer predstavili bukva Dreške ojceta, ki jih je parpravlo društvo Kobilja glava uredila in izdala pa zadruga Most v sodelovanju z združenjem Evgen Blankin.

Gre za hvalevriedno dielo zbiranja fotografskega materiala, spominu, zgodb, anekdotu in zgodovinkih informacij. Za grafično podobo je poskarbiela Sonia Cuzzolin.

V Domu smo puno krat napisali, kuo število Benečanu, ki v naših dolinah še živijo, gre nimar na manj. V zvezi s tem, ojceta so ble začetak novih družin, v katerih so se potle rodili otroci in so takuo naše vasice lepuo zaživele.

Predsednica društva Kobilja glavaLuciana Cicigoi piše, de so pomislil na tele bukva, kàr so lieta 2019 začel’ zbierati fotografski material za arzstavoDreške ojceta in so jim poviedali puno zanimivih (interešant) zgodb o poročnem dnevu in z njim povezanih navadah. Želja je pru dati tel part naše kulture novim generacijam, de ga bojo pejale naprej.

Monsinjor Marino Qualizza je napisu, de so tele inciative, ki jih že vič lieta Kobilja glava parpravlja, vriedne narvečje in iskrene pohvale in poudarja, de je takuo lepuo premišljena ideja, de se spominjamo, kaj se je gajalo par porokah, zak’ nas spominjajo posebno na nadaljevanje življenja z veseljem, ki ga spremlja.

V bukvah je bogata zbierka starih in manj starih fotografij, pa tudi še vse zanimivosti glede parprav na poseben dan. Bralec se bo zmisnu, al’ na novuo odkriu, katera je bla poročna oprema, kuo so potekali snubljenje in oklici, katera je bla narbuj dobra žnidarca za neviestino oblieko, kaj sta bla bala inštivanka. Brau bo liepe anekdote, na primer, de so tudi v starih cajtih maltral’ nove pare zaljubljencu s posebnim vprašanjem: »…an ka bomo pekli gubance?«, kier so bli pru gubance in štrukji glavno sladkuo jedilo ob poroki, sa’ so poročne torte in konfeti paršli šele buj pozno v lietih. Druga posebnost nekdanjih ojceti je bluo branilo,predstava smiešne sodbe, ki sta jo pred vrati parske hiše odigrala dva človieka v vlogi sodnika in v vlogi branitelja noviču.Sodnik si je izmišlju, Buog vie katere čudne karvice, branitelj je pa branu par. Tuo, de bi se vsi parsotni zabaval’ in smejal’.

Zgodovinar Giorgio Banchig, lepuo opiše stare poročne običaje (navade) v Benečiji, natuo pa arzloži, kuo je temeljita reforma tridentinskega koncila menjala obrede, ki so prej vajali za poroke. Priet je bluo zadost, de so se tieli pari poročiti. Kanonisti so potle začel’ nucati in razlikovati med verba de futuroin verba de praesenti.

V Oglejskem patriarhatu nieso nucali posebnega obreda za poroko do lieta 1575, kar je tridentinski koncil določiu pravila za poroke, ki so vajale za cielo katoliško Cierkev.

Pru zaradi tele novuosti so se v poročnih obredih v Dreki gajale nieke čudne epizode dreških priležniku (concubini di Drenchia), ki jih Banchig zlo dobroopiše. Neobičajna poroka med Margherito iz Kravarja in Benedettom iz Gorenjega Tarbija je zlo zanimiv parmier tele tradicionalne navade, ki jo ušafamo v dokumentu čedajskega mestnega muzeja. Banchig nam potle povie o poroki more sclabonico (po slovenski navadi) in s tuolim v vezi piše o zaroki z obruočem, zvezdo in cvarčjo.

Predstavitev bukvi Dreške ojceta spada v program Dreškega polietja, ki ga je društvo Kobilja glava tudi lietos parpravlo. V petak, 23. luja, so na Briegu predstavil’ študijo Vide Rucli o dreški arhitekturi.

V petak, 30 luja, bojo na placu pred vaško gostilno, ob 20.30, predstavil turistični namizni tovajuč (tovaglietta turistica), ki ga je Lucia Trusgnach naredila. Zadnjo srečanje bo pred kočo na Solarijah v saboto, 14. vošta, kar bojo od treh popudan naprej parpravjal’ snopiče za Rožinco.

Požegnili jih bojo 15. vošta pred slovesno mašo v cierkvi Device Marije. (Veronica Galli)

https://www.dom.it/dreske-ojceta-v-knjigi_le-nozze-a-drenchia-in-un-libro/?fbclid=IwAR3AfFLENYoPvuNfHo4EpOqmMh5tYAu3c3k2nzLhljB2_wz2zL1Q3EMdtc4

JOSIP OSTI

 Josip Osti

josip-osti-1
Poeta, narratore, saggista, critico letterario, curatore di antologie e traduttore. Josip Osti, nato nel 1945, si è laureato alla Facoltà di Filosofia ed è stato redattore del giornale studentesco “Naši dani” (I nostri giorni), redattore nella casa editrice “Veselin Masleša”, segretario della Sezione dei letterati della città di Sarajevo, direttore della Manifestazione letteraria internazionale “I giorni di poesia di Sarajevo”, segretario dell’Associazione dei letterati della Bosnia ed Erzegovina, presidente dell’Associazione dei traduttori letterari della Bosnia ed Erzegovina e lettore/correttore nella casa editrice “Svjetlost”. È un libero artista, o, come ama dire lui stesso, vive d’amore e di ciò che scrive e traduce in Slovenia, tra Lubiana e Tomaj sul Carso, e in Bosnia ed Erzegovina, a Sarajevo.
Ha all’attivo dieci raccolte di poesie, libri di saggistica e critica letteraria, libri per l'infanzia e diverse antologie. Ha tradotto circa ottanta libri svolgendo un'operazione di continuo scambio tra la letteratura bosniaca e quella slovena. Le sue poesie sono presenti in numerose antologie e tradotte in più lingue (italiano, sloveno, turco, inglese, boemo, polacco, greco).
Molte le traduzioni italiane, "Barbara e il barbaro" (1995), "Il libro dei morti di Sarajevo" (1977), l’antologia "Con l’oro antico dei ricordi" (1977), "Poesie" (1999) e "Confliti – Poesia delle molte guerre" (2001). Ha ricevuto riconoscimenti per le traduzioni e molti premi letterari, tra i quali spicca il Premio Internazionale "Vilenica ’94".
Nel 2004 viene pubblicata dalla Multimedia Edizioni l’antologia trilingue "L'albero che cammina", la raccolta forse più importante e completa pubblicata in Italia, poi nell'aprile 2008 "Rosa Mystica", scritto in sloveno, nel 2015 la raccolta di haiku "Nella terra di nessuno" e infine nel 2018 "Tutti gli amori sono straordinari". I quattro volumi sono stati tradotti in italiano dalla grande Jolka Milič, un vero ponte tra Slovenia e Italia.
È uno dei poeti più assidui e fedeli di Casa della poesia.
Ha preso parte alle varie edizioni degli "Incontri internazionali di poesia di Sarajevo" (2002-2007), nel 2001 a "Il cammino delle comete" (Pistoia) e a "Poesia contro la guerra", nel 2002 a Sidaja, nel 2003 a "In Memoriam. Izet Sarajlic", nel 2005 "Pianeta Sarajevo", nel 2006 a "Poesia nel Borgo", nel 2007 a "VersoSud" (Reggio Calabria), nel 2019 a "Le molte lingue della poesia" a Desenzano del Garda.
Alla fine del 2016 viene pubblicato il volume "Tutti gli amori sono straordinari" e nel 2019 "Barbara e il barbaro" sempre dalla Multimedia Edizioni e sempre con la traduzione di Jolka Milič.

È scomparso il 26 giugno 2021.

L’amore mi ha fatto poeta...
L’amore che con una velenosa freccia
d’oro nella prima gioventù mi ha trafitto
il cuore aprendo una inguaribile ferita,
in cui cresce un cristallo nero dagli orli
aguzzi. Un cristallo, bello e doloroso,
che brilla al bivio dell’anima e del corpo.
E mi indica la strada, per la quale ritorno
di continuo là, da dove veramente non sono
mai partito. Nella città natìa e nel tempo
dell’infanzia. Nella preistoria dei miei amori...
L’amore mi ha reso poeta...
L’amore che mi ha dato la forza di non dormire
una notte dopo l’altra, bensì di scrivere nel
diario dell’insonnia migliaia di poesie tristi sulla
vita e, spero, almeno una poesia allegra
sulla morte.

5 ago 2021

Chi scrive non muore mai: Come scaricare il green pass senza l'SMS del Minis...

Chi scrive non muore mai: Come scaricare il green pass senza l'SMS del Minis...:   Da domani, 6 agosto, parte l'obbligo di esibire il green pass per accedere nei locali al chiuso quali ristoranti, cinema, palestre, e...

Pioggia d'agosto

 

dal web
Pioggia d'agosto

Nel mio giardino triste ulula il vento,
cade l'acquata a rade goccie, poscia
più precipite giù crepita scroscia
a fili interminabili d'argento...
Guardo la Terra abbeverata e sento
ad ora ad ora un fremito d'angoscia...

Soffro la pena di colui che sa
la sua tristezza vana e senza mete;
l'acqua tessuta dall'immensità
chiude il mio sogno come in una rete,
e non so quali voci esili inquiete
sorgano dalla mia perplessità.

"La tua perplessità mediti l'ale
verso meta più vasta e più remota!
È tempo che una fede alta ti scuota,
ti levi sopra te, nell'Ideale!
Guarda gli amici. Ognun palpita quale
demagogo, credente, patriota...

Guarda gli amici. Ognuno già ripose
la varia fede nelle varie scuole.
Tu non credi e sogghigni. Or quali cose
darai per meta all'anima che duole?
La Patria? Dio? L'Umanità? Parole
che i retori t'han fatto nauseose!...

Lotte brutali d'appetiti avversi
dove l'anima putre e non s'appaga...
Chiedi al responso dell'antica maga
la sola verità buona a sapersi;
la Natura! Poter chiudere in versi
i misteri che svela a chi l'indaga!"

Ah! La Natura non è sorda e muta;
se interrogo il lichéne ed il macigno
essa parla del suo fine benigno...
Nata di sé medesima, assoluta,
unica verità non convenuta,
dinanzi a lei s'arresta il mio sogghigno.

Essa conforta di speranze buone
la giovinezza mia squallida e sola;
e l'achenio del cardo che s'invola,
la selce, l'orbettino, il macaone,
sono tutti per me come personae,
hanno tutti per me qualche parola...

Il cuore che ascoltò, più non s'acqueta
in visïoni pallide fugaci,
per altre fonti va, per altra meta...
O mia Musa dolcissima che taci
allo stridìo dei facili seguaci,
con altra voce tornerò poeta!
Poesie d'Autore - da PensieriParole.it <https://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-d-autore/>

4 ago 2021

Due gestori al rifugio di Monteaperta

 Da metà giugno e per tutta la stagione estiva il rifugio Ana di Monteaperta/Viškorša, situato sul Gran Monte, è gestito continuativamente da due volontari. Al punto d’arrivo della sesta tappa nell’ambito del Cammino celeste, il percorso di devozione tra Barbana, Aquileia e Lussari, ad accogliere i visitatori ci sono Marcello e Cristina. La scorsa estate la struttura, che accoglie i pellegrini in salita dal punto di partenza di Montemaggiore/Brezje nonché i camminatori in arrivo da Tanamea, era stata aperta soprattutto a richiesta; quest’anno, invece, sarà aperta in pianta stabile fino a metà settembre. I due nuovi gestori si dividono un po’ i compiti. Marcello, che ha 59 anni e a suo tempo è stato alpino, si occupa dell’ostelleria, attività che svolge di mestiere. Cristina, invece, è un’alpinista esperta, che ai visitatori può parlare di cime e sentieri. Le loro competenze combinate, quindi, risultano molto interessanti.

A Monteaperta Marcello è arrivato un paio di decenni fa, per motivi di lavoro. Il posto gli è piaciuto e, una volta finito l’incarico che lo aveva portato qui, si è fermato e ha costruito una nuova rete di amicizie. Dal rifugio sul Gran Monte fornisce subito qualche informazione rispetto ai servizi offerti in questa stagione estiva: «La struttura resterà aperta fino al 15 settembre, a meno che una brusca discesa delle temperature non renda necessario chiuderla prima». Da qualche tempo il rifugio dispone del nuovo numero di telefono fisso 0432 1451180 e dell’indirizzo e-mail rifugio.granmonte@gmail.com

Pellegrini e turisti, quindi, hanno nuovi riferimenti diretti. «Si tratta di ulteriori contatti per richiedere informazioni ed effettuare prenotazioni. La linea internet è funzionante, perché il rifugio è stato da poco dotato di un impianto wi-fi», precisa Marcello. «Ai pellegrini, e non solo, può interessare l’informazione pratica che per il pernottamento offriamo anche un pacchetto completo di 38 euro. Comprende la doccia calda, la cena da un piccolo menù, con un primo o secondo a scelta nonché, ovviamente, il pernottamento e la colazione al mattino successivo. Le bevande sono escluse».

Marcello

Come in altri rifugi è richiesto il sacco lenzuolo o il sacco a pelo ma è anche possibile noleggiare lenzuola. «Cerchiamo di offrire questo servizio per andare incontro ai pellegrini, che hanno diversi chilometri sulle spalle – considera Marcello. – Vogliamo trattarli il meglio possibile e farli rilassare nella migliore delle maniere».

In genere la struttura arriva a ospitare circa 25 persone; il numero guarda alla sostenibilità dei consumi. Va considerato che il rifugio si trova a 1468 metri ed è, ad esempio, approvvigionato da acqua piovana. Il boiler, poi, fino a poco tempo fa funzionava a legna; ora, invece, funziona a fotovoltaico. Come dice lo stesso Marcello, tutto va un po’ c

ontingentato: «Potremmo accogliere anche duecento persone. Ma se al mattino tutte si alzassero e, andando al bagno, tirassero l’acqua, consumerebbero tutti i litri d’acqua piovana disponibili. Quelli a disposizione per i bagni, infatti, sono circa duemila».

Anche se sono bene accetti, quindi, non si bada ai grandi numeri. L’obiettivo dei nuovi gestori è quello di ridare un po’ di vita alla struttura e alle zone che la circondano, puntando su un turismo di qualità.

Forse anche come effetto generato dal Covid-19, Marcello riscontra un desiderio di vivere la montagna in modo più profondo, in relax e godendo di quelle poche comodità che possono essere offerte. «Su questo ci stiamo molto impegnando. Sia io sia Cristina siamo volontari e il nostro scopo principale è mantenere viva la struttura, cercare di rilanciarla affinché la gente ci arrivi volentieri. Venendo da Tanamea, stamattina sono salito con 18 chilogrammi di vivande e generi necessari, caricati a spalla e a mano. Vogliamo offrire, come dicevo, un minimo di menù con pietanze anche per vegetariani o vegani e dolci».

I percorsi che hanno portato i due nuovi gestori al rifugio sono paralleli. Marcello conosce Ivano Carloni, storica penna nera di Monteaperta che ormai ha più di ottant’anni. «Negli ultimi anni ho sempre aiutato Ivano, quando al rifugio giungevano gruppi più consistenti.

Ho prestato spesso aiuto anche in occasione della Festa degli alpini, che quest’anno cade il 7 di agosto. Per motivi personali, negli ultimi due anni Ivano ha un po’ allentato la presa nel seguire la struttura, facendomi la proposta di seguirla».

Marcello e Cristina restano al rifugio tutta l’estate a titolo volontario perché hanno la possibilità di farlo. Cristina, infatti, è grafica pubblicitaria e a causa del Covid-19 in questo periodo ha un carico di lavoro meno gravante, mentre Marcello ha chiuso un’attività e ne riprenderà un’altra in autunno. Entrambi sono aggregati, come soci, al gruppo alpini di Nimis-Val Cornappo.

«Anche oggi c’era qui mio fratello, anche lui alpino. – racconta Marcello. – È salito al rifugio e ha sistemato un pezzo d’impianto elettrico non perfettamente funzionante, a titolo gratuito. Abbiamo comprato il cavo elettrico e le cose che servivano grazie ai soldi lasciati dai visitatori». (Luciano Lister)

https://www.dom.it/koca-nad-viskorso-ima-nove-upravitelje_-due-gestori-al-rifugio-di-monteaperta/?fbclid=IwAR2UN7PoGmNaCFmMeokouuZr2b709ul8RF_n7pkKSjKre1hFV8miBgCGX40

3 ago 2021

LA BENECIA O SLAVIA ITALIANA

 La Slavia friulana, detta anche Slavia italianaBenecia o Slavia veneta (Beneška Slovenija o Benečija in slovenoSclavanìe in friulano) è la regione collinare e montuosa (Prealpi Giulie) del Friuli orientale che si estende tra Cividale del Friuli e i monti che sovrastano Caporetto (in Slovenia), comprendendo le Valli del Torre e del Natisone. La denominazione è dovuta alla popolazione slava insediatavisi dall'VIII secolo...https://it.wikipedia.org/wiki/Slavia_friulana


Note storiche

La diffusione dell’uso dello sloveno in alcune zone nel Nord-est dell’Italia trova la sua origine nell’Alto Medioevo; risalgono infatti già all’VIII secolo i primi documenti storici che attestano l’arrivo, dall’area balcanico-danubiana, di gruppi di popolazioni slave ed il loro insediamento nelle zone marginali della pianura friulana e delle sponde nord-orientali del Mare Adriatico, che dopo molteplici vicende storiche sono venuti a far parte dello Stato italiano. I primi territori abitati da sloveni ad entrare a far parte del territorio dello Stato italiano furono la Val Resia (slov. Rezija), le Valli del Torre (slov. Terska dolina) e le Valli del Natisone (slov. Nediške doline), nel 1866 a conclusione della terza guerra di indipendenza italiana. L’assegnazione all’Italia degli altri territori ancora oggi abitati da sloveni (Val Canale, Gorizia e Trieste), avvenne al termine della prima guerra mondiale in base al trattato di Rapallo (1920)

Provincia di Udine 

I cittadini italiani di lingua slovena della provincia di Udine sono suddivisi in tre comunità autoctone, ognuna con specificità proprie.
La maggior parte è compresa nella  Benecia-Benečija - Slavia  dove si parlano i dialetti sloveni detti del  Natisone , del Torre ,Resia - Rezija (dialetto sloveno arcaico )
 Essa comprende i comuni di LuseveraTaipanaPulferoSavognaGrimaccoDrenchiaSan Pietro al NatisoneSan LeonardoStregna e le frazioni montane dei comuni di NimisAttimisFaedisTorreano e Prepotto.Resia.
I parlanti sloveno della Val Canale vivono nei comuni di Malborghetto-Valbruna (frazioni Valbruna, Bagni di Lusnizza, Santa Caterina, Ugovizza), Pontebba (frazione Laglesie San Leopoldo), a Tarvisio (frazioni Camporosso, Cave del Predil, Fusine in Valromana). Storicamente hanno fatto parte, fino al 1918, della Carinzia e della Carniola (frazione tarvisiana di Fusine Valromana.

Riecco il cluster transfrontaliero

 


Riparte la collaborazione transfrontaliera tra Comuni della Benecia e del Posočje.  In merito una riunione tra sindaci e amministratori dei due versanti del confine italo-sloveno si è svolta nel pomeriggio di martedì, 27 luglio, a San Pietro al Natisone.

L’intenzione è quella di coinvolgere nel soggetto tranfrontaliero la Comunità di montagna del Natisone e Torre, con i suoi quindici Comuni, e le municipalità di Bovec, Kanal, Kobarid e Tolmin.

«Vorremmo trasferire l’accordo per il Cluster transfrontaliero, siglato a suo tempo dai Comuni, alla nuova Comunità di montagna, che è dotata di personalità giuridica, cosa che mancava al Cluster. Così potremo riprendere il percorso interrotto due anni fa. Stiamo lavorando al documento da portare in approvazione nei Consigli comunali», fa sapere Alan Cecutti, sindaco di Taipana e membro del direttivo della Comunità di montagna, primo promotore del Cluster.

L’iniziativa transfrontaliera era nata in seguito all’incontro di inizio anno tra amministratori dell’area confinaria a Kobarid nel gennaio 2018, nel quale si era preso atto dei drammatici trend demografici. Il conseguente protocollo d’intenti per il Cluster, era stato firmato nel 2018 da 25 Comuni (21 italiani e 4 sloveni) per un totale di 57.535 abitanti su un territorio di 2.302 kmq. Nel documento si poneva l’accento su alcuni temi rispetto ai quali i Comuni aderenti intendono intraprendere iniziative: valorizzazione e tutela dei territori, energia, turismo, sviluppo rurale e forestale, comunicazioni, sviluppo e sostegno a economia e impresa, sicurezza del territorio, coesione sociale, valorizzazione e promozione del comune patrimonio culturale.

Nel marzo 2019 il Cluster, per far partire la propria operatività, ha partecipato al bando mirato Interreg V-A Italia-Slovenia, con la presentazione del progetto Governance transfrontaliera strategica (Gts), con un budget di 750 mila euro. L’iniziativa, con lead partner la Regione Friuli Venezia Giulia, aveva il supporto di Informest e vedeva la partecipazione di altri tre soggetti italiani (Comune di Taipana, Conferenza dei sindaci del Litorale Veneto, Gal Venezia Orientale – Vegal) e di tre realtà slovene (Agenzia di sviluppo di Tolmino e i Comuni di Kobarid e Kanal).

Il progetto, però, non ha ottenuto il finanziamento e il Cluster è andato in pausa in attesa della costituzione della nuova Comunità di montagna.

https://www.dom.it/spet-skupaj-za-cezmejno-grozdje_riecco-il-cluster-transfrontaliero/?fbclid=IwAR3ulw9x7TNqkNLMIni0i9yDa8YEktM5c2S8pyWp_yJ-kFMXfkSYRqp1XB4

2 ago 2021

Ultima lapide

 David Maria Turoldo

Dopo cinque notti di neve

I

Ora tutto è nuovo e antico,
sempre uguale è la fonte della vita,
ma mai che sia la stessa vita.

Basta una muta bufera di neve
a spegnere tutte le antenne,
a uccidere ogni grido.

Non credere che abbia vinto l’uomo,
non credere mai nelle cose come appaiono
credi nella inalterabilità.

Quando il suo manto ci fascia
i morti non sono più morti
e i vivi non sono più vivi:

ognuno è dentro la sua bianca tomba.

 

II

Un silenzio da udire
il rompersi di un ramo
come un fragore sul mondo!

Tanto è cresciuto il mistero
in cinque notti di neve,
impaurita è anche la torre.

Dal bosco ti guardano gufi
occhi di monaci, vivi
dopo millenni.

Anche il tempo è assente,
il chiostro assorto! Nessuno
dica: “E’ natura morta”.

 

III

Affanno di sorta mai ti aggredisca
quando il fare e il non-fare si eguagliano,
e vivere si intreccia al morire:

l’Infinito fluisce nel finito,
e sopra il mare del Nulla
galleggiano le cose.

E il crocefisso alla fiamma appare e dispare.

fonte https://rebstein.wordpress.com/2021/02/24/ultima-lapide/

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