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IVAN TRINKO padre della Benecia

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8 dic 2022

Festa dell'Immacolata

 

L'Immacolata concezione, di Antonio Cortina Farinós
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:A.Cortina._Inmaculada_Concepci%C3%B3n.jpg#/media/
File:A.Cortina._Inmaculada_Concepción.jpg

L'Immacolata Concezione è un dogma cattolico, proclamato da papa Pio IX l'8 dicembre 1854con la bolla Ineffabilis Deus, che sancisce come la Vergine Maria sia stata preservata dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento; tale dogma non va confuso con il concepimento verginale di Gesù da parte di Maria.

Il dogma dell'Immacolata Concezione riguarda il peccato originale: per la Chiesa cattolica, infatti, ogni essere umano nasce con il peccato originale e solo la Madre di Cristo ne fu esente; in vista della venuta e della missione sulla Terra del Messia, a Dio dunque piacque che la Vergine dovesse essere la dimora senza peccato per custodire in grembo in modo degno e perfetto il Figlio divino fattosi uomo.

La Chiesa cattolica celebra la solennità dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria l'8 dicembre. Nella devozione cattolica l'Immacolata è collegata con le apparizioni di Lourdes (1858) e iconograficamente con le precedenti apparizioni di Rue du Bac a Parigi (1830).da wikipedia

7 dic 2022

Il proverbio friulano della settimana

 


Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei Vita Nei Campi
“A San Nicolò si ara cul bò” ovvero a San Nicolò, il 6 dicembre, si ara con il bue, forse perchè, visto il probabile terreno gelato, più forte delle vacche.

FORESTALI - IL FUOCO NELLE AREE NATURALI

 


di Dario Di Gallo
L’estate 2022 ha rappresentato per tutta l’Europa, ma in particolare per la nostra regione, un punto di svolta per quanto riguarda il problema degli incendi nei boschi e nelle aree naturali. E’ stata la prima volta, nella storia moderna del nostro territorio, dove si sono venute a creare in contemporanea, un insieme di circostanze meteoclimatiche così gravi, perduranti ed avverse che hanno favorito lo sviluppo di incendi, la cui estensione e persistenza, non si era mai manifestata in questi termini così intensi. Evacuazioni cautelari di aree abitate, chiusura di linee ferroviarie, chiusura della rete autostradale, problemi per atmosfera satura di fumo nei centri abitati, ettari di boschi e prati letteralmente inceneriti, danni alle colture pregiate, fauna morta ed importanti aree naturali protette devastate dalle fiamme. Tutte queste immagini sono rimaste scolpite nella nostra memoria perché ci hanno profondamente colpito e turbato. Dopo averne a lungo parlato e discusso ecco che possiamo concretamente toccare con mano un effetto tanto tangibile quanto indesiderato dei temuti cambiamenti climatici, l’estate appena trascorsa è stata tremenda dal punto di vista delle temperature e della umidità ma l’estate è stata solamente la punta dell’iceberg perché anche le altre stagioni erano state caratterizzate da andamenti anomali e scarsità di precipitazioni. Lo spegnimento di questi incendi che contemporaneamente bruciavano su tutto il territorio regionale hanno richiesto l’intervento di tutte le forze, volontari e professionisti, a disposizione del nostro sistema di difesa civile, ma nella necessità abbiamo visto anche una splendida collaborazione reciproca con le forze dei paesi confinati, nel grande incendio del Carso hanno operato “senza confini” volontari, vigili del fuoco, forestali, esercito di Italia e Slovenia. Questa “rete” di collaborazioni ci ha permesso, insieme alla seppur scarsa pioggia caduta a fine estate di avere finalmente ragione di questi fuochi.
Per il personale del Corpo Forestale Regionale questo compito è una delle funzioni primarie che gli sono state attribuite con una Legge specifica, per l’espletamento della quale dispiega sul campo un complesso sistema di automezzi dedicati, mezzi aerei, servizi di prevenzione, addestramento specifico avanzato e creazione di squadre speciali capaci di intervenire anche in situazioni molto complesse dal punto di vista della morfologia del territorio interessato dagli eventi. Questa funzione viene svolta in maniera sinergica e coordinata con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e con l’organizzazione e il personale volontario della Protezione Civile Regionale collaborazione questa molto importante perché permette ad ogni organizzazione di dare il meglio delle proprie potenzialità completandole poi con le professionalità specifiche degli altri corpi.
Augurandoci che la prossima estate non si presenti così estrema nelle sue manifestazioni inpegnamoci tutti nel nostro quotidiano per la riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera, è tardi, ma dobbiamo fare tutto il possibile per dare una possibilità alle generazioni future.
da vita nei campi fb

IL PRESEPIO

Giotto

Da Wikimedia Commons, l'archivio multimediale gratuito

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 Il presepe, o presepio, è una rappresentazione della nascita di Gesù, che ha origine da tradizioni tardo antiche e medievali; l'usanza, inizialmente italiana, di allestire il presepio in casa nel periodo natalizio è diffusa oggi in tutti i paesi cattolici del mondo.

Le fonti per la raffigurazione del presepe sono i 180 versetti dei Vangeli di Matteo e di Luca, cosiddetti "dell'infanzia", che riportano la nascita di Gesù avvenuta al tempo di re Erode, a Betlemme di Giudea, piccola borgata ma sin da allora nobile, perché aveva dato i natali al re Davide. Molti elementi del presepe, però, derivano dai Vangeli apocrifi e da altre tradizioni, come il Protovangelo di Giacomo e leggende successive.

Il presepe tradizionale è una complessa composizione plastica della Natività di Gesù Cristo, allestita durante il periodo natalizio; vi sono presenti statue formate di materiali vari e disposte in un ambiente ricostruito in modo realistico. Vi compaiono tutti i personaggi e i luoghi della tradizione: la grotta o la capanna, la mangiatoia dov'è posto Gesù Bambino, i due genitori, Giuseppe e Maria, i Magi, i pastori, le pecore, il bue e l'asinello e gli angeli. La statuina di Gesù Bambino viene collocata nella mangiatoia alla mezzanotte tra il 24 e il 25 dicembre, mentre le figure dei Magi vengono avvicinate ad adorare Gesù nel giorno dell'Epifania. Lo sfondo può raffigurare il cielo stellato oppure può essere uno scenario paesaggistico. A volte le varie tradizioni locali prevedono ulteriori personaggi.

Per tradizione, il presepe si mantiene fino al giorno dell'Epifania, quando si mettono le statuine dei Re Magi di fronte alla Sacra Famiglia, o anche sino al giorno della Candelora, sia in Italia che in altri paesi. Esiste anche un altro modo per allestire il presepio: si tratta del presepe vivente, in cui agiscono persone reali; di origine medievale, ha avuto negli ultimi decenni in Italia una notevole diffusione.


Il termine deriva dal latino praesaepe, cioè greppia, mangiatoia, ma anche recinto chiuso dove venivano custoditi ovini e caprini; il termine è composto da prae (innanzi) e saepes (recinto), ovvero luogo che ha davanti un recinto. Un'altra ipotesi fa nascere il termine da praesepire cioè recingere. Nel latino tardo delle prime vulgate evangeliche viene chiamato cripia, che divenne poi greppia in italianokrippe in tedescocrib in inglesekrubba in svedese e crèche in francese. Il termine presepe è utilizzato, oltre che in Italia, anche in Ungheria, perché vi giunse via Napoli nel XIV secolo quando un discendente Angiò divenne re di quelle regioni, Portogallo e Catalogna.

Origine ed evoluzione

(LA)

«Maria peperit filium suum primogenitum, et pannis eum involvit, et reclinavit eum in praesepio: quia non erat eis locus in diversorio.»

(IT)

«Maria diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.»

(Vangelo secondo Luca, II, 7)
https://it.wikipedia.org/wiki/Presepe

6 dic 2022

San Nicolò

 


Oggi è una notte speciale per tanti bambini!

Anch'io da piccola l'aspettavo con trepidante attesa: infatti era lui che mi portava i regali (non Babbo Natale). 🎁
San Nicolò è un santo amatissimo, non solo in Slovenia. Nel nostro articolo (vedi link sopra) vi raccontiamo di questa tradizione tanto sentita, delle sue origini e dei significati che cela in sé. La conoscete?

400.000 euro in meno, no dei sindaci

 


Colti di sorpresa dalla decisione della Commissione regionale consultiva per la minoranza linguistica slovena, che ha proposto di ridurre da 900 mila a 500 mila euro i fondi destinati dalla legge 38/01 allo sviluppo economico e sociale del territorio della provincia di Udine nei quali si parla lo sloveno, gli amministratori locali di Valcanale, Resia e Benecia meditano una forte azione politica per chiedere a Giunta e Consiglio regionale di non operare il pesante taglio. Quella della Commissione è, infatti, una proposta e l’ultima parola in proposito spetta al governo e all’assemblea legislativa del Friuli Venezia Giulia.

Molti sindaci, assessori e consiglieri comunali fanno notare come non siano venute meno le ragioni che l’anno scorso avevano portato tutti i componenti della provincia di Udine della Commissione consultiva a chiedere un aumento ed una stabilizzazione della dotazione annuale a 1.000.000 di euro dei fondi previsti dall’Art. 21 della L. n. 38/01, in quanto, vista la vastità del territorio rappresentato ed i suoi articolati problemi, l’importo definito oltre venti anni fa dalla legge di tutela pari a 1.000.000.000 di lire (516.000,00 euro annui), oggi non risulta essere più adeguato alle aspettative. Tanto più in un periodo di forte crisi economica.

Quelle risorse finanziarie, gestite dalle Comunità di montagna, permettono di finanziare interventi nel comparto economico, di aiutare le aziende agricole e forestali, di eseguire lavori di pubblica utilità, di sostenere progetti nei settori scolastico, sociale e turistico.

Il disappunto è reso ancora più forte dalla constatazione che i 400 mila euro tolti a Valcanale, Resia e Benecia andrebbero dirottati ad altre realtà. Non a caso, il presidente della Comunità di montagna del Canal del Ferro e della Valcanale, Fabrizio Fuccaro, aveva dichiarato che «la questione dell’immediato impiego dei fondi implementati l’anno scorso mi sembra un pretesto per dirottarli fuori dai nostri territori».

https://www.dom.it/zupani-proti-rezu-400-000-evrov_400-000-euro-in-meno-no-dei-sindaci/?fbclid=IwAR1sQP9rg8Iv0aflicK7Ts-xNMU7GdwCgX7hpV2Db0x7By8WfEZtPd6N0Qw

5 dic 2022

Piante natalizie

 


La pianta natalizia per eccellenza, da questo punto di vista, è la Poinsettia, anche nota come Euphorbia Pulcherrima o, più comunemente e semplicemente, stella di Natale.

L'Euphorbia pulcherrima nota come Poinsettia o Stella di Natale è una pianta ornamentale originaria del Messico, nazione nella quale cresce spontaneamente e dove, allo stato selvatico, può raggiungere anche un'altezza fra i due e i quattro metri. Il nome "Poinsettia" deriva da Joel Roberts Poinsett, il primo Ambasciatore degli Stati Uniti in Messico, il quale introdusse la pianta negli Stati Uniti nel 1825.

Appartiene alla famiglia delle Euphorbiaceae, ordine Euforbiali (Euphorbiales), classe delle Dicotiledoni (Magnoliopsidae), divisione delle Angiosperme (Magnoliophytae); all'interno del suo tronco e dei suoi rami vi è una sostanza lattiginosa (il lattice), leggermente irritante per la pelle.[1]

Altri nomi comuni della poinsettia sono: Mexican flame leafChristmas starWinter roseNoche BuenaLalupataeAtatürk çiçeği ("Fiore di Atatürk", in Turchia), Αλεξανδρινό (traslitterato "Alexandrinò", cioè Alessandrino, in Grecia).da wikipedia


Messaggi SPAM


 I messaggi di sedicenti maghi,streghe e chiaroveggenti non sono graditi Verranno cancellati e bloccati immediatamente.Avete capito è ora di finirla!

4 dic 2022

In 500 per l’udienza con Papa Francesco: il presepe di Sutrio in piazza San Pietro


 Ieri a Roma in piazza San Pietro è stato inaugurato il presepio donato da Sutrio un paesino della Carnia. E' fatto di legno con gli alberi  della tempesta Vaia ed è stato realizzato da artigiani friulani.Il Presepio occupa 116 m su cui sono disposte 18


statue.Era presente  il governatore Fedriga,il sindaco di Sutrio e un gruppo di ragazzi.Al Santo Padre  sono stati donati i scarpez (scarpa tipica della Carnia,un  merletto della scuola di Gorizia e un crocifisso ligneo del maestro Isaia Moro).



"Testa di rapa"

 


Nel gergo popolare, la rapa è associata a persona con la testa dura, ottusa, un po’ stupidella, che non è capace di capire o di fare (“è una testa di rapa”, “ cavar sangue da una rapa”, “valere quanto una rapa”, etc); al contrario, in cucina e in gastronomia, la rapa – sia come radice, che come ortaggio – è tutt’altro che insulsa o coriacea. È particolarmente tenera e rappresenta un concentrato di virtù salutari.

 

La rapa è un ortaggio di origine siberiana che, tuttavia, si è ben adattato ai nostri climi e di cui si utilizzano sia la radice tuberosa, all’esterno bianca, rosata o rossa, sia le sommità fiorite, fresche, preziose in nutrizione per il loro elevato contenuto in clorofillavitaminesali minerali e glucosinolati (composti solforati, facilmente inattivati dal calore) come del resto avviene per tutte le Cruciferae, la famiglia di cavoli e broccoli, a cui la rapa appartiene.

È un ortaggio tipicamente invernale ma oggi lo si trova anche in varietà più precoci o più tardive. Molto diffusa nella cucina meridionale, dove si usa prevalentemente cotta, nelle minestre, al burro o al forno, rappresenta oggi un alimento di prima scelta anche nelle ricette raffinate delle regioni del Nord Italia.https://www.unavitasumisura.it/sei-proprio-una-testa-di-rapa-o-no/

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