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IVAN TRINKO padre della Benecia

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31 ott 2020

Sousi Sveti - Vahti -Tutti i Santi

opera dell'artista di Zavarh-Villanova delle grotte
Dario Pinosa "2 Novembre"


 Il giorno di tutti i Santi, noto anche come Ognissanti, è una festa cristiana che celebra insieme la gloria e l'onore di tutti i Santi (siano o non siano stati canonizzati).


La solennità del calendario liturgico romano (in latinoSollemnitas Omnium Sanctorum) cade il 1º novembre(seguita il 2 novembre dalla Commemorazione dei Defunti), ed è una festa di precetto, che prevedeva anche una vigilia e un'ottava nel calendario anteriore alla riforma liturgica voluta dal concilio ecumenico Vaticano II.


Za Vahte (Sousi Sveti) tou Terski dolini gospodinje skuhajo "ocikano"


In Alta Val Torre per i Santi è tradizione preparare la "ocikana"

A Monteaperta - Viškorša questo piatto si chiama "polenta polita"(polenta condita)

A Rezija/Resia (Lischiazze) era usanza preparare il pane detto "bohajimčic e donarlo a suffragio delle anime

*Vahti: parola di origine germanica e deriva dal medio alto tedesco wahte (guardia,controllo)

Una volta - Dan bot :Vahti- Ognissanti e il giorno dei morti

Il giorno di Tutti i Santi - Vahti ,le persone che avrebbero suonato tutta la notte le campane per ricordare i morti,al pomeriggio andavano per le case a chiedere cibo per la cena di mezzanotte.Tutti donavano farina,formaggio,vino,burro ecc.
Dalla sera  i suonatori suonavano fino alle 24,poi sosta per la cena e si continuava a suonare fino alle 6 del mattino.Il giorno dei morti la gente portava i fiori sulle tombe.Alla sera si cucinava la "ocikana"(gnocchi di polenta conditi con burro fuso e formaggio latteria gratuggiato).



in Alta Val Torre era usanza mangiare
tutti dalla stessa terrina come si usa nei paesi slavi










Per Ognissanti c’è l’ocikana - Ocikana v Terski dolini za Vahte

 


Tempo di preghiera, per la ricorrenza di Ognissanti e di Tutti i Morti, e tempo di tradizioni in Alta Val Torre, dove si è mantenuta inalterata nei decenni, in questa zona del Friuli più che altrove, l’usanza di cucinare un piatto tipico, quello della polenta condita, la «Ocikana».

A raccontare come si prepara la speciale pietanza è Franca Sinicco, 57 anni, un’esperta dei fornelli, ottima cuoca ed erede della tradizione culinaria di famiglia.
«Per prima cosa – spiega –, bisogna preparare la polenta che va fatta più morbida di quella che si fa di solito. Si può usare la farina bianca con un pugno di quella gialla. A parte si deve far sciogliere, intanto, un bel po’ di burro. A parte, ancora, si mette del latte a scaldare con l’aggiunta di sale».
Una volta cotta la polenta, si prende una terrina ampia e si comincia a preparare la Ocikana a strati. È da questa terrina, molto capiente, che poi la pietanza sarà mangiata dai componenti della famiglia durante la sera del primo novembre.
«Con il cucchiaio si trasforma la polenta in una sorta di gnocchetti. Tra uno strato e l’altro di gnocchetti si sparge il latte e si cosparge con il formaggio tagliato fino, grattugiato. Si possono usare insieme formaggio fresco e quello stagionato, più saporito. Fatti un po’ di strati, a piacere, si procede con il burro: fatto colorire senza bruciarlo, va messo sopra l’ultimo strato. La Ocikana è pronta».
La pietanza non va mangiata tutta, si lascia una parte nella terrina, sulla tavola, per la notte: al calare del buio, si dice, le anime dei morti che si ridestano per Ognissanti potranno cibarsene, nel loro breve viaggio di ritorno nel mondo dei vivi, concesso loro solo per questa notte così particolare.
«Si tratta di un piatto molto calorico, che dà molta energia, mangiato tutti insieme per affrontare, nei mesi già freddi, il duro lavoro nei campi e più spesso nei boschi». Ad accompagnare la polenta condita, che ancora oggi preparano tutte le famiglie dell’Alta Val Torre, poteva esserci, raramente, del vino. «Ognuno aveva una vigna fuori casa e il vino, seppure poco come quantità, faceva parte delle tradizioni della tavola – spiega Franca –; era un vino spesso acido, che si beveva subito perché non si conservava per molto tempo». (Paola Treppo)
Na praznik Vseh svetnikov in na dan Vernih duš je v gornji Terski dolini še živa navada, da pripravljajo ocikano. O tem nam je povedala domačinka Franca Sinicco, ki je stara 57 let.
Ocikana je mehka polenta iz koruznega in pšeničnega zdroba, ki je najprej rezana na kose, nato zabeljena z mlekom in potem posuta z ribanim dozorjenim sirom ter popraženim maslom. Nekaj ocikane so nekoč po hišah pustili za duše, ki so se na Vahte vrnile med živimi.

30 ott 2020

Non solo Halloween:tradizioni slovene per Ognissanti

 

da wikipedia

Verso la fine di ottobre fanno la loro comparsa un po’ ovunque zucche, fantasmini, streghette e altri mostriciattoli, a ricordarci che sta arrivando Halloween. Oggi è una festa ormai diffusissima, importata come tante altre mode dagli Stati Uniti, di cui è evidente soprattutto il lato consumistico, oscurandone i significati originari che ne stanno alla base.

Eppure, qualche decennio fa, quando ero bambina io, di Halloween non si sentiva parlare. Ma tra il 31 ottobre e il primo novembre, con mia nonna, nata nel 1899, intagliavamo zucche per metterci dentro una candela e facevamo anche altre cose. Che cos’era? Un Halloween ante litteram o forse qualcos’altro, di cui oggi, purtroppo si sono perse le tracce?

Dai celti a papa Gregorio IV

La parola Halloween deriverebbe, secondo un’interpretazione, dallo scozzese “All Hallows’ Eve”, ossia “vigilia di tutti gli spiriti sacri”. La festività avrebbe le sue origini nella festa celtica di Samhain, che si svolgeva tra il 31 ottobre e il 1 novembre, data di passaggio dall’anno vecchio a quello nuovo, secondo il calendario celtico. Come accadde anche per altre ricorrenze, la Chiesa sovrappose alla festività pagana un’altra, cristiana, dedicata al culto di tutti i santi. In realtà, tale festività cristiana esisteva già, ma veniva celebrata in date diverse nei diversi Paesi. Nell’anno 827 papa Gregorio IV istituì ufficialmente la festa di Ognissanti, per celebrare tutti quei santi che, troppo numerosi, “non trovavano posto” negli altri giorni dell’anno, già occupati da santi più “celebri”.
L’origine esatta della festività pagana è ancora oggetto di discussione tra gli studiosi, tuttavia un aspetto è abbastanza evidente: gli spiriti che secondo la tradizione animistica pagana vagano nelle lunghe notti di novembre sono diventati nella tradizione cristiana le anime dei defunti nel Purgatorio che hanno bisogno delle preghiere e dei sacrifici dei viventi per liberarsi e raggiungere il Paradiso.

Le zucche di Vahti

Ma torniamo a mia nonna. Come dicevo, per Ognissanti, “Vsi sveti” in sloveno, intagliavamo assieme una zucca e ci mettevamo dentro una candela. Ma non per scopi decorativi: serviva per far luce alle anime del Purgatorio. Lo stesso scopo aveva una candela a olio, che mia nonna comprava appositamente solo per questa festività, e che doveva rimanere accesa per tutta la notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre. Nel dialetto della regione Primorska, la festa di Ognissanti viene chiamata “Vahti”, parola che deriva dal tedesco “Wacht”, cioè “guardia”. E in effetti, quella notte era un po’ come fare la guardia: si rimaneva svegli fin tardi a pregare il rosario, e poi, quando si andava a dormire, c’erano le candele a sostituirci nella veglia....continua
http://www.slovely.eu/2017/10/31/non-solo-halloween-tradizioni-slovene-per-ognissanti/

Perchè Halloween è una tradizione friulana





Io non amo questa tradizione che è tanto lontana da me!

Si avvicina il 31 ottobre e le bacheche di tutti i social, in tutto il mondo, sono invase da vampiri, mostriciattoli e fantasmi. “HALLOWEEN” lo chiamano, all’americana, ma siamo sicuri che sia una festa di una tradizione così lontana da noi?
Ho fatto qualche ricerca e quello che ho scoperto, dice l’esatto contrario, soprattutto per quello che riguarda la storia del Friuli.

Halloween oggi è conosciuto come “La notte delle streghe”, in cui esseri mostruosi sovrumani e di altri mondi possono arrivare sulla terra e mangiarsi il nostro cervello, o il nostro cuore, a seconda dei gusti. Epperò, la festività da cui è nato tutto, non era proprio così.

Quando nasce Halloween?

Halloween corrisponde al Capodanno celtico, una festa pagana di origine gaelica conosciuta con il nome “Samhhain”, parola che pare derivare dal un ternmine irlandese antico che significa “fine dell’estate”.
“Le celebrazioni di Samhain, sia quelle religiose sia quelle folkloristiche, hanno origine da un’antica festività del paganesimo celtico, che si suppone abbia influenzato anche la festa popolare di Halloween e la festività cristiana di Tutti i Santi” [da Wikipedia]
Quello che oggi si chiama Halloween era dunque la festività principale dell’antico calendario celtico e rappresentava l’ultimo raccolto agricolo.
Nella visione ciclica del tempo, tipica della cultura celtica, Samhain (o Capodanno celtico, o Halloween, fate voi) si trovava in un punto fuori dalla dimensione temporale che non apparteneva né all’anno vecchio nè a quello nuovo ed in quel momento, il velo che divideva la terra dei vivi con quella dei morti si assottigliava, e i due regni potevano comunicare.

Questo probabilmente indusse i Romani ad identificare lo Samhain con la loro festa dei morti (che però allora avveniva in periodi diversi dell’anno) ed ancora, in seguito alla cristianizzazione, nel 835 fu istituita da Papa Gregorio III la festa delle reliquie cristiane, diventata la festa di tutti i santi il 1° novembre, per combattere le superstizioni che nei secoli precedenti ed in tutte le religioni pagane, erano nate attorno al mito del Capodanno Celtico ed alla festa dei morti.

Una tradizione antichissima dunque, se si pensa che i Celti conobbero il periodo di massimo splendore nel IV-III secolo a.C. E se si pensa anche che a quel tempo i Celti dominavano un’area vastissima dell’Europa, è anche intuibile perchè questa ricorrenza abbia fatto il giro del mondo e ritorno, diventando il simbolo di miti e leggende da nord a sud dell’emisfero.
Come vedete, è una storia nata molto prima dell’America!

Halloween oggi

Perchè è rimasta una tradizione dei giorni nostri?
Dopo secoli e secoli, e secoli e secoli, e ancora secoli, Samhain è diventato Halloween, ha preso connotazioni diverse e diversi sono i modi per festeggiarlo, ma ha radici talmente antiche e radicate nella nostra cultura, che è impossibile dimenticarsene.

Ma il Friuli cos’ha a che fare con tutto questo?
“I Carni erano un popolo di lingua e cultura celtiche storicamente stanziato, a partire dal IV secolo a.C., nella regione alpina orientale e d il loro assoggettamento all’Impero romano ebbe luogo a partire dagli inizi del II secolo a.C., con la fondazione della colonia romana di Aquileia” [da Wikipedia].
Insomma, il Friuli ha una netta impronta celtica, i riti friulani più antichi si rifanno alla mitologia celtica: si pensi ai Beneandanti, dei “maghi” che facevano da tramite tra il mondo dei morti e quello dei vivi. O ancora, i Sbilfs, i folletti de boschi...

continua https://blud.life/la-not-da-lis-muars-halloween-made-in-fvg/#:~:text=In%20Friuli%20secoli%20fa%20venivano,la%20via%20illuminata%2C%20senza%20perdersi.


29 ott 2020

Natale 2020

 


 Belle le precauzioni con i DPI, però non abbandoniamoli in giro per non aggiungere alla pandemia anche un problema ambientale

The Game

IL PETTIROSSO

 


La poetessa Emily Dickison dedica al pettirosso alcuni dei suoi versi più commoventi

Se io potrò impedire
a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano
Se allevierò il dolore di una vita
o guarirò una pena
o aiuterò un pettirosso caduto
a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano

Ho un Uccello in primavera
che per me sola canta –
La primavera ammalia.
E quando l’estate s’avvicina –
E quando la Rosa appare,
Il pettirosso se n’è andato.
Ma non me ne rattristo
Sapendo che l’Uccello mio
Pur se volato via –
Impara al di là del mare
Nuove melodie per me
E tornerà.
Sicuri in una più salda mano
Custoditi in una più fidata Terra
Sono i miei –
Ed anche se adesso vanno via,
Dico al mio cuore in ansia
Essi sono tuoi.
In più sereno Splendore,
In più dorata luce
Vedo
Ogni piccolo dubbio e paura,
Ogni piccola discordia di quaggiù
Sparita.
Dunque non mi rattristerò,
Sapendo che l’Uccello mio
Pur se volato via
Da un albero lontano
Splendenti melodie per me
Invierà.

Fai ch’io per te sia l’estate
quando saran fuggiti i giorni estivi!
La tua musica quando il fanello
tecerà e il pettirosso!
A fiorire per te saprò sfuggire alla tomba
riseminando il mio splendore!
E tu coglimi, anemone,
tuo fiore per l’eterno!

https://magicblitzen.com/pettirosso-poesie/

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