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IVAN TRINKO padre della Benecia

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28 mar 2023

Perché la nave per salvare i migranti finanziata da Bansky è stata fermata

La nave Ong Louise Michel donata da Banksy 
dal web
 Mentre altre 30 persone stavano morendo nel Mediterraneo, la guardia costiera italiana ha sottoposto a fermo amministrativo l’imbarcazione di salvataggio Louise Michel, finanziata dal famoso artista di strada Banksy. La nave, bloccata ormai da due giorni a Lampedusa, avrebbe infranto il nuovo decreto migranti del governo Meloni, che impone alle ong di effettuare un solo salvataggio alla volta.

Prua e poppa rosa acceso, la nave ha la scritta "Rescue" in maiuscolo sullo scafo grigio chiaro e l'immagine di una bambina in bianco e nero che regge un salvagente rosa a forma di cuore sulle pareti della plancia nel tipico stile di Banksy. Il nome è quello della femminista e anarchica francese, figura di spicco e combattente durante l’esperimento di autogoverno della Comune di Parigi, Louise Michel...continua...

https://www.wired.it/article/bansky-barca-louise-michel-migranti-lampedusa-pia-klemp/

25 mar 2023

Ritorna l'ora legale

 


L'ora legale 2023 entra in vigore nella notte tra il 25 e il 26 marzo alle ore 2:00. Le lancette degli orologi si sposteranno un'ora avanti. L'ora legale rimarrà fino all'ultima domenica di ottobre quando, come di consueto, ci sarà il ritorno a quella solare.A differenza dell’ora solare, legata ai ritmi della natura, l’ora legale viene scelta dai singoli Stati, anche con l’obiettivo di risparmiare energia elettrica. Viene quindi introdotta con una legge: in Italia sono due i passaggi fondamentali che la riguardano. Fece la sua comparsa nel 1916, quando il nostro Paese era impegnato nella prima guerra mondiale, proprio per esigenze di risparmio. Successivamente venne normata con un decreto legge nel 1965, il numero 530. Da qui il nome ora legale.

21 mar 2023

Maternità surrogata

  siete favorevoli o no?

 Hanno fatto molto discutere le dichiarazioni della ministra alla Famiglia e alle pari opportunità Eugenia Roccella sulla maternità surrogata: La maternità surrogata in Italia è proibita e bisogna chiamarla col suo nome: utero in affitto”, ha dichiarato durante la trasmissione Mezz'ora in più, in onda sui Rai 3. Anche il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli si è espresso con parole molto forti dure sulla questione delle famiglie omogenitoriali nel corso del programma InOnda su La7, in cui ha dichiarato: “Se due persone dello stesso sesso chiedono il riconoscimento, e cioè l'iscrizione all'anagrafe, di un bambino che spacciano per loro figlio, significa che questa maternità surrogata l'hanno fatta fuori dai confini nazionali". Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura della Camera e deputato di Fratelli d'Italia ha addirittura paragonato la pratica alla pedofilia

Questo avviene dopo lo stop alla registrazione automatica all'anagrafe dei figli di famiglie omogenitoriali nel comune di Milano come indicato in una circolare giunta dal ministero dell'Interno alla Prefettura. Non potranno più essere riconosciuti i figli di due uomini nati con la maternità surrogata, e i bambini con due madri nati in Italia in seguito alla procreazione assistita eseguita all'estero. Qualche giorno fa, il Senato si è espresso in modo contrario alla proposta dell'introduzione di un certificato europeo di filiazione che garantisce uguali diritti ai figli adottati o di coppie omogenitoriali in tutti i paesi membri dell'Unione europea.

Cos'è la maternità surrogata e qual è la situazione in Italia

La maternità surrogata, anche chiamata gestazione per altri, si verifica quando una donna - in alcuni casi coinvolta anche nel concepimento con inseminazione artificiale, in altri solo nella gestazione con inseminazione in vitro - porta avanti una gravidanza per conto di un'altra coppia, gli aspiranti genitori del nascituro. In Italia non è possibile ricorrere a questa pratica, che è vietata dall'articolo 12 comma 6 della legge 40 del 2004, che prevede una pena da 3 mesi a 2 anni di reclusione e una multa da 600mila  a 1 milione di euro. Con la nuova proposta di legge, Fratelli d'Italia ha chiesto che la maternità surrogata venga considerata un reato anche se effettuata all'estero. La proposta, firmata da Isabella Rauti, sottosegretaria alla difesa e senatrice, e Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d'Italia al Senato, avrebbe lo scopo di fermare il “turismo procreativo” che secondo i principali promotori interesserebbe le coppie italiane che si rivolgono alle strutture e associazioni nei paesi esteri per poter accedere a questa pratica. ...

continua https://www.wired.it/article/maternita-surrogata-italia-mollicone-roccella-rampelli-dove-e-legale/

19 gen 2023

Pericolo valanghe

 


LA MONTAGNA INVERNALE ED IL PERICOLO DI VALANGHE

di Dario Di Gallo
Negli ultimi anni un numero sempre maggiore di escursionisti ha iniziato, in tutte le stagioni dell’anno, a frequentare le aree montane della nostra regione. Questo movimento che risponde necessariamente ad una diffusa e sentita esigenza di contatto con il mondo naturale ha portato questi entusiasti neofiti a confrontarsi con ambienti nei quali, per potersi muovere con sicurezza, è necessaria una preparazione specifica e una conoscenza approfondita dell’ambiente.
Questo è a maggior ragione ancora più importante in inverno. La grande bellezza e suggestione dei paesaggi innevati ha fatto sì che con sci da escursionismo, racchette da neve o sci da alpinismo gli appassionati frequentino ora questi particolari contesti. Muoversi in sicurezza in ambiente invernale non è però banale come calzare un paio di scarponcini e seguire un sentiero, richiede conoscenza del terreno, del manto nevoso e delle attrezzature personali, per questo è opportuno seguire corsi di formazione oggi disponibili per tutti i livelli. Una volta formati però bisogna sempre, prima di andare in montagna, informarsi sulle aggiornate condizioni del manto nevoso e sulla sua sicurezza.
Queste importanti informazioni sono contenute nel “Bollettino neve e valanghe del Friuli Venezia Giulia” documento ufficiale per la nostra Regione nato ad opera del CFR nel 1972, oggi viene redatto dalla Protezione Civile con la collaborazione del Corpo Forestale Regionale, viene emesso di norma nelle giornate del lunedì, mercoledì e venerdì a partire dal primo innevamento consistente fino alla scomparsa del manto nevoso pericoloso per fusione primaverile, in casi di situazioni eccezionali viene emesso anche giornalmente.
Redatto secondo gli standard europei più avanzati, contiene informazioni inerenti alla situazione di stabilità del manto nevoso ed alla sua evoluzione, suddividendo territorialmente le informazioni per aree che presentano omogeneità del clima e dell’innevamento (Alpi Giulie Alpi Carniche e relative aree Prealpine), esprimendo una valutazione del pericolo servendosi anche della specifica “Scala europea del pericolo valanghe” divisa in cinque gradi.
Il personale del Corpo Forestale Regionale collabora con i previsori della Protezione Civile fornendo i fondamentali dati dei rilievi stratigrafici e penetrometrici che vengono svolti in alta montagna con cadenza sia giornaliera che settimanale direttamente sulla superficie e all’interno della neve per valutarne la pericolosità.
Al frequentatore della montagna viene così offerto un prezioso, irrinunciabile ed aggiornato strumento di prevenzione e sicurezza, personale e collettiva, che permette a tutti di godere della bellezza degli sport invernali con coscienza e serenità.
da vita nei campi

8 dic 2022

Dall'8 dicembre apre la stagione, ma si scia solo a Sella Nevea

 


In Friuli Venezia Giulia da giovedì 8 a domenica 11 dicembre si torna a sciare nel solo comprensorio di Sella Nevea, che aprirà una parte delle piste e alcuni impianti di risalita, quali la telecabina Canin, la seggiovia Gilberti e la funivia del Prevala. A Tarvisio e a Piancavallo saranno aperti rispettivamente la telecabina del Lussari e la seggiovia Tremol1, ma con accesso consentito solo ai pedoni.

Data l’apertura parziale delle piste, PromoTurismoFvg ha deciso di applicare uno sconto del 30 per cento sull’acquisto degli skipass giornalieri e plurigiornalieri: tenendo conto del periodo di bassa stagione, il giornaliero adulti passerà da 28 a 19,60 euro.

Le condizioni meteo non hanno consentito di aprire le altre località sciistiche: il prossimo aggiornamento è fissato per domenica pomeriggio e già dalla prossima settimana le aperture potrebbero subire modifiche, in attesa dell’apertura completa degli impianti.

"La stagione invernale parte con un risultato estremamente positivo: la prevendita si è conclusa il 4 dicembre con risultati record. Sono stati infatti 9.181 gli skipass emessi, con un incasso pari a 1.345.072 euro. Sono dati importanti che testimoniano il successo della strategia adottata da PromoTurismoFvg e basata su sicurezza e qualità delle piste e prezzi altamente competitivi rispetto agli altri comprensori dell'arco alpino. Basti pensare che nella scorsa stagione gli skipass emessi erano stati 6.509, con un incasso totale pari a 785.163 euro. Si tratta dunque di una crescita di incasso pari al 71 per cento". A renderlo noto è l'assessore regionale alle Attività produttive e turismo, Sergio Emidio Bini.

"Quello del Friuli Venezia Giulia non è un caso isolato – ha specificato Bini -. Il meteo poco favorevole sta infatti condizionando l'avvio della stagione in tutto l'arco alpino, costringendo molti comprensori a rimandare le aperture programmate. Ne sono un esempio l'area del Cansiglio, Madesimo e Cortina".

DOVE SI SCIA. Da giovedì a domenica, come anticipato, solo Sella Nevea sarà in grado di aprire agli sciatori per il ponte dell’Immacolata, in cui saranno operativi la telecabina Canin, la seggiovia Gilberti e il Funifor Prevala con le piste CAI1, Gilberti e Prevala. In considerazione del fatto che il comprensorio sloveno non aprirà prima del 20 dicembre, non saranno accettati gli skipass emessi da Bovec.

Le attuali condizioni meteo, con le abbondanti piogge e le temperature elevate, e le previsioni, verificate nel corso di un incontro questa mattina tra i responsabili dei poli del Friuli Venezia Giulia, non permettono alle altre località turistiche della regione di garantire il servizio, con l’unica eccezione di Tarvisio, con la telecabina del Lussari, e Piancavallo, con la seggiovia Tremol1, che – accanto agli impianti di risalita di Sella Nevea Funifor Prevala e telecabina Canin aperti a sciatori e pedoni – saranno accessibili ai soli pedoni per consentire passeggiate ed escursioni ad appassionati e turisti. A Ravascletto/Zoncolan sarà aperta la funivia di Ravascletto, che consentirà agli appassionati dello sci di fondo di testare per la prima volta il nuovo anello in quota: si potrà salire pagando il biglietto di andata e ritorno dell’impianto. I poli di Forni di Sopra/Sauris e Sappada/Forni Avoltri rimarranno invece chiusi.

A PIANCAVALLO L’EXTRA SCI. L’8 dicembre sarà anche la data di apertura del palaghiaccio di Piancavallo: grazie all’accordo tra PromoTurismoFvg e i gestori dell’impianto sportivo, la Cooperativa Piancavallo 1265, l’impianto sarà operativo per l’inverno 2022/2023. Gli orari e le giornate di apertura, tutte consultabili sul sito (piancavallo1265.com/impianti-sportivi/palaghiaccio-piancavallo/), varieranno a seconda dei periodi: dall’8 all’11 dicembre e 17 -18 dicembre il Palapredieri sarà accessibile il sabato (10-12/13.45-19/20.30-22.30) e la domenica (10-12/13.45-19), dalla vigilia di Natale all’8 gennaio sarà aperto tutti i giorni (10-12/13.45-19/20.30-22.30), per poi modificare gli orari di apertura a gennaio. Sempre a Piancavallo sarà aperto il bob su rotaia, mentre il parco Nevelandia di Sappada rimarrà al momento chiuso al pubblico, in attesa di successive indicazioni.

DOVE ACQUISTARE LO SKIPASS. Il ticket giornaliero, lo sci@ore e tutte le altre tipologie di skipass sono acquistabili alle casse del polo di Sella Nevea. Inoltre, secondo le normative entrate in vigore lo scorso anno per aumentare la sicurezza sulle piste, continuano a vigere l’obbligo dell’utilizzo del casco per i minori di 18 anni, il possesso di una polizza assicurativa per responsabilità civile contro terzi (PromoTurismoFVG offre la possibilità di acquistarla in abbinata allo skipass con una maggiorazione di 3 euro) e il divieto di sciare o praticare sport invernali in stato di ebbrezza in conseguenza di uso di bevande alcoliche e di sostanze tossicologiche.

Per tenersi aggiornati sulle aperture degli impianti e delle piste è sempre possibile consultare il sito InfoNeve, il prossimo bollettino aperture è in programma nel tardo pomeriggio di giovedì per le novità del fine settimana.

21 nov 2022

X MAS




Dopo l'esibizione della maglietta della X MAS da parte di Enrico Montesano a "Ballando con le stelle"  si parla molto di questa organizzazione fascista.Per chi non la conoscesse qui leggerà cosa dice wikipedia.

Montesano è un attore, conduttore televisivo, cantante, cabarettista ed ex politico italiano .La RAI  lo ha escluso dalla partecipazione al programma.

La  Flottiglia MAS (dal 1º maggio 1944, con l'unificazione di vari battaglioni, rinominata in Divisione fanteria di marina Xª  anche nota come Xª MAS) è stato un corpo militare indipendente, ufficialmente di fanteria di marina della Marina Nazionale Repubblicana della Repubblica Sociale Italiana, attivo dal 1943 al 1945. La Xª Flottiglia MAS al nord, al comando del capitano di fregata Junio Valerio Borghese in seguito all'armistizio di Cassibile strinse accordi di alleanza con il capitano di vascello Berninghaus della Marina da guerra germanica.

Durante i due anni che seguirono operò in coordinazione coi reparti tedeschi, sia per contrastare l'avanzata alleata dopo lo sbarco di Anzio e sulla Linea Gotica e nel Polesine, sia in operazioni contro la resistenza italiana con forte determinazione e perdite significative. Attività durante la quale l'unità impiegò strategie tipiche della controguerriglia e in alcuni episodi si macchiò di crimini di guerra, e infine nel tentativo di difendere i confini nordorientali dalla controffensiva iugoslava, cercando anche di affermare l'italianità di quelle regioni di fronte alle politiche annessionistiche dell'occupante tedesco sostenuto da elementi collaborazionisti serbicroati e sloveni. Peraltro questi tentativi ostacolati anche dagli stessi tedeschi non ottennero risultati definitivi ed i reparti inviati in Friuli furono presto fatti trasferire oltre il Piave, a Thiene, dal Gauleiter Rainer, deciso a mantenere il controllo totale della regione.

La Xª Divisione MAS si arrese il 26 aprile 1945 ai rappresentanti del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) nella caserma di piazzale Fiume (l'attuale piazza della Repubblica) a Milano dopo la cerimonia dell'ammaina bandiera.


Voi cosa ne pensate??

19 nov 2022

Onorificenza a mons. Qualizza

 


Sabato, 19 novembre, alle 19.30 nella sala parrocchiale di San Pietro al Natisone, mons. Marino Qualizza sarà insignito della Medaglia al merito della Repubblica di Slovenia per il lungo instancabile impegno a favore degli sloveni della provincia di Udine. A nome del presidente Borut Pahor, a consegnare l’onorificenza al sacerdote beneciano sarà il console generale di Slovenia a Trieste, Gregor Šuc. Il momento musicale sarà curato dalla flautista Orsola Banelli. Prima della cerimonia, mons. Qualizza alle 18.30 celebrerà la consueta Santa Messa prefestiva in lingua slovena nella chiesa parrocchiale di San Pietro al Natisone.

V saboto, 19. novemberja, ob 19.30 bo v špietarskim faružu generalni konzul RS v Trstu Gregor Šuc podeliu vesako daržavno odlikovanje Republike Slovenije, sicer medaljo za zasluge msgr. Marinu Qualizzi. Slovenski predsednik Borut Pahor je msgr. Qualizzo odlikovau za dugolietno neutrudno povezovalnost par dielu za duhovno in narodno rast Slovencu na videnskem. Za glasbeni intermezzo bo poskarbiela Orsola Banelli. Pred cerimonijo bo msgr. Qualizza ob. 18.30 v špietarski farni cierkvi molu sveto maso po slovensko.https://www.dom.it/odlikovanje-rs-msgr-qualizzi_onorificenza-a-mons-qualizza/

L'inutile braccio di ferro dell'Italia sulla pelle dei migranti

Ocean Viking 
dal web

Le persone salvate dalla nave Ocean Viking sbarcheranno sulle coste francesi. Ma Parigi ha sospeso l'accordo di ricollocamento di altri 3.500 migranti che ora resteranno in Italia, accusando il governo Meloni di mancanza di ascolto e responsabilità

 Il nuovo governo ha respinto i migranti.Si vuole fre la distinzione fra migranti e naufraghi,sempre persone che hanno bisogno di aiuto sono.Sono persone che sono venute da noi per cercare una vita migliore.Dobbiamo accoglierli anche se nel loro paese non c'è la guerra,ma la fame.L'Italia si sta rivelando inumana e razzista.Io mi vergogno di essere italiana!


Per aver rifiutato accoglienza a 200 migranti, il governo guidato dalla presidente Giorgia Meloni dovrà ora prendersi carico di 3.500 rifugiati, che resteranno in Italia invece di essere ricollocati in Francia. Parigi aveva infatti accettato di ricevere queste persone, in virtù del meccanismo europeo volontario di ricollocamento. Tuttavia, le autorità francesi hanno deciso di sospendere l'accordo, a causa del rifiuto italiano di far sbarcare in Sicilia i migranti salvati dalla nave Ocean Viking. È il primo schiaffo internazionale ricevuto dalla neo premier Giorgia Meloni, a causa della sua politica dei porti chiusi, che ha incrinato le relazioni con il governo di Emmanuel Macron e portato alla sospensione dei ricollocamenti.

Dopo nemmeno un mese in carica, l’esecutivo più a destra della storia repubblicana è stato già costretto ad accettare che non rispettare le convenzioni europee non è mai una buona idea, anche se la leader di Fratelli d’Italia sembra pensarla diversamente.

Così il braccio di ferro sullo sbarco dei migranti salvati in mare dalla nave Ocean Viking si è ritorto contro la presidente del Consiglio, accusata dal ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, di mancanza di ascolto e professionalità come riporta Le Figaro. Infatti, nonostante Francia e Germania avessero offerto all’Italia di accogliere due terzi dei migranti a bordo della nave, una volta sbarcati in Sicilia, il governo italiano non ha nemmeno risposto ai suoi partner, continuando a rifiutare lo sbarco, nonostante la presenza di minori e persone malate a bordo.

Una scelta ritenuta “incomprensibile” da Parigi e che ha innescato prevedibili conseguenze. Dopo aver accolto, in via eccezionale, la Ocean Viking e i suoi naufraghi nel porto di Tolone le autorità francesi hanno rivolto un duro appello ai vari paesi europei, annunciando la sospensione dell’accordo sui ricollocamenti con l’Italia e invitando gli altri stati membri a fare lo stesso.

"È evidente che con effetto immediato la Francia sospende l'insieme dei ricollocamenti di 3.500 rifugiati a beneficio dell'Italia e chiede a tutti gli altri partecipanti al Meccanismo europeo, in particolare alla Germania, di fare lo stesso” ha dichiarato Darmanin in una conferenza stampa nella quale ha annunciato anche il rafforzamento dei controlli alle frontiere con l’Italia. “Ci saranno conseguenze estremamente forti nelle relazioni bilaterali”, ha aggiunto, sostenendo come sarà il “governo italiano a perderci”.https://www.wired.it/article/migranti-meloni-governo-francia/

Cosa ne pensate?

15 nov 2022

Non possiamo vivere così


 La condotta del governo sui salvataggi in mare è disumana. Anche secondo il diritto internazionale
Contro la Humanity1, è infatti stato emesso il 4 novembre un decreto interministeriale: con questo atto, il Viminale, di concerto con i ministeri della Difesa e delle Infrastrutture, ha vietato alla nave della Ong, con 179 naufraghi a bordo, di “sostare nelle acque territoriali nazionali oltre il termine necessario alle operazioni di soccorso e assistenza nei confronti delle persone che versino in condizioni emergenziali e in precarie condizioni di salute segnalate dalle competenti Autorità nazionali”. Alle persone rimaste a bordo (o che ci sarebbero dovute rimanere, nelle intenzioni governative) sarebbe comunque stata garantita, assicurava il decreto, “l’assistenza occorrente per l’uscita dalle acque territoriali”.

Il concetto elastico di emergenza

Già lo scarno dispositivo del decreto pone un primo problema: che cosa si intende per “condizioni emergenziali”? In base a quali parametri le condizioni di salute dei naufraghi a bordo si considerano precarie? 

La definizione del decreto appare tanto più vaga se guardiamo all’uso comune e politico della parola “emergenza”. Consideriamo emergenza una pandemia quanto un terremoto, ma, con lo stesso termine, vengono indicati anche fenomeni meno imprevedibili e più gestibili: periodicamente sono stati varati provvedimenti per rispondere all’emergenza carceri, l’emergenza abitativa impegna da sempre gli enti locali, si parla di emergenza climatica dopo anni di minimizzazioni sull’abuso antropico delle risorse naturali. E, quanto alla comunicazione istituzionale (se non alla propaganda in senso stretto) dei governi dell’ultimo ventennio, abbiamo visto varie “emergenze”: siamo passati da quella sui “nomadi”, che ha legittimato politiche ai limiti della segregazione, a quella su sbarchi e immigrazione, a prescindere da qualunque dato o statistica. Allo stesso modo, guardando al presente, nel suo discorso programmatico, la presidente Meloni ha citato una “crescente emergenza delle devianze, fatte di droga, alcolismo, criminalità”.

Il concetto di emergenza è allora elastico, flessibile, si plasma a seconda delle esigenze di chi lo utilizza. Se riguarda i naufraghi trasportati dalle navi delle ONG, però, viene di fatto inteso come emergenza sanitaria o, al più, come fragilità anagrafica: inizialmente dalla Humanity1 sono scesi soltanto uomini e donne malati, bambini e minori non accompagnati, mentre sul ponte sono rimasti ad aspettare, altri giorni, trentacinque uomini, il “carico residuale”, secondo il ministro Piantedosi, il quale, interpellato sull’utilizzo dell’espressione, ha dichiarato: “non prendiamo lezioni da nessuno dal punto di vista del rispetto dei diritti umani”. 

Naufragio, ricerca, soccorso: si salva, non si seleziona

Ecco perché, quanto più grave è il rischio, tanto più la soluzione deve essere semplice. Così, ad esempio, chiunque è punibile per omissione di soccorso se non presta aiuto a una persona ferita, o in pericolo, o priva di conoscenza. Sullo stesso principio si basano le regole del mare e, in particolare, le convenzioni in materia di soccorso o in caso di naufragio, recepite anche nel nostro Codice della Navigazione.

Il quadro normativo è chiaro: in mare, se ci sono vite in pericolo, chiunque è obbligato a prestare soccorso a imbarcazioni in difficoltà o persone in acqua. A questo dovere generale, per tutti i soggetti pubblici o privati che si trovino a navigare, si aggiunge l’obbligo per gli Stati di prevedere sistemi di coordinamento e cooperazione per l’assistenza e lo sbarco. 

In questo sistema di solidarietà, le condizioni personali e giuridiche delle persone da recuperare e assistere sono irrilevanti: che provenga da uno yacht in avaria davanti a Posillipo, da una monoposto per regate nell’Atlantico o da una carretta del mare partita dalla Libia, un naufrago ha sempre e comunque diritto di essere soccorso.

Leggi anche >> Dire “non possiamo accogliere tutti” giustifica l’omissione di soccorso

E il soccorso non termina mettendo i sopravvissuti su una nave più grande, ma si conclude solo con lo sbarco, portando cioè le persone recuperate, secondo le indicazioni del centro di coordinamento, al più vicino POS (place of safety, porto sicuro).

Il POS è il luogo in cui le operazioni di soccorso si considerano concluse, dove la sicurezza e la vita dei naufraghi non sia minacciata e le loro necessità umane primarie possano essere soddisfatte. Non tutti i porti, allora, sono sicuri.

Porto o posto: in ogni caso, non la Libia

All’inizio del mese si è rinnovato tacitamente il memorandum tra Italia e Libia, siglato dal ministro Minniti sotto il governo Gentiloni. Per altri tre anni, il nostro paese si impegna a vario titolo nella fornitura di mezzi, nella formazione e nel finanziamento della guardia costiera libica e dei cosiddetti centri di accoglienza, mentre la Libia, come contropartita, deve occuparsi del controllo dei confini marittimi...continua qui https://www.valigiablu.it/

11 nov 2022

Crisi diplomatica Italia-Francia: Parigi accoglie la Viking ma blocca il ricollocamento dei migranti e blinda le frontiere con 500 agenti. Piantedosi: “Incomprensibile”

 

da L'Arena

Il ministro dell'Interno francese concede alla nave umanitaria il porto di Tolone. Ma attacca in modo frontale il governo di Giorgia Meloni per la scelta di non autorizzare lo sbarco: "Ci saranno conseguenze estremamente gravi per le nostre relazioni bilaterali", minaccia. E annuncia la sospensione immediata dell'accoglienza di 3.500 rifugiati attualmente in Italia, chiedendo "a tutti gli altri partecipanti al meccanismo europeo, in particolare alla Germania, di fare lo stesso". Previste anche "misure di rafforzamento dei controlli alle frontiere interne con l’Italia"

continua...https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/11/10/crisi-diplomatica-italia-francia-parigi-accoglie-la-viking-ma-blocca-il-ricollocamento-dei-migranti-piantedosi-reazione-incomprensibile/6868393/

Io sono per l'accoglienza e voi?Siamo tornati all'era Salvini.

9 nov 2022

Comuni ‘in bolletta’, anche le Valli restano al buio


  Il caro bollette è una realtà che ci accompagna ormai da tutto il 2022. Non colpisce però solo i bilanci di famiglie e imprese, ma anche quelli dei Comuni. Le tranches di aiuti contenute nei decreti legge del Governo (in arrivo in settimana il quarto dl) non sono sufficienti a coprire costi dell’energia elettrica che in dodici mesi sono aumentati anche fino a cinque volte.

San Leonardo e Stregna, misure per il risparmio già dalla scorsa primavera
Così, in ordine sparso, gli enti locali stanno cercando di correre ai ripari adottando misure tese al risparmio energetico. Nelle Valli del Natisone, i primi a muoversi in questa direzione, in tempi che ancora non lasciavano presagire una corsa verso l’aumento così rapida, sono stati S. Leonardo dal 4 marzo e Stregna dalla settimana successiva. A S. Leonardo l’illuminazione pubblica è spenta dall’una di notte fino alle alle cinque del mattino. Salvo che sulla strada provinciale dove per motivi di sicurezza stradale non è stato possibile intervenire. Dove c’era la possibilità in compenso, si è scelto di ridurre l’intensità della luce. “Con alcuni investimenti realizzati in questi anni – ci dice il sindaco Antonio Comugnaro – avevamo già sostituito la tecnologia delle lampade che ora sono in maggioranza a led, 400 su 600. Ne restano circa 80 obsolete che abbiamo in programma di sostituire a breve”. Non solo, sul versante del risparmio Comugnaro aggiunge che “Abbiamo già chiesto un contributo per poter coprire tutti gli edifici di proprietà del comune con il fotovoltaico dotandoli di batterie di accumulo. Dovesse andare in porto questo progetto il Comune sarebbe quasi del tutto autosufficiente.” Quanto al capitolo riscaldamento a San Leonardo è già operativa una centrale a biomassa che viene alimentata con cippato prodotto in loco e che serve già scuole e palestra.
“Quando abbiamo scelto di introdurre queste misure di riduzione dell’illuminazione abbiamo cercato di spiegare ai cittadini la necessità di questa scelta, allora non così scontata. Il riscontro però è stato più che positivo sia da parte dei privati, sia delle associazioni che, per esempio, hanno ridotto il consumo di energia del campo sportivo. Qualche critica c’è stata, certo, ma alla luce di come stanno andando le cose, credo che sia stata la scelta giusta. A dicembre, con le bollette sul consumo effettivo ne quantificheremo il beneficio. Sicuramente – conclude Comugnaro – sono decisioni che stanno comportando qualche sacrificio ma di fronte a questa emergenza è necessario stringersi e fare di necessità virtù”.
Anche il Comune di Stregna è intervenuto in tempi non sospetti. L’amministrazione guidata da Luca Postregna già l’11 marzo scorso ha scelto di spegnere l’illuminazione pubblica dalle 23 alle 5 del mattino. Senza distinzioni di sorta.
La stessa scelta che lo scorso 23 settembre ha operato il Comune di Pulfero. Qui il sindaco Camillo Melissa ha disposto lo spegnimento di tutta l’illuminazione pubblica fra le 23 e le 5 ad eccezione dei lampioni dislocati sulla statale 54 del fondovalle.
A Drenchia l’ordinanza dello scorso 25 ottobre prevede lo spegnimento dell’illuminazione pubblica da mezzanotte alle cinque dal lunedì al venerdì e dall’una alle cinque nei fine settimana. A Savogna l’illuminazione è stata spenta, a partire dallo scorso 2 novembre, tutti i giorni da mezzanotte alle cinque.
A San Pietro il costo del kWh è cresciuto di quasi 8 volte
Il comune di San Pietro al Natisone ha scelto una via sensibilmente diversa: l’illuminazione pubblica stradale, là dove le condizioni lo consentono, è stata ridotta con l’accensione parziale dei lampioni in modo alternato ‘uno sì e uno no’, in tutte le frazioni del fondovalle, statale 54 compresa. Il versante montano invece per ora è stato risparmiato da questa misura perché, ci spiega il sindaco Mariano Zufferli, “abbiamo valutato che potrebbero esserci problemi di sicurezza visto che in quei paesi risiede una percentuale significativa di anziani”. Nel corso degli anni il Comune aveva sostituito le lampade ‘tradizionali’ con impianti a led. In questi nuovi punti luce, un centinaio, oggi si è scelto di abbassare l’intensità dell’illuminazione.
È stato disposto, infine, lo spegnimento completo degli impianti di parchi e giardini. Ancora Zufferli: “Era inevitabile per noi adottare queste misure, e non siamo sicuri siano sufficienti. Abbiamo fatto un raffronto fra le bollette di agosto 2021 e lo stesso mese di quest’anno: allora il costo del kilowattora era di 0,09 euro, ad agosto 2022 è stato di 0,79. Secondo la nostra stima avremmo speso alla fine dell’anno 300mila euro, una cifra che non potremo mai permetterci. Anche perché in termini di aiuti, ad oggi, abbiamo ricevuto 6mila euro dalla Regione e 10.900 dallo Stato”.

8 nov 2022

Meloni alla Cop27 in Egitto nel silenzio sul caso Regeni



Mentre le autorità egiziane continuano a rifiutarsi di collaborare per punire i responsabili dell'omicidio di Regeni, la presidente del Consiglio ha incontrato al-Sisi senza affrontare il tema


 Un silenzio terribile e imbarazzante ha accompagnato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo viaggio in Egitto, in occasione dell’inizio dei lavori della conferenza sul clima Cop27. Arrivata per partecipare alle due giornate riservate ai capi di Stato e di governo, debuttando nel suo primo vertice internazionale, Meloni ha stretto la mano al presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi senza aver mai pronunciato una parola riguardo all’omicidio del ricercatore Giulio Regeni o all’ingiusta carcerazione del ricercatore dell’università di Bologna, Patrick Zaki.

Nessuna frase di circostanza, nessun riferimento, nemmeno una telefonata alla famiglia di Regeni, come avevano fatto i precedenti governi. Il governo di Giorgia Meloni ha deciso di ignorare pubblicamente il sequestro, la tortura e l’assassinio di Giulio Regeni per mano delle autorità egiziane. Al contrario, la premier ha semplicemente ringraziato al-Sisi con un tweet, per gli auguri di inizio mandato, e si è presentata all’incontro bilaterale organizzato dal leader egiziano nel silenzio istituzionale su uno degli omicidi politici diventati il simbolo dell’impunità del regime di El Cairo.

Il depistaggio su Regeni

Un regime che da anni si rifiuta di collaborare con la giustizia e lo stato italiani, mettendo in scena depistaggi, occultando prove e rifiutandosi perfino di consegnare gli indirizzi dei quattro agenti delle forze speciali imputati dell’assassinio di Regeni, necessari a far cominciare il processo in Italia. Un regime che ha anche contribuito a creare e diffondere un finto documentario fatto per screditare la figura del dottorando dell’università di Cambridge, dipingendolo come una spia, e al quale ha partecipato anche l’attuale vice-presidente del Senato, Maurizio Gasparri.

Atteggiamento che contrasta con l’ampia retorica del governo Meloni di voler “ridare speranza e certezze” agli italiani e che invece sembra sorvolare sul tema per non innervosire il leader egiziano, condannando ancora una volta la famiglia Regeni all’incertezza e al dubbio. Un comportamento reso ancora più terribile dai risvolti dell’ultima udienza del caso Regeni dello scorso 6 ottobre, quando le autorità egiziane si sono, ancora una volta, rifiutate di collaborare con la giustizia italiana.

"Se ce n'era bisogno, è emerso ancora una volta e con ulteriore chiarezza che le autorità egiziane non hanno, né hanno mai avuto, nessuna intenzione di collaborare e si fanno beffe del nostro sistema di diritto - hanno dichiarato a Rai News i genitori di Giulio, Paola Deffendi e Claudio Regeni, assistiti dall'avvocato Alessandra Ballerini -. Anche che la richiesta del gennaio 2022 della ministra della Giustizia Cartabia di incontrare l'omologo egiziano non ha mai avuto alcun riscontro, e questo rifiuto non ha precedenti. Quindi anche alla luce di quanto dichiarato oggi dal funzionario del ministero della Giustizia ascoltato in udienza, auspichiamo in una adeguata reazione di dignità del nostro governo".

Il caso Zaki

Un governo che era sul punto di cambiare e che ha lasciato il testimone a Giorgia Meloni, la quale sembra averlo riposto in un cassetto. Lo stesso in cui sembrano essere finite anche le pratiche relative alla situazione di Patrick Zaki, il ricercatore dell’università di Bologna incarcerato in detenzione preventiva per 22 mesi al Cairo e da 9 in libertà vigilata in attesa di processo. Processo che le autorità egiziane continua a rimandare, impedendo a Zaki di poter espatriare e tornare a Bologna. Rinvio dopo rinvio, la prossima udienza si terrà il 29 novembre, ma visto il comportamento del governo Meloni, Zaki potrebbe essere costretto ad affrontarla senza poter più contare sul sostegno ufficiale dell’Italia.https://www.wired.it/article/regeni-silenzio-governo-meloni-egitto-cop27-zaki/



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