Il proverbio friulano della settimana
In vista delle preiscrizioni per il l’anno 2023-2024, con scadenza a fine gennaio, la dirigente scolastica, Doris Siega, ha programmato diversi incontri con le famiglie degli alunni. «Per il prossimo anno scolastico, attraverso il modulo on line sarà possibile scegliere se avvalersi anche della sperimentazione plurilingue o meno». La dirigente guarda con fiducia al riscontro da parte delle famiglie. «In un’ottica di continuità col percorso intrapreso dall’Istituto insieme al territorio e considerando la finora totale adesione delle famiglie al progetto plurilingue, confidiamo in una larga adesione alla sperimentazione ministeriale». La sperimentazione sarà attuata nelle scuole di ogni ordine e grado dell’Istituto, dalle scuole d’infanzia, alle primarie, alle secondarie di primo e secondo grado, con liceo sportivo e istituto tecnico turistico.
Anche nei prossimi anni scolastici, nota Siega, per i nuovi iscritti sarà possibile scegliere se avvalersi o meno della sperimentazione. Le classi in cui non sarà effettuata continueranno invece, a scalare, a usufruire del progetto plurilingue come attuato negli anni scolastici scorsi, ovvero nelle scuole d’infanzia e primarie, grazie ai fondi provenienti da aree interne. Espletate le pratiche di assunzione degli esperti, per l’anno scolastico 2022-2023 partirà al più tardi trascorse le vacanze di Natale.
Ricordiamo che anche secondo le direttive ministeriali in vigore dall’anno scolastico 2023-2024 la sperimentazione plurilingue sarà attuata per italiano, sloveno, tedesco e friulano nei plessi di Tarvisio e Ugovizza, mentre per tedesco e friulano a Pontebba e Chiusaforte. (L. L.) Continua in sloveno
https://www.dom.it/starsi-bodo-spoznali-vecjezicno-solo_a-conoscere-la-scuola-plurilingue/
Dopo l'accensione della grande pira, il fumo è andato quasi dritto verso il cielo, indicando quindi un anno ancora incerto, ma meno negativo del 2022, quando il fumo – ha ricordato il Venerando - aveva virato decisamente verso sud.
"Bisogna sempre tenere saldo il cuore e aiutare i più deboli", ha aggiunto il vaticinatore.
Il programma dei festeggiamenti dedicati all'Epifania ha ritrovato il pubblico delle grandi occasioni, con la salita al colle di Coia accompagnata da una lunga fiaccolata a illuminare la collina prima dell'accensione del fuoco.
Migliaia di persone in coda: dopo due anni di restrizioni causate dal Covid, la marcia beneaugurale di Tarcento in direzione del colle del Pignarul Grant si è riproposta come evento di popolo, capace di coinvolgere l'intera comunità. "È davvero bello vedere tanta gente - ha commentato Piero Mauro Zanin, presidente del Consiglio regionale, che ha preso parte anche quest'anno all'evento - e ritrovare lo spirito di questa manifestazione, il più importante dei fuochi epifanici. È anche un modo per testimoniare che abbiamo attraversato insieme anni difficili e ne siamo usciti più uniti, consapevoli dei nostri valori friulani più autentici, ovvero la tenacia e la passione".
L'accensione del falò e la profezia del Vecchio Venerando, Giordano Marsiglio è anche un omaggio alla tradizione. E Zanin ha sottolineato "l'importanza di alimentare e sostenere questo tipo di eventi, che sono parte integrante della cultura friulana e svolgono una preziosa funzione di collante per la comunità".
"Va infatti sempre tenuta presente - ha detto ancora il presidente - l'insidia della globalizzazione culturale, che tende a omologare le differenze tra comunità linguistiche, tra regioni e nazioni. Io ricordo spesso che il Friuli Venezia Giulia fonda la propria autonomia proprio su queste differenze, su questa multiculturalità, sulla ricchezza della diversità. Ed è su queste basi che dobbiamo costruire il futuro delle nostre genti". Quanto al pronostico per l'anno appena iniziato, il presidente invita tutti "a valutare il proprio fumo interiore, attingendo alle migliori risorse morali, per vivere bene il 2023".
Accanto alla già ricordata passione che anima gli organizzatori dell'Epifania tarcentina - che ha alle spalle una storia più che centenaria, cominciata nel 1928 - c'è anche il requisito della competenza: "Queste iniziative sono credibili proprio perché coniugano entusiasmo e capacità organizzative: nulla qui è improvvisato. Ed è un modello al quale anche il mondo della politica dovrebbe guardare con attenzione".
Alla manifestazione culminata con l'accensione del Pignarul e gli spettacolari fuochi d'artificio hanno preso parte numerose autorità, tra le quali il consigliere regionale Edy Morandini e il sindaco di Tarcento, Mauro Steccati.https://www.ilfriuli.it/articolo/tendenze/-il-2023-sara-ancora-un-anno-difficile-/13/275964
La feste del 6 gennaio, l’Epifania, tutte le feste si porta via. Questa data, che segna la fine delle festività natalizie, secondo la tradizione cattolica celebra l’arrivo solenne dei tre Re Magi davanti al neonato Gesù. Ma il 6 gennaio si festeggia anche la Befana, una donna molto anziana che viaggiando su una scopa visita i bambini, mettendo doni nelle loro calze lasciate sul camino (o vicino alla finestra) la sera prima.
Questa festa, praticamente sconosciuta fuori dall’Italia, ha origini molto antiche, che risalgono secondo alcuni storici ad antichi riti pagani del X secolo a.C. Negli ultimi anni è diventata un’occasione particolare per inviare auguri simpatici alle donne, paragonandole alla dolce e arzilla vecchietta.
dal Dom
Sopra la piazza aperta a una leggera
aria di mare, che dolce tempesta
coi suoi lumi in tumulto fu la sera
d'Epifania! Nel fuoco della festa
rapita, ora ritorna a quella fiera
di voci dissennate, e si ridesta
nel cuore che ti cerca, la tua cera
allegra - la tua effigie persa in questa
tranquillità dell'alba, ove dispare
in nulla, mentre gridano ai mercati
altre donne più vere, un esitare
d'echi febbrili (i gesti un dì acclamati
al tuo veloce ridere) al passare
dei fumi che la brezza ha dissipati.
(da Cronistoria, Firenze, 1943)
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“La mia poesia mira sempre più ad essere un’allegoria della vita con tutto quanto ha di sgomentante la vita stessa” scriveva il poeta livornese Giorgio Caproni quando terminava la sua opera Cronistorie. A quel periodo appartengono un paio di sonetti tra qui questo dedicato alla giornata dell’Epifania. In esso, secondo Adele Dei, “si percepisce come un frattura l’assillo del tempo in movimento”, ingentilito dalla solita anonima figura di interlocutrice.
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