Germanici dal basso Medioevo, balcanici da arrivi tra 15° e 17° secolo
Maurizio Puntin
Proseguiamo nella rassegna dell’onomastica di origine germanica e balcanica nella Slavia. Quelli germanici ricordano una presenza risalente in genere all’epoca basso- medievale. Quelli balcanici a fenomeni migratori tra il XV e il XVII secolo.
CODERMAZ, CODROMAZ, CADRAMAZZO
1513 Stefano Chodermazo, 1633 Codermaz, 1665 don Gregorio Codromaz (CF: 219; Z., Dom, n. 19, 2000: 3). Kodarmáci / Còdromaz è nome di un borgo di Prepotto, toponimo a Dolegna e cognome locale. Per la base del cognome si ipotizzava un legame con la voce slovena koder ‘ricciolo’ ma il suffisso rimaneva opaco e un unicum nel panorama linguistico sloveno. In regione pare confrontabile solo il nome di un borgo, ora abbandonato, a nord di Chiusaforte, Cadramazzo (fr. Cjadramàz), posto su uno storico confine del Friuli, nel Canal del Ferro (Ud); in questo simile all’area di diffusione del cognome Codromaz.
Kadermaz pare voce turca ( kader ‘fato’) e potrebbe trattarsi di un soprannome di disertori e/o rifugiati dei secc. XV-XVI. Per la discussione cfr. → Cedermas.
COSMAR
1480 Luches Chosmar de Azida (Z., Dom, n. 15, 1992). Il cognome, presente anche in Croazia, si potrebbe spiegare come una continuazione moderna di un antico personale germanico. Gauzmar, Gozmar, Coazmar, Ghosmar, Cosmar, Gosmart
(Fö. 503) sono infatti nomi attestati dai documenti in diverse regioni della Germania.
CRUCIL
1622 filius Lucae Kruzel de Mersin, 1642 filius Philippi Cruzil ex Mersino, 1698 filius Valentini Cruzil de Sub Mersino (Z., Dom, n. 19, 1996). Quasi sicuramente da un
*Kreuzl, forma diminutiva bavaro- austriaca della voce Kreuz ‘croce’ (‘croce’ cristiana ma anche da toponimo). Gli antenati portavano le croci in processione o abitavano presso un crocifisso. Proviene sicuramente dalla valle dell’Isonzo.
FAIDUTTI
1740 Petrum filium Joannis Baptistae Faidut de Ciuitate (Z., Dom, n. 2, 1992). Faidùt è la semplice friulanizzazione (col diminutivo -ùt) di un cognome tedesco del Goriziano,
Fait, che è la resa tedesca del nome latino Vitus. Cfr. il toponimo Fàiti a Gorizia, un plurale italiano di Fàit, ritenuto erroneamente un dendronimo assimilabile al fr. faeit ‘faggeta’, come nei toponimi Faèdis, Faè di Portogruaro, ecc.
FON
1790 Andreas Fon austriacus (Clastra; (Z., Dom, n. 9, 1992: 7). Nelle regioni alpine orientali il Föhn è un vento secco; la voce derivava dal latino favonius e nel tedesco medievale (a.a.ted.) era phônno. In teoria dalla forma più antica potrebbe venire il nostro cogn. Fon, rimasto nella forma arcaica essendo rimasto isolato in regioni slavofone. Un’altra possibilità, ma meno plausibile, è che si debba pensare ad un vecchio soprannome, Pfonn ‘padella’, nei dialetti austriaci. Nella forma Fohn il cognome è presente in Carinzia, nella forma Föhn in Svizzera.
GUSOLA
1615 Micheu Husolo de Lasa, 1616 Chaterina Gusola de Cicighis, 1627 Paulo Gusolo de Ciciulis, 1700 Georgius Husolo de Zizigulis, (Z., Dom, n. 2, 1998). Forse da un germ. *Husl ‘casetta’, forma diminutiva di antico alto ted. hûs. Sul raro passaggio Hu- > Gu- si veda l’esempio dialettale sloveno riportato da Zuanella: hausieren > guziera- ti ‘andare casa per casa’. La forma attuale potrebbe spiegarsi con adattamenti “latinizzanti” degli archivi (* Husl > Husol) e con una epitesi di -a del dialetto sloveno locale (cfr.
Clavora, Pozzera ecc.).
Come seconda ipotesi si potrebbe pensare al nome slavo di uno strumento musicale balcanico, la guzla, come soprannome di persona che la suonava.
MONCARO
1670 fil. Stephani Munchar de Mersio inferiore (Z., Dom, n. 2, 1993). Da collegare probabilmente col cognome trentino-tirolese Mòncher.
I coloni tedeschi della valle dell’Isonzo venivano dal Tirolo. Il cognome continua, con normale sincope vocalica, un antico personale tedesco, Munihari ( Monachar - Fö: 938).
MUGHERLI
Nel 1807 Josephus Duriavigh de Terribali inferiore sposa Ursula filia
Andreae Mugerli de Idria canallensi.
A Udine compare la variante Mungherli (Z., Dom, n. 17, 1989). Forse dalla stessa base nominale del cognome precedente, Munchar, con l’aggiunta del suffisso diminutivo tedesco -le / -li (* Muncharle > *Mungharli > Mungherli). La lenizione della nasale -n- si spiega con l’influsso del dialetto sloveno.
NAMOR
Già B. Zuanella riteneva “che il suo significato etimologico dovesse ricercarsi in campo germanistico” (Z., Dom, n. 5, 2000: 3). È forse un adattamento sloveno (protesi di N-)
di un cognome tedesco come Ammer (< pers. Adamar; Heintze: 106). Per il passaggio -er > -or si veda il diffuso cogn. slov. Pahor da ted. Bacher e
Klavor(a) da *Klauer.
OBIT
XVI Abid a Brischis (oggi a Drenchia; Z., Dom, n.7, 1997). Probabilmente dal medio alto tedesco abbet ‘abate’ (Heintze: 99), nel tedesco moderno Abt. Cfr. i cognomi italiani Abate, Dell’Abate, L’Abbate, Abatini, cognomi tedeschi come Abt, francesi come l’Abbe, ecc.
PAGON
1790 Jacobus filius Andreae Pagon de Salcano (a S. Pietro; Z., Dom, n. 18, 1999). Sono possibili almeno tre ipotesi etimologiche. Una dall’antico personale ted. Baggo (Heintze: 111), col passaggio bavarese B- > P- e col suffisso accrescitivo romanzo. S. Torkar, basandosi su attestazioni dei secc. XVI e XVII ( Pagan, Pogan, Pogon, Poggan), collega invece il cognome alla voce romanza pagàn ‘pagano, idolatra, politeista precristiano’ (con metatesi vocalica). Pagan, Pagani, Paiani, Paganot- (ecc.) sono antroponimi attestati già in epoca medievale in Friuli (CF: 546, 548; Torkar 2020: 127). Bisogna aggiungere una terza, più difficile, opzione: in Carnia Pangón è attestato come antico nome di casato (1414 Leon q. Jacobi Pangon; SAC). Se un cognome simile fosse penetrato nel Goriziano sloveno medievale e ci fosse stata una lenizione della nasale, si avrebbe il cognome attuale.
PARAVAN
1585 circa, Margeta parauanka de S.Leonardo (RCC). È stata recentemente proposta una derivazione slava balcanica per questo cognome, inserendolo in una serie che comprenderebbe nomi e toponimi antichi dal Friuli orientale ai Balcani ( Paravàn, Prevàn, Pervan ecc.; Puntin 2010). Fra i Morlacchi (romeni croatizzati) della Dalmazia era diffuso il personale Pervan che indicava probabilmente in origine il “primogenito” (cfr. slov. prvénec, prvin).
PLATA
1613 Steffano Plata di Lasiz (Z.,
Dom, n. 16, 1996; CF: 602). Il cognome dipendeva sicuramente da un toponimo. Sono possibili due ipotesi: la prima in ordine di tempo, di B. Zuanella, verte sull’idea di ‘pianoro’ (< base latina e romanza *plat- ‘piatto’). La seconda tiene conto del fatto che i coloni tedeschi venuti nella valle dell’Isonzo conoscevano bene un termine platta (mutuato dal latino in epoca tardo-antica) per indicare una ‘grande pietra piatta’. E questa voce sta alla base di un’infinità di toponimi nelle aree tedesche alpine ( Plata, Plote).
Nelle Valli del Natisone troviamo il top. Puotplota ( puot ‘sotto’). Troviamo questi nomi anche nelle zone dove ci fu nel medioevo un ingresso di carbonai “cimbri”, la cui lingua tedesca arcaica venne col tempo assorbita dalla parte friulana; cfr. in Val Meduna e in Val Colvera i toponimi Complàtis, Posplata, Pindiplata ecc. In entrambi i casi alla base troviamo un latinismo (e in ultima analisi un grecismo, platys), ma nella prima ipotesi di trafila diretta (romanzo altomedievale > slavo), nella seconda indiretta (latino > germanico > slavo alpino > sloveno).
Il friulano usa altri termini per indicare le ‘pietre piatte’: làvare e
làstre per quelle grandi, pèe, slècje e
splàja per quelle piccole. (3 - continua)
dal Dom del 31 agosto 2021
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