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17 dic 2022

La novena di Natale

 


Alle ore 19.00 il coro Rečan_Aldo Klodič accompagnerà la Madonna allo SMO e alla Beneška galerija, dove saranno esposti antichi altari e immagini sacre, che venivano usate durante la Novena di Natale, provenienti dai paesi di Mersino, Puoie, Seuza, Lase, San Leonado, Osgnetto, Stregna… La mostra dedicata a questa tradizione valligiana sarà visitabile fino al 12 gennaio, ogni giorno dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18. Il museo e la galleria saranno chiusi per le festività dal 23 al 26 dicembre e dal 30 dicembre all’1 gennaio.

dal Novi Matajur

Aspettando il Natale

 


I soldi vanno sudati,non ci sono altri metodi!


 Se mi offrissero tanti soldi in cambio di favori,io di certo non accetterei.Io sono stata abituata all'onestà .

Primo piano del Dom di Natale

 


Primo piano sul Dom di Natale

In primo piano nell'ultimo numero di Dom di quest'anno c'è la celebrazione del Natale. "Come ogni famiglia si riunisce intorno alla tavola del Natale per celebrare la grande festa, così ogni anno la sera del 24 dicembre una numerosa famiglia veneziana si riunisce attorno alla mensa eucaristica nella chiesa parrocchiale di San Pietro.Tutto il popolo canterà ancora una volta, perché è il giorno di ogni gioia, perché la Vergine ha partorito il Figlio di Dio. Alla vigilia di Natale, sabato 24 dicembre a San Pietro si canteranno anche canzoni slovene. La Messa sarà celebrata da mons. Marina Qualizza. I canti natalizi continueranno a essere cantati da coloro che vanno a messa ogni sabato in sloveno, e ci sarà anche un oufar".

Il presepe ci ricorda come Dio si sia fatto uomo per essere vicino a ciascuno. Grazie al presepe è allora possibile ritrovare l’essenza del Santo Natale. L’ha ribadito papa Francesco, inaugurando il presepe di piazza San Pietro a Roma, che quest’anno è stato realizzato in arcidiocesi di Udine, a Sutrio. Questo Natale si celebra l’ottocentesimo anniversario del presepio, che San Francesco volle far allestire alla vigilia del Natale del 1223 nelle vicinanze di Greccio. In Benecia, Resia e Valcanale la tradizione è ben radicata. I presepi sorgono nelle case, nelle chiese, nelle vie e nelle piazze dei paesi. Alcuni sono dei gioielli, autentiche opere d’arte, tanto da essere inserite nel «Giro presepi del Friuli Venezia Giulia».traduzione

16 dic 2022

SORELLE Una saga tra il Friuli e Trieste di Barbara Pascoli



In un arco di tempo che va dal 1909 al 1945, i destini di quattro sorelle si intrecciano alla Storia. La prima guerra, i misfatti del fascismo, la persecuzione di sloveni ed ebrei e l’occupazione nazista permeano le loro esistenze come ineluttabili fatalità, spesso difficili da accettare.
Accanto ad avvenimenti terribili e tragici, l’epoca che fa da cornice al romanzo offre, però, possibilità fino a quel momento inimmaginabili, soprattutto alle donne. Le quattro sorelle sapranno coglierle e riusciranno a trovare la loro strada da sole, senza l’appoggio di un uomo, vere eroine di un mondo in divenire.KVU editore

L' ALBERO DI NATALE


 L'albero di Natale è una delle più diffuse usanze natalizie, originario della Germania e associato a san Bonifacio. Si tratta in genere di un abete o un sempreverde di aspetto simile, addobbato con palline, piccoli oggetti colorati, luci, festoni, dolciumi; alla base o sui rami si pongono piccoli regali impacchettati. Un tempo l'albero era sempre di origine naturale, di solito un piccolo abete che veniva tagliato nel bosco e portato in casa come addobbo natalizio. In epoca industriale iniziarono il commercio degli abeti coltivati e degli abeti di materiale plastico, in vari formati e colori.

L'abete può essere portato in casa o tenuto all'aperto, viene preparato qualche giorno o qualche settimana prima di Natale e rimosso dopo l'Epifania. Nelle grandi città è d'uso abbellire una delle piazze principali con un grande abete.

Quando l'albero viene collocato in casa, è tradizione in Italia che nei pressi o ai suoi piedi venga collocato anche il presepe, come pure siano collocati anche i regali di Natale ben impacchettati, in attesa del giorno della festa in cui potranno essere aperti.

Nella tradizione milanese l'albero di Natale viene preparato a sant'Ambrogio, patrono di Milano, il 7 dicembre; mentre nella tradizione barese è allestito a san Nicola, patrono di Bari, il 6 dicembre. Un'altra usanza ne prevede la preparazione l'8 dicembre, ovvero durante la festività cattolica dell'Immacolata Concezione.

L'immagine dell'albero come simbolo dell'axis mundi che collega il Cielo supremo sede della Divinità (specificamente la stella polare) e la Terra, ha origini molto antiche e trova riscontri in diverse religioni. 

da wikipedia

15 dic 2022

TEMPO DI REGALI

 


Sono partiti da lontano è vero ma oggi le distanze non esistono quasi più e i Magi a Bruxelles sono arrivati persino in anticipo. 

MONTE SANTO LUSSARI

 


Il Monte Santo di Lussari (1.790 m s.l.m. - Svete Višarje, "Le sante alture", in slovenoMont Sante di Lussari in friulano e Luschariberg in tedesco) è una montagna delle Alpi Giulie, posta nel territorio del comune di Tarvisio (UD), a sud della frazione di Camporosso.Il monte fa parte della Catena Jôf Fuârt-Montasio: con i suoi 1.789 m s.l.m., non è una delle maggiori cime delle Alpi Giulie, ma deve la sua fama principalmente al convento sorto nel XVI secolo in cima al monte, con le costruzioni attorno al santuario realizzate in tipico stile carinziano in linea con quelle diffuse nella sottostante Val Canale. Considerato il balcone delle Alpi Giulie, dalla sua sommità si gode un ampio panorama sulla conca del tarvisiano e sulle alture circostanti, quali le Caravanche a nord, i gruppi del Mangart ad est e del Jôf di Montasio a sud e dalla cima dipartono diversi sentieri, il più noto dei quali è quello che porta alla vicina Cima del Cacciatore a 2.071 m s.l.m..

Santuario

La prima cappella, della quale non rimane più traccia, venne costruita nel 1360 nel luogo ove secondo la tradizione venne ritrovata una statuetta della Madonna col Bambino. L'attuale chiesa risale invece al 1500 ed al 1600. Nel corso dei secoli ha subito alcuni danneggiamenti: nel 1807 venne colpita da un fulmine e nel 1915 venne bombardata, ma venne sempre ricostruita. Nell'anno 2000, in occasione del Giubileo, la chiesa è stata completamente ristrutturata e rinnovata. La chiesa è chiamata anche “dei tre popoli”, in quanto è luogo di pellegrinaggio per le genti di tutte e tre le stirpi linguistiche confinanti: quella germanica (col tedesco), quella romanza (con friulano e italiano) e quella slava (con lo sloveno).

Stazione sciistica

Il Lussari è anche una stazione sciistica, raggiungibile con la telecabina che porta gli sciatori, da dicembre ad aprile, a cimentarsi sulle svariate piste da sci che sorgono sui fianchi del monte quali la Di Prampero (con una lunghezza di 3.920 m ed un dislivello di 940 m) e la Alpe Limerza. Questa pista, oltre che essere stata teatro di numerose gare di sci valevoli per la Coppa Europa, ha ospitato la Coppa del Mondo di sci alpino femminile nel 2007, nel 2009, e il 5 e 6 marzo 2011.

Telecabina

Dalla frazione di Camporosso, ad 805 m s.l.m. parte una moderna telecabina che, con una lunghezza di 3.070 m ed una portata di 1.880 persone/ora, porta in poco più di 15 minuti a quota 1.760, ai piedi del borgo abitato ed all'inizio delle piste da sci.

da wikipedia


14 dic 2022

Luci su Montemaggiore e Canebola

 Tanti sorrisi e atmosfera raccolta ai primi due concerti d’Avvento che si sono svolti a Montemaggiore/Brezje e Canebola/Čenijebola a fine novembre, tra fede e tradizione, su impulso dell’Associazione/Združenje don Eugenio Blanchini.

Sabato, 26 novembre, il ciclo di piccoli momenti sacri in musica si è aperto a Montemaggiore, dove la liturgia della parola, presieduta dal diacono Paolo Comelli, è stata accompagnata dal canto sloveno del Coro parrocchiale di San Pelagio/Cerkveni pevski zbor Šempolaj, in comune di Duino-Aurisina/Devin-Nabrežina, diretto dal maestro Ivo Kralj.

Al termine della liturgia è seguito un breve concerto, moderato in italiano e sloveno da Marko Tavčar, e arricchito dai ricordi dei montemaggiorini Donato Sturma e Gina Tomasino, che sono intervenuti anche nel locale dialetto sloveno, tra l’altro ricordando i tempi in cui tanti anni fa, nella chiesa precedente al terremoto, le voci dei cantori del paese intonavano i tradizionali canti liturgici sloveni. Oggiogiorno in paese i residenti non sono più trecento, sono circa una decina, e il canto liturgico sloveno è una piccola fiammella, che vive nel ricordo dei paesani.

All’evento hanno presenziato anche la presidente del Consorzio boschivo di Montemaggiore, Cristina Milocco, e l’assessore allo sport del Comune di Taipana/Tipana, Michele Tomasino. Dopo il concerto si sono tutti riuniti per un momento conviviale nella vicina trattoria Montecarlo, da poco di nuovo attiva.

Grande emozione tra i presenti anche il 27 novembre, la prima domenica d’Avvento, nella chiesa di Canebola/Čenijebola. Qui a presiedere la liturgia della parola è stato Rino Petrigh, accompagnato dal canto del Coro parrocchiale di Caresana/Cerkveni pevski zbor Mačkolje, diretto da Matej Lazar e presentato da Niko Tul.

Anche a Canebola alla liturgia è seguito un breve concerto del coro, cui i canebolani hanno assistito con molta partecipazione. Nella chiesa, infatti, il tradizionale canto liturgico sloveno è ancora vivo insieme a quello italiano.

Prima della breve esibizione, moderata da Federica Bergnach, è intervenuto il vicesindaco di Faedis, Mauro Cavallo. Richiamando la convivenza di più popoli e lingue nello storico Patriarcato di Aquileia, ha ricordato la presenza, sul territorio comunale di Faedis, di italiano, friulano e sloveno, – quest’ultimo lingua tradizionale a Canebola. Al termine dell’evento è intervenuto anche il canebolano Gianfranco Topatigh, vicepresidente dell’Associazione Blanchini, che ha organizzato le liturgie della parola con concerto a Montemaggiore e Canebola in collaborazione con l’Unione dei cori parrocchiali sloveni di Trieste-Zveza cerkvenih pevskih zborov Trst nonché comunità e sodalizi locali, tra cui l’Associazione culturale Lipa.

Come già detto dai collaboratori del Blanchini a Montemaggiore, Topatigh ha spiegato anche a Canebola come questi piccoli concerti vogliano dare un segnale di speranza a comunità del territorio che spesso si sentono periferiche e che di solito non sono coinvolte in eventi di valorizzazione della cultura locale.

Anche a Canebola all’esibizione è seguito un allegro momento conviviale. Al Bar da Flavia si è cantato molto anche dopo il concerto.

La rassegna di concerti d’Avvento in collaborazione con le comunità locali prosegue ora nelle chiese di Cergneu Superiore/Černeja domenica, 4 dicembre, alle 11.00; Porzus/Porčinj, domenica, 11 dicembre, alle 14.30 nonché Masarolis/Mažeruola, domenica, 18 dicembre, alle 11.00(Luciano Lister) dal Dom

Canebola/Čenijebola



Montemaggiore/Brezje


   tradotto  da https://www.dom.it/glas-in-luc-za-brezje-in-cenijebolo_luci-su-montemaggiore-e-canebola/

Poesia di Evge Pnij Aleksandrovic Evtusenko



Era lei, la neve 

E un mattino
appena alzati, pieni di sonno,
ignari ancora,
d'improvviso aperta la porta,
meravigliati la calpestammo:
Posava, alta e pulita
in tutta la sua tenera semplicità.
Era
timidamente festosa
era
fittissimamente di sé sicura.
Giacque
in terra
sui tetti
e stupì tutti
con la sua bianchezza.

Evgenij Aleksandrovič Evtušenko, nato Gangnus (in russoЕвгений Александрович Евтушенко?Zima18 luglio 1932 – Tulsa1º aprile 2017), è stato un poeta e romanziere russo.Nacque il 18 luglio 1933 a Zimà (una cittadina della Siberia sudorientale sorta nel XIX secolo intorno a una stazione della linea ferroviaria Transiberiana), figlio di uno studente di geologia dell'università di Mosca e di una nota cantante lirica di origine ucraina, Zinaida Evtušenko, da cui prese il cognome d'arte. Evtušenko trascorse l'infanzia a Mosca. L'estate del 1941, l'invasione nazista dell'Unione sovietica, i primi bombardamenti della capitale colgono la famiglia in un momento di crisi: il padre, abbandonata la moglie, va a lavorare nel Kazakistan in una spedizione scientifica. Nell'autunno il futuro poeta e sua madre lasciano Mosca, per rifugiarsi a Zimà dove rimarranno tre anni.

La vita e lo stato d'animo di quei tempi difficili sono descritti in Nozze di guerraSono di razza siberianaBallata su un salameMi fecero sbalordire ragazzino, ecc. In seguito alla ritirata dei tedeschi, nel 1944 Evtušenko torna a Mosca con la madre che lo lascia, però, poco dopo, per andare a cantare per i soldati al fronte. Abbandonato a sé stesso, il ragazzo trascura gli studi, mentre comincia a scrivere i suoi primi versi. Qualche anno dopo, espulso dalla scuola, irrequieto e desideroso di conoscere stravaganti novità, Evtušenko raggiunge nel Kazakistan il padre che gli procura un lavoro da manovale in una spedizione geologica, a patto che non riveli a nessuno di essere suo figlio.https://it.wikipedia.org/wiki/Evgenij_Aleksandrovi%C4%8D_Evtu%C5%A1enko

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