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IVAN TRINKO padre della Benecia

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12 dic 2020

Leggenda dell'albero di Natale

 A Natale, facciamo tutti l’albero. Bello e pieno di luci e colori. Ma vi siete mai chiesti da dove viene questa tradizione? Si dice che…


C’era una volta un boscaiolo molto innamorato di una giovane fanciulla, così che un giorno decise di sposarla. Per non farle mancare nulla il boscaiolo spendeva molto tempo nei boschi a tagliare la legna, sia per poterla rivendere in città sia per mantenere la casa sempre calda grazie al loro camino di pietra.

La sera di Natale, tornando a casa dal bosco, notò un maestoso abete sulla via del ritorno e, data la sua bellezza e imponenza, ne venne subito attratto. Ma, in particolare fu una cosa a catturare la sua attenzione. Nonostante la notte fosse incredibilmente buia, il boscaiolo notò che tra i rami dell’abete si riuscivano a cogliere le stelle e che proprio la luce delle stelle sembrava fuoriuscire dai rami.
Sbalordito da questo spettacolo il boscaiolo corse a casa per raccontare alla moglie questa cosa strabiliante. Sulla via del ritorno però, gli venne un’idea e tagliò un abete più piccolo. Una volta arrivato davanti a casa, piantò l’albero e mise delle piccole candele sui suoi rami in modo tale da rendere l’abete illuminato. Quando la moglie del boscaiolo lo notò dalla finestra ne rimase incantata e decise di volere sempre un albero illuminato a Natale.
E’ così che nacque l’albero di Natale.

https://www.cosepercrescere.it/la-leggenda-dellalbero-di-natale/fonte

15 ott 2020

LA LEGGENDA DI ZLATOROG OVVERO L'INCANTATO GIARDINO DEL CAMOSCIO E DEI FIORI ROSSI

   

Zlatorog-l'Auricorno
Stefan Turk (illustratore di Trieste)

 Narra la vicenda, di matrice preistorica e popolarissima nell'area austro-slovena-friulana,di un bianco camoscio dai corni d'oro(zlati rog)che all'alba dei tempi viveva in un giardino posto sulle alte balze del monte Triglav(la massima vetta della Slovenia con 2864 m. nella val Trenta) protetto dall'incantesimo,che lo rendeva invulnerabile,di tre fate,le ROJENICE,dal cuore tenero e misericordioso ke il popolo sloveno con quello carinziano ricorda con gratitudine,con le quali vegliava un poderoso tesoro ivi nascosto,e amava correre libero anche per prati vicino alle case perchè allora uomini e animali vivevano in pace.

Se venisse colpito,narra il racconto sloveno vissuto nella tradizione orale fino all'800,dal suo sangue sboccerebbero dei fiori rossi che lo risanerebbero,ma significherebbe anche la morte per il feritore. Chi riuscisse poi a impossessarsi dei suoi corni,avrebbe la chiave dei tesori nascosti nel monte Bogatin da un serpente a più teste;tesori che 700 carri non basterebbero a portare via.
L'ingratitudine e l'avidità umana però trasformarono quel paradiso alpino nei pressi dei laghetti Jeserca in un deserto roccioso.Accadde che tra le pendici del monte e la valle si consumò una tragica storia d'amore.SPELA bruna e appassionata pastora di malga KOMNA (altopiano roccioso omonimo)contende a JERICA l'amore di un aitante giovane cacciatore di val Trenta.
I capricci di Jerica spingono però il giovane a sfidare la sorte e a salire il monte per impossessarsi del tesoro e conquistare la ragazza;diede la caccia al camoscio fatato,lo ferì ma non riuscì a catturarlo.
Dal sangue dell'animale sacro fiorirono meravigliosi boccioli rossi,ROZA MOGOTA,"con tutti i poteri"che gli donarono una nuova vita.Abbagliato dallo scintillare della dorata impalcatura,il cacciatore invece precipitò nell'abisso;il suo corpo,con un mazzetto di rose del Triglav,sarà restituito dal fiume alla ragazza ormai pentita.
Il misterioso camoscio bianco nascose il tesoro tra sommità poste altrove,lasciando un desolato paesaggio roccioso,non si fece più vedere deluso dal tradimento degli uomini e fuggendo in una terra lontana senza agguati e cacciatori.
A ricordare l'auricorno ancora oggi sono i fiori rossi della POTENTILLA NITIDA o ROSA DEL TRIGLAV che d'estate macchiano come sangue i monti circostanti;un tipo di birra con l'immagine di Zlatorog,e la maledizione che fuggendo l'animale predisse agli uomini secondo la quale essi non sarebbero più vissuti in pace nè con gli animali nè con i loro simili.
Questo mito simboleggia l'eterna lotta tra il bene e il male;l'Auricorna è messaggero di luce e vita:punendo l'uomo che ha osato violare l'integrità della natura e con essa la legge divina.
C'è nell'alto Isonzo(Soca)una croce di monito ai cacciatori con questi versi:
Sono andato ad ammazzare camosci
Ma Dio ha detto:
la tua morte deve essere,Andre Komac
Pregate Dio per la mia anima credente.
In lingua slovena:
Sim sal gamse smertit
Al Bog je djal:
toja smert more bit
Jest Andre Komac
prosite Boga za mojo verno duso.

Come questa,anche tutte le leggende fiorite attorno al Triglav,il monte a tre teste,parlano sempre di qualcosa difficile da vedere,avere e trovare come la bellezza di questa montagna:non immediata, pronta a svelarsi solo a chi la cerca con infinita pazienza e rispetto.Chi arrampica sulle pendici del monte Tricorno con questi atteggiamenti potrà sperare di venir premiato con ogni genere di sorpresa.Forse anche quella di intravvedere l'Auricorno,di trovare il tesoro nascosto o scoprire un fiore ancora sconosciuto.

17 mag 2020

Lussari-Svete Višarje


da fb

Secondo la leggenda, nel 1360 sul Lussari un pastore di Camporosso smarrì le pecore. Le cercò, trovandole in ginocchio attorno a un cespuglio di ginepro, nel mezzo del quale c’era una statua della Madonna col Bambino.
La prese e la portò alla parrocchia di Camporosso, dove il sacerdote la chiuse a chiave in un armadio. Il giorno dopo la statua era di nuovo sul Lussari nello stesso posto, ancora attorniata dalle pecore in ginocchio. Così si ripeté tre volte. Il parroco informò del fatto il Patriarca di Aquileia, che gli ordinò che nel luogo di ritrovamento della statua fosse costruita una cappella.
La cappella divenne in seguito la chiesa del Lussari.
Iz knjige/Dal libro: »Jezak – karanina naše kulture« »Jezik – korenina naše kulture« »La lingua – la radice della nostra cultura« Združenje/AssociazioneDon Mario Cernet, 2018

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