Arriva nelle Valli del Natisone «con spirito di curiosità» don Alexandre Fontaine, il nuovo parroco di San Pietro al Natisone, Antro, Brischis ed Erbezzo. «Vengo in una terra – spiega – la cui bellezza ho già avuto modo di assaporare ogni volta che sono sceso da Castelmonte, spesso dal versante di San Leonardo. Non conosco ancora le persone e le tradizioni, ma inizio con tutto l’entusiasmo che caratterizza un sacerdote giovane. A me piace scoprire ed è anche con questo stato d’animo che ho accettato ben volentieri la proposta dell’arcivescovo. Non ci ho nemmeno pensato su».
L’ingresso solenne si terrà sabato 29 maggio alle 17 nella chiesa parrocchiale di San Pietro al Natisone e sarà presieduto dall’arcivescovo, mons. Andrea Bruno Mazzocato.
Don Fontaine, 34 anni il prossimo 13 settembre, è originario di Uccle (Belgio). Conclusi gli studi di teologia presso il Seminario interdiocesano a Castellerio, è stato ordinato nel giugno 2017, venendo poi destinato come cappellano nella parrocchia di Paderno. Ha lavorato molto con i giovani anche come referente della pastorale giovanile del vicariato urbano di Udine e insegnante in diverse scuole. «Quando si fanno le cose con passione vengono più facili», afferma.
Prima di entrare in seminario, don Fontaine si è laureato in bioingegneria. Parla cinque lingue: francese, fiammingo (olandese), italiano, friulano e inglese. Sa che a San Pietro al Natisone e Pulfero troverà una realtà bilingue. «Da seminarista – fa sapere – ho fatto servizio alcune estati sul Lussari con mons. Dionisio Mateucig, che mi ha parlato di questa zona.
Sul Lussari sono rimasto colpito dalla ricchezza culturale e linguistica della nostra diocesi e in questo senso sono contento di scoprire questa nuova realtà che per me è nuova, piacevole, interessante. Sono nato in una zona trilingue, dove si parlano francese, fiammingo e tedesco, un po’ come nelle Valli, dove le persone crescono con più lingue. E quindi si imparano, le si parla».
Alla domanda se intende imparare lo sloveno, risponde: «Scherzosamente dico che dove c’è posto per cinque lingue, c’è posto anche per sei. Se si sono imparate tante lingue in passato è bello impararne anche una nuova. E sul Lussari trovavo bella questa sfida della messa trilingue e qualcosa riuscivo a dire anche in sloveno, sicuramente con tutti gli errori di pronuncia del caso, dato che lingue di matrice slava non ne parlo.
Comunque la curiosità di conoscere ce l’ho e quindi anche di imparare la lingua del posto. Serve anche per un miglior rapporto con le persone. Ne ho esperienza con il friulano, con il quale riesco a entrare maggiormente in sintonia con chi parla quella lingua, soprattutto con gli anziani. E posso immaginare che anche nelle Valli le persone si trovino più a loro agio con la lingua di famiglia, la lingua parlata in casa. Quindi, se riesco a impararla un po’, sarà di giovamento per tutti. Magari (ride) potrei chiedere di frequentare qualche lezione alla scuola bilingue, se i bambini lo consentiranno…».
https://www.dom.it/naucil-se-bom-jezika-svojih-faranov_imparero-la-lingua-dei-parrocchiani/
Un "bravo" a questo giovane sacerdote, che sicuramente parte con l'atteggiamento giusto! E' bello che c'è ancora chi accetta incarichi complessi con entusiasmo, gli auguro ogni bene, buona giornata!
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