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IVAN TRINKO padre della Benecia

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9 ott 2023

il disastro del Vajont

 




Oggi il Presidente della repubblica Mattarella verrà a commemorare Il disastro del Vajont.

 Si verificò la sera del 9 ottobre 1963, nel neo-bacino idroelettrico artificiale del torrente Vajont nell'omonima valle (al confine tra Friuli-Venezia Giulia e Veneto), quando una frana precipitò dal soprastante pendio del Monte Toc nelle acque del bacino alpino realizzato con l'omonima diga; la conseguente tracimazione dell'acqua contenuta nell'invaso, con effetto di dilavamento delle sponde del lago, coinvolse prima Erto e Casso, paesi vicini alla riva del lago dopo la costruzione della diga, mentre il superamento della diga da parte dell'onda generata provocò l'inondazione e distruzione degli abitati del fondovalle veneto, tra cui Longarone, e la morte di 1.910 persone, tra cui 487 minorenni[2].

Le cause della tragedia, dopo numerosi dibattiti, processi e opere di letteratura, furono ricondotte ai progettisti e dirigenti della SADE, ente gestore dell'opera fino alla nazionalizzazione, i quali occultarono la non idoneità dei versanti del bacino, a rischio idrogeologico. Dopo la costruzione della diga si scoprì infatti che i versanti avevano caratteristiche morfologiche (incoerenza e fragilità) tali da non renderli adatti ad essere lambiti da un serbatoio idroelettrico. Nel corso degli anni l'ente gestore e i suoi dirigenti, pur essendo a conoscenza della pericolosità, anche se supposta inferiore a quella effettivamente rivelatasi, coprirono con dolo i dati a loro disposizione, con il beneplacito di vari enti a carattere locale e nazionale, dai piccoli comuni interessati fino al Ministero dei lavori pubblici.Alle 22:39 del 9 ottobre 1963, circa 270 milioni di m³ di roccia[2][3][4] (un volume più che doppio rispetto a quello dell'acqua contenuta nell'invaso) scivolarono, alla velocità di 30 m/s (110 km/h), nel bacino artificiale sottostante (che conteneva circa 115 milioni di m³ d'acqua al momento del disastro) creato dalla diga del Vajont, provocando un'onda di piena tricuspide che superò di 250 m in altezza il coronamento della diga e che in parte risalì il versante opposto distruggendo tutti gli abitati lungo le sponde del lago nel comune di Erto e Casso, in parte (circa 25-30 milioni di m³) scavalcò il manufatto (che rimase sostanzialmente intatto, pur avendo subito forze 20 volte superiori a quelle per cui era stato progettato, seppur privato della strada carrozzabile posta nella parte sommitale) e si riversò nella valle del Piave, distruggendo quasi completamente il paese di Longarone e i comuni limitrofi, e in parte ricadde sulla frana stessa (creando un laghetto).[4] Vi furono 1910 vittime di cui[5] 1 450 a Longarone, 109 a Codissago e Castellavazzo, 158 a Erto e Casso e 200 originarie di altri comuni[6].

Lungo le sponde del lago del Vajont vennero distrutti i borghi di Frasègn, Le Spesse, Il Cristo, Pineda, Ceva, Prada, Marzana, San Martino, e la parte bassa dell'abitato di Erto[7]. Nella valle del Piave vennero rasi al suolo i paesi di Longarone, Pirago, Faè, Villanova, Rivalta, e risultarono profondamente danneggiati gli abitati di Codissago, Castellavazzo, Fortogna, Dogna e Provagna. Vi furono danni anche nei comuni di SoverzenePonte nelle Alpi, nella città di Belluno a Borgo Piave, nel comune di Quero Vas, e nella borgata di Caorera dove il Piave, ingrossato dall'onda, allagò il paese e raggiunse il presbiterio della chiesa.

L'evento fu dovuto a una serie di cause, di cui l'ultima in ordine cronologico fu l'innalzamento delle acque del lago artificiale oltre la quota di sicurezza di 700 metri voluto dall'ente gestore, operazione effettuata ufficialmente per il collaudo dell'impianto, ma con il plausibile fine di compiere la caduta della frana nell'invaso in maniera controllata, in modo che non costituisse più pericolo. Questo, combinato a una situazione di abbondanti precipitazioni meteorologiche e a forti negligenze nella gestione dei possibili pericoli dovuti al particolare assetto idrogeologico del versante del monte Toc, accelerò il movimento della antica frana presente sul versante settentrionale del monte Toc, situato sul confine tra le province di Belluno (Veneto) e Pordenone (Friuli-Venezia Giulia). I modelli usati per prevedere le modalità dell'evento si rivelarono comunque errati, in quanto si basarono su una velocità di scivolamento della frana nell'invaso fortemente sottostimata, pari a un terzo di quella effettiva.

Nel febbraio 2008, durante l'Anno internazionale del pianeta Terra dichiarato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, in una sessione dedicata all'importanza della corretta comprensione delle Scienze della Terra, il disastro del Vajont è stato citato, assieme ad altri https://youtu.be/-r-30Ai1xVg?si=rilsjcWzJp-PVo1Hquattro eventi, come un caso esemplare di "disastro evitabile" causato dal «fallimento di ingegneri e geologi nel comprendere la natura del problema che stavano cercando di affrontare»[8].continua https://it.wikipedia.org/wiki/Disastro_del_Vajont




6 mag 2023

RICORDI DEL TERREMOTO


UDINE

 Era il 6 maggio 1976,alle ore 9.10 di sera,io mi trovavo a casa di una mia amica  per prepararmi al concorso magistrale. Eravamo al secondo piano di una casa popolare,all'improvviso tutto cominciò a tremare.Aspettammo che la scossa terminasse poi scendemmo.Per le scale grida degli abitanti...Arrivata a casa i miei genitori non c'erano,tanta gente in strada.Ero preoccupata...perchè non sapevo dove fossero.Dopo un po' i miei genitori arrivarono:erano andati a Gorizia alla posta.Quella notte non la dimenticherò mai!Interminabili sirene di autoambulanza -abitavamo vicino all'ospedale-elicotteri,il mio cane che piangeva.Dormimmo in auto nel campo di fronte a casa.

I morti furono più di mille,la ricostruzione durò anni...

Terremoto/Tres

           
di Moreno Tomazetig dal Dom


   Il Friuli ringrazia e non dimentica

               Il Friul al ringrazie e nol dismentee
               Furlanija se zahvaljuje in ne pozabi
Il 6 maggio 1976 era un venerdì ,la serata era calda.I bambini di Pradielis/Ter giocavano,come ogni sera in piazza, prima del rientro alle proprie case.
Era molto afoso,gli anziani ,come di consueto,dopo l'Ave Maria si stavano preparando per andare a dormire,per poter continuare il giorno dopo i lavori nella stalla e nei campi.
Alcuni si trattenevano nell' osteria del paese per bere al banco un bicchiere di vino dopo le fatiche della giornata.
Tutto era calmo,poi il primo allarme,una specie di tuono,ma nessuno ci fece caso, un rimbombo, i vetri delle finestre risuonarono.Si sentì un boato,poi una terribile scossa alle 21 e 24 minuti che è durata 59 secondi(magnitudo 6,5 Richter).
Il terremoto colpì tutto il Friuli e portò solo distruzione.Le case crollarono e con esse tutto ciò vi era dentro,le campane cominciarono a suonare da sole,gli orologi sui campanili si fermarono alle 21.Le case di sasso crollarono e sotto di sè affondavano tutto ciò che era nelle vicinanze.Le luci si spensero ,molte fontane non erogarono l'acqua.La gente rimase di sasso,scappò e molti furono colpiti dal crollo.
A Podbardo/Ciseriis morirono sotto le macerie 6 persone e successivamente 2 per le conseguenze.Dalle frane ,dalle rocce e dai ghiaioni si diffondeva una polvere soffocante,dalle pendenze dei Musi ,del Zajavor,dalla Velika Glava e da Tanaroba si innalzava una nebbia soffocante.Cumuli di sassi ricoprivano tutto,molte case crollarono.La gente scappava all'aperto,spaventata senza rendersi conto di cosa stesse succedendo.
A Podbardo/Ciseriis due donne rimasero intrappolate nella stalla per il crollo del tetto e rimasero sotto le macerie.Anche gli animali cercavano di scappare.
Gli aiuti da Tarcento e da Nimis non potevano arrivare perchè le strade erano impraticabili,gli abitanti cercarono di aiutarsi a vicenda.Si poteva arrivare a Lusevera solo a piedi attraverso i sentieri.
Per prima cosa si radunarono nella Velika Njiva/Grande Campo a Bardo/Lusevera per vedere quanti erano presenti.Mancava all'appello un'anziana e quindi andarono a cercarla:era bloccata nel letto e non poteva muoversi e fu aiutata ad uscire.E così successe in altri paesi del comune di Lusevera/Bardo.
Arrivarono le tende,si fecero le tendopoli e furono sistemati alla buona i tetti delle case dai proprietari.
Giunsero le donazioni degli emigranti, i contributi dello Stato,delle associazioni umanitarie, gli aiuti internazionali e quelli delle nazioni vicine.
I tecnici della Slovenia che avevano contribuito alla ricostruzione di Skopje organizzarono sul castello di Udine un seminario con esempi pratici per insegnare agli addetti ai lavori come si doveva aggiustare e ricostruire in modalità antisismica.
Arrivarono le roulottes,molte persone furono trasferite a Lignano,Grado,in altri luoghi o da parenti.
Gli animali ad Arta Terme e altri luoghi della Carnia.
Furono montate le case prefabbricate slovene,le"valentine"casette di legno costruite dalla ditta Piero della Valentina.
Poi ci fu la ricostruzione, è stato ricostruito tutto com'era,col minimo di interventi legislativi e coi risultati migliori.
Trent'anni dopo ogni opera è compiuta e non c'è muro che non sia stato ricostruito come prima.
Nell'immaginario collettivo ,merito dei friulani e del loro carattere laborioso.Nella realtà,risultato di scelte politiche un tempo tanto sagge.

tradotto dal libro "Na izpostavljenem mestu/Tra la propria gente"
racconto autobiografico in memoria di Viljem Černo scomparso lo scorso luglio

 Fu un sisma di magnitudo 6.5 della scala Richter che colpì il Friuli, e i territori circostanti, alle ore 21:00:12 del 6 maggio 1976, con ulteriori scosse l'11 e 15 settembre
I danni del terremoto del maggio 1976 furono amplificati da altre due scosse, a fine dell'estate.
L'11 settembre 1976 la terra tremò di nuovo: si verificarono infatti due scosse alle 18:31 (Mw 5.3) e alle 18:35 (Mw5.6).Il 15 settembre 1976, prima alle ore 5:15 e poi alle ore 11:21, si verificarono due ulteriori forti scosse, rispettivamente di magnitudo 5.9 e 6.0 I comuni di TrasaghisBordanoOsoppoMontenarsGemona del FriuliBujaVenzone e la frazione di Monteaperta, le località maggiormente colpite, furono fortemente danneggiati. La popolazione di quei comuni fu trasferita negli alberghi di GradoLignano SabbiadoroJesolo e altre località marittime. Là furono ospitati anche i terremotati di altri comuni, rimasti senza alloggio...

Il sisma in cifre
Aree colpita: 5.500 chilometri quadrati

22 apr 2023

KOROŠKA IN PRIMORSKA POLETJA

 


Po štirih letih se bomo spet srečali na reviji Koroška in Primorska pojeta, ki bo letos v Beneški palači v Naborjetu.

🏛🎼👨‍👩‍👧‍👦👨‍👩‍👧‍👦Vas čakamo! 😊
Dopo quattro anni ci ritroveremo di nuovo alla rassegna corale Koroška in Primorska pojeta, stavolta al Palazzo Veneziano di Malborghetto.
🏛🎼👨‍👩‍👧‍👦👨‍👩‍👧‍👦Vi aspettiamo! 😊

Tutte le reazioni:
Olgica Tedoldi

19 mar 2023

«Lettura in musica dal libro di Ilaria Tuti-Fiore di roccia»

 

Muzikalno-literarni večer/Serata letterario-musicale «Lettura in musica dal libro di Ilaria Tuti-Fiore di roccia»

19 Marzo 2023 - 18:00

>>ŠPIETAR
>>v nediejo, 19. marča, ob 18.
bo v muzeju SMO muzikalno-literarni večer »Lettura in musica dal libro di Ilaria Tuti-Fiore di roccia«, ki sta ga organizirala pro loko Nediške doline in Inštitut za slovensko kulturo. Nastopili bojo Serena Fogolini, Andrea Miola in Giulia Pizzolongo. Guoriu bo tudi zgodovinar in predsednik Inštituta za slovensko kulturo, Giorgio Banchig, o beneških nosilkah. Za vič informacij poklicajte na 339 840 3196 al’ na 349 324 1168 al’ pisajte na segreteria@nediskedoline.it.

>>ŠPIETAR
>>domenica, 19 marzo, alle 18
si terrà al museo SMO la serata letterario-musicale «Lettura in musica dal libro di Ilaria Tuti-Fiore di roccia» organizzata dalla pro loco Nediške doline e dall’Istituto per la cultura slovena. Si esibiranno Serena Fogolini, Andrea Miola e Giulia Pizzolongo. Sulle portatrici della Benecia, interverrà anche lo storico e presidente dell’Istituto per la cultura slovena, Giorgio Banchig. Per ulteriori informazioni contattare il 339 840 3196 o il 349 324 1168 o scrivere a segreteria@nediskedoline.it.


11 mar 2023

Scossa di terremoto nella notte, sentita anche a Udine

 Anche un Friuli la terra ha tremato.

Una scossa di terremoto è stata registrata la scorsa notte, alle 3:56, dall'Istituto Nazionale di Geofisica che ha calcolato la magnitudo in 3.4 e ha localizzato l'epicento a circa 6 km a Sud-Est di Preone, a una profondità di 11 km.

A quella principale sono seguite tre miscroscosse: alle 4:08 (magnitudo 0.8), alle 4:12 (1.0) e alle 4:47 (0.9).

La scossa più forte è stata avvertita nella zona del Tolmezzino e dell'area collinare friulana, fino a Udine, in particolare ai piani alti degli edifici. Le altre tre sono state registrate solo dagli strumenti della rete sismica nazionale.

Alla Sala Operativa della Protezione Civile - riferisce la stessa Protezione Civile FVG - non sono giunte segnalazioni di danni o di persone rimaste ferite.

https://www.ilfriuli.it/articolo/cronaca/scossa-di-terremoto-nella-notte-sentita-anche-a-udine/2/278428

Trieste capitale dell'olio, 220 espositori guardano all'Europa


 Oltre 220 espositori provenienti da tantissime regioni italiane trasformano da oggi la città di Trieste in capitale dell'olio di oliva di altissima qualità. E' "Olio Capitale", il Salone dedicato all'eccellenza dell'olio extravergine d'oliva di qualità, che la Camera di Commercio della Venezia Giulia ha organizzato da oggi a domenica al Trieste Convention Center dove sono confluiti buyers da tutta Europa, privati e ristoratori per scoprire e apprezzare l'olio dei piccoli produttori italiani.

"L'olio extravergine di oliva - ha detto il presidente della Cciaa Vg, Antonio Paoletti, in occasione del taglio del nastro e del convegno inaugurale - è un'eccellenza agroalimentare ma è al contempo cultura e storia del nostro paese. Era già difficile la sfida dei produttori del settore, ma ora con i cambiamenti climatici tutto si è complicato ulteriormente e proseguire nell'attività è spesso molto difficile. Per tali ragioni credo che lo Stato e l'Unione Europea debbano intervenire per sostenere in particolar modo le start up e i giovani che decidono di accettare la sfida e produrre olio extravergine di qualità"...continua https://www.ilfriuli.it/articolo/economia/trieste-capitale-dell-olio-220-espositori-guardano-all-europa/4/278411


Madonna che lacrima a Trevignano Romano


Io personalmente non credo minimamente a questo genere di fenomeni che generalmente fanno leva su persone che cercano qualcosa di misterioso e divino...

 Nelle ultime 48-72 ore l'attenzione mediatica di televisioni e giornali è stata catturata dal caso della statua della Madonna di Trevignano Romano, intorno al quale si è creata grossa curiosità tra fedeli e non a causa di presunti episodi mistici da parte della scultura. La riproduzione della Madonna non solo avrebbe lacrimato acqua e sangue, ma ogni terzo giorno del mese sarebbe protagonista di messaggi mandati dalla Vergine Maria sulla Terra grazie all'intercessione della veggente Gisella Cardia

Negli ultimi giorni, oltre ai cittadini del piccolo borgo sul lago di Bracciano, a intervenire sulla vicenda è stato anche monsignor Marco Salvi, il vescovo della diocesi di Civita Castellana di cui fa parte Trevignano, che ha annunciato la volontà di istituire una commissione diocesana per una “indagine previa” sulle lacrime della Madonna. Anche le istituzioni cittadine sono intervenute. La sindaca Claudia Maciucchi ha più volte ribadito che il comune di cui è prima cittadina non sarebbe in cerca di notorietà, in quanto già meta turistica. Tuttavia, una serie di “misteriose” coincidenze avvenute tra la metà di febbraio e il mese di marzo farebbero pensare l'esatto opposto. Eccone un paio. 

Le strane “apparizioni” di Trevignano Romano

Come si può leggere sul sito ufficiale della onlus che gestisce le visite, gli incontri con la veggente Gisella e offre sconti del 10% ai fedeli che tra una preghiera e l'altra hanno bisogno di rifocillarsi al vicino punto di ristoro va avanti dal 2016, quando Gisella e il marito fanno la loro scoperta. “Una statuetta acquistata a Medjugorje raffigurante la Regina della Pace ha lacrimato acqua e sangue - si legge sul sito -. Un quadro della Divina Misericordia acquistato in Piazza San Pietro, ha pianto sangue e acqua della Misericordia di Gesù. Con la prima apparizione della Vergine Santa la nostra vita è cambiata”

Quindi facendo qualche calcolo la loro scoperta mistica è iniziata più o meno 7 anni fa, anche se la notizia di questa Madonna che lacrima non è mai riuscita a ritagliarsi uno spazio ampio sui media nazionali come oggi (nel 2018, per esempio se ne era già occupato il programma Forum ma senza questa grande coda lunga). Veniamo però agli interrogativi di cui si fa riferimento nel titolo: abbiamo detto che sette anni fa i due veggenti hanno fatto la scoperta, ma solo ai primi giorni di marzo si è iniziato a parlare con insistenza di questo fenomeno, nonostante già da anni venissero organizzati incontri di preghiera e visite. Come documentano i video del sito e le offerte stipulate con monasteri e case di accoglienza convenzionate. 

https://www.wired.it/article/madonna-trevignano-piange-veggente-bancarotta-canale-5-fiction-buongiorno-mamma/#intcid=_wired-it-verso-hp-trending_cd233ba3-f704-46bc-96c0-6ff405e9df66_popular4-1

10 mar 2023

La Terra continua a tremare

 E' stata di magnitudo 4,4 l'intesità del terremoto avvenuto in Umbria, con epicentro a 5,1 chilometri da Umbertide (PG).

Lo indica la magnitudo frutto dei calcoli successivi alla prima stima in automatico, eseguiti dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Il terremoto è avvenuto alla profondità 10 chilometri.

le altre zone vicine all'epicentro sono da Montone (a 9.0 chilometri) e Gubbio (a 16.7 chilometri).

Il sisma è stato risentito in un'area molto ampia, "certamente fra le province di Perugia, di Arezzo e nel Ternano fino alle Marche e alla costa adriatica", ha detto all'ANSA Salvatore Stramondo, direttore dell'Osservatorio Nazionale Terremoti dell'Ingv.
Quella colpita dal terremoto "è una zona che ha una sismicità storica e recente importante", nell'alta Valtiberina, a Nord rispetto a quella colpita dal terremoto del 1997 e all'intersezione fra Marche. Abruzzo e Lazio.

 dal web

5 mar 2023

A Pordenone Ortogiardino


 La prima Fiera del NordEst per chi ama i fiori, le piante e il giardinaggio, da 42 anni si rivolge a vivaisti, floricoltori, produttori e rivenditori di attrezzature e prodotti per la cura del giardino e dell’orto, bulbi e sementi, attrezzature per giardini e parchi, arredamento da esterni, decorazione.

Nel cuore del NordEst un format unico in cui stand commerciali si alternano a spettacolari allestimenti, eventi tematici sempre nuovi in un’atmosfera calda e coinvolgente. Questi sono i punti di forza di una manifestazione amata e molto popolare in grado di attrarre pubblico da tutto il Nord Italia e da Slovenia e Croazia.

Oltre 65.000 visitatori, di cui il 12% esteri
300 Espositori
35.000 mq di Area Espositiva

 

15 feb 2023

Siamo una comunità senza confine

 


Dopo due anni di pausa, in cui tuttavia i contatti non si sono mai fermati davvero, si è potuto quasi palpare con mano il desiderio di collaborazione all’incontro tra i sindaci del Posočje e della Slavia che si è svolto sabato, 21 gennaio, nel municipio di Kobarid, prima del tradizionale incontro d’inizio anno tra gli sloveni della provincia di Udine e del Posočje.

Oltre al padrone di casa, il sindaco Marko Matajurc, per parte slovena sono intervenuti i sindaci di Bovec, Valter Mlekuž, Tolmin, Alen Červ, e il prefetto di Tolmin, Simon Leban. Dall’Italia, invece, il vicesindaco di Resia/Rezija, Giuliano Fiorini, e i sindaci di Savogna/Sauodnja, Tatiana Bragalini, Pulfero/Podbuniesac, Camillo Melissa, San Leonardo/Svet Lienart, Antonio Comugnaro, San Pietro/Špietar, Mariano Zufferli, Grimacco/Garmak, Eliana Fabello, e Drenchia/Dreka, Francesco Romanut.

continua https://www.dom.it/smo-brezmejna-skupnost_siamo-una-comunita-senza-confine/

14 feb 2023

DOCUFILM su Viljem Cerno e Izidor Predan


 Domani sera, ore 18:00, allo SMO di San Pietro al Natisone - Špeter sarà proiettato il docufilm di Aljaž Škrlep su Guglielmo Viljem Cerno di Lusevera/Bardo, politico, saggista, poeta e uomo di grande sensibilità e cultura, tra i fondatori del Centro Ricerche Culturali e del Museo. Tutti invitati!

Zejtra ta na 18.00 čiu Špietru, ćemo nardate Viljema Černa z filmom. Aljaž Škrlep je intervištou njea znance, ki nu so a nardale. Ćemò se dan bot poslušate njeà besiede. Pridita sousje!

3 feb 2023

Camminata storica e culturale nella Gastaldia d'Antro, tra grotte e castelli


 Domenica 5 Febbraio è organizzato un viaggio nella storia della Gastaldia d'Antro, con visita al Castello di Aherensperg e alla Grotta di San Giovanni d'Antro.

Antonio De Toni ci racconterà i segreti di questi luoghi e, a fine visita, avremo l'opportunità di pranzare nel rinomato ristorante che prende il nome da questi luoghi.
Costo: 36 euro a persona, compreso accompagnatore, visita al castello di Ahrensperg, visita della Grotta di San Giovanni d’Antro, parte turistica e pranzo bevande incluse.
Informazioni e prenotazioni
Pro Loco Nediške Doline – Valli del Natisone APS | Ufficio Informazione e Accoglienza Turistica – Valli del Natisone
Tel. + 39 339 8403196 – 349 3241168
(aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 17.30)
Evento organizzato in collaborazione con Invito a Pranzo

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