Un atteggiamento “autoritario e antidemocratico” dell’Egitto che condiziona la giurisdizione italiana e, in questo modo, crea “una situazione di immunità non riconosciuta” violando anche la Convenzione sulla tortura ratificata da Roma e Il Cairo. Con queste motivazioni il giudice per l’udienza preliminare di Roma, Roberto Ranazzi, ha deciso di inviare gli atti del procedimento sulla morte di Giulio Regeni alla Consulta che dovrà chiarire se la vicenda processuale può andare avanti anche senza la certezza che gli agenti egiziani siano formalmente a conoscenza delle accuse che sono loro rivolte. Il giudice ha chiesto di esprimersi sulla questione relativa all’assenza degli imputati, i quattro 007 del Cairo, per superare la “stasi” del processo dovuta all’ostruzionismo delle autorità egiziane che si rifiutano di collaborare con quelle italiane per le notifiche del procedimento agli imputati.