🌞Blog che parla del Friuli: in particolare delle minoranze linguistiche slovena,friulana e tedesca e non solo. ❤️ Sono figlia di madre slovena (Ljubljana) e di padre appartenente alla minoranza slovena della provincia di Udine🌞 (Benecia).Conosco abbastanza bene la lingua slovena.Sono orgogliosa delle mie origini.OLga
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INNO SLOVENO
"Vivano tutti i popoli
che anelano al giorno
in cui la discordia
verrà sradicata dal mondo
ed in cui ogni nostro connazionale
sarà libero,
ed in cui il vicino non sarà un diavolo, ma un amico!"❤️ FRANCE PREŠEREN poeta sloveno
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Il ventaglio viene consegnato dal presidente dell'ASP; alla cerimonia partecipano il Direttivo, gli iscritti all'associazione e varie personalità del giornalismo, nonché alte cariche del Governo italiano ed esponenti del Parlamento. L'occasione è colta principalmente per fare un bilancio sull'anno di attività politica e parlamentare, per consegnare i premi giornalistici istituiti dall'ASP nonché per scambiarsi auguri di buone ferie.
Analoga cerimonia si svolge tradizionalmente a Palazzo dei Normanni con il presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana e i rappresentanti della stampa che seguono i lavori parlamentari dell’Ars.
Storia
Il primo ventaglio fu consegnato il 7 luglio 1893 al Presidente della Camera Giuseppe Zanardelli; si trattava di un semplice ventaglio di carta sul quale erano apposte le firme di tutti i giornalisti della tribuna stampa. Dal 1871, infatti, l'Assemblea era ospitata nella provvisoria aula Comotto, approntata in fretta in un cortile di Montecitorio, che risultò essere molto calda d'estate e ghiacciata d'inverno; nei primi giorni di luglio del 1893, molti giornalisti della tribuna stampa, per combattere l'afa dell'aula, usarono dei ventagli. Zanardelli notò la trovata ed espresse ad alcuni corrispondenti, con ironia, la propria invidia. Da qui, il pretesto per il semplice dono.
Tale omaggio al Presidente della Camera si è poi ripetuto negli anni, interrompendosi durante il periodo fascista per riprendere poi nel secondo dopoguerra, estendendosi anche al Presidente del Senato e, dal 1993, al Presidente della Repubblica. Il primo Presidente della Repubblica a ricevere il ventaglio fu Oscar Luigi Scalfaro, in quanto, per breve tempo, dal 24 aprile al 25 maggio 1992, fu presidente della Camera dei deputati, ed eletto poi al Quirinale il 28 maggio, senza poter quindi ricevere il tradizionale ventaglio di luglio. La cerimonia fu da allora estesa anche al capo dello Stato. Analoga cerimonia si tiene in agosto, a Palermo, per il Presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana.
Artisti giornalisti come Gandolin, Paolo Lioy, Zanetti, Carlo Montani (la cui opera, consegnata nel 1912 a Giuseppe Marcora, fu molto apprezzata), Chierici, Marchetti, si sono prestati nella decorazione dell'omaggio. Negli anni, sono stati donati anche preziosi esemplari d'antiquariato, risalenti ai secoli scorsi Nel 2006, i tre ventagli sono stati realizzati da studenti dell'Accademia di belle arti di Roma, grazie a un concorso promosso dall'ASP. Dal 2007 il bando è stato esteso a tutti gli studenti dei corsi di pittura e decorazione delle accademie italiane, con premi in denaro per i vincitori.[5]
Un meteorite così, di mezzo chilo, è niente, ma è caduto in un cortile di Lodi (le case rosse, i fieni, il latte, la bicicletta greve di classici). Io torno da bastioni di vento e pioggia, statue di luce azzurra e rossa al Forte, pianeta di Giotto e Michelangelo, isola di Pasqua. In treno ho guardato per cento chilometri il massacro a colori di An Loc, un cesto rovesciato d'avanzi di verdura, e mani contadine. Nell'orto lombardo misuro la pazienza della foglia: vecchio Ho, non è vero che «la rosa s'apre, la rosa appassisce senza sapere quello che fa», gli uomini non sanno, e spensierati fanno.
Giugno 1972
(da Chi va col lupo, Rusconi, 1975)
Alberico Sala (Vailate, 11 marzo 1923 - 25 novembre 1991), scrittore, poeta e critico d'arte italiano. Fu giornalista e critico cinematografico all’Eco di Bergamo, Corriere d’informazione, al Corriere della sera e al Giorno.
La madre Giulia Vessel era triestina di lingua slovena (figlia del poeta Jovan Vesel Koseski) mentre il padre Pavel era carinziano ma si era trasferito a Trieste dove aveva fondato con un socio una ditta di importazione di merci coloniali chiamata Pfeifer & Kugy.
In gioventù si appassionò alle montagne grazie ai numerosi soggiorni presso il villaggio natale del padre, Lind, vicino ad Arnoldstein. Frequentò il Ginnasio a Trieste e proseguì gli studi universitari a Vienna dove si laureò in giurisprudenza nel 1882. Alla morte del padre si dedicò alla gestione dell'azienda familiare senza però trascurare l'alpinismo.
Anche se ebbe modo di esplorare gran parte delle Alpi dedicò la sua intera carriera alpinistica a scalare le vette delle Alpi Giulie, aprendo non meno di 50 nuove vie assieme a guide locali, note furono la scalata al Jôf di Montasio e quella alla Škrlatica.
Oltre all'alpinismo Kugy coltivava molti altri interessi fra cui la scrittura, la musica e la botanica. Assieme all'amico Albert Bois de Chesne organizzò un giardino botanico alpino, e durante le sue escursioni si dedica anche a rilievi botanici, cercando in particolare una pianta, la Scabiosa trenta, che si rivelerà poi inesistente. In ambito musicale, con altri appassionati di musica fonda la Società dei filarmonici, un'orchestra di musicisti non professionisti e il Coro Palestriniano; agli inizi del XX secolo donò alla chiesa cattolico-armena dei Mechitaristi di Trieste un organo che suonerà spesso alla domenica durante le celebrazioni.
Nel 1915, allo scoppio della prima guerra mondiale si arruolò volontario nell'esercito austro-ungarico benché avesse 57 anni. Durante il conflitto, grazie alla sua vasta conoscenza del fronte dell'Isonzo svolgerà il ruolo di ufficialeAlpenreferent (consulente alpino), creando una scuola di roccia e fornendo preziosi consigli ai comandi dell'esercito.
Al termine del conflitto, ormai in età avanzata, smise di scalare e si dedicò completamente alla scrittura, pubblicando libri e scrivendo su riviste specializzate, nel 1932 scrive la propria biografia intitolata Arbeit, Musik, Berge - Ein Leben (La mia vita nel lavoro, per la musica, sui monti); morì a Trieste, il 5 febbraio 1944.
A Julius Kugy, che parlava correntemente tedesco e italiano e, pur non padroneggiandone la lingua (com'egli stesso scrive nel libro Aus dem Leben eines Bergsteigers), era molto vicino al popolo e alla cultura slovena, sono dedicate monumenti e vie in Austria, Italia e Slovenia, ed è considerato il padre dell'alpinismo moderno nelle Alpi Giulie.
Trieste monumento a Kugy per i 150 anni dalla nascita
Web sul blog: Crollo a Scampia: vittime e feriti: Articolo da Grande Napoli Crollo nella Vela Celeste, 2 morti e 13 feriti: questo il bilancio della tragedia verificatasi stanotte a Scampia...
"O ti zemlja rodna,
zemlja bedna,
ki te milost božja,
meni v last je dala" (I. Trinko)
"O terra natia,
terra misera,
piccola,
che la grazia divina,
mi ha donato"
(traduzione)