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Proverbio della settimana




 Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei Vita Nei Campi
“San Simon (28 ottobre)al puarte vie le golesion (si mangie dôs voltes in dì).
Letteralmente San Simone, il 28 ottobre, porta via la colazione, si mangia due volte al giorno ed è da riferire all’accorciamento della giornata. D’estate, con le giornate lunghissime e la sveglia verso le 4 c’era tempo anche per la colazione. Ora non più. Ma se avete altre interpretazioni fatecele sapere.

Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 ottobre. Le lancette dell'orologio dovranno essere spostate un'ora indietro


 Come ogni anno a fine ottobre, torna l'ora solare. Il passaggio (che nei dispositivi elettronici avverrà in automatico) avverrà nella notte tra sabato 29 a domenica 30 ottobre, alle 3, quando le lancette torneranno indietro di un'ora. 

L'ora solare rimarrà in vigore fino a fine marzo e ci farà guadagnare un'ora di sonno in più, ma avremo un'ora in meno di luce alla sera. Il cambio dell'ora è stato introdotto per la prima volta in Europa nel 1966 con l'obiettivo di consumare meno energia: con l'ora solare, infatti, è possibile godere della luce naturale un'ora in più al mattino. Tuttavia, una petizione organizzata da Change.org ha richiesto di abolire l'ora solare, in favore del mantenimento di quella legale tutto l'anno. Sembra che un'ora di luce in più nel pomeriggio possa avere un impatto rilevante sul risparmio energetico. Secondo la proposta di Change.org, la cui petizione ha raggiunto circa 265.000 firme, mantenere l'ora legale porterebbe a risparmiare un miliardo di euro di spese energetiche, e avrebbe effetti positivi sulla salute. Infatti, secondo un report pubblicato sulla rivista Lancet Regional Health, i veri vantaggi dal punto di vista del risparmio energetico sarebbero apportati dall'ora legale, più che da quella solare: un'ora di luce in più nel pomeriggio sarebbe fondamentale per il portafoglio degli italiani. Dal 2004 al 2021, si legge sul sito di Terna, l'ora legale in Italia ha portato a un risparmio complessivo di circa 10,5 miliardi di kWh, equivalente a un risparmio per i cittadini di oltre 1,8 miliardi di euro.https://www.wired.it/article/ora-solare-cambio-2022-quando/#:~:text=Come%20ogni%20anno%20a%20fine,torneranno%20indietro%20di%20un'ora.

Io avrei preferito mantenere l'ora legale tutto l'anno?E voi?

Liliana Segre al Senato, il testo del suo discorso antifascista

 


“Colleghe Senatrici, Colleghi Senatori, rivolgo il più caloroso saluto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e a quest’Aula. Con rispetto, rivolgo il mio pensiero a Papa Francesco.

Certa di interpretare i sentimenti di tutta l’Assemblea, desidero indirizzare al Presidente Emerito Giorgio Napolitano, che non ha potuto presiedere la seduta odierna, i più fervidi auguri e la speranza di vederlo ritornare presto ristabilito in Senato. Il Presidente Napolitano mi incarica di condividere con voi queste sue parole: “Desidero esprimere a tutte le senatrici ed i senatori, di vecchia e nuova nomina, i migliori auguri di buon lavoro, al servizio esclusivo del nostro Paese e dell’istituzione parlamentare ai quali ho dedicato larga parte della mia vita”.

Rivolgo ovviamente anch’io un saluto particolarmente caloroso a tutte le nuove Colleghe e a tutti i nuovi Colleghi, che immagino sopraffatti dal pensiero della responsabilità che li attende e dalla austera solennità di quest’aula, così come fu per me quando vi entrai per la prima volta in punta di piedi. Come da consuetudine vorrei però anche esprimere alcune brevi considerazioni personali.

 

La guerra in Ucraina

Incombe su tutti noi in queste settimane l’atmosfera agghiacciante della guerra tornata nella nostra Europa, vicino a noi, con tutto il suo carico di morte, distruzione, crudeltà, terrore…una follia senza fine. Mi unisco alle parole puntuali del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “la pace è urgente e necessaria. La via per ricostruirla passa da un ristabilimento della verità, del diritto internazionale, della libertà del popolo ucraino”.

 

Il centenario della marcia su Roma

Oggi sono particolarmente emozionata di fronte al ruolo che in questa giornata la sorte mi riserva.
In questo mese di ottobre nel quale cade il centenario della Marcia su Roma, che dette inizio alla dittatura fascista, tocca proprio ad una come me assumere momentaneamente la presidenza di questo tempio della democrazia che è il Senato della Repubblica.

Ed il valore simbolico di questa circostanza casuale si amplifica nella mia mente perché, vedete, ai miei tempi la scuola iniziava in ottobre; ed è impossibile per me non provare una sorta di vertigine ricordando che quella stessa bambina che in un giorno come questo del 1938, sconsolata e smarrita, fu costretta dalle leggi razziste a lasciare vuoto il suo banco delle scuole elementari, oggi si trova per uno strano destino addirittura sul banco più prestigioso del Senato!

 

Il nuovo Senato

Il Senato della diciannovesima legislatura è un’istituzione profondamente rinnovata, non solo negli equilibri politici e nelle persone degli eletti, non solo perchè per la prima volta hanno potuto votare anche per questa Camera i giovani dai 18 ai 25 anni, ma soprattutto perchè per la prima volta gli eletti sono ridotti a 200.
L’appartenenza ad un così rarefatto consesso non può che accrescere in tutti noi la consapevolezza che il Paese ci guarda, che grandi sono le nostre responsabilità ma al tempo stesso grandi le opportunità di dare l’esempio.

Dare l’esempio non vuol dire solo fare il nostro semplice dovere, cioè adempiere al nostro ufficio con “disciplina e onore”, impegnarsi per servire le istituzioni e non per servirsi di esse.

 

La politica urlata

Potremmo anche concederci il piacere di lasciare fuori da questa assemblea la politica urlata, che tanto ha contribuito a far crescere la disaffezione dal voto, interpretando invece una politica “alta” e nobile, che senza nulla togliere alla fermezza dei diversi convincimenti, dia prova di rispetto per gli avversari, si apra sinceramente all’ascolto, si esprima con gentilezza, perfino con mitezza.

 

Il voto del 25 settembre

Le elezioni del 25 settembre hanno visto, come è giusto che sia, una vivace competizione tra i diversi schieramenti che hanno presentato al Paese programmi alternativi e visioni spesso contrapposte.  E il popolo ha deciso. E’ l’essenza della democrazia.

La maggioranzauscita dalle urne ha il diritto-dovere di governare; le minoranze hanno il compito altrettanto fondamentale di fare opposizione. Comune a tutti deve essere l’imperativo di preservare le Istituzioni della Repubblica, che sono di tutti, che non sono proprietà di nessuno, che devono operare nell’interesse del Paese, che devono garantire tutte le parti.
Le grandi democrazie mature dimostrano di essere tali se, al di sopra delle divisioni partitiche e dell’esercizio dei diversi ruoli, sanno ritrovarsi unite in un nucleo essenziale di valori condivisi, di istituzioni rispettate, di emblemi riconosciuti.

 

La Costituzione repubblicana

In Italia il principale ancoraggio attorno al quale deve manifestarsi l’unità del nostro popolo è la Costituzione Repubblicana, che come disse Piero Calamandrei non è un pezzo di carta, ma è il testamento di 100.000 morti caduti nella lunga lotta per la libertà; una lotta che non inizia nel settembre del 1943 ma che vede idealmente come capofila Giacomo Matteotti.

Il popolo italiano ha sempre dimostrato un grande attaccamento alla sua Costituzione, l’ha sempre sentita amica.

In ogni occasione in cui sono stati interpellati, i cittadini hanno sempre scelto di difenderla, perché da essa si sono sentiti difesi.

E anche quando il Parlamento non ha saputo rispondere alla richiesta di intervenire su normative non conformi ai principi costituzionali – e purtroppo questo è accaduto spesso – la nostra Carta fondamentale ha consentito comunque alla Corte Costituzionale ed alla magistratura di svolgere un prezioso lavoro di applicazione giurisprudenziale, facendo sempre evolvere il diritto.

 

Le riforme

Naturalmente anche la Costituzione è perfettibile e può essere emendata (come essa stessa prevede all’art. 138), ma consentitemi di osservare che se le energie che da decenni vengono spese per cambiare la Costituzione – peraltro con risultati modesti e talora peggiorativi – fossero state invece impiegate per attuarla, il nostro sarebbe un Paese più giusto e anche più felice.
Il pensiero corre inevitabilmente all’art. 3, nel quale i padri e le madri costituenti non si accontentarono di bandire quelle discriminazioni basate su “sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali”, che erano state l’essenza dell’ancien regime.

Essi vollero anche lasciare un compito perpetuo alla “Repubblica”: “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Non è poesia e non è utopia: è la stella polare che dovrebbe guidarci tutti, anche se abbiamo programmi diversi per seguirla: rimuovere quegli ostacoli !

Le festività civili non siano divisive

Le grandi nazioni, poi, dimostrano di essere tali anche riconoscendosi coralmente nelle festività civili, ritrovandosi affratellate attorno alle ricorrenze scolpite nel grande libro della storia patria. Perchè non dovrebbe essere così anche per il popolo italiano? Perché mai dovrebbero essere vissute come date “divisive”, anziché con autentico spirito repubblicano, il 25 Aprile festa della Liberazione, il 1  Maggio festa del lavoro, il 2 Giugno festa della Repubblica? Anche su questo tema della piena condivisione delle feste nazionali, delle date che scandiscono un patto tra le generazioni, tra memoria e futuro, grande potrebbe essere il valore dell’esempio, di gesti nuovi e magari inattesi.

 

Il linguaggio dell’odio

Altro terreno sul quale è auspicabile il superamento degli steccati e l’assunzione di una comune responsabilità è quello della lotta contro la diffusione del linguaggio dell’odio, contro l’imbarbarimento del dibattito pubblico, contro la violenza dei pregiudizie delle discriminazioni.
Permettetemi di ricordare un precedente virtuoso: nella passata legislatura i lavori della “Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza” si sono conclusi con l’approvazione all’unanimità di un documento di indirizzo.
Segno di una consapevolezza e di una volontà trasversali agli schieramenti politici, che è essenziale permangano.

La centralità del Parlamento

Concludo con due auspici. Mi auguro che la nuova legislatura veda un impegno concorde di tutti i membri di questa assemblea per tenere alto il prestigio del Senato, tutelare in modo sostanziale le sue prerogative, riaffermare nei fatti e non a parole la centralità del Parlamento.

Da molto tempo viene lamentata da più parti una deriva, una mortificazione del ruolo del potere legislativo a causa dell’abuso della decretazione d’urgenza e del ricorso al voto di fiducia. E le gravi emergenze che hanno caratterizzato gli ultimi anni non potevano che aggravare la tendenza.

Nella mia ingenuità di madre di famiglia, ma anche secondo un mio fermo convincimento, credo che occorra interrompere la lunga serie di errori del passato e per questo basterebbe che la maggioranza si ricordasse degli abusi che denunciava da parte dei governi quando era minoranza, e che le minoranze si ricordassero degli eccessi che imputavano alle opposizioni quando erano loro a governare.

Una sana e leale collaborazione istituzionale, senza nulla togliere alla fisiologica distinzione dei ruoli, consentirebbe di riportare la gran parte della produzione legislativa nel suo alveo naturale, garantendo al tempo stesso tempi certi per le votazioni.

 

L’emergenza energetica 

Auspico, infine, che tutto il Parlamento, con unità di intenti, sappia mettere in campo in collaborazione col Governo un impegno straordinario e urgentissimo per rispondere al grido di dolore che giunge da tante famiglie e da tante imprese che si dibattono sotto i colpi dell’inflazione e dell’eccezionale impennata dei costi dell’energia, che vedono un futuro nero, che temono che diseguaglianze e ingiustizie si dilatino ulteriormente anzichè ridursi. In questo senso avremo sempre al nostro fianco l’Unione Europea con i suoi valori e la concreta solidarietà di cui si è mostrata capace negli ultimi anni di grave crisi sanitaria e sociale.

Non c’è un momento da perdere: dalle istituzioni democratiche deve venire il segnale chiaro che nessuno verrà lasciato solo, prima che la paura e la rabbia possano raggiungere i livelli di guardia e tracimare.

Senatrici e Senatori, cari Colleghi, buon lavoro!”.

https://www.sinistraineuropa.it/storie/liliana-segre-al-senato-il-testo-del-suo-discorso-antifascista/

Fiera mercato “Sapori nelle Valli“

 


Tržni sejem “Sapori nelle Valli‘‘- Fiera mercato “Sapori nelle Valli“


Od sabote, 8. otuberja, do nedieje, 30. otuberja, v industrijski coni v Špietru bojo prodajali domače pardielke.

Odparto bo ob sabotah od 12. do 20. in ob nediejah od 9. do 20.

Parvi konac tiedna, v saboto 8. in nediejo 9. otuberja, bo na temo gubance in štrukju.

Parpravlja društvo Sapori nelle Valli.

Da sabato 8 ottobre a domenica 30 ottobre, nella zona industriale di San Pietro al natisone, venderanno i prodotti tipici del terrritorio.

Il sabato dalle 12 alle 20 e la domenica dalle 9 alle 20. 

Il primo weekend (sabato 8 e domenica 9 novembre), avrà come tema la gubana e gli struchi.

Organizzato dall’ Associazione Sapori nelle Valli.


Novi križ na biskem zvoniku / Nuova croce a San Giorgio di Resia


 W petek, 21 din otobarja, dwa ćarnjëlska mojstarja prödno pojütrë ni so ǵali ta-nad türano te biske carkve den növi križ. Isö za tö ki ti stari  to nï muć – an bil spadel dö na pot mo, zawaljën bodi Bu, an nï bil noradil šködo ninamo.

Wse ise misce to nï bilo löpo vïdit itaa turana prez krïža pa za tö, ki ta biska cirköw to jë ta pyrwa vidit, ko so paraja orë w Rezijo. Rüdi iti din sta posjortala pa romawo slanïco kübe ano no pert krüwa te ravanške carkve. (Sandro Quaglia)

La mattina di venerdì, 21 ottobre, due artigiani provenienti dalla Carnia hanno issato una nuova croce in cima al campanile della chiesa di San Giorgio/Bila. Quella vecchia, infatti, era caduta sulla strada, fortunatamente senza ferire nessuno o danneggiare nulla.

Nella stessa giornata gli operai hanno effettuato anche altri interventi di manutenzione.

 dal Dom

Monteaperta, un paese con una storia

 

Viškorša je vas z zgodovino
Monteaperta, un paese con una storia



Oggigiorno, specie visto nella prospettiva di chi viene dalla pianura friulana, il paese di Monteaperta è noto come «la piccola Cortina». Nella frazione di Taipana/Tipana, che conta due centinaia di abitanti, sono molto vivi i rapporti con i vicini paesi di Cornappo/Karnahta e Debellis/Debeleš, ma anche con Villanova delle Grotte/ Zavarh, nel vicino comune di Lusevera. Probabilmente sarà complice anche il locale dialetto sloveno, qui chiamato po našin, che però è sempre meno parlato. Eppure nella chiesa parrocchiale qualche canto liturgico tradizionale è ancora vivo. Aprendo il libretto dei testi, si possono leggere subito le parole di «Lepa si, roža Marija».

Un abitante del paese spiega: «Alcuni anni fa, da Lusevera per qualche tempo è venuto a direMessa il parroco del paese vicino. Leggeva anche nel nostro dialetto, ma per la ritrosia di qualche abitante l’iniziativa poi è stata sospesa». Oggi Monteaperta è una delle località attraversate nell’ambito della sesta tappa del Cammino celeste, che va da Montemaggiore/Brezje al rifugio Ana di Monteaperta.


Il paese si estende per due chilometri di lunghezza con un certo dislivello, tra i 500 e i 659 metri sul livello del mare, ai piedi del Gran Monte, un vasto gruppo montuoso situato tra i torrenti del Cornappo, il Torre e l’Isonzo. Conta due chiese. La parrocchiale è dedicata a San Michele Arcangelo e San Lorenzo ed è stata ricostruita dopo il terremoto del 1976. Il suo vecchio campanile, invece, è stato restaurato. Molto più nota è la vicina e antica chiesa della Santissima Trinità, che risale al XIII secolo. Lì ogni anno, nella ricorrenza dell’intitolazione, si ripete l’uso del bacio delle croci.

Monteaperta è, tra l’altro, nota per le famose Tigri, il gruppo di ragazze che ha reso il tiro alla fune e la zona di Taipana celebri in tutta Italia con la partecipazione nel 1979 alla trasmissione Rai Portobello di Enzo Tortora. (Luciano Lister)

https://www.dom.it/viskorsa-je-vas-z-zgodovino_monteaperta-un-paese-con-una-storia/

Il frico delle Valli

 

Avvisiamo la gentile clientela, che il nostro spaccio/laboratorio ,come di consueto questo sabato e domenica ,sarà aperto con orario continuato 9.30-18.00.
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Un fruscio di foglie

 

Un fruscio di foglie


DAVID MARIA TUROLDO

NON ALTRO RIPARO

Mi resta ancora il silenzio
della chiesa sul monte
queste pietre in rapimento,
insanguinate nella notte
dalla lampada rossa.

Mia chiesa, o tomba
chiusa ancora
su più alto silenzio.
Questo invincibile silenzio,
quando neppure l'urlo ha un'eco:

che la terra sia sconvolta da vulcani,
che ogni casa vada in rovina,
purché sia un'altra terra!

Mia preghiera senza ascolto,
monosillabi a labbra chiuse:

appena un fruscio di foglie
ad autunno, cosi
le mie preghiere.

(da Il sesto Angelo, Mondadori, 1976)

.

Ho pensato, pochi giorni fa, mentre salivo tra i boschi e i vigneti di Fontanella, il “buen retiro” nel Bergamasco di David Maria Turoldo, che in un luogo simile è più facile accostarsi al divino, leggere il tempo nelle pietre dell’antica abbazia romanica, porsi domande sul senso del vivere. Questi versi ben raffigurano la tensione spirituale di Turoldo, il suo continuo e tormentato dialogo di uomo con Dio – “teomachia” la definì Luciano Erba - mentre attorno turbinano le forze caotiche del mondo.

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L'ABBAZIA DI SANT'EGIDIO A FONTANELLA - FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA

.

Sono arrivati i chiodini

 





In Benecia è pieno di chiodini.Li ho raccolti a Villanova delle grotte/Zavarh.

Praticamente nel bosco vi si cammina sopra!


Il chiodino (Armillaria mellea (VahlP. Kumm.1871) è un fungo basidiomicete della famiglia Physalacriaceae.

Questo micete meriterebbe, secondo autori del passato, il nome di "asparago dei funghi" per il fatto che la parte commestibile di esso è costituita dall'estremità superiore del gambo unitamente al cappello, mentre il resto dei gambi (specialmente negli individui adulti) è coriaceo ed assai indigesto.

La specie venne originariamente denominata Agaricus melleus dal botanico danese-norvegese Martin Vahl nel 1790; venne spostata nel genere Armillaria nel 1871 da Paul Kummer.

Descrizione della specie

Schema a colori risalente al 1871 di Armillaria mellea.

Cappello

4–7 (15) cm, carnoso, dapprima emisferico o conico, dopo sempre più spianato per poi diventare prima convesso, in seguito piano, e talvolta depresso; membranoso, leggermente umbonato al centro, con una cuticola liscia, dal colore che varia a seconda della pianta parassitata e dall'umidità dell'ambiente circostante, dal giallo-miele o bruno rossiccio al verdastro, con orlo sottile, arrotolato, lievemente striato. Sulla superficie del cappello sono presenti delle squame, addensate al centro e assenti negli esemplari maturi.[2][3][4]

Lamelle

Non fitte, ineguali, bianche da giovani, brune o giallastre o con chiazze rossastre in età avanzata, un po' decorrenti sul gambo.

Gambo

Esemplari maturi.

5–20 × 1–2,7 cm, cilindrico, affusolato, giallastro o brunastro, ingrossato, curvo, bruno-olivaceo e a volte nerastro verso la base, bruno al centro, di solito saldato con altri individui (fungo cespitoso), pieno, poi cavo, midolloso, pruinoso, giallo-roseo e segnato da leggeri solchi verticali al di sopra dell'anello. Alla base sono presenti delle rizomorfe nerastre che si inseriscono nel substrato di crescita. L'anello, oltre ad essere consistente e piuttosto evidente, è bianco e striato nella parte superiore, giallastro e d'aspetto fioccoso nella parte inferiore.[2][3][4]

Carne

Tenera sul cappello e nella parte superiore del gambo, coriaceo-fibrosa nel resto, di colore bianco o carnicino.

  • Odore: subnullo, fungino. Fungino intenso negli esemplari piuttosto sviluppati. Agliaceo e pungente negli esemplari molto vecchi.
  • Sapore: acidulo e dolce, con leggero retrogusto amarognolo meno marcato negli esemplari più giovani.[2][3][4]

Spore

Bianche in massa, lisce, ellissoidali, 8–9 × 5–6,5 µm.[2][3][4][5]

https://it.wikipedia.org/wiki/Armillaria_mellea




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