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PIERO ANGELA RIP


 Articolo da Agenzia DIRE

ROMA – “Buon viaggio papà”. Così Alberto Angela ha dato l’annuncio della morte del padre Piero su Twitter. Piero Angela, uno dei più grandi divulgatori scientifici della televisione italiana, si è spento all’età di 93 anni.

L’ULTIMO SALUTO CHE PIERO ANGELA HA VOLUTO LASCIARE AI TELESPETTATORI RAI

Nei giorni scorsi Piero Angela, decano della Rai, ha voluto lasciare al sito Internet del suo programma SuperQuark l’ultimo messaggio di saluto ai telespettatori: “Cari amici, mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana. Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire. Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano. Malgrado una lunga malattia sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco di jazz al pianoforte…). Ma anche, sedici puntate dedicate alla scuola sui problemi dell’ambiente e dell’energia. È stata un’avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati. A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato. Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio “.

PIERO ANGELA. MATTARELLA: REPUBBLICA RICONOSCENTE A GRANDE ITALIANO

“Provo grande dolore per la morte di Piero Angela, intellettuale raffinato, giornalista e scrittore che ha
segnato in misura indimenticabile la storia della televisione in Italia, avvicinando fasce sempre più ampie di pubblico al mondo della cultura e della scienza, promuovendone la diffusione in modo autorevole e coinvolgente. Esprimo le mie condoglianze più sentite e la mia vicinanza alla sua famiglia, sottolineando che scompare un grande italiano cui la Repubblica è riconoscente”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

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Fonte: Agenzia DIRE

Autore: redazione Agenzia DIRE

Licenza: Copyleft 


Articolo tratto interamente da 
Agenzia DIRE

Photo credit Niccolò CarantiCC BY-SA 3.0, attraverso Wikimedia Commons


Tutti nella Benecia per le sagre


 Kobilja glava propone una serie di appuntamenti estivi a Drenchia. Si parte venerdì, 5 agosto, alle 18, a Clabuzzaro con un concerto di fisarmoniche. Venerdì, 12 agosto, alle 20, a Solarie conferenza sui riti pagani. Sabato 13 agosto, alle 20.30, a Clabuzzaro musica con gli Ostajki. Domenica, 14 agosto, alle 16, a Solarie preparazione dei fascetti di fiori ed erbe per la benedizione della Rožinca.

Vernasso/Barnas. Festa ancora in forma ridotta

Torna dopo due anni di sosta forzata la festa di Vernasso. Ma sarà un’edizione ridotta a causa di problemi tecnici con le strutture utilizzate da decenni.

Il programma sarà concentrato in tre giorni (5, 6 e 7 agosto) con i consueti ingredienti musicali ed enogastronomici. Ci saranno i tornei di calcio e pallavolo. Da segnalare le escursioni organizzate dalla pro loco Nediške doline: sabato 6, alle 15, Una passaggiata tra chiesette, cimiteri e alture; domenica 7, alle 9 trekking con visita allo Smo, salita ai monti Roba e Barda, con chiesette votive.

Canebola/Čenijebola. A Bocchetta S. Antonio il 7

L’associazione «Val Grivò », in collaborazione con la pro loco «Lipa» di Canebola/Čenijebola e il circolo «Cas’Aupa», domenica, 7 agosto, organizza la seconda edizione del «Joanaz meja festival» a Bocchetta San Antonio. La mattina sarà dedicata al territorio con camminate storico-naturalistiche e trekking, dalle 14 concerti live sopra al bunker della Guerra fredda: si alterneranno 4 gruppi musicali diversi. Sarà un festival che parla lingue minoritarie diverse ma vicine, nel luogo dell’antico limes tra cultura latina e slava.

Scrutto/Škrutove. Cinque giorni con San Rocco

Ricco programma per la festa di San Rocco, a Scrutto di San Leonardo, dal 12 al 17 agosto.

Ci saranno tanta musica per tutte le età, ecursioni in e-nike e a piedi.

Sabato, 13 agosto, alle 19 concerto di musica classica del gruppo «Gli archi dei patriarchi», domenica, 14 agosto, alle 10.30 90° del gruppo Ana di San Leonardo, lunedì, 15 agosto, alle 13 fisarmonicisti «Kremenjak», alle 20 sfilata dei barbuti e baffuti, martedì, 16 agosto (San Rocco), alle 24 chiusura con spettacolo pirotecnico.

Montemaggiore/Matajur. San Lorenzo e Rožinca

Dopo due anni, la pro loco Matajur ripropone la sagra di San Lorenzo e della Rožinca.

Sabato, 13 agosto, alle 20 si balla col Trio 3 e Draja.Domenica, 14 agosto: alle 14 giochi per bambini, alle 15 composizione dei mazzi di fiori ed erbe che saranno benedetti alle 18 alla S. Messa; alle 19 concerto del coroNaše vasi e alle 20 ballo con il gruppo Kolovrat. Lunedì, 15 agosto, laboratorio sulle erbe spontanee (alle 15) e sull’arte casearia (alle 16), giochi per bambini (alle 17) e ballo con Ansambel Hopla (alle 20).

STELLA CADENTE

 

Lucente attimo


MARGHERITA GUIDACCI

STELLA CADENTE

Alcuni desideri si adempiranno
altri saranno respinti. Ma io
sarò passata splendendo
per un attimo. Anche se nessuno
mi avesse guardata
risulterebbe ugualmente giustificato –
per quel lucente attimo – il mio esistere.

(da Anelli del tempo, Edizioni Città di vita, 1993)

.

È la tradizionale notte delle stelle cadenti: in realtà la pioggia meteorica delle Perseidi è visibile sin dalla fine di luglio e fino oltre il 20 agosto, con un picco di visibilità concentrato attorno al 12 agosto. Margherita Guidacci, poetessa che inseguiva nei suoi versi il senso dell'eterno,  le guarda consapevole che il desiderio espresso è solo dentro di noi e paragona il transito terrestre degli uomini e delle donne all'effimero splendore di una meteora.

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FOTOGRAFIA © OLEKSANDR PIDVALNIY/PEXELS
Margherita Guidacci (Firenze, 25 aprile 1921 – Roma, 19 giugno 1992), poetessa e traduttrice italiana. Dopo la crisi del suo matrimonio, negli Anni’60, superò un decennio di grave sofferenza psichica che culminò nel ricovero in una clinica neurologica. Tra i poeti da lei tradotti John Donne, Emily Dickinson, T.S. Eliot ed Elizabeth Bishop.

Slovenia: dare forma alla sostenibilità delle aree montane


 I fondi di coesione Ue possono dare nuovo slancio allo sviluppo delle aree montane in Slovenia. Nella tranche 2021-2027 molte le opportunità per migliorare i servizi pubblici e la qualità della vita delle comunità locali

04/08/2022 -  Gentiola Madhi

Il territorio sloveno è dominato per il 72% dalle montagne, destinazione turistica cruciale per il paese con quasi 1,5 milioni di visitatori all'anno. A livello europeo, le aree montane rappresentano il 28,8% del territorio  e ospitano circa il 16,9% dell'intera popolazione.

Popolari come destinazioni turistiche, le aree montane sono soggette a rischi per i loro ecosistemi e la biodiversità, ora ancora più accentuati come conseguenza del cambiamento climatico. Inoltre non è facile vivervi. I principali problemi, a livello europeo, riguardano l'assenza o l'inadeguatezza delle infrastrutture, le scarse opportunità di lavoro, fuga di cervelli e progressivo invecchiamento della popolazione con un invecchiamento della popolazione che mina lo sviluppo.

Nonostante gli evidenti svantaggi strutturali, un recente studio condotto da Euromontana  ha dimostrato che le giovani generazioni (66% degli intervistati) sono interessate a stabilirsi o restare nelle aree montane, a condizione che si presti maggiore attenzione agli investimenti e allo sviluppo di adeguate politiche territoriali. Sebbene a livello europeo non esista una politica dedicata alle regioni montane, né il Green Deal europeo menzioni la loro presenza e il loro ruolo in una prospettiva di protezione ambientale, una valida alternativa per investire nelle montagne di domani rimane la politica di coesione e i relativi fondi che affrontano le disparità sociali, economiche e territoriali a livello regionale.

Per il periodo 2021-2027, la politica di coesione UE si concentra sulla competitività economica sostenibile e saranno distribuiti tra gli stati membri Ue circa 392 miliardi di euro, sulla base del PIL pro capite delle loro regioni. Nel caso della Slovenia il totale dei fondi di coesione ammonterà a 3,54 miliardi di euro. Come illustrato nella serie di schede  preparate dal progetto Montana174 in Slovenia i fondi saranno incanalati attraverso quattro programmi (FSE+, FESR, Fondo di coesione e JTF), di cui circa 1,5 miliardi di euro rientrano nel Fondo di sviluppo regionale che affronta le disparità esistenti tra le regioni Ue orientali e occidentali.

Grazie a questa consistente opportunità finanziaria la Slovenia può, almeno in parte, affrontare le sfide che da tempo caratterizzano le sue aree montane a bassa densità di popolazione: carenza di strutture e servizi pubblici, carenza di infrastrutture per la mobilità, poche opportunità di lavoro e istruzione. In una sua risoluzione sulle tendenze demografiche  nelle regioni dell'UE e sui fondi di coesione, il Parlamento europeo ha sottolineato che "la mancanza di diversificazione nella struttura economica di alcune regioni rischia di far emergere una "geografia del malcontento" proprio perché alcuni cittadini si sentono abbandonati. Pertanto, occorre prestare particolare attenzione alle giovani generazioni di queste regioni, in modo da contrastare gli attuali fattori di disparità e promuovere la qualità della vita e una prospettiva economica positiva. Inoltre, ci si aspetta che questi ingenti investimenti contribuiscano ad aumentare l'attrattività dei territori, stimolando posti di lavoro qualificati, imprenditorialità rurale e giustizia sociale.

Tra i cinque obiettivi strategici della politica di coesione per il periodo finanziario 2021-2027, due sono cruciali per il futuro delle aree montane: "Un'Europa più verde" (obiettivo 2) e "Un'Europa più vicina ai cittadini" (obiettivo 5). Sebbene il Pnr 2022 della Slovenia  non menzioni specificamente la dicitura "zone montane", i fondi disponibili nell'ambito dell'obiettivo 2 consentono di contribuire alla costruzione di infrastrutture ambientali e alla conservazione della biodiversità nel paese, mentre quelli dell'obiettivo 5 si concentreranno sulla promozione della crescita economica nelle aree urbane e rurali e sulla riduzione delle attuali disparità.

Inoltre, in sinergia e complementarietà con gli investimenti previsti dai fondi di coesione, la Slovenia ha la possibilità di utilizzare parte delle risorse provenienti dallo Strumento di ripresa e resilienza UE e dalla Politica agricola comune a favore delle aree montane.

Tutti interventi che, per essere efficaci, hanno bisogno di una strategia integrata elaborata assieme alle comunità locali, andando oltre l'ambito ristretto del turismo montano. Nel Pnr sloveno si afferma che il governo si impegna a spendere entro la fine del prossimo anno tutti i fondi di coesione ricevuti dal precedente quadro di bilancio (2014-2020), e nel frattempo a lavorare sulle attuali prospettive finanziarie (2021-2027).

Se si riesce ad avere una chiara visione territoriale - cosa non scontata - e in linea con le priorità dell'Unione sulle transizioni verdi e digitali, i fondi di coesione possono trasformarsi in un catalizzatore unico per il ripopolamento e il ringiovanimento delle aree montane della Slovenia come di altre aree montane d’Europa.

Montagne slovene: Kriški podi, tra stambecchi e alte vette


 L’estate, con le sue giornate lunghe e soleggiate, è sicuramente il periodo migliore per andare a camminare in montagna, così anche Slovely.eu ritorna sui monti sloveni per parlarvi non di una vetta in particolare, come fatto a suo tempo per il Triglav o il Mangart, ma di una zona davvero meravigliosa, un anfiteatro di montagne che prende il nome di Kriški podi.

Preparate quindi zaino, scarponcini, bastoni, cibo e tanta acqua e partiamo che la camminata sarà bella lunga! 😉

Dall’Isonzo alle vette più alte delle Alpi Giulie

Si può salire sui Kriški podi da due lati: da Mojstrana oppure da Trenta. Siccome siamo italiani (ed è anche la via più facile!) scegliamo sicuramente di partire da Trenta, all’inizio della splendida valle dell’Isonzo. Superiamo l’abitato di Trenta e, al primo tornante del passo del Vršič, giriamo a destra verso la valle Zadnjica, dove parcheggiamo.

Attenzione: come ormai quasi ovunque in Slovenia, il parcheggio è a pagamento (0,50€/ora, max 5€/giorno) e non c’è parchimetro; è necessario pagare con la app Easypark, quindi scaricatela e registrate targa e metodo di pagamento. È molto utile e utilizzata in Slovenia. C’è buona copertura 4G presso il parcheggio.


Le graziose villette della val Zadnjica.

Dal parcheggio si comincia a salire dolcemente lungo la graziosa vallata della Zadnjica fino ad arrivare a una prima indicazione: sulla destra si va sul Triglav (ve ne abbiamo già parlato qui) o alla Zasavska koča na Prehodavcih (per vedere i laghi del Triglav). mentre sulla sinistra si va al Pogačnikov Dom na Kriških podih che è esattamente dove andremo noi.

Attenzione: il rifugio è aperto da giugno a settembre, ma controllate sempre sul sito che sia regolarmente aperto (io l’ho trovato chiuso a giugno 2022). Se si vuole dormire in loco si può pernottare sia nel rifugio che nel bivacco accanto.

Proseguiamo lungo una strada prima sterrata, poi cementata fino a raggiungere la stazione di valle della teleferica che collega il rifugio (vi piacerebbe salire su in teleferica eh? Non si può! 😛 ). La freccia per il rifugio sui Kriški podi ci segnala che impiegheremo 3 ore e mezza per raggiungerlo. È un’indicazione piuttosto corretta. Chi è in forma ci metterà anche meno.

Il sentiero, sempre ben segnalato, sale in modo costante e deciso, nella prima parte quasi sempre all’ombra del bosco (che in estate è una manna). Si può ammirare una bella cascata e si devono superare diversi torrenti asciutti. Man mano che si sale, il bosco comincia a diradarsi e si moltiplicano le vedute panoramiche sui giganti di pietra delle Giulie.

...continua https://www.blogger.com/blog/post/edit/2963768517500394620/3701020084335583093

MICROFESTIVAL

 


𝗺𝗲𝗿𝗰𝗼𝗹𝗲𝗱𝗶̀ 𝟭𝟬 𝗮𝗴𝗼𝘀𝘁𝗼

🕓 ORE 16.00 - 𝗟𝘂𝘀𝗲𝘃𝗲𝗿𝗮
Partenza dall'area Festeggiamenti
Una giornata sugli antichi tracciati dell’Alta Val Torre per scoprire le tradizioni di questo territorio e il profondo legame che qui si è sviluppato tra l’uomo e la natura. Sentieri lastricati testimoni di tempi passati ci accompagneranno tra casere, mulini, lavatoi e boschi risonanti di leggende. Per completare l’esperienza visiteremo il Museo Etnografico di Lusevera, collezione degli strumenti degli degli antichi mestieri della valle, conservata nell’ex latteria sociale.
⚠️ per partecipare alle passeggiate è necessario iscriversi mandando una mail a marta.s@cooperativapuntozero.it

LE PERSEIDI

 




Le Perseidi sono uno sciame meteorico che la Terra si trova ad attraversare durante il periodo estivo nel percorrere la sua orbita intorno al Sole. La pioggia meteorica si manifesta dalla fine di luglio fino oltre il 20 agosto e il picco di visibilità è concentrato attorno al 12 agosto, con una media di circa un centinaio di scie luminose osservabili ad occhio nudo ogni ora. Ciò rende questo sciame tra i più rilevanti in termini di osservabilità tra tutti quelli incrociati dal nostro pianeta nel corso della sua rivoluzione intorno al Sole. La sigla internazionale dello sciame è PER.Il nome deriva dal greco Περσείδαι (Perseidai), termine utilizzato nella Mitologia greca in riferimento ai figli di Perseo.

Storia delle osservazioni

La cometa che ha dato origine a questo sciame è la Swift-Tuttle, che ha un nucleo di circa 10 km. Il suo ultimo passaggio al perielio è avvenuto nel 1992, e il prossimo si realizzerà nel 2126. Le meteore che noi vediamo ora sono particelle rilasciate durante le passate orbite della cometa.

Le prime osservazioni dello sciame delle Perseidi furono fatte dai Cinesi nel 36 d.C.[2] Nel 1866, a seguito del passaggio al perielio della Swift-Tuttle del 1862, l'astronomo italiano Giovanni Virginio Schiaparelli scoprì il legame tra gli sciami meteorici e le comete. La scoperta è contenuta in uno scambio di lettere con Padre Secchi.[3]

Il nome di questo sciame meteorico deriva dal fatto che il radiante, ossia il punto dal quale sembrano provenire tutte le scie, è collocato all'interno della costellazione di Perseo. Nell'anno 2000 le coordinate del punto radiante risultavano essere pari a 46° di ascensione retta e +58° di declinazione, con uno spostamento giornaliero, dovuto al moto di rivoluzione terrestre, di 5,4° A.R. e 0,12° declinazione, dirigendosi dalla costellazione di Cassiopea verso quella della Giraffa.

La perdita, avvenuta il 12 agosto 1993 del satellite per comunicazioni Olympus lanciato dall'Agenzia Spaziale Europea è stata attribuita alla collisione con una Perseide[4][5][6][7].

Tradizione

Le Perseidi in Italia sono note come Lacrime di San Lorenzo e il fenomeno, tradizionalmente collegato alla notte del 10 agosto intitolata a San Lorenzo martire, è noto anche come la notte di San Lorenzo.

In Grecia il fenomeno viene religiosamente associato alla Trasfigurazione del Signore che cade il 6 agosto.

In epoca romana si riteneva che lo sciame di meteoriti fosse una propizia pioggia di sperma del dio Inuo-Priapo che, con questo gesto, fecondava i campi.

La transizione a favore del santo cristiano Lorenzo fu agevolata, come avvenne per molte altre feste pagane, dalla Chiesa Cattolica.

Si ritiene che la figura del santo venne scelta in quanto foneticamente assonante con quella di Acca Larenzia, controparte femminile di Priapo, anch'essa festeggiata il 10 agosto.[8]

https://it.wikipedia.org/wiki/Perseidi

 

Non dimenticare la tragedia di Marcinelle

 L'8 agosto 1956 in Belgio persero la vita 262 minatori, tra cui 136 italiani, sette dei quali friulani

Non dimenticare la tragedia di Marcinelle

L'8 agosto del 1956, nella miniera di carbone Bois du Cazier di Marcinelle, in Belgio, un incendio, causato dalla combustione d'olio ad alta pressione innescata da una scintilla elettrica, causò la morte di 262 minatori, dei quali 136 italiani e, tra questi, sette friulani.

Si trattava di Pietro Basso di Bannia, Mario Buiatti di Udine, Ruggero Castellani di Ronchis, Lorenzo De Santis di Flaibano, Ferruccio Pegorer di Azzano Decimo, Ciro Natale Piccolo di Povoletto e Armando Zanelli di San Giorgio di Nogaro.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 66esimo anniversario della tragedia di Marcinelle e della 21esima Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, ha inviato il seguente messaggio: "Rivolgo un commosso pensiero ai minatori che l’8 agosto 1956 perirono a Marcinelle. Quella tragedia costò la vita, tra gli altri, a 136 connazionali. Dal 2001 la ricorrenza è stata proclamata Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo affinché, nel ricordo di quanto accaduto al Bois du Cazier, possa essere onorata la memoria di tutti gli italiani caduti sul lavoro all’estero"."L’emigrazione dei nostri connazionali e il sacrificio che questa ha comportato hanno segnato l’identità dell’Italia e anche lo stesso processo d’integrazione europea. Le dolorose esperienze dei lavoratori migranti, maturate nei decenni precedenti il Trattato di Maastricht, hanno sollecitato la promozione dei diritti dei lavoratori al livello europeo, contribuendo alla creazione di un’Europa coesa, solidale, fondata anche su un pilastro sociale. In questo spirito, rinnovo ai familiari delle vittime di quella tragedia e di tutti gli altri episodi che hanno tristemente coinvolto i nostri connazionali in altri contesti, i sentimenti di solidale partecipazione al loro dolore e, a tutti gli italiani che lavorano all’estero, le espressioni della riconoscenza della comunità nazionale", conclude il Capo dello Stato.

“La tragedia di Marcinelle è diventata simbolo universale della nuova Europa, quella in cui il lavoro è un’opportunità di riscatto e un’acquisizione di diritti non una condizione di inferiorità e di discriminazione, di rischio della vita. E’ toccato agli italiani costretti a migrare, a lungo denigrati e sfruttati, è toccato a tanti popoli anche nella storia d’Europa. Come pur hanno fatto altre volte, Meloni e gli altri esponenti della destra italiana, invece di polemizzare oggi potevano essere a Marcinelle assieme al segretario Letta, dimostrando plasticamente che su alcuni valori fondamentali l’Italia è unita. Sui diritti umani e sociali, sulla vita che si perde nelle viscere della terra o in fondo al mare, non si fa propaganda”. Lo afferma la presidente del gruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani, nell’anniversario della tragedia di Marcinelle.

“L'emigrazione del dopoguerra è stata un fenomeno segnato da tragedie immani che ha coinvolto famiglie, intere comunità, tutto il Paese. Con i caduti friulani di Marcinelle, ricordiamo i triestini, istriani, sloveni di qua e di là del confine che hanno dovuto partire. Spinti da povertà, assenza di prospettive, paura sono andati dove c’era pane e futuro, nell’Europa che si ricostruiva, in America o in Australia. Il primo dovere è il rispetto per quei sacrifici, quella tenacia, quei caduti, impegnandoci affinché la nostra Repubblica sia davvero fondata sul lavoro, dove ognuno ha il diritto di non morire”. Lo afferma la senatrice Tatjana Rojc (Pd) nell’anniversario della tragedia di Marcinelle.

https://www.ilfriuli.it/articolo/politica/non-dimenticare-la-tragedia-di-marcinelle/3/270124

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