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Ultimo fine settimana per visitare il Presepe di sabbia

 


Oltre 50 mila visite e grandissimo apprezzamento per la qualità delle opere rappresentate e per il tema prescelto. Si avvia così al termine la diciottesima edizione del grande Presepe di Sabbia di Lignano Sabbiadoro, che vedrà sabato 26 (dalle 14.00 alle 18.00) e domenica 27 febbraio (dalle 10.00 alle 18.00) il suo ultimo fine settimana di visite. Prenotazione consigliata su www.presepelignano.it. Un risultato che soddisfa largamente gli organizzatori, soprattutto considerando che anche quest’anno la manifestazione si è svolta in ottemperanza alle importanti restrizioni dettate dal contrasto della pandemia. Coraggioso, ma pienamente centrato, il tema prescelto per l’opera realizzata dall’equipe di artisti internazionali dell’Accademia della Sabbia: un omaggio al sommo poeta Dante e alla Divina Commedia, con l’intento di offrire ai visitatori, assieme ai consueti momenti di bellezza e di serenità, un’esperienza del tutto inedita. La sfida, che ora può dirsi vinta, era quella di far coesistere idealmente il percorso di Dante nella Divina Commedia con quello presepiale. Alcuni episodi e personaggi fra i più significativi ed emblematici dell’Inferno e del Purgatorio hanno dunque preso il posto dei tradizionali personaggi del Presepe e sono sati riletti in chiave contemporanea, sia con lo scopo di suggerire possibili riflessioni sulla nostra vita e il nostro tempo, sia con l’intento di fungere da innesco per un viaggio visuale, emozionale e suggestivo nella memoria che ciascuno di noi ha del capolavoro dantesco.“Desideriamo ringraziare davvero tutti – commenta Mario Montrone, presidente dell’Associazione Dome Aghe e Savalon d’Aur, organizzatrice del Presepe con il sostegno del Comune di Lignano Sabbiadoro e Lignano Sabbiadoro Gestioni – la partecipazione, anche in questi ultimi fine settimana di febbraio, è stata davvero importante e ci ha ripagato del grande sforzo profuso, dimostrando una volta di più come Lignano possa essere un punto di riferimento turistico per la Regione anche nel periodo invernale”.


La 18a edizione dell’opera è organizzata, come di consueto, dall’ Associazione Dome Aghe e Savalon d’Aur con il sostegno della Città di Lignano e di Lignano Sabbiadoro Gestioni, in collaborazione con Lignano in Fiore Onlus e con il fondamentale contributo delle Associazioni lignanesi.

PACE-MIR


Io sogno che ci sia la pace in ogni paese della terra.

Faccio un appello ai grandi del mondo:cessate le guerre perchè portano morte,devastazione e miseria

per tutti. 

PACE PACE PACE

Far rivivere la stalla di Stolvizza di Resia

 


A ripercorrerne la storia si trova un nome carico di progettualità e perfettamente in sintonia con l’ambiente circostante: la valle dei fiori. È questa ‘valle’ che oggi Resia e la frazione di Stolvizza vogliono far rifiorire, trovando un interlocutore che riapra le porte della stalla sociale del paese, chiusa da alcuni anni ma sostanzialmente pronta per accogliere una cinquantina di capi e le connesse attività di allevamento.

Nata negli anni Ottanta dal secolo scorso, a seguito della progettualità assunta dall’allora cooperativa ‘ta rošina dolyna – la valle dei fiori’, la stalla è stata realizzata su 900metri quadri di fabbricato e circa 5mila metri di scoperto, arrivando a gestire una cinquantina di capi. Negli anni è passata di mano e l’attuale proprietà, la società Neuero di Bolzano, l’ha messa in vendita.

Situata a Stolvizza, una delle frazioni più vivaci e attive del Comune di Resia, la stalla sociale e il suo futuro sono diventati un ‘pensiero’ di tutta la comunità e della stessa amministrazione comunale.“L’auspicio di tutti è che questa struttura, molto interessante dal punto di vista imprenditoriale e logistico, possa uscire da uno stato di non utilizzo” afferma il sindaco Anna Micelli. “È situata in uno straordinario contesto ambientale e in un ricco tessuto socioculturale”.

A Resia, perciò, si guarda a largo spettro, sperando nell’interesse di imprenditori agricoli regionali o extra regionali che qui potrebbero coniugare un’attività di qualità, diversificata e anche legata alle opportunità turistiche che l’area offre. La Val Resia, infatti, vanta la sede del Parco delle Prealpi Giulie, l’Ecomuseo con i suoi sentieri, il Museo etnografico, il Museo dell’arrotino, l’ex Museo della Latteria di San Giorgio, il Centro culturale Varcota e la Tana Val Resia. Proprio a Stolvizza, inoltre, è possibile ammirare le tipiche case resiane costruite in pietra e caratterizzate da ballatoi in legno.

La stalla sociale è costituta da diversi ambienti: oltre alla stalla vera e propria, ci sono il fienile, la sala latte, la vasca liquami, lo spazio per il parco macchine, due aree per lo svezzamento, l’ufficio, il servizio e l’infermeria. In dotazione anche l’auto-dosatore e la pompa di calore.

Se il soggetto di riferimento per l’acquisto resta la società attualmente proprietaria della struttura e dell’area, l’ente locale ha deciso di far conoscere questa realtà e possibilità in una più ampia azione di mobilitazione di tutte le energie per far continuare a vivere la montagna del Friuli Venezia Giulia. “La stalla è pre-allestita – conclude la sindaco -, mancano alcune componentistiche, ma l’edificio è già pronto per accogliere il bestiame”.https://www.ilfriuli.it/articolo/gusto/far-rivivere-la-stalla-di-stolvizza-di-resia/10/260932

Proverbio delle Valli del Natisone




 An dober denar paršparan je dvakrat zašlužien.

Denaro risparmiato è due volte guadagnato.

fonte Lintver proverbi raccolti da Giorgio Qualizza.

Denaro risparmiato, due volte guadagnato.

LEGGENDA DI CARNEVALE

 

CARNEVALE

 Carnevale era un Re, potente e generoso.

dal web

Le porte del suo palazzo erano sempre aperte e

chiunque poteva entrare nelle cucine della reggia

 e saziarsi a volontà.

Ma i sudditi  approfittarono del suo buon

cuore e a poco a poco si presero tanta confidenza,

da costringere il povero re a non uscire più dal suo

palazzo per non essere fatto oggetto di insulti.

Quindi si ritirò in cucina e lì rimase nascosto,

mangiando e bevendo in continuazione.

Ma un  giorno,era sabato, dopo essersi saziato ed abbuffato

,cominciò a sentirsi male.

Grasso come un pallone,il volto paonazzo ed il ventre

gonfio, capì che stava per morire per la sua ingordigia.

Tutto sommato era felice per la vita allegra che aveva

condotto, ma non voleva andarsene così, solo,

abbandonato da tutti.

Si ricordò allora di avere una sorella, una donnina

fragile, snella , di nome Quaresima,

che lui, un giorno, aveva cacciato di corte.

La mandò a chiamare e lei, generosa, accorse;

gli promise di assisterlo e farlo vivere altri tre giorni,

domenica, lunedì e martedì, ma in cambio pretese di

essere l’erede del regno.

Re Carnevale accettò e passò gli ultimi tre giorni della

sua vita divertendosi il più possibile.

Morì la sera del martedì e sul trono, come

precedentemente avevano stabilito, salì Quaresima.

Per risollevare l’economia del regno, lavorò duro e

grosse penitenze furono le caratteristiche del suo

governo.

In molti paesi  oggi la Quaresima  è rappresentata

da una “pupattola” appesa ai balconi delle abitazioni.

E’ una bambola di pezza, raffigurante una vecchia magra e

brutta, con un fazzoletto in testa.

L’abito è spesso realizzato con la stoffa nera .

Alle gambe della bambola è appesa un’arancia, in cui

sono infilate 7 penne di gallina, da sfilarsi una ogni

domenica che precede la Pasqua.

da https://balbruno.altervista.org/index-1981.html

Oggi è giovedì grasso

 

Il carnevale è una festa mobile che si celebra nei Paesi di tradizione cristiana e in particolare in quelli di rito cattolico[1]: i festeggiamenti si svolgono spesso in pubbliche parate in cui dominano elementi giocosi e fantasiosi, in particolare, l'elemento distintivo e caratterizzante è l'uso del mascheramento.Secondo la più accreditata interpretazione la parola 'carnevale' deriverebbe dal latino carnem levare ("eliminare la carne"),[2] poiché indicava il banchetto che si teneva l'ultimo giorno di Carnevale (martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima[3][4][5][6]. In alternativa si è ipotizzato che il termine possa invece aver tratto origine dall'espressione latina carne levamen (avente l'analogo significato di "eliminazione della carne"), oppure dalla parola carnualia ("giochi campagnoli") o ancora dalla locuzione carrus navalis ("nave su ruote", quale esempio di carro carnevalesco)[7] se non addirittura da currus navalis ("corteo navale"), usanza di origine pagana e occasionalmente sopravvissuta fino al XVIII secolo tra i festeggiamenti del periodo[8]. Le prime testimonianze dell'uso del vocabolo "carnevale" (detto anche "carnevalo") vengono dai testi del giullare Matazone da Caligano alla fine del XIII secolo e del novelliere Giovanni Sercambi verso il 1400.[9]

I festeggiamenti maggiori avvengono il giovedì grasso e il martedì grasso, ossia l'ultimo giovedì e l'ultimo martedì prima dell'inizio della Quaresima. In particolare il martedì grasso è il giorno di chiusura dei festeggiamenti carnevaleschi, dato che la Quaresima nel rito romano inizia con il Mercoledì delle ceneri...https://it.wikipedia.org/wiki/Carnevale

L' aquilone

 



C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole,

anzi d'antico: io vivo altrove, e sento
che sono intorno nate le viole.

Son nate nella selva del convento
dei cappuccini, tra le morte foglie
che al ceppo delle quercie agita il vento.

Si respira una dolce aria che scioglie
le dure zolle, e visita le chiese
di campagna, ch'erbose hanno le soglie:

un'aria d'altro luogo e d'altro mese
e d'altra vita: un'aria celestina
che regga molte bianche ali sospese...

sì, gli aquiloni! E' questa una mattina
che non c'è scuola. Siamo usciti a schiera
tra le siepi di rovo e d'albaspina.

Le siepi erano brulle, irte; ma c'era
d'autunno ancora qualche mazzo rosso
di bacche, e qualche fior di primavera

bianco; e sui rami nudi il pettirosso
saltava, e la lucertola il capino
mostrava tra le foglie aspre del fosso...

https://www.libriantichionline.com/divagazioni/giovanni_pascoli_aquilone

Giovanni Pascoli

Due impiegati di lingua slovena

 


L’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale di Udine ha emesso un avviso pubblico per titoli ed eventuale prova selettiva a due posti di collaboratore amministrativo professionale (cat. D del contratto nazionale per il comparto sanità) con le mansioni di sportellista e traduttore in lingua slovena. I posti di lavoro sono a tempo pieno fino al 31. 12. 2024. La scadenza di presentazione delle domande è il prossimo 25 febbraio. Il bando completo è disponibile sul sito https://asufc.sanita.fvg.it/it/concorsi.

dal dom

buongiorno




 Che fa l’aria infinita, e quel profondo

infinito seren? che vuol dir questa

solitudine immensa? ed io che sono?
Leopardi
...Che fa l'aria infinita?...
Foto dal web

Lo stesso respiro


 (Lo stesso respiro)

C’è qualcosa in questa vita imperfetta
di opprimente e così appagante
che quel né prendere né lasciare
tante volte si tramuta in un prendere
ogni cosa e lasciare che cada o scompaia.
Ci siamo così lasciati e ripresi
riavvolti nella nostra coperta di scuse
e alle cinque del mattino rivisti
in un sogno e poi per minuti e ore
costretti al silenzio – la diga
che satura ogni intento.
Facciamo allora che in tutti
questi anni siamo stati lo stesso respiro
– facciamo che non ho paura di cadere
perché sarai sempre tu a rialzarmi
sempre tu a dirmi la pienezza delle parole
che sono voce dura e indifesa.
Michele Obit (Ludwigsburg, 1966), da La balena e le foglie (Qudu 2019)

Sso e Skgz per un fondo per l’economia

 


La ministra della Repubblica di Slovenia per gli Sloveni d’oltreconfine e nel mondo, Helena Jaklitsch, di recente ha incontrato i presidenti delle due organizzazioni confederative della comunità slovena in Italia, Ksenija Dobrila per l’Unione culturale economica slovena-Skgz e Walter Bandelj per la Confederazione delle organizzazioni slovene-Sso.

All’incontro hanno partecipato anche alcuni rappresentanti del ministero per lo Sviluppo economico, Gregor Černoga e Jan Sitar, del servizio governativo della Repubblica di Slovenia per lo sviluppo e le politiche di coesione europee, Aleksandra Šuster Močnik e Patricija Muršič, nonché del ministero per l’Istruzione, la scienza e lo sport, Roman Gruden.

 Nel corso dell’incontro sono stati affrontati i temi di maggiore attualità per la comunità slovena autoctona in Italia.

In passato la minoranza slovena in Italia disponeva di una buona base finanziaria, che sosteneva anche lo sviluppo culturale e sportivo. Ai fini della propria esistenza, necessità di una adeguato supporto economico. Rilievo è stato dato all’esempio positivo dei programmi finanziari per il Porabje. Un programma simile e un eventuale fondo economico tra Slovenia e Italia potrebbero permettere lo sviluppo di cultura, turismo, agricoltura e piccole imprese, gettando le basi per la permanenza dei giovani.

La comunità slovena partecipa con successo ai programmi trnsfrontalieri europei. È, infatti, l’unica tra le comunità slovene d’oltreconfine a collaborare a un programma strategico già nel secondo periodo di programmazione; sta, tra l’altro, lavorando in vista di una collaborazione anche nel prossimo. Nel farlo, si trova a rapportarsi a normative differenti in seno a entrambi gli Stati e alla questione di risorse finanziarie adeguate. Per il prestigio della comunità slovena in Italia ha grande rilievo l’essere lead partner nell’ambito di un progetto strategico di diversi milioni euro.

I partecipanti all’incontro hanno parlato anche della situazione del sistema scolastico con lingua d’insegnamento slovena in Italia, che per il proprio funzionamento necessita di una tutela adeguata e di essere trattato col principio della discriminazione positiva. Ciò troverebbe attuazione attraverso un’adeguata autonomia.

https://www.dom.it/sso-in-skgz-za-sklad-za-gospodarstvo_sso-e-skgz-per-un-fondo-per-leconomia/

Proverbio




 Una mela al giorno toglie il medico di torno!

La mela è il falso frutto del melo (Malus domestica), infatti, il vero frutto è il torsolo, che invece buttiamo. Il melo ha origine in Asia centrale (attuale Kazakistan) e l'evoluzione dei meli botanici risalirebbe al Neolitico. La specie è presente in Italia nominalmente con circa 2000 varietà, ma la definizione più precisa è difficile data la sovrapposizione storica delle denominazioni, e le specie estinte o irreperibili. Il termine "mela" deriva dal latino tardo melum (dal greco antico μῆλον, leggi mèlon) per il classico malum, a sua volta derivante dal dorico μᾶλον, leggi màlon. Il termine potrebbe essere messo in relazione con la radice indoeuropea *mal - dal significato di "essere molle", "dolce", ed avere forse un legame con "malva" e "miele"


In Benecia si coltiva la mela Zeuka che è una mela antica.È una varietà di melo autoctona con frutti dalla pezzatura media e forma asimmetrica. Presenta una discreta produttività.

È croccante e gustosa oltre a conservarsi intatta nel sapore per mesi anche senza necessità di riporla in frigorifero. Territorio interessato alla produzione: Province di Udine e Pordenone, in particolare nelle Valli del Natisone (UD)




NO ALLE GUERRE

 


UOMO DEL MIO TEMPO di Salvatore Quasimodo


Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
-t'ho visto- dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T'ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero,
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
quando il fratello disse all'altro fratello:
"Andiamo ai campi". E quell'eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.

Trombette di Carnevale

 


ANTONIA POZZI

NOTTE DI FESTA

Sgrana gli occhi, soldato alpino,
stringi più forte la tua ragazza:
sono venute le signorine
a ballare nella tua osteria.

Che belle rose di carta gialla
alle pareti di legno d'abete.
Chi suona
con le trombette di carnevale?
Vino.
E frittelle unte.
Una stella filante verdolina
lega i tuoi chiodi
alle mie scarpe
d'argento.
Chi strilla
con le trombette di carnevale?

Oggi sotto al Cristallo
è caduta la valanga.

Non bestemmiare, soldato alpino:
batti gli occhi nell'aperta notte.

Le signorine ballano ancora.
Come sono strane
queste mie spalle nude:
chi cercava
le mascherette di cartapesta?
io canto
un sonnolento ritornello.
E già sui vetri illividisce e intesse
gelate fioriture l'alba:
segna
palpebre viola,
pallide labbra nella stanza spenta.
In alto
tu fra i mortali blocchi
erri solo:
scavano ferree le tue mani rosse.

Vuota sotto una croda
nella prima
aurora
la slitta attende
coi suoi rami verdi
in croce.

Misurina, 6 gennaio 1936

(da Parole, 1939)

da https://cantosirene.blogspot.com/2015/02/trombette-di-carnevale.html

Oggi è la giornata internazionale della lingua madre

 


La giornata internazionale della lingua madre è una celebrazione indetta dall'UNESCO per il 21 febbraio di ogni anno per promuovere la madrelingua, diversità linguistica e culturale e il multilinguismo. Istituita nel 1999, è celebrata dall'anno seguente; nel 2007 è stata riconosciuta dall'Assemblea Generale dell'ONU, contemporaneamente alla proclamazione del 2008 come Anno internazionale delle lingue.

Il 21 febbraio è stato scelto per ricordare il 21 febbraio 1952, quando diversi studenti bengalesi dell'Università di Dacca furono uccisi dalle forze di polizia del Pakistan (che allora comprendeva anche il Bangladesh) mentre protestavano per il riconoscimento del bengalese come lingua ufficiale.

La mia lingua madre è la lingua SLOVENA!!!

Niente green pass in Slovenia


da fb


🟢 Niente più green pass per l'ingresso in Slovenia 🇸🇮 via libera anche per negozi e locali
Il governo sloveno ha emanato un nuovo decreto che revoca le limitazioni dei decreti anti-covid precedenti.
✅ Per l'ingresso in Slovenia non è più necessario il green pass.
✅ Lo stesso vale per l'accesso a negozi, ristoranti, hotel e locali in genere: il green pass non è più richiesto.
⏱ Non ci sono più limitazioni di orario per i locali.
😷 Permane l'obbligo di indossare la mascherina negli ambienti chiusi.
Fonte: sito web del Governo della Repubblica di Slovenia

La mora di gelso


Da Vita nei Campi 

 La mora di gelso

di Raffaele Testolin
Il gelso non è spontaneo da noi, ma lo conosciamo da quando l’abbiamo introdotto dall’Asia a partire dal 1400 per alimentare i bacchi da seta. Dopo un ritorno di fiamma agli inizi dell’’800, quando lo Zanon rilanciò l’allevamento come fonte di reddito per le famiglie contadine, il bacco da seta è caduto in disuso. Un progetto finanziato dal Piano di Sviluppo Rurale prevede la reintroduzione dell’allevamento in Friuli e il riuso del gelso. Se son rose, fioriranno.
Esistono due varianti: il gelso bianco e il gelso nero. Il primo era tipicamente usato per l’alimentazione dei bacchi da seta e spesso non si vedevano i frutti a causa delle drastiche potature che subiva l’albero, al quale venivano tolti i rami con le foglie destinate all’alimentazione del nobile bruco. Il secondo, meno interessante per la bachicoltura, produce dei frutti neri (chiamate more, tecnicamente il frutto è un sorosio, cioè un frutto composito, fatto di piccole bacche) destinati alla produzione di confetture, succhi, sciroppi ed altri prodotti trasformati.
Se poi l’idea di produrre succhi e confetture non vi convince, leggete la letteratura e troverete che non c’è malattia umana che non venga contrastata da prodotti a base di frutti, foglie, corteccia e radici del povero gelso. Anche il bozzolo del bacco da seta è oggetto di sperimentazione per le sue proprietà farmacologiche.
Io ho qualche diffidenza per tutte queste proprietà medicinali e non pianterei il gelso per la mia salute e nemmeno per alimentare bacchi da seta, ma succhi e confetture sono una prelibatezza e, quando ho occasione di andare in Sicilia, non mi faccio mancare una granita a base di more di gelso.
Il gelso è pianta rustica, si adatta a tutti i tipi di terreno. Esistono piante maschili e piante femminili e per produrre frutti è necessario acquistare queste ultime. Tutti abbiamo negli occhi i bellissimi filari di gelso capitozzati lungo le vie di accesso alle dimore rustiche padronali in Friuli, ma provate a coltivarlo a cespuglio, dando alla pianta lo spazio necessario alla sua grande vigoria, Vedrete che spettacolo.
Anche il gelso – come altre piante di cui abbiamo parlato di recente - non ha bisogno di particolari cure, ma attenti che il bacco da seta non è l’unico bruco interessato al gelso. Altre specie di lepidotteri, se prendono di mira la vostra pianta, potrebbero defogliarla. Buona fortuna e arrivederci alla prossima puntata.

Le nostre lingue di casa anche a scuola

 


Le amministrazioni comunali della Valcanale non ci stanno. Nelle scorse settimane su diversi media di lingua slovena nella zona a ridosso del triplice confine il vicepresidente del circolo sloveno Sks Planika di Ugovizza/Ukve, Rodolfo Bartaloth, ha espresso un giudizio piuttosto critico rispetto all’insegnamento dello sloveno nelle scuole della Valcanale, e ha riproposto il modello della scuola bilingue di San Pietro al Natisone/Špietar. La scelta del Planika di sostenere al momento l’insegnamento plurilingue sarebbe dovuta, infatti, solo a prevenire ogni eventualità che l’insegnamento dello sloveno esca di nuovo dalle scuole della valle.

In particolar modo, Bartaloth ha rilevato come gli insegnanti siano selezionati da un’agenzia interinale, che non conosce la realtà locale, e ha aggiunto che l’insegnamento dello sloveno inizia a fine ottobre o addirittura novembre. L’esponente del Centro Planika è stato particolarmente critico anche rispetto ai metodi di lavoro a scuola e alle conoscenze conseguite dai bambini.

Ma di altro parere sono le amministrazioni comunali di Tarvisio e Malborghetto-Valbruna, che insieme all’Associazione/Združenje don Mario Cernet e al circolo Kanaltaler Kulturverein sostengono concretamente il progetto plurilingue fin dall’inizio.

Dal municipio di Malborghetto l’assessore all’istruzione, Alberto Busettini, continua a crederci con forza. «In questi anni di strada ne è stata fatta. Anzitutto dal punto di vista formale, perché la Regione Fvg sostiene fortemente il progetto, che attualmente rientra nella riforma scolastica regionale ed è al vaglio del ministero dell’Istruzione anche per l’ottenimento della sperimentazione ministeriale. Lo stesso presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, ha affermato più volte di considerare la stabilizzazione dell’insegnamento plurilingue in Valcanale come una priorità». Partito nel 2017 a Ugovizza con fondi comunali, di fatto il progetto trova da anni il sostegno della Regione grazie ai fondi della legge 38/01 di tutela della minoranza linguistica slovena. Dal 2022, per tre anni, sarà finanziato grazie alle risorse ministeriali di Aree interne relative al settore istruzione, in un’ottica di verticalizzazione verso le scuole superiori.

«Nel 2017 il progetto plurilingue aveva ottenuto il sostegno di tutte le amministrazioni comunali e di tutte le associazioni di minoranza linguistica dalle Valcanale, nessuna esclusa (Planika compreso ndr). In quel solco ci siamo sempre mossi, insieme all’Istituto omnicomprensivo di Tarvisio e agli altri comuni della valle», sottolinea Busettini, che non nasconde le criticità.

«Abbiamo anche dovuto affrontare alcune problematiche, come la difficoltà a reperire docenti o la burocrazia, che in questa fase ci impone di passare attraverso un’agenzia interinale e ci impedisce a volte di dare la giusta continuità al progetto. Negli ultimi due anni si sono sommate la chiusura della scuola nel 2020 per la pandemia e le difficoltà che sta subendo ancora adesso per il Covid-19». Non si possono, quindi, paragonare i risultati riscontrati a fine 2019 con quelli di adesso, in cui docenti e alunni di tutto il mondo scolastico devono continuamente misurarsi tra quarantene, DAD, distanziamento. «Ma va dato atto – evidenzia Busettini – che le lingue sono diventate una parte integrante dell’offerta formativa locale, con ore di lingua settimanali e ore di insegnamento in lingua trasversali ad altre materie, e soprattutto in tutte le scuole della Valcanale».

Anche l’assessore all’istruzione della vicina Tarvisio, Barbara Lagger, rileva i molti passi avanti compiuti. «Il progetto sicuramente non è andato avanti come avrebbe dovuto e il tutto è dovuto alla pandemia, che ha generato un rallentamento, anche rispetto al reperimento degli esperti linguistici, soprattutto per due plessi. Rispetto a quanto dichiarato dal signor Bartaloth, vorrei sottolineare che associazioni come Kanaltaler Kulturverein e don Mario Cernet hanno cofinanziato il progetto fin dagli inizi. Il circolo del vicepresidente Bartaloth non mi pare lo abbia mai fatto, anche se, nel gennaio 2017, ha sottoscritto la risoluzione congiunta per la scuola plurilingue come tutti gli altri. Il progetto plurilingue e l’iter per la regionalizzazione della scuola sono finalmente arrivati al ministero dell’Istruzione. Si tratta di due temi che stanno avanzando di pari passo».

I tempi sono lunghi. «Anzitutto dovremmo puntare al riconoscimento della sperimentazione e poi, chiaramente, al passaggio vero e proprio del riconoscimento ministeriale della scuola stessa in quanto scuola plurilingue con una legge ad hoc. Però, se già riuscissimo a giungere al riconoscimento della sperimentazione, sarebbe un bellissimo traguardo», dice Lagger. Per fortuna, oltretutto, ora è partito il finanziamento del progetto plurilingue tramite Aree interne e, quindi, la situazione dovrebbe essere abbastanza stabile dal punto di vista finanziario. Dal prossimo anno scolastico, poi, sarà direttamente l’Istituto scolastico a reperire e organizzare i docenti, cosa che sicuramente contribuirà a stabilizzare maggiormente il progetto plurilingue.

Da Malborghetto, Busettini guarda avanti e nota l’interesse suscitato altrove dall’esperimento valcanalese: «Ovviamente in parallelo bisognerà lavorare per formare gli insegnanti del futuro, in modo che anche la Valcanale abbia docenti bilingui come in altre località della regione. Non da ultimo l’interessamento del Comune di Sappada nell’adottare in futuro un modello bilingue per la propria scuola, esportando quello della Valcanale, testimonia la bontà e le potenzialità di un progetto vagliato da una commissione scientifica». (U. D.)

 https://www.dom.it/avtohtoni-jeziki-so-v-soli-doma_le-nostre-lingue-di-casa-anche-a-scuola/

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