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IVAN TRINKO padre della Benecia

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4 dic 2021

Dopo un anno di attesa, riparte la stagione dello sci

 


Dopo un anno di stop, riparte la stagione invernale. Da oggi, con l’apertura dei primi impianti, sulle nostre montagne si torna – finalmente! – a sciare. Nel primo weekend 'bianco', saranno tre le mete a disposizione per gli appassionati: Piancavallo, Sella Nevea e Tarvisio che, complici le temperature dei giorni scorsi, hanno già messo a punto alcune delle piste.

Nel dettaglio, sul Piancavallo da sabato 4 dicembre sono aperti i campi scuola Daini, Bambi, Genzianella e la seggiovia Tremol 1 per i pedoni.

A Sella Nevea sarà aperta la parte alta del demanio sciabile e il campo scuola nei pressi del parcheggio. Collegamento con Bovec: il confine è aperto ma per sciare nei due comprensori gli skipass devono essere acquistati separatamente nelle relative casse (Sella Nevea e Bovec). E' attivo un servizio navetta gratuito dal parcheggio Slovenia all’ingresso della telecabina del Canin. Lo skipass giornaliero, sci@ore e il plurigiornaliero per il polo di Sella Nevea sono scontati del 10% sulla tariffa ordinaria.

A Tarvisio apre la pista Di Prampero dalla cima fino all'intermedia, quindi la Telecabina del Lussari sarà aperta anche per i pedoni. Per i più piccoli sarà aperto il parco giochi e per gli amanti del fondo saranno disponibili 3,5 chilometri all'Arena Paruzzi.

Per gli altri impianti bisognerà, invece, attendere l’8 dicembre, con un occhio alle previsioni meteo dei prossimi giorni e alle informazioni aggiornate sulla neve.

Alle 10.30 di oggi sullo Zoncolan saranno inaugurate la prima seggiovia a sei posti dedicata al Giro d'Italia e la nuova pista Zoncolan 3 Alta.

Altri interventi di miglioramento riguardano Sauris, Sella Nevea e Tarvisio. Infine, a Forni di Sopra sarà a disposizione degli sciatori la nuova pista Plan dai Pos e a Sappada aprirà nuovamente il versante sciistico di Sappada 2000.

"La stagione invernale del Friuli Venezia riparte all'insegna della massima sicurezza e con la garanzia che, anche nella malaugurata ipotesi di passaggio in zona arancione, gli impianti, i ristoranti e gli alberghi rimarranno aperti grazie al Green Pass rafforzato e alle nuove misure che su nostra precisa sollecitazione il Governo ha introdotto”, aveva ricordato nei giorni scorsi il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga.

LE REGOLE. In zona bianca e gialla, sarà necessario essere in possesso del Green Pass "base" per accedere agli impianti di risalita; i minori di 12 anni non dovranno essere in possesso di nessuna certificazione; all'interno degli impianti chiusi, dai 6 anni in su, andrà indossata una mascherina Ffp2.

Ancora, la capienza su funivie, cabinovie e seggiovie con chiusura paravento sarà ridotta all'80%, mentre la capienza sugli impianti aperti rimarrà al 100%; gli impianti di risalita saranno regolarmente arieggiati e disinfettati; il numero di skipass non sarà limitato e pertanto non sarà richiesta la prenotazione, mentre rimane preferibile, comunque, acquistare lo skipass online; nei rifugi saranno applicate le stesse norme di sicurezza previste per bar e ristoranti.

In caso di passaggio in zona arancione per accedere agli impianti da sci bisognerà avere il "super Green Pass", rilasciato solo con la vaccinazione o dopo la guarigione dal Covid. Se la chiusura sarà totale per l'intera stagione invernale, il rimborso sarà integrale. I controlli di validità del Green Pass saranno effettuati dalle autorità di pubblica sicurezza congiuntamente al personale di PromoTurismoFvg, così da permettere una verifica incrociata con i dati e la validità dello skipass.

ASSICURAZIONENovità di rilievo: da gennaio 2022 per l'utilizzo degli impianti sarà obbligatorio seguire un regolamento per la sicurezza ovvero essere in possesso di assicurazione di responsabilità civile verso terzi in corso di validità. Inoltre, i minori di 18 anni dovranno sempre indossare il casco. A proposito della copertura assicurativa PromoTurismoFvg già da diverso tempo propone la polizza abbinata allo skipass, al costo di 3 euro al giorno oppure di 46 euro per l'intera stagione (QUI TUTTE LE INFORMAZIONI).

https://www.ilfriuli.it/articolo/viaggi/dopo-un-anno-di-attesa-riparte-la-stagione-dello-sci/11/256564


3 dic 2021

Nella toponomastica di Udine / Blanchini v toponomastiki Vidna

 


Nel centenario della morte, il Comune di Udine, con deliberazione della giunta municipale dopo l’approvazione nella commissione per la toponomastica, presieduta dall’assessore Alessandro Ciani, ha stabilito di intitolare a don Blanchini un’area verde, accogliendo la proposta del consigliere Giovanni Marsico. Così il benemerito sacerdote entra a far parte della toponomastica cittadina come il confratello e coetaneo beneciano mons. Ivan Trinko. La parrocchia di San Giorgio è in attesa della risposta dell’Università di Udine alla proposta di intitolare a don Blanchini il polo pedagogico dell’ateneo, che ha sede in quello che fino al 1990 fu sede dell’istituto tecnico femminile fondato dal sacerdote e a lui intitolato dopo la morte. Il senato accademico dovrebbe esprimersi in proposito entro la fine dell’anno.  Alla figura di don Blanchini, ma anche del suo cappellano don Dugaro, sarà dedicato l’incontro di studi «Don Eugenio Blanchini: prete, educatore, promotore sociale» che si terrà mercoledì 15 dicembre alle 17 nella chiesa di S. Giorgio Maggiore in Udine, la parrocchia della quale il sacerdote valligiano fu parroco. Dopo il saluto di accoglienza e introduzione dell’attuale parroco, don Angelo Favretto, sono programmate quattro relazioni. Mons. Sandro Piussi, direttore degli Archivi diocesani udinesi, parlerà su «La Chiesa Udinese nel passaggio da Otto a Novecento tra fermenti sociali e rinnovamentopastorale»; Igor Jelen, docente di Geografiaeconomico- politica all’Università di Trieste su «Don Eugenio Blanchini/Evgen Blankin (1863-1921): un eroe dei nostri tempi», Giorgio Banchig, giornalista estorico, su «La Slavia/ Benečija nel secondo Ottocento e nell’analisi di don Eugenio Blanchini ».Alessio Persic, docente di Letteratura cristiana antica all’Università Cattolica di Milano su «Don Eugenio parroco in Borgo Grazzano insieme a Adolfo Dugaro cappellano». Al termine sarà celebrata l’Eucarestia in suffragio anche del cappellano don Adolfo Dugaro. L’iniziativa è della parrocchia di San Giorgio Maggiore, con la partecipazione della Associazione/ Združenje «Don Eugenio Blanchini », del nostro quindicinale e della Biblioteca del Seminario arcivescovile di Udine.

continua in sloveno https://www.dom.it/blanchini-v-toponomastiki-vidna_nella-toponomastica-di-udine/?fbclid=IwAR0hL5Sq0Gf6VvXjJWibHVO75l6MZ_Z_rKF_LUAQIS8p3KbPEYR6qwxMkTA

2 dic 2021

MARIO CANCIANI da fb

 


Per rispondere alle domande che ci vengono poste sul Coronavirus, abbiamo deciso di riprendere la pubblicazione del report, che pensiamo di fare a cadenza mensile, a meno di importanti sviluppi nella malattia. Forniremo notizie pratiche sull’infezione, basate su studi scientifici rigorosi. Il report non vuole sostituire il ruolo del curante, né quelle della sanità regionale, le cui indicazioni invitiamo sempre a rispettare. Per chi lo desiderasse, venerdì 3 dicembre sarò presente su UdineseTV, canale 110, alle ore 19.30 e in replica alle 22.15. Si parlerà anche di terapia delle malattie respiratorie, con dimostrazione pratica. Poiché non si potranno fare delle domande in diretta, chi avesse dei quesiti, può mandarli anticipatamente a: studio@mariocanciani.com.

COSA SIGNIFICA LA SIGLA “OMICRON” PER LA NUOVA VARIANTE?
A maggio scorso, l’OMS ha deciso di non chiamare più le nuove varianti in base al luogo della scoperta, ma con le lettere dell’alfabeto greco. Per esempio la prima variante, quella inglese, è diventata alfa. A questo punto, la nuova variante avrebbe dovuto chiamarsi Nu (che si dovrebbe pronunciare niu, facendo confusione con new). Si è passati alla lettera successiva, che doveva essere la xi, ma qui c’era il problema dell’omonimia con il presidente cinese, per cui si sono saltate 2 lettere e si è arrivati alla quindicesima, appunto omicron.
LA VARIANTE OMICRON È PIÙ PERICOLOSA DELLE ALTRE?
A dispetto dell’allarmismo di questi giorni, dai dati che disponiamo è emerso che la nuova variante è più contagiosa, ma meno cattiva delle altre: dà sintomi più lievi, meno ricoveri e meno casi gravi. Può essere diagnosticata con i comuni test molecolari, causa focolai più piccoli della variante delta. Sembra anche che i vaccini in uso ci proteggano, ma se anche così non fosse in 3 mesi potremmo avere un nuovo vaccino contro di essa.
PERCHÈ IL FRIULI VENEZIA GIULIA È STATA LA PRIMA REGIONE A FINIRE IN ZONA GIALLA?
Si sono sommati (1) le manifestazioni no vax, particolarmente frequenti a Trieste, (2) la vicinanza con Slovenia, Croazia e Austria, dove i numeri della pandemia sono peggiori, (3) la bassa percentuale di vaccinati, minore che nel resto d’Italia, (4) la maggior percentuale di anziani.
QUALI SONO I VACCINI RICONOSCIUTI?
L’UE riconosce la validità dei vaccini Pfizer, Moderna, Astra-Zeneca e Johnson &Johnson. Anche altri vaccini, prodotti su licenza Astra-Zeneca, sono riconosciuti: Covishield, R-Covi, Fiocruz. Il più comune vaccino nell’Europa dell’Est - lo Sputnik- e dell’Asia -il Sinovac- non sono stati accettati dall’UE per la scarsa documentazione medica fornita e perché non è stato permesso ai delegati UE di visitare i rispettivi laboratori.
SI PUÒ QUANTIFICARE L’EFFICACIA DEL VACCINO?
Secondo una ricerca appena pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità, tra l’inizio della campagna vaccinale e giugno 2021 il vaccino avrebbe risparmiato 12.100 morti, con un intervallo statistico tra 6.600 e 21.000. Altre proiezioni dicono che i morti risparmiati sarebbero 33.500. Nello stesso periodo i morti in Italia per Covid sono stati 56.000. i vaccinati con almeno 2 dosi se si ammalano hanno un minor rischio di finire in terapia intensiva e di trasmettere il virus ad altre persone.
SIAMO SICURI DEL VACCINO COVID?
Pur essendo stato licenziato in tempi brevi (ma gli studi erano già a buon punto per altri tipi di virus), bisogna anche dire che per ora è il vaccino più somministrato al mondo, con oltre un miliardo di dosi. Su circa 300 segnalazioni, per ora i casi mortali possibilmente correlati sono molto pochi e impallidiscono confrontando i morti in Italia per patologia comuni: 25 per reazioni a farmaci, 30 per reazioni a cibo, 25 per punture da insetti, 3.000 per incidenti della strada.
CHE SENSO HA VACCINARE I BAMBINI?
Dopo Cina e USA, anche l’UE ha deciso di autorizzare il vaccino tra i 5 e gli 11 anni. Il vaccino Pfizer ha dimostrato di essere sicuro, con pochi effetti collaterali e di produrre un’ottima risposta anticorpale, merito del fatto che il sistema immunitario dei bambini è più efficiente. Il dosaggio sarà del 30% rispetto a quello dell’adulto (10 microgrammi invece di 30), la tempistica la stessa dell’adulto (2 dosi a distanza di 3 settimane l’una dall’altra). Anche Moderna ha annunciato buoni risultati, con una dose metà di quella dell’adulto. Anche se i morti tra i bambini dall’inizio della pandemia sono 17, i bambini non sono immuni da sintomi generali, respiratori e cardiaci. Secondo una proiezione USA, un milione di vaccinati tra 5 e a11 anni eviterebbero 58.000 ammalati e 226 ricoveri in quel gruppo d’età. Ricordo che i bambini, come succede per l’influenza, trasmettono più frequentemente i virus respiratori, sia perché mettono in bocca gli oggetti, se li passano tra di loro, si lavano di meno le mani e hanno un sistema immunitario ancora in rodaggio.
COS’È IL “VACCINO CEROTTO”?
L’università del Texas ha proposto “HexaPro”, un cerotto che si applica con un piccolo clic sulla parte superiore del braccio e che è imbevuto di migliaia di microscopici aculei rivestiti da vaccino. Il cerotto ha le dimensioni di 7x7 mm, è di plastica rigida. Oltre ad eliminare la paura e gli effetti collaterali dell’ago, questo tipo di vaccino richiede meno attenzioni per la conservazione, meno personale sanitario per la somministrazione, può essere consegnato tramite corriere o posta o in luoghi impervi tramite drone. Si capisce l’utilità soprattutto per i paesi del terzo mondo.

1 dic 2021

Poesia di Carlo Michelstaedter

 


CARLO MICHELSTAEDTER

DICEMBRE

Scende e sale senza posa
nebbia e pioggia greve e scura,
nella nebbia la natura
si distende accidiosa.

Goccia, goccia lieve chiara
va sicura al suo destin
scende e spera, e vanno a gara
altre gocce senza fin.

Giù l'attende terra molle
dove all'altre unita va
a formar le pozze putride
per i campi e le città.

Nella pozza riflettete
gocce unite in società
grigio in grigio terra e cielo
per i campi e le città.

Ma la noia il disinganno
fa le gocce sollevar
ed il bene che non sanno
van col vento a ricercar.

Dalle pozze dalle valli
sale il velo e in alto va,
non ha forma né colore
l'affannosa umidità.

Nella nebbia la natura
si distende accidiosa,
scende e sale senza posa
pioggia e nebbia fastidiosa.

(da Scritti, 1912)

Carlo Raimondo Michelstaedter (anche Michelstädter) (Gorizia3 giugno 1887 – Gorizia17 ottobre 1910) è stato uno scrittorefilosofo e letterato italiano.

da https://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Michelstaedter

COVID E NO VAX


457 nuovi contagi e 9 decessi ieri in FVG.

In provincia di Pordenone i no-vax hanno pubblicato una fake news in cui si diceva che una bambina era morta dopo aver fatto il vaccino.La notizia era corredata da foto ,nome e cognome della bimba. Naturalmente è partita una denuncia da parte del sindaco.Questo è per  dirvi a che punto arriva  il fanatismo dei no-vax!Molti no-vax ricoverati in terapia intensiva si sono pentiti ed ora invitano alla vaccinazione,altri irriducibili anche in punto di morte non cambiano idea!Io sto aspettando per fare la terza dose,riguardo al vaccino non ho alcum dubbio.VACCINATEVI!

30 nov 2021

POESIA DI UMBERTO SABA

 




Neve
 – Umberto Saba

Neve che turbini in alto e avvolgi
le cose di un tacito manto.
Neve che cadi dall’alto e noi copri
coprici ancora,all’infinito: imbianca
la città con le case,con le chiese,
il porto con le navi,
le distese dei prati…

Giuseppe Ungaretti, Camice di neve

Vorrei imitare
questo paese
adagiato
nel suo camice
di neve.

Santa Maria La Longa, 26 gennaio 1917

dal web

28 nov 2021

Čuj, deklica, jablanov cvet-Ascolta, ragazza, un fiore di melo

 


Čuj, deklica, jablanov cvet

Čuj, deklica, jablanov cvet
ti pada tiho na oči.
Jaz, potepuh, te brez besed
polagam v divjo rast noči.
O nič se, deklica, ne boj,
jablanov cvet je luč nocoj.

Objeta čutiva temò,
kako omamljena trohni.
Telesi padata na dno,
otožna čistost ju teži.
O nič se, deklica, ne boj,
jablanov cvet dehti nocoj.

A ko bo cvet jablanov spet
osul se in narasel v plod,
takrat se bo zarasla sled,
odšel bom svojo zadnjo pot.
Takrat, o deklica, se boj,
takrat bo senca nad teboj..

Ascolta, ragazza, un fiore di melo
Ascolta, ragazza, un fiore di melo
ti cade piano sugli occhi.
Io, vagabondo, senza parlare
ti adagio nel selvaggio crescere della notte.
O nulla, ragazza, non devi temere,
il fiore di melo è luce stanotte.
Avvinti sentiamo l’oscurità
marcire, come inebriata.
I corpi piombano sul fondo,
carichi di un malinconico candore.
O nulla, ragazza, non devi temere,
il fiore di melo profuma stanotte.
Ma quando il fiore di melo sarà
nuovamente piantato e darà frutto,
allora coprirà la scia,
me ne andrò per la mia ultima via.
Allora, o ragazza, abbi timore,
allora sarà su di te l’ombra.

 Edvard Kocbek nasce nel 1904 nel paese di Sveti Jurij ob Ščavnici, nella zona di Murska Sobota (Slovenia nord-orientale). La sua educazione ha inizio nelle scuole tedesche di Maribor, dove, dopo aver studiato a Ptuj, frequenta anche il ginnasio, per la prima volta interamente in sloveno. Già al liceo inizia a frequentare i circoli di socialisti cattolici, appassionandosi agli autori social-democratici come Ivan Cankar. ..https://poetarumsilva.com/2018/06/22/ostri-ritmi-18-edvard-kocbek/

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