E' meglio dare cento volte che prendere una volta sola.
Rajš stua krat dat,ku ankrat parjet.
da lintver proverbi raccolti da Giorgio Qualizza
Blog che parla del Friuli: in particolare delle minoranze linguistiche slovena,friulana e tedesca e non solo. ❤️ Sono figlia di madre slovena (Ljubljana) e di padre appartenente alla minoranza slovena della provincia di Udine (Benecia).Conosco abbastanza bene la lingua slovena.Sono orgogliosa delle mie origini.OLga❤️
Rajš stua krat dat,ku ankrat parjet.
da lintver proverbi raccolti da Giorgio Qualizza
Scrivo per te parole senza diminutivi
senza nappe né nastri, Chiara.
resto un uomo di montagna,
aperto alle ferite,
mi piace quando l'azzurro e le pietre si tengono
il suono dei "sì" pronunciati senza condizione,
dei "no" senza margini di dubbio;
penso che le parole rincorrano il silenzio
e che nel tuo odore di stagione buona
nel tuo sguardo più liscio dei sassi di fiume
esploda l'enigma del "sì" assordante che sei.
Scriverti è facile; e se potessi verserei
la conoscenza tutta intera delle nuvole
la punteggiatura del cosmo
la forza dei sette mari, i sette mari in te
nel bicchiere dei tuoi giorni incorrotti.
Ma non sono che un uomo, e quest'uomo
ti scrive da un tavolo ingombro
e piove, oggi, e anche la pioggia ha le sue beatitudini
sulla casa dalle grondaie rotte
quando quest'uomo ti pensa e fra tutte le parole da scegliere
non sa che l'inciampo nel dire come si resta
e come si preme
nel mistero del giorno nuovo in te
che prima non c'era
adesso c'è.
(da Mandate a dire all'imperatore, Crocetti, 2010)
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Pierluigi Cappello scrive questi versi in occasione della nascita della nipotina Chiara, cui dedicherà quando sarà più grandicella anche le poesie di Ogni goccia balla il tango. Non sono versi di circostanza ma una specie di consigli di un “fratello più grande”, per farle conoscere – un giorno – il mondo attraverso le parole.
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Ana Roš del miglior ristorante sloveno Hiše Franko di StarO Selo è balzata dalla 18° lista internazionale dei Best Chef Awards dello scorso anno dal 18° posto dell'anno scorso all'élite ten con il settimo posto. Anche la croata Maša Salopek, che si occupa dei dolci alla Franko House, è riuscita a fare un risultato impressionante, essendo stata scelta come la migliore pasticciera del mondo.
La lista dei Best Chef Awards è composta da 200 professionisti del mondo culinario, inclusi 100 vincitori dello scorso anno.
Ana Roš è l'unica slovena della suddetta scala, pubblicata mercoledì ad Amsterdam per il 2021. Quest'anno, il lusinghiero titolo di miglior chef del mondo è stato assegnato allo spagnolo Dabiz Muñoz del ristorante di Madrid DiverXo.
tradotto dal Novi Matajur
Contribuì allo sviluppo di diversi settori delle scienze applicate[3], in particolare nel campo dell'elettromagnetismo, di cui fu un eminente pioniere, tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento. I suoi brevetti e il suo lavoro teorico formano, in particolare, la base del sistema elettrico a corrente alternata, della distribuzione elettrica polifase e dei motori elettrici a corrente alternata, con i quali ha contribuito alla nascita della seconda rivoluzione industriale. A riconoscimento dei suoi contributi fu intitolata a suo nome, durante la Conférence générale des poids et mesures del 1960, l'unità di misura del campo di induzione magnetica presente nel Sistema Internazionale.
Negli Stati Uniti d'America fu tra gli scienziati e inventori più famosi, anche nella cultura popolare[4]; dopo la sua dimostrazione di comunicazione senza fili (radio) nel 1893[5], e dopo essere stato il vincitore della cosiddetta "guerra delle correnti" insieme a George Westinghouse contro Thomas Alva Edison, fu riconosciuto come uno dei più grandi ingegneri elettrici statunitensi; molti dei suoi primi studi si rivelarono anticipatori della moderna ingegneria elettrica e diverse sue invenzioni rappresentarono importanti innovazioni tecnologiche.
Fu nominato vicepresidente dell'associazione American Institute of Electrical Engineers (di cui era presidente Alexander Graham Bell) e venne insignito della settima Medaglia Edison nel 1917 dalla stessa AIEE[6], massimo riconoscimento assegnatogli in vita; in un articolo pubblicato sul New York Times[7], Tesla ed Edison furono erroneamente annunciati quali vincitori alla pari del Premio Nobel per la fisica 1915, ma in realtà non s'aggiudicarono mai il premio[8].
Depositò nell'arco della sua carriera tra il 1886 e il 1928, un totale di 280 brevetti in 26 paesi[9], di cui 109 negli USA. Non mancarono contestazioni riguardo alla paternità di alcune di queste invenzioni: la scoperta del campo magnetico rotante fu descritta in una nota presentata il 18 marzo 1888 all'Accademia reale svedese delle scienze dallo scienziato italiano Galileo Ferraris, ma Tesla rivendicò la priorità di tale scoperta, che finì nelle aule giudiziarie, dove si stabilì che la paternità dell'invenzione spettava allo scienziato italiano. Nel 1943, pochi mesi dopo la sua morte, una sentenza della Corte suprema degli Stati Uniti d'America[10] attribuì a Tesla la paternità di alcuni brevetti usati per la trasmissione di informazioni via etere, tramite onde radio, precedentemente attribuiti a Guglielmo Marconi.
Negli ultimi anni della sua vita Tesla intervenne spesso su quotidiani e periodici, come il New York Times e l'Electrical Experimenter, riguardo alle sue visionarie opinioni sulla tecnologia o in relazione alla guerra in corso in Europa.[8][11] Morì nel 1943 nell'hotel dove viveva; al suo funerale a New York erano presenti oltre duemila persone, tra cui diversi premi Nobel.[12]"[13] pur attribuendogli talora curiose anticipazioni di sviluppi scientifici successivi. Molti dei suoi risultati sono stati usati, spesso polemicamente, per appoggiare diverse pseudoscienze, teorie sugli UFO e occultismo New Age. Ciò è dovuto al fatto che Tesla lasciò scarsa documentazione sui risultati ottenuti, e anche questa spesso sotto forma di appunti, non di lavori organizzati e comprensibili a tutti; pertanto è stato relativamente facile attribuirgli le idee più strampalate, o la paternità di invenzioni mirabolanti non accettate dalla "scienza ufficiale"[14].continua
da wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Nikola_Tesla
La fine dell’attività didattica nelle scuole primarie e secondarie è prevista per sabato 11 giugno 2022. Anche in questo caso qualche giorno dopo rispetto a quanto deciso in buona parte delle regioni italiane.
Viceversa per le scuole d’infanzia l’ultimo giorno in calendario è il 30 giugno 2022, per garantire una migliore organizzazione delle vite familiari.
Di conseguenza la durata complessiva delle lezioni ammonta a 207 giorni per le scuole elementari, medie e superiori. Mentre il totale sale a 223 giorni per quelle d’infanzia, visto che la fine delle attività arriva più tardi.
Gli studenti che frequentano le scuole in Friuli, oltre a tutte le domeniche, potranno restare a casa nelle seguenti giornate individuate dalla regione:
A questi giorni di vacanza si potrebbe aggiungere l’eventuale presenza del santo patrono, che cade in giorni diversi in base alla località di riferimento. In tali date, le lezioni saranno sospese se previste.
Probabilmente non sarebbero veri sloveni se almeno una parte del pubblico non si fosse diviso su questo tema. Gli organizzatori della celebrazione di quest'anno a Idrija ci hanno invitato senza esitazione e con aria di sfida a partecipare alla festa nazionale, mentre secondo la legge stiamo celebrando la festa del ritorno della Primorska alla sua patria.
Alla fine, un gruppo di deputati non è riuscito a convincere i colleghi dell'Assemblea nazionale che il popolo della Primorska festeggia l'adesione in modo abbastanza unanime. Si tratta quindi in primo luogo di una decisione politica che può avere basi di esperti discutibili (degli storici). Se anche.
Tuttavia, l'uso generale del termine non è sufficiente per nominare o rinominare una vacanza, probabilmente non è solo un duello di termini di ritorno e connessione o spiegazione che il popolo di Primorje non poteva tornare perché non aveva una patria prima, ma potevano solo tornare in patria. Gli oppositori della connessione sottolineano che puoi connettere solo qualcosa che non è tuo.
Con il presupposto della distinzione tra Stato e Patria, si ripete la polemica del record di rimpatrio nel caso della “patria”. Presumibilmente, la maggior parte degli storici concorda sul fatto che l'attuale imbarazzante denominazione della festa dovrebbe essere più precisamente ribattezzata "La connessione della Primorska alla patria della nazione nativa". Ancora una volta, perché gli sloveni non avevano la loro patria fino ad allora, quindi la Primorska non è mai stata portata via dalla sua patria.
No, il problema non è importante per la vita o la morte (è meglio che vi vaccinate se non l'avete già fatto). Tuttavia, varrebbe la pena (in entrambi i temi), a prescindere dall'opinione personale, ascoltare prima chi ne sa qualcosa in più di chiunque altro e i politici che alla fine decidono. Come si vede, a prescindere dal nome, si può ancora festeggiare con un canto partigiano, e chi ne ha paura non osa comunque assecondarlo.
traduzione
Quest'anno in Italia 47 donne uccise da mariti ,ex compagni.
Le cause?Raptus,gelosia,uscita di senno,problemi familiari,perdita del lavoro,depressione ecc.
La notte del 14 settembre del 1321, dopo aver contratto la malaria di ritorno da un’ambasciata a Venezia per conto di Guido Novello, moriva a 56 anni nell’esilio di Ravenna Dante Alighieri, il massimo poeta della letteratura italiana, padre della lingua italiana, da lui plasmata e indirizzata a partire dal toscano in quel capolavoro che è la Commedia, testo chiave anche per comprendere il pensiero medievale.
Direi che non c’è altro da aggiungere, solo da (ri)leggere qualche suo testo, di quelli che abbiamo studiato a fondo durante gli anni delle nostre scuole superiori: il sonetto dedicato a Guido Cavalcanti, altro esponente del Dolce Stil Novo, e il celeberrimo canto di Ulisse della Divina Commedia
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Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io
fossimo presi per incantamento
e messi in un vasel, ch’ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio;
sì che fortuna od altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
di stare insieme crescesse ’l disio.
E monna Vanna e monna Lagia poi
con quella ch’è sul numer de le trenta
con noi ponesse il buono incantatore:
e quivi ragionar sempre d’amore,
e ciascuna di lor fosse contenta,
sì come i’ credo che saremmo noi.
(da Le Rime)
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Godi, Fiorenza, poi che se’ sí grande,
che per mare e per terra batti l’ali,
e per lo ’nferno tuo nome si spande!
Tra li ladron trovai cinque cotali
tuoi cittadini onde mi ven vergogna,
e tu in grande orranza non ne sali.
Ma se presso al mattin del ver si sogna,
tu sentirai, di qua da picciol tempo,
di quel che Prato, non ch’altri, t’agogna;
e se già fosse, non saria per tempo:
cosí foss’ei, da che pur esser dèe!
ché più mi graverà, com più m’attempo.
Noi ci partimmo, e su per le scalee
che n’avean fatte i borni a scender pria,
rimontò il duca mio e trasse mee;
e proseguendo la solinga via,
tra le schegge e tra’ rocchi de lo scoglio
lo piè senza la man non si spedia.
Allor mi dolsi, e ora mi ridoglio
quando drizzo la mente a ciò ch’io vidi;
e più lo 'ngegno affreno ch’i’ non soglio,
perché non corra che virtù nol guidi;
sì che, se stella bona o miglior cosa
m’ha dato ’l ben, ch’io stesso noi m’invidi.
Quante il villan ch’al poggio si riposa,
nel tempo che colui che ’l mondo schiara
la faccia sua a noi tien meno ascosa,
come la mosca cede a la zanzara,
vede lucciole giú per la vallea,
forse colà dov’e’ vendemmia e ara:
di tante fiamme tutta risplendea
l’ottava bolgia, si com’io m’accorsi
tosto che fui là ’ve ’l fondo parea.
E qual colui che si vengiò con li orsi
vide ’l carro d’Elia al dipartire,
quando i cavalli al cielo erti levorsi,
che nol potea sí con li occhi seguire,
ch’el vedesse altro che la fiamma sola,
si come nuvoletta, in su salire;
tal si move ciascuna per la gola
del fosso, ché nessuna mostra il furto,
e ogni fiamma un peccatore invola.
Io stava sovra ’l ponte a veder surto,
sì che s’io non avessi un ronchion preso,
caduto sarei giù senz’esser urto.
E ’l duca, che mi vide tanto atteso,
disse: «Dentro dai fuochi son li spirti;
ciascun si fascia di quel ch’elli è inceso».
«Maestro mio,» rispos’io «per udirti
son io più certo; ma già m’era avviso
che così fosse, e già voleva dirti:
chi è in quel foco che vien si diviso
di sopra, che par surger de la pira
dov’Eteòcle col fratei fu miso?»
Rispose a me: «Là dentro si martira
Ulisse e Diomede, e così insieme
a la vendetta vanno come a l’ira;
e dentro da la lor fiamma si geme
l’agguato del caval che fe’ la porta
onde uscì de’ Romani il gentil seme.
Piangevisi entro l’arte per che, morta,
Deidamia ancor si duol d’Achille,
e del Palladio pena vi si porta».
«S’ei posson dentro da quelle faville
parlar,» diss’io «maestro, assai ten priego
e riprego, che il priego vaglia mille,
che non mi facci de l’attender niego
fin che la fiamma cornuta qua vegna:
vedi che del disio ver lei mi piego!»
Ed elli a me: «La tua preghiera è degna
di molta loda, e io però l’accetto;
ma fa che la tua lingua si sostegna.
Lascia parlare a me, ch’i’ ho concetto
ciò che tu vuoi; ch’ei sarebbero schivi,
perché fur greci, forse del tuo detto».
Poi che la fiamma fu venuta quivi,
dove parve al mio duca tempo e loco,
in questa forma lui parlare audivi:
«O voi che siete due dentro ad un foco,
s’io meritai di voi, mentre ch’io vissi,
s’io meritai di voi assai o poco
quando nel mondo li alti versi scrissi,
non vi movete; ma l’un di voi dica
dove per lui perduto a morir gissi».
Lo maggior corno de la fiamma antica
cominciò a crollarsi mormorando
pur come quella cui vento affatica;
indi la cima qua e lá menando,
come fosse la lingua che parlasse,
gittò voce di fuori, e disse: «Quando
mi diparti’ da Circe, che sottrasse
me più d’un anno lá presso a Gaeta,
prima che si Enea la nomasse,
né dolcezza di figlio, né la pièta
del vecchio padre, né ’l debito amore
lo qual dovea Penelope far lieta,
vincer potero dentro a me l’ardore
ch’i’ ebbi a divenir del mondo esperto,
e de li vizi umani e del valore;
ma misi me per l’alto mare aperto
sol con un legno, e con quella compagna
picciola da la qual non fui diserto.
L’un lito e l’altro vidi infin la Spagna,
fin nel Morrocco, e l’isola de’ Sardi,
5e l’altre che quel mare intorno bagna.
Io e’ compagni eravam vecchi e tardi
quando venimmo a quella foce stretta,
dov’Ercule segnò li suoi riguardi
acciò che l’uom più oltre non si metta:
da la man destra mi lasciai Sibilia,
da l’altra già m’avea lasciata Setta.
' O frati, ' dissi ' che per cento milia
perigli siete giunti a l’occidente,
a questa tanto picciola vigilia
de’nostri sensi ch’è del rimanente,
non vogliate negar l’esperienza,
di retro al sol, del mondo senza gente.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e conoscenza ’.
Li miei compagni fec’io si aguti,
con questa orazion picciola, al cammino,
che a pena poscia li avrei ritenuti;
e volta nostra poppa nel mattino,
dei remi facemmo ali al folle volo,
sempre acquistando dal lato mancino.
Tutte le stelle già de l’altro polo
vedea la notte, e ’l nostro tanto basso,
che non surgea fuor del marin suolo.
Cinque volte racceso e tante casso
lo lume era di sotto da la luna,
poi che ’ntrati eravam ne l’alto passo,
quando n’apparve una montagna, bruna
per la distanza; e parvemi alta tanto
quanto veduta non avea alcuna.
Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto;
ché de la nova terra un turbo nacque,
e percosse del legno il primo canto:
tre volte il fe’ girar con tutte l’acque;
a la quarta levar la poppa in suso
e la prora ire in giù, com’ altrui piacque,
infin che ’l mar fu sopra noi richiuso»
(dalla Divina commedia)
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I ragazzi della bilingue Pavel Petričič di San Pietro avranno qualche giorno di vacanze in meno, come ci ha detto il preside Davide Clodig, inizieranno lunedì 13 settembre. La novità di quest'anno è una sezione primaverile bilingue (sezione primavera bilingue) per bambini dai due ai tre anni. Il nuovo reparto, che sarà frequentato da bambini che hanno compiuto 2 anni nel 2021.
Come si evince dalla preiscrizione alla scuola, la crisi demografica è nota. In Val Natisone si è perso il 46% dei bambini in 7 anni: le culle non si riempiono e le scuole si svuotano.
Stessa situazione in altre scuole, dove manca circa un'ora di lingua slovena. Diminuisce il numero dei bambini a Prepotto, ma resta lo stesso dell'anno scorso per la scuola primaria. A Taipana avranno un bambino in meno alla scuola materna e nella scuola primaria 5 alunni di più. A Prato di Resia diminuisce il numero degli iscritti alla materna, ma cresce quello della nella primaria.
Nella Valcanale, le scuole primarie hanno classi trilingui. Secondo i regolamenti, il numero di bambini di Ugovizza rimarrà lo stesso dell' anno scorso, più alto a Camporosso, più basso a Tarvisio. Per quanto riguarda la scuola primaria, ci saranno meno alunni a Ugovizza, mentre aumenterà a Tarvisio, dove diminuirà il numero degli alunni della scuola secondaria di primo grado.
I dati di Lusevera non sono pervenuti
tradotto dal Dom del 31 agosto
Massimiliano, nacque a Schonnbrunn a Vienna, con le nomine di Principe Imperiale e Arciduca d'Austria, e Principe Reale di Ungheria e Boemia, era un uomo di particolare intelligenza, amava l'arte e le scienze, in particolare la botanica.
Uomo Intelligente si, ma troppo moderno per i tempi in cui viveva. Intraprese la carriera militare ed ottenne in breve tempo alti gradi di ufficiale. Mentre svolgeva il servizio militare, contribuì energicamente a creare la flotta marittima dell'impero austriaco, rinnovò il porto di Trieste che a quel tempo apparteneva all'Austria.
Verso la fine dell'anno 1855, rimase affascinato dalla bellezza del promontorio.
Durante un ballo di corte nel palazzo di Laeken, l’arciduca d’Austria Ferdinando Massimiliano
1856 – 23 DICEMBRE
Massimiliano si fidanza ufficialmente
Il 27 Luglio 1857 matrimonio con Carlotta
Pur essendo il Principe Imperiale Arciduca d' Austria, aveva idee liberali, tanto che il popolo italiano, pur non apprezzando la dominazione austriaca, aveva molta stima e rispetto per Massimiliano.
Divenne vicerè del Lombardo-Veneto nel febbraio del 1857, si sposò a Bruxelles con Carlotta del Belgio e raggiunse Milano nel settembre del 1857. Era un'innovatore, cercava di portare clemenza, dopo il duro dominio di Radesky sulla popolazione. Come governatore generale della regione cercò invano di agevolare le popolazioni locali, con iniziative politiche che avrebbero consentito di avere molta più autonomia a livello amministrativo.
Tali interventi venivano sempre sminuiti dai consiglieri di corte, ma anche dalla volontà stessa del re, che non intendeva lasciare spazio al fratello minore
Massimiliano, venne più volte ripreso e umiliato dall' imperatore che infine lo destituì il 19 aprile del 1859
Cavour, che voleva sconfiggere la dominazione austriaca stupulò un accordo con Napoleone III per annettere la Lombardia al Regno di Sardegna e in un futuro unificare l'Italia dividendola in quattro confederazioni. Camillo Benso Conte di Cavour vedeva in Massimiliano un nemico, tanto che quando venne destituito scrisse:
"Finalmente possiamo respirare, è stato destituito l'uomo che temevamo di più, di cui ogni giorno dovevamo registrare i progressi e che costituiva il nostro peggior nemico in Lombardia. La sua tenacia, la sua lealtà e il suo spirito liberale avevano già guadagnato la fiducia di molti dei nostri sostenitori.
La Lombardia sotto l'amministrazione di Massimiliano non era mai stata così prospera e ben amministrata. Poi, grazie a Dio ,il caro governo viennese interviene e,con le sue consuete maniere, riesce a buttare all'aria ogni cosa e rinuncia alla sua unica possibilità, richiamando il fratello dell'Imperatore, solo perché le sue sagge riforme hanno dato fastidio ai vecchi intransigenti di Vienna...nulla, così è perduto e la Lombardia è di nuovo a nostra disposizione".
Due giorni dopo la destituzione di Massimiliano ,come Vicerè, l'Impero austriaco e il Regno di Sardegna entrarono in guerra.
Il Castello di Miramare
Partendo da una zona in gran parte spoglia, Massimiliano ha commissionato un parco, che avesse potuto essere percorso a piedi: un luogo privato, un luogo che gli avrebbe permesso di sviluppare la sua passione per la botanica. Il progetto venne affidato all'architetto Carl Junkers, e al giardiniere boemo Anton Jelinek, furono importati grandi quantitativi di terra fertile e numerose varietà di alberi e arbusti moltissime provenivano da zone extraeuropee, Massimiliano e Carlotta pur essendo residenti a Milano, seguivano costantemente i lavori a Miramare. Massimiliano era un'uomo di mare, amava il mare e la botanica la natura.
IL 20 aprile 1859 Massimiliano si trasferisce a Trieste, si ritira dalla vita politica, dalle guerre, dagli intrighi e dai disegni dell'impero di suo fratello.
Massimiliano e Carlotta, che si erano sposati per vero amore e non per impegni nobiliari dal 1859 al 1860 risiedettero in uno egli edifici fatti costruire all'interno del parco, nel castelletto, furono anni spensierati.
Trascorrevano in modo tranquillo le loro giornate passeggiando in riva al mare o nel parco del castello, erano entrambi amanti della musica, della pittura, di cultura generale e di botanica.
Carlotta stessa realizzava vedute molte delle quali oggi si trovano proprio nelle sale del Castello di Miramare.
La prima pietra del Castello venne posata il 1° marzo 1856. Il 24 dicembre del 1860, la Vigilia di Natale Massimiliano e Carlotta del Belgio, prendono alloggio al pianoterra dell’edificio, gli esterni sono del tutto completati, mentre gli interni sono arredati solo in parte, il primo piano è ancora in fase di allestimento.
Il pianoterra, era destinato agli appartamenti privati di Massimiliano e Carlotta, in effetti visitandolo da la sensazione di intimo e familiare, il primo piano veniva utilizzato per la rappresentanza, era riservato agli ospiti i quali rimanevano veramente affascinati e stupiti e forse abbagliati da quanto fosse sontuoso e delicato allo stesso tempo, rispettoso degli stemmi e dei simboli imperiali.
Il progetto della scala interna è stato realizzato in modo da poter vedere il mare da entrambi i lati attraverso le grandi vetrate, la sala da pranzo è stata denominata Scala dei Gabbiani perché nel soffitto a cassettoni sono dipinti grandi uccelli, la tappezzeria nelle stanze dedicate a Massimiliano ha il simbolo dell' ancora sormontata da una corona, ed il simbolo dell'ananas, sulla tappezzeria, sulla stoffa delle poltroncine, molti sono i trofei di caccia, armature che Massimiliano aveva portato dall'India, dalla Cina e dal Giappone durante il giro del mondo che fece con la fregata Novara. .
Nel 1857 sono state realizzate anche altre costruzioni presenti nel parco: lo avrebbero completato, alcune fontane e sculture varie. La fontana detta “del Tritone”, realizzata dalla ditta tedesca “Thonwaaren-Fabrik” di Ernst era stata presentata a Londra nel 1851; la statua dell’“Amazzone a cavallo”, acquistata dall’arciduca nel 1862, faceva invece parte della produzione di August Kiss.
Carlotta però, è una donna ambiziosa, gelosa della cognata Sissi, che oltre ad essere la moglie di Francesco Giuseppe e imperatrice d'Austria, aveva con Massimiliano un buonissimo rapporto e condivisione di ideali.
Dunque la vita a Trieste non soddisfa pienamente Carlotta, che briga e ribriga, finché convince il marito a ricevere una delegazione di nobili messicani che offrono a Massimiliano la corona di Imperatore del Messico.
Di primo acchito Massimiliano non accetta, ma poi le insistenze della moglie, l'intervento di Napoleone III lo convincono ad accettare
Dal Castello di Miramare salpa il 14 aprile 1864 a bordo della fregata "Novara", insieme alla moglie. All'interno del castello si trova un grande dipinto che racconta la partenza.
La situazione che Massimiliano trova, una volta raggiunto il Messico, non è certo quella che gli era stata raccontata e sicuramente, non è quella che i due coniugi avrebbero desiderato, era già in atto una guerra di rivoluzione. I messicani volevano la Repubblica, non un imperatore per' altro austriaco.
I repubblicani messicani, contrari alla dominazione imperiale, resistettero anche grazie agli aiuti di armi da parte dell'America, Napoleone III decise di ritirare le proprie truppe, lasciando solo Massimiliano.
Carlotta raggiuse l'Europa cercando di trovare aiuti, ma nessuno stato europeo si sarebbe messo contro l'America, non riuscì portare a termine la propria missione, si dice che avesse avuto un crollo nervoso.
Massimiliano venne catturato e condannato alla fucilazione, molti reali europei e personaggi importanti come Giuseppe Garibaldi, Victor Hugo, scrissero lettere in Messico chiedendo gli fosse risparmiata la vita, niente di tutto questo ottenne dei risultati.
Il 19 giugno 1867 Massimiliano e i suoi generali di fiducia vennero fucilati, il corpo di Massimiliano fu poi imbalsamato esposto in Messico, solo l'anno successivo tornò a Trieste, e poi raggiunse Vienna dove venne sepolto nella cripta Imperiale.
Carlotta per un po' di tempo visse nel castelletto a Trieste, poi venne riportata in Belgio dal fratello, visse nel Castello di Bouchout a Meise sino alla morte il 19 gennaio 1927, si dice che fosse impazzita dal dolore.
Il Pittore Edouard Manet, riteneva che Massimiliano fosse stato abbandonato dalle potenze europee e tradito da Napoleone III tanto che ritrasse ben 4 tele con questo soggetto la più conosciuta è " l'esecuzione dell'Imperatore Massimiliano, il plotone di esecuzione nella tela ha la divisa dell'esercito francese e uno degli ufficiali ha il volto molto simile a quello di Napoleone III.