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La lettura


“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro”, Umberto Eco

Krn-Monte Nero

 



IL KRN, UN MONTE IMPORTANTE CHE AMO. - Ho visto alcune belle foto di montagne slovene e ho pensato di richiamare l´attenzione sul Krn, uno dei monti della mia giovinezza. Mi spinge a questo anche una deprecabile pretesa di un lettore che voleva imporre la dizione Tricorno invece che Triglav. Si può capire chi non sa, ma "est modus in rebus". Krn è una parola di antica etimologia, significa qualcosa come "roccia". Il monte è ben visibile dalla pianura friulana, dove non parlano sloveno ma marilenghe; lo chiamano LAVADOR, perchè il suo profilo da ovest ricorda la tavola di legno sulla quale le massaie di una volta lavavano la biancheria al fiume. In Italia è noto come Monte Nero, una pessima traduzione errata fatta dal team di quel Tolomei che tanto male ha fatto alle nostre genti (e indirettamente anche alla sua propria). Le vette delle Alpi Orientali hanno spesso il loro nome in lingue diverse e questo in fondo è un arricchimento delle nostre genti, basta conservare il necessario rispetto senza imporre niente agli altri. Però certi nomi artificiali ed errati, una intera toponomastica avente origine dal sopruso e dalla intolleranza, andrebbero pian piano rivisti o eliminati, nell´ottica di una pace duratura tra i popoli delle Alpi. Sul Krn sono stato d' estate a partire da Drežnica (Dresenza per chi non sopporta la pipetta), circa 1700 m. di dislivello, oppure in marzo dal versante sud (con amici triestini avevamo bivaccato in una stalla 1200 metri sotto la vetta). La discesa con gli sci è stupenda, con forte pendenza costante.

Aria d'autunno

 



Poeti sloveni del Litorale,

tradotti da JOLKA MILIČ ( Sežana 1926 – Sežana 2021)
Srečko Kosovel (Sežana 1904 - Tomaj 1926)
Aria d'autunno
L'aria è viva e trasparente,
sparsa sulla città;
l'argenteo sfavillio dello stagno
è silente, freddo e placido.
Nessuna brezza si leva
per spezzare l'argento
che riluce su queste acque,
per risvegliare l'albero.
Sembra che lo stagno riposi
E che il suo fondo sia morto
e chino su di lui
l'albero nero stia in ascolto.

Ultimo di cinque fratelli, nacque il 18 marzo 1904 a Sesana. Nel 1908 la famiglia si trasferì a Tomadio e si stabilì nella scuola del paese. Nel 1916 andò a studiare a Lubiana, al liceo scientifico tedesco e successivamente, nel 1922 alla facoltà di lettere e filosofia dell'Università di Lubiana. Le sue prime poesie sono in prevalenza impressionistiche. Dal 1925 iniziò a scrivere poesie di tipo costruttivista. Iniziò a pubblicare dal 1921 in diverse riviste letterarie di Lubiana e Trieste[1]. Morì nel 1926, all'età di 22 anni, colpito da una meningite. Inizialmente nelle sue poesie è forte l'influenza dell'impressionismo e di Josip Murn. Temi ricorrenti sono il Carso, la madre, la morte con valenza spesso simbolica. Le sue poesie d'avanguardia vennero pubblicate per la prima volta, postume, molto tardi, nel 1967 e rappresentarono un elemento di prima grandezza nel panorama culturale sloveno[ wikipedia

Cento residenti e qualche perchè

  


 La sfida a due per la carica di sindaco di Drenchia almeno per un attimo rianima il panorama politico locale, caratterizzato da calma piatta persino quando si affrontano, o dovrebbero affrontare, problematiche di interesse comune, come ad esempio il futuro dell’ospedale di Cividale. O di quello che ne resta. Rimane il fatto che a Drenchia, comune che all’anagrafe conta un centinaio di residenti, è riuscito quello che non era riuscito, nell’ultima tornata, a Pulfero, San Leonardo e Grimacco. Avere cioè almeno due candidati sindaco, e almeno una lista ciascuno a proprio supporto.

Ora, il cittadino che magari non conosce quella realtà potrebbe chiedersi, molto ingenuamente: Perché? Perché, voglio dire, impegnarsi per un ruolo amministrativo che, con tutto il rispetto, vale poco più del due di picche nella ‘galassia’ delle nostre amministrazioni locali? Con tutto il fardello, poi, del tempo da mettere a disposizione per svolgere per bene l’incarico, e dall’altro lato una remunerazione non certo esorbitante.
Be’, la risposta è semplice. Perché parte del territorio di Drenchia è quel crinale del Kolovrat dove i resti della Grande guerra rappresentano una straordinaria possibilità di sviluppo, e per questo va progettato, in accordo con i Comuni limitrofi sloveni, un piano turistico e economico appropriato per quella zona. Perché le tantissime case disabitate, se inserite in un progetto di rilancio, possono diventare attrattive (anche come seconde case, perché no). Perché la cultura e lingua slovena locale sono valori che, attraverso le associazioni locali, vanno supportati. Perché se qualcuno studia l’architettura rurale del luogo e pensa che si possa ripristinare per scopi turistici e culturali, ecco come rendere fattibile l’idea.
È per questo, vero?
(m.o.)

buona giornata


 arrivano le prime nebbie,

Autunno,tempo di funghi.

 


BENECIA


 

BUONA GIORNATA



 

Širša vrata v Benečijo Una porta più ampia verso la Slavia

 


Non è un ponte qualunque, quello di San Quirino, sul Natisone. Da secoli raffigura anche visivamente il punto di contatto tra i due polmoni culturali dell’Europa, il punto di passaggio tra mondo latino e mondo slavo. «Da qui a Vladivostok è tutta un’altra cosa», è la memorabile frase pronunciata da un politico locale negli anni Novanta del secolo scorso. Per i valligiani è, dunque, il ponte per antonomasia. Semplicemente «Muost» in sloveno.

Anche per questo ha suscitato grande clamore la notizia dello stanziamento di 500 mila euro a favore del Comune di San Pietro al Natisone approvato lo scorso 30 giugno dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia in fase di assestamento di bilancio. Quel finanziamento, infatti, pone le basi per avviare la costruzione di un nuovo ponte a due corsie, più pista ciclabile, accanto al manufatto esistente, che da tempo non consente la necessaria fluidità del traffico veicolare verso le Valli del Natisone e verso la valle dell’Isonzo in Slovenia e da queste verso Cividale e la pianura friulana.

Di «collo di bottiglia» parla il sindaco di San Pietro al Natisone, Mariano Zufferli, non nascondendo la soddisfazione per il primo risultato raggiunto. «Grazie ai fondi regionali procederemo alla demolizione dell’edificio sulla sponda destra del fiume, quel grande fabbricato abbandonato, la cui facciata da alcuni anni viene utilizzata per collocare i cartelloni promozionali per gli eventi nelle Valli del Natisone», fa sapere. «Se tutto va per il verso giusto, nella prossima primavera potremo mettere a disposizione dell’Anas gli spazi per la costruzione del nuovo ponte. Quello attuale sarà percorribile in direzione delle Valli, quello nuovo in direzione di Cividale, con l’aggiunta della pista ciclabile. Tecnicamente non sarà una rotatoria, bensì una direzione obbligata», dice il primo cittadino di San Pietro, mettendo, tuttavia, le mani avanti su possibili intoppi burocratici. In particolare, rappresenta sempre un’incognita il parere obbligatorio della Soprintendenza. Da parte sua, il Comune dovrà adottare una variante urbanistica. Non è un grosso problema, invece, il fatto che lo stanziamento regionale non sarà sufficiente: il municipio interverrà con fondi propri per i circa 40 mila euro mancanti.

Il sindaco di San Pietro al Natisone, Mariano Zufferli/Špietarski župan Mariano Zufferli

Zufferli racconta che i primi contatti con l’Anas sono stati presi circa otto anni fa. «La società che ha in carico la statale 54 ha manifestato interesse per l’investimento sul nuovo ponte, purché il sedime sia disponibile, di proprietà pubblica. Così abbiamo affidato il progetto a una ditta veneta specializzata in ponti e dato l’incarico a un tecnico per la demolizione del fabbricato. Ci siamo portati avanti utilizzando risorse proprie. Ne sono scaturite tre ipotesi e gli uffici tecnici regionali ne hanno scelta una. Ora comunicherò all’Anas che presto saremo in grado di mettere a loro disposizione il sedime, poi toccherà a loro. Non dovrebbero esserci problemi, in quanto San Quirino per loro non rappresenta una grande opera, un grosso investimento. Sono confortato dal fatto che in questi anni più volte ci abbiano contattati loro stessi per capire a che punto fosse la questione dell’edificio da demolire. Abbiamo già anche il via libera di FVG Strade che ha competenza per l’innesto sul ponte della strada regionale che va verso la valle dell’Alberone e le valli di San Leonardo».

La curiosità di conoscere l’aspetto del nuovo ponte e dell’intera area è grande. Zufferli si lascia scappare che il manufatto «sarà ad arcata unica», che c’è la possibilità di ricavare un ulteriore parcheggio, che il chiosco che vende prodotti agricoli locali resterà al suo posto, che il Comune conta di avere la disponibilità del vecchio relitto stradale nei pressi del ponte. Per il resto rimanda a metà ottobre, quando il progetto verrà presentato ufficialmente con tutti i dettagli in un appuntamento pubblico alla presenza del presidente della Regione, Massimiliano Fedriga.

Sul nuovo ponte si è espresso anche il consigliere regionale Giuseppe Sibau.«Dopo svariati incontri con l’amministrazione di San Pietro al Natisone, il presidente Fedriga e la giunta hanno deciso di investire su Ponte San Quirino con un contributo di 500.000 euro necessario alla realizzazione di opere propedeutiche all’intervento dell’Anas finalizzato a risolvere il problema della viabilità che l’attuale Ponte San Quirino presenta. Un vero collo di bottiglia non solo per l’accesso alle Valli del Natisone, ma anche per raggiungere la vicina Slovenia. C’è bisogno di mettere in moto l’economia con le opere adeguate e questa, tanto attesa da anni, lo è. Grazie quindi alla Giunta regionale e al Gruppo Progetto Fvg per una Regione Speciale/AR per l’attenzione dimostrata nei confronti delle mie sollecitazioni, incominciate a inizio legislatura», ha scritto.

L’auspicio è, allora, che l’opera veda davvero la luce in tempi brevi. (Ezio Gosgnach)

V rebalansu, ki ga je Deželni svet sprejel 30. julija, je Furlanija Julijska krajina namenila pol milijona evrov Občini Špietar, da bi porušili razpadajoči hram pri Muostu, kot preliminarni poseg za postavitev, ob sedanjem, novega mostu čež Nedižo.

»Naš namen je odpraviti ozko grlo za promet ob vstopu v Nediške doline in naprej v Dolino Soče,« poudarja špietarski župan Mariano Zufferli. Čez novi most bo tekla tudi kolesarska steza.

https://www.dom.it/sirsa-vrata-v-benecijo_una-porta-piu-ampia-verso-la-slavia/

Ovčja vas ima novo lipo - Valbruna ha un nuovo tiglio


Sabato, 21 agosto, la comunità di Valbruna/Ovčja vas ha ritrovato il suo tiglio, che è stato ripiantato e benedetto su uno spiazzo erboso all’esterno della chiesa della Ss. Trinità. Come ricordato dal parroco della Collaborazione pastorale di Tarvisio, don Alan Iacoponi, il tiglio del paese mancava da diverso tempo. Quello vecchio, infatti, era stato tagliato una quindicina d’anni fa, nella ristrutturazione della vicina chiesa.

Davanti al suo collaboratore, padre Gabriel Msuya, del sindaco di Malborghetto-Valbruna, Boris Preschern, di una rappresentanza del Corpo pompieri volontari di Valbruna-Freiwillige Feuerwehr Wolfsbach, guidati dal comandante Davide Menis, e dello scrittore Maurizio Bait, ha ricordato che all’epoca la scelta di tagliarlo era stata dovuta a motivi di sicurezza. Le fronde del tiglio erano state potate diverse volte, ma le sue radici, a detta dell’impresa che allora stava curando la ristrutturazione della chiesa, erano troppo esposte a seguito dell’abbassamento del livello del terreno circostante. Rischiavano, inoltre, di raggiungere le fondamenta dell’edificio sacro. Malgrado ripetute richieste in tal senso al defunto don Mario Gariup, per vari motivi negli anni successivi il tiglio non è stato ripiantato e l’ assenza della lipa, Linde, tei,come notato dal giornalista e scrittore Maurizio Bait, è stata particolarmente sentita dalla comunità. Del resto, come aveva annotato nel suo libro Valbruna-Ovčja vas il defunto parroco di Valbruna, don Mario Gariup, a memoria d’uomo un tiglio a Valbruna c’è sempre stato. Prima di trovare posto vicino alla chiesa, a metà XIX secolo era collocato nella piazza del paese.

Se il sindaco Preschern ha espresso l’auspicio di una comunità paesana che vi si ritrovi unita, Menis, il comandante dei Pompieri volontari che hanno piantumato il nuovo giovane tiglio, ha rimarcato l’impegno della comunità e del suo sodalizio nel mantenimento delle tradizioni.

Don Iacoponi ha tenuto a precisare di avere presto constatato come la necessità di ripiantare un tiglio, una lipa, fosse molto sentita dalla comunità valbrunese. Un suo membro aveva subito avanzato la richiesta di ripiantarlo nei pressi della chiesa o della canonica già al momento del suo arrivo in Valcanale, un paio d’anni fa. Trascorso il necessario tempo di ambientarsi, ha colto l’occasione quando a proporglielo un’altra volta è stata la valbrunese Giulia Kandutsch, che ha donato la pianta.

All’ombra del tiglio, ha ricordato ancora ai presenti don Iacoponi prima di benedire la nuova pianta, come in molte altre località della Slavia, della Slovenia e del mondo slavo in generale (ma anche della zona bilingue della Carinzia di cui la Valcanale per secoli ha fatto parte ndr.), la comunità in passato si è riunita per prendere le proprie decisioni. E almeno fino al XIX secolo, in occasione del žegen, la festa patronale, dopo la Messa sotto le sue fronde si cantavano i vecchi canti nel locale dialetto sloveno zegliano, di cui qualche pubblicazione forse ancora conserva i testi. (l. l.)


V soboto, 21. avgusta, so v Ovčji vasi posadili novo, mlado lipo blizu cerkve Svete Trojice. Staro lipo, ki je svojčas stala blizu cerkve, so posekali pred približno petnajstimi leti iz varnostnih razlogov, sicer ko so cerkev obnovili. Župnik Pastoralnega sodelovanja Trbiž, Alan Iacoponi, je prisotnim razložil, da so se nanj v Ovčji vasi po njegovem prihodu pred dvema letoma že večkrat obrnili s prošnjo, da bi posadili novo lipo. Potreba, ki jo je izrazila skupnost, je tako bila močna. Nek Ovčan je posaditev nove lipe predlagal že tik po njegovi preselitvi v Kanalsko dolino; on je pa prošnjo sprejel le ob drugem poskusu, oziroma takrat, ko se je udomačil. Takrat je posaditev lipe predlagala Ovčanka Giulia Kandutsch, ki je novo drevo tudi podarila. Med prisotnimi na blagoslov nove lipe so bili tudi naborješko-oški župan, Boris Preschern, vikar pater Gabriel Msuya, pisatelj Maurizio Bait ter predstavniki Prostovoljnega gasilskega društva Ovčja vas s poveljnikom Davide Menis na čelu. Kot v raznih krajih v Benečiji, Sloveniji, in po slovanskem svetu na splošno, je gospod Iacoponi spomnil prisotne ob tej priliki, je nekoč tudi v Ovčji vasi pod lipo skupnost sprejela pomembne odločitve. Do 19. stoletja so pod lipo tudi Ovčani peli v slovenskem ziljskem narečju ob vaškem žegnu, kot še v Ukvah in Žabnicah.

https://www.dom.it/ovcja-vas-ima-novo-lipo_valbruna-ha-un-nuovo-tiglio/


buongiorno-dober dan

 dal mio giardino







alta val torre


 saluti da Villanova delle grotte

poesie per settembre

 


NICOLA MOSCARDELLI

SETTEMBRE

Settembre, incanto di convalescente
che giocando con nulla si contenta,
uva d'ambra che imbiondisce lentamente
sotto i soffi del tramonto
veleggiante alto sui monti,
seta tiepida innocente
delle foglie saltellanti
verso qualche ignoto mare
come farfalle gracili rinate
col vestitino d'estate sbiadito,
verde brina di stelle trasparenti
sul giallore della terra illanguidita,
un canto alla lontana che si sente e non si sente
come quando uno sogna e si lamenta
con la sua bocca spenta.

(da Gioielleria notturna, Studio Editoriale Lombardo, 1918)

Nicola Moscardelli (Ofena, 9 ottobre 1894 – Roma, 21 dicembre 1943), poeta, scrittore ed esoterista italiano. Combattente della guerra del 1915-18 e decorato al valore, fu poi critico letterario e collaboratore di varî giornali. La sua poesia passa da un crepuscolarismo pascoliano al Futurismo e infine a un misticismo vagamente cristiano incentrato sull’amore come carità.

Ana Roš ha aperto la porta ai rifugiati afghani


La dignità e la possibilità di una vita normale sono la migliore assimilazione per un rifugiato, crede la famosa chef Ana Roš della Casa di Franko, dove hanno già aperto il cuore e le porte a un rifugiato dall'Afghanistan.

Con il ritiro delle forze armate statunitensi e di altre potenze occidentali, il paese è caduto immediatamente in un nuovo caos dopo due decenni sotto il dominio dei talebani, che hanno preso il potere praticamente senza combattere e hanno gettato in disgrazia migliaia di compatrioti.


La storia e la filosofia di Hiša Franko sono ben amalgamate con le tradizioni e il territorio della regione di Posočje. Un territorio che può essere ostile ...
Menù · ‎La cucina di Ana · ‎FAQ · ‎Camere

Almeno uno avrà per qualche tempo una nuova casa con un ristorante due stelle Michelin nel Posočje. “Ringrazio i miei amici di Kabul per avermi aperto gli occhi. L'invito vale anche per gli amici di tutto il mondo, Slovenia ed Europa, non lesinare sui visti", ha scritto la Roš su Instagram: "Hamid, benvenuto".

tradotto dal Novi Matajur

LA VENDEMMIA IN FRIULI

 E' partita la vendemmia in Friuli,meno uva ma più qualità.Si cercano 230 persone.

In particolare sono interessati i comuni di Buttrio, Manzano, Corno di Rosazzo, Premariacco e San Giovanni al Natisone per il territorio della provincia di Udine e i comuni di Cormons, San Floriano del Collio, Gradisca d’Isonzo, Capriva del Friuli, Dolegna del Collio, Mariano del Friuli per il territorio della provincia di Gorizia. Non vengono richieste qualifiche particolari, anche se l’esperienza nel settore costituisce titolo preferenziale. L’operaio ideale sarà automunito e disponibile a lavorare con orario a giornata, a partire dalla prima mattinata. Il periodo di riferimento è settembre-ottobre.



NELL'ITALIA DEI TALEBANI, OLTRE 2 MILIONI DI DONNE SOGGETTE A VIOLENZA E NEL 21° SECOLO OLTRE 3000 LE DONNE UCCISE


 


Il mondo ha riscoperto i talebani. Nel peggiore dei modi. Si sta indignando all'ennesima potenza perchè dopo vent'anni di guerra costata alla NATO quasi 1000 miliardi di dollari, hanno dovuto cedere il terreno a russi e cinesi e iraniani. Si dice che Kabul tornerà indietro di secoli. Ma un Paese che cade nella mano dei talebani in poche settimane significa che forse tanto ostile ai talebani non era. Non esiste solo Kabul. L'Afghanistan è enorme e conta circa 40 milioni di persone. Si parla soprattutto della condizione delle donne. Giusto.Doveroso. Però, non è che noi siamo nella condizione di far tanto la morale ai talebani. Perchè di talebani in Italia ve ne sono e mica pochi. Siamo anche noi una società un pò talebana e di italianissimi. No, non applichiamo la Sharia come fanno in Qatar dove nel 2022 si giocheranno i mondiali, non discriminiamo le donne ai livelli dell'Arabia Saudita, dove giochiamo la finale di Super Coppa italiana ed a cui i talebani dicono di ispirarsi. Ma l'Italia è messa male. Ci  son voluti solo 800 anni per avere in una delle più note università italiane una rettrice. Negli ultimi 5 anni il numero di donne che hanno subito almeno una forma di violenza fisica o sessuale ammonta a oltre 2 milioni di donne.  Nel XXI secolo come ha evidenziato uno studio dell'Università di Padova, le donne uccise in Italia sono state 3.344.  Il dipartimento per le Pari opportunità gestisce un numero verde per le vittime di violenze che cercano assistenza immediata e un rifugio temporaneo. Gestisce anche un numero verde per le vittime di stalking. Tra il 1° marzo e il 16 aprile  ha ricevuto 5.031 telefonate, con un incremento del 73 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019; nel 93 per cento di questi casi, secondo le stime, i maltrattamenti sono avvenuti a casa, e nel 64 per cento dei casi di fronte a bambini.Come riporta il sito dell'Ambasciata americana in Italia. E che dire del fronte delle discriminazioni? In teoria  la legge attribuisce alle donne gli stessi diritti degli uomini, ciononostante, le donne subiscono diffuse discriminazioni, in particolare nel mondo del lavoro. Per non parlare della questione dell'aborto. Vedi ad esempio il caso del Molise, dove abortire è quasi impossibile, anzi, forse meglio togliere il quasi. Ma il problema è diffuso un pò ovunque. Insomma, ovvio che siamo diversi dalla situazione afghana, non potrebbe essere altrimenti, ma ricordiamoci che un pò talebana la nostra società lo è a partire da quanto subiscono le donne nel nostro Paese.

mb

https://xcolpevolex.blogspot.com/2021/08/nellitalia-dei-talebani-oltre-2-milioni.html?fbclid=IwAR0uFCIEjKRdaa8KFXRlcrKZ9QlbeK8O-Rk5ouk3YaOBs14orUAldfvJ8xw

fonte immagine

Meta Blagšič poesie

 


Roke

 

delaš

kar znaš

kažeš prst

dviguješ pest

 

zdaj končno razpri to prekleto dlan

zazri se v prostranstvo oblazinjene pokrajine

 

so tu še hribi in doline

je dovolj zraka za soteske

vidiš pot do obal petih morij

 

se spominjaš dotika kostanjeve ježice

odmaknil si se

mar ne

 

na koncu

so te roke

samo tvoje

in to je vse

kar imaš

 

Mani

 

Fai

ciò che sai fare

mostri il dito

sollevi il pugno

 

ora finalmente apri quel maledetto palmo della mano

osserva l’infinità del paesaggio imbottito

 

ci sono qui ancora monti e valli

c’è abbastanza aria per le forre

vedi la via che porta alle rive dei cinque mari

 

ricordi il contatto con il riccio della castagna

ti sei spostato

piuttosto no

 

alla fine

queste mani sono

solo tue

e questo è tutto

ciò che hai

 

Traduzioni di Michele Obit

 

 

*

Meta Blagšič (1979) vive a Maribor. Si è laureata in biblioteconomia e sociologia della cultura a Lubiana. Sino ad ora ha pubblicato le sue poesie solo sulla rivista slovena Dialogi.

https://perigeion.wordpress.com/2021/05/05/meta-blagic-tre-poesie/


Insieme nella vita,la cultura e la natura in Val Canale


 

Roby Facchinetti - Rinascerò, Rinascerai

Roby Facchinetti, all'anagrafe Camillo Lorenzo Ferdinando Facchinetti (Bergamo1º maggio 1944), è un cantautorecompositore e tastierista italiano, noto principalmente per essere stato il tastierista dei Pooh.

Entrato nel complesso dopo pochi mesi dalla sua fondazione, sostituendo l'organista inglese Guilbert "Bob" Gillot, con i Pooh ha firmato alcuni dei più grandi successi discografici italiani come Piccola Katy (1968), Tanta voglia di lei e Pensiero (1971), Noi due nel mondo e nell'anima (1972), Parsifal (1973), Dammi solo un minuto (1977), Chi fermerà la musica (1981), Uomini soli (1990), La donna del mio amico (1996), Dimmi di sì (1999) e Dove comincia il sole (2010).

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