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AUGURI BORIS PAHOR

 




Oggi il prof. Boris Pahor festeggia il 108esimo compleanno, scrittore triestino  è testimone del totalitarismo del Novecento, che ha lasciato una testimonianza indelebile a tutti noi e ai nostri discendenti con la sua preziosa opera. È stato impegnato per la libertà per tutta la vita e combatte ancora in modo esemplare e instancabile per questo valore, che è - oltre alla verità e alla giustizia - uno dei più importanti per questo gigante del nostro tempo. Per la sua postura paffuta ed eretta, per il suo incrollabile amore per la nazione e la madrelingua slovena, nonché per il fatto che si è sempre schierato dalla parte delle vittime, umiliate e disonorate e crede ancora nell'umanità e nell'amore, tutti coloro che apprezziamo il suo prezioso lavoro , gli auguro tutto il meglio dal profondo del cuore, e soprattutto tanta salute!


da https://it.wikipedia.org/wiki/Boris_Pahor

Boris Pahor, di lingua e nazionalità slovene, è nato a Trieste (allora Impero austro-ungarico, oggi Italia) figlio di Franc Pahor e di Marija Ambrožič. A sette anni assisté all'incendio del Narodni dom (Casa del Popolo), sede centrale delle organizzazioni della comunità slovena di Trieste.[1] L'esperienza, che lo segnò per tutta la vita, affiora spesso nei suoi romanzi e racconti. Finita la scuola media ed essendo stata soppressa l'istituzione slovena, frequenta - per volontà dei genitori - il seminario di Capodistria, che non termina, anche se continua a studiare teologia fino al 1938. Stabilisce stretti rapporti con alcuni giovani intellettuali sloveni di Trieste; tra questi spiccano le figure del poeta Stanko Vuk, di Zorko Jelinčič, cofondatore della organizzazione antifascista slovena TIGR (e padre dello scrittore Dušan Jelinčič) e dei pittori Augusto Černigoj e Lojze Spacal. Negli stessi anni incomincia il carteggio con Edvard Kocbek, poeta sloveno e pensatore personalista, nella cui figura riconoscerà un importante ruolo di guida morale ed estetica.

Nel 1940 è arruolato nel Regio Esercito e inviato al fronte in Libia. Dopo l'armistizio dell'otto settembre torna a Trieste, ormai soggetta all'occupazione tedesca. Dopo alcuni giorni decide di unirsi alle truppe partigiane slovene che operavano nella Venezia Giulia. Nel 1955 descriverà quei giorni decisivi nel famoso romanzo Mesto v zalivu ("Città nel golfo"), col quale diventerà celebre nella vicina Slovenia. Nel 1944 fu catturato dai nazisti e internato in vari campi di concentramento in Francia e in Germania (NatzweilerMarkirchDachauNordhausenHarzungenBergen-Belsen).

Dopo la guerra, a Natale '46 torna nella città natale, aderendo a numerose imprese culturali dell'associazionismo sloveno, cattolico e non-comunista. Dopo essersi laureato in Lettere all'Università di Padova nell'ottobre del 1947, si dedica all'insegnamento della letteratura italiana. Negli anni Cinquanta è il redattore principale della rivista triestina Zaliv (Golfo) che si occupa, oltre che di temi strettamente letterari, anche di questioni di attualità. In questo periodo Pahor continua a mantenere stretti rapporti con Edvard Kocbek, ormai diventato un dissidente nel regime comunista jugoslavo. I due sono legati da uno stretto rapporto di amicizia.

continua

proverbio friulano


 “Cui ch’al fevele un mont al fale dispes.”

Chi parla tanto sbaglia spesso.

La strage di Torlano

 

Torlano Comune di Nimis


Oggi Torlano ha rievocato la tragica pagina di storia della sua comunità, risalente alla Seconda Guerra mondiale. 

Era infatti il 25 agosto 1944 quando, all’alba, si scatenò la feroce rappresaglia nazifascista quale reazione all’intensa attività partigiana nel paese e nel territorio circostante, specialmente montano, del Comune di Nimis.

 L’azione fu infatti decisa dal Comando superiore delle SS di Trieste ed è ricordata come una delle pagine più orribili dell’ultimo conflitto, il cui fascicolo, come quello di altre stragi compiute sul suolo nazionale, finì nel cosiddetto “Armadio della vergogna”. 

Trentatrè, come detto, le vittime innocenti, fra cui appunto donne e bambini: 24 di Torlano e 9 di Ramandolo. Una famiglia molto numerosa originaria della citata Portogruaro fu quasi del tutto sterminata da quello che è passato alla storia come il “boia di Colonia”.

Secondo gli ordini impartiti dalle autorità naziste, quale rappresaglia alla uccisione di un ufficiale tedesco, quella mattina di agosto doveva scorrere il sangue di quaranta persone del luogo, scelte a caso senza badare se fossero uomini, mamme o bimbi. Sette riuscirono a mettersi in salvo per cui le vittime, come detto, furono trentatrè, tra cui appunto intere famiglie. E la più duramente colpita fu proprio quella dei De Bortoli, mezzadri sfrattati dalla loro terra e giunti sotto il monte Plaiul in cerca di un po’ di fortuna: in nove furono barbaramente uccisi. Ma uno dei figli Paolo, che aveva sette anni (è scomparso ottantunenne tre anni fa), riuscì a salvarsi, protetto dal corpo della madre, e a farsi una vita, nonostante il tremendo trauma psicologico subito, come pure la sorella Gina, tredicenne, che riuscì a fuggire, sebbene avesse riportato gravissime ustioni causate dai vestiti avvolti dal fuoco. Nove martiri, insomma, soltanto in casa De Bortoli, mentre le altre persone trucidate appartenevano alle famiglie Comelli, Dri e Vizzutti, cognomi fra i più diffusi nella frazione di Nimis.

Il sacello-monumento dinanzi al quale si terrà è tenuta la commemorazione ufficiale custodisce i resti di quelle povere vittime che tre anni dopo l’Eccidio furono raccolti in cinque bare, solennemente tumulate nel cimitero del paese, lasciando la fossa comune di Torlano Inferiore perché proprio là fu consumata la strage del 25 agosto 1944. Sinistra premessa di quanto sarebbe accaduto poco più di un mese più tardi a Nimis capoluogo che il 29 settembre fu interamente dato alle fiamme.

—^—

In copertina, il sacello che custodisce i resti delle 33 vittime: all’interno, la lastra di marmo con i loro nomida 

da fb

MITTELIBRO

 Jasmin Frelih (nato nel 1986) è uno scrittore, editore e traduttore sloveno .È nato a Kranj , in Slovenia, nel 1986. Ha studiato lettere all'Università di Lubiana .

Il primo romanzo di Frelih Na/pol è apparso nel 2013 e ha vinto il premio per il miglior debutto letterario alla Fiera del libro slovena . Ha anche vinto il Premio Europeo per la Letteratura 2016 In/Half , una traduzione inglese di Jason Blake, è stata pubblicata da Oneworld Publications nel novembre 2018 [2]

La sua prima raccolta di racconti Ideoluzije ( Tiny Ideologies ) è stata pubblicata nel 2015.

È editore di IDIOT , una rivista letteraria, ei suoi scritti e traduzioni sono apparsi nelle principali riviste letterarie in Slovenia. Traduce anche dallo sloveno all'inglese e viceversa.wikipedia




Drežnica - Kobarid - Cormòns in bici

Dopo 13 anni una nascita

 


A Tamaroz in Comune di Chiusaforte dopo 13 anni è volata la cicogna.Una famiglia originaria di Gonars ha scelto di vivere in val Raccolana nel paesino di Tamaroz dove ci sono 10 abitanti compresa la nuova nata.La mamma Silvia Danielis lavora nella promozione turistica 2-3 giorni da casa, 2-3 giorni in ufficio.Silvia frequentava  la val Raccolana da bambina ed ora ci vive con il suo compagno.


IL MERITO DI MOLTI EROISMI È DOVUTO A OCCHI CELESTI


 




I poeti sanno
che vanno abbattuti solo i pini diritti

ma non smettono
di camminare tranquillamente
e a testa alta
sul campo minato

e svegli e dormienti
procedono
come seguiti dagli sguardi
delle anime amate
che credono nei loro fragili corpi e nelle loro
tenere parole

(da Barbara e il barbaro, Il Narratore, 1995 – Traduzione di Jolka Milič)

JOSIP OSTI

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LA FRASE DEL GIORNO
Se sapessi che cosa è accaduto e sta accadendo nel mio Paese e  nel mondo – ha detto una volta – non avrei bisogno di scrivere poesie, di pensare. Vivrei e basta.
JOSIP OSTI


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vauro

io sto con emergency

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