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NOVITA' PER L'INGRESSO IN SLOVENIA

 


‼️ Novità per l'ingresso in Slovenia! ‼️Il Governo sloveno ha emesso un nuovo decreto che sarà valido a partire dal 15 luglio 2021.Cosa prevede❓L'ingresso in Slovenia senza quarantena sarà concesso solo a chi soddisferà uno dei seguenti requisiti:- tampone negativo PCR entro 72 ore- tampone antigenico (rapido) negativo entro 48 ore- ciclo vaccinale completo (Pfizer 2 dosi+7 giorni, Moderna 2 dosi+14 giorni, AstraZeneca 1 dose+21 giorni, J&J 1 dose+14 giorni.- guarigione dal COVID19 (certificato più vecchio di 10 giorni ma non più di 6 mesi).Potranno inoltre entrare liberamente in Slovenia:- minori sotto i 15 anni accompagnati da un genitore che soddisfi uno dei requisiti sopra riportati.- proprietari/affittuari di terreni confinari (inclusi familiari stretti con medesima residenza) per attività agricole con obbligo di rientrare entro 10 ore.Il certificato digitale verde, cosiddetto "green pass" della UE (o certificato digitale equivalente extraeuropeo) è valido come documento per entrare liberamente in Slovenia senza restrizioni.Resta sempre permesso il transito attraverso la Slovenia per recarsi in un Paese terzo (Austria, Croazia, Ungheria).#covid19#slovenia#ingressoinslovenia#greenpass#vaccino#tamponeVisita il Centro informazioni sul COVID-19 per risorse sui vaccini.Ottieni informazioni sui vaccini

11 LUGLIO santa OLGA

 


SIGNIFICATO DEL NOME

E' un nome tipicamente russo, derivato dall'antico scandinavo Helgi e significa propriamente "la Santa".

ONOMASTICO

 

11-lug

buona giornata

 

VILLANOVA DELLE GROTTE

Un castagno secolare e un museo che racconta Canalaz




  C’è un paese della Rečanska dolina che forse mai come oggi si trova al centro dell’attenzione. Per il suo castagno secolare, ma non solo: per la sua storia. Ed è una bella storia, che si può in parte ripercorrere grazie a quanto ritrovato, rimesso a posto e organizzato grazie all’impegno di Paolo Tomasetig. Che di Canalaz in realtà non è (lo è la moglie Alba, della famiglia Žefcjova, mentre la famiglia oggi vive a Clenia), ma che nel paesino che si raggiunge da Liessa superando Brida inferiore, Brida superiore e Plataz, ha ormai messo le sue radici. Radici forti, come quelle del castagno che mi porta a visitare, non dopo avermi fatto vedere come ha recuperato alcuni edifici di proprietà della famiglia della moglie (“Due anni fa siamo riusciti a realizzare un riordino delle proprietà, era un sogno, avrebbero dovuto farlo già cinquanta anni fa…”), una croce in ferro quasi incastonata in una roccia (“significa il lavoro, la sofferenza e la fede”) posta accanto alla strada asfaltata che è stata realizzata solo nel 1973, poi un incredibile abbeveratoio, un monolite che risale al 1860 e che altrettanto incredibilmente un paio di anni fa qualcuno ha pensato bene di prenderlo a mazzate. “Lo abbiamo restaurato, ma è stato uno sfregio e un peccato, se si immagina la fatica e il lavoro per realizzarlo”, commenta Paolo.

Era il primo abbeveratoio posto lungo quella che un tempo era l’unica strada per arrivare al Prievalo. Pochi metri più avanti c’è un altro abbeveratoio, più grande, realizzato nel 1911

NOVA GORICA, PRIMA CITTÀ SOCIALISTA, COSTRUITA DAL NULLA DA MIGLIAIA DI GIOVANI JUGOSLAVI, AD ESSERE CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA

 


Nova Gorica è la prima città di origine socialista ad essere capitale europea della cultura. Una città nata dal nulla grazie al contributo di migliaia di giovani jugoslavi, come riconosce anche la CIA in un suo documenti del 1949 dove analizza succintamente la nascita della città, destinata ad avere entro il 1951 30 mila abitanti. In realtà come sappiamo il centro urbano di Nova Gorica non andrà oltre i 12 mila abitanti invece raggiungerà una popolazione di circa 30 mila abitanti. La prima pietra venne posta il 13 giugno del 1948, e fu resa possibile grazie al Comitato speciale presieduto dal Ministro Ivan Maček. Il progetto fu elaborato dall’architetto e urbanista Edo Ravnikar. Architetto che conobbe le violenze del fascismo italiano,  venne rinchiuso nelle carceri di Capodistria, dell'Ucciardone di Palermo e di Anghiari. 
 

Città costruita dai giovani, dalle  brigate lavorative della gioventù provenienti da tutta la Jugoslavia secondo il modello sovietico. Come i famosi  sei isolati per abitazioni, noti come Blocchi russi. Una città partigiana, una città socialista,  una città che brillerà oltre il confine, si disse allora, ed oggi è la prima città ad essere stata costruita da partigiani, da comunisti, a diventare capitale europea della cultura. Certo, di comunista e socialista son rimaste solo le pietre probabilmente e la sua storia che nessun revisionismo d'oltre confine o interno potrà mai cancellare.
 
mb

Le migliori cicliste sul Matajur

 

La ciclista Anna Van Der Breggen/Kolesarka Anna Van Der Breggen

L’evento sportivo dell’estate 2021 nelle Valli del Natisone è alle porte. Sabato, 10 luglio, le migliori cicliste del mondo si daranno battaglia sulle pendici del Matajur nella penultima, probabilmente decisiva, tappa del Giro d’Italia donne, che partirà il 2 luglio da Fassano di Cuneo, in Piemonte, per concludersi a Cormons l’11 luglio.

In gara ci saranno 144 atlete di 24 squadre, tra cui le nove World Tour. Tra le campionesse al via ci sarà la vincitrice del Giro 2020 e campionessa del mondo, Anna Van Der Breggen, la vincitrice di diverse edizioni e iridata Marianne Vos nonché l’italiana Elisa Longo Borghini, terza nella passata edizione. La gara sarà fondamentale anche per la scelta delle cicliste che, con le rispettive nazionali, gareggeranno un paio di settimane dopo alle Olimpiadi di Tokyo.

Nella tappa del Matajur, le cicliste, partite da Feletto Umberto a mezzogiorno e con il via effettivo dal territorio di Pagnacco, dopo aver percorso un anello tra Povoletto, Attimis, Nimis, Reana e Cavalicco, passando per Faedis, Campeglio e Cividale, entreranno nelle Valli del Natisone da Ponte San Quirino verso le 14.15. Attraverso Azzida,Scrutto, Merso di Sotto e Stregna saliranno ai prati di Tribil inferiore (dove sarà posto il secondo gran premio della montagna della giornata) e raggiungeranno Castelmonte, per poiscendere a Cividale, tornare a Ponte San Quirino e da lì raggiungere Savogna.Verso le 15.30 inizieranno la salita del Matajur lungo la strada turistica di Masseris. L’arrivo in località Laze, neipressi del rifugio «Pelizzo», avverrà verso le 15.50.

Gli organizzatori del Giro garantiscono spettacolo e grandi emozioni, che si potranno vivere ad ogni latitudine.

Infatti le immagini del Giro d’Italia donne saranno diffuse in 150 Paesi al mondo, sulle principali emittenti tv, broadcaster e Ott, grazie alla collaborazione con Athletic Sports Group e all’importante accordo con Eurosport, che trasmetterà la gara sul proprio circuito internazionale. Ci sarà, naturalmente, l’appuntamento su Rai Sport HD con il meglio di ogni tappa e i 50 minuti di immagini originali del Giro sul digital network e social network di Pmg Sport.

«L’elevata qualità tecnica della gara è garantita dalla presenza di tutte le più importanti squadre al mondo e da un percorso di difficoltà medio-alta e allo stesso tempo straordinario dal punto di vista paesaggistico e naturalistico, che tocca simbolicamente le zone del Paese maggiormente colpite dalla prima ondata della pandemia. Se lo scorso anno l’intenzione era essere l’edizione della ripartenza, quella di quest’anno vuole e può essere l’edizione della rinascita, in primis dello sport, di cui il ciclismo femminile può essere uno dei volani più importanti», ha detto alla presentazione il direttore generale di corsa, Giuseppe Rivolta.

«Questi 4 anni che ci hanno visti impegnati come distributori ci hanno portato nel 2020 a raggiungere, attra-verso broadcaster e streaming media nazionali e internazionali, una platea complessiva superiore a 6 milioni di utenti. Il 2021 è un nuovo punto di partenza, grazie una distribuzione ulteriormente amplificata, con l’ingresso nel circuito internazionale di Eurosport e nuovi media partner», ha affermato Ginevra Cividini, di Pmg Sport.

«Oltre al racconto sportivo – ha aggiunto –, quest’anno vogliamo raggiungere altri target dando visibilità anche a tematiche di stretta attualità come la sostenibilità ambientale e la valorizzazione della donna nello sport, sia attraverso progetti e azioni concrete, realizzati anche con la preziosa collaborazione di partner e sponsor. La grande risposta ottenuta dalle partnership istituzionali e commerciali conferma che solo una strategica sinergia tra organizzazione, produzione e distribuzione consente di valorizzare al massimo un evento come questo».https://www.dom.it/vrhunske-kolesarke-na-matajurju_le-migliori-cicliste-sul-matajur/

UN PO' DI ME

 



sulle orme dei dinosauri

 

AL PARCO IN FAMIGLIA
🦕 Sulle orme dei dinosauri
Sabato 10 luglio 20
La Val Dogna offre in ogni periodo dell’anno interessanti percorsi a piedi lungo mulattiere e sentieri, adatti a tutte le esigenze. Ancora oggi la valle mantiene un carattere appartato, che permette di conoscere alcuni aspetti caratteristici dell’ambiente delle Alpi Giulie.
L’itinerario proposto, preceduto da una visita al Museo del Territorio durante la quale si potrà osservare la pista fossile di un fitosauro vissuto molti milioni di anni in questo territorio, si snoda attraverso un suggestivo anello con partenza e arrivo a Dogna
Si tratta di un percorso che presenta dislivelli ridotti, è privo di difficoltà e che quindi è adatto alle famiglie e a tutti coloro che sono interessati a conoscere la Val Dogna e i suoi paesaggi.
Dal punto di vista naturalistico, il percorso, pur rimanendo a fondovalle, presenta molteplici spunti d’interesse e notevoli panorami sul #Montasio, la cui vista accompagna tutti coloro che effettuano escursioni in questa valle.
Ritrovo: davanti al Museo del Territorio a Dogna, ore 9.30
Durata: 3 ore
Target: famiglie con bambini da 0 a 10 anni
Guida: Andrea Sittaro
Quota di partecipazioni: GRATUITA
Note: l'ingresso al museo è gratuito (offerta libera)
Prenotazioni entro le ore 16.00 di giovedì 8 luglio – fino a esaurimento posti - compilando il modulo di iscrizione presente sul sito web o telefonando al numero 0433 53534 oppure scrivendo a info@parcoprealpigiulie.it
POSTI LIMITATI
Maggiori informazioni sul progetto Al Parco in Famiglia su:









da fb

CUCINA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA: TRA INNOVAZIONE E TRADIZIONE

 

Al via la seconda edizione de La Nuova Cucina, progetto promosso dal consorzio FVG Via dei Sapori


Dieci serate – dal 29 giugno al 29 luglio – in altrettanti ristoranti, quattro chef per ogni cena e un menù di sei portate con cinque vini in abbinamento in aggiunta ai distillati che accompagneranno i dolci: questi i numeri del II capitolo della Nuova Cucina, idea nata dal consorzio Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori. Scoprite tutti i dettagli ed il calendario nell’articolo e se avete qualche curiosità o domanda, potete farla nei commenti in fondo.

Le serate si terranno il martedì e il giovedì e i menù completamente inediti saranno pensati da due chef del consorzio e due dei locali amici. La cucina sarà sì contemporanea ma rileggerà un piatto o un prodotto della tradizione del Friuli Venezia Giulia; le ricette proposte saranno più equilibrate rispetto all’edizione dell’anno scorso. La prima portata consisterà in un benvenuto con “pan e formadi” ovvero pane e formaggio con protagonista il Montasio. Seguiranno quattro portate e il dolce finale. I ristoranti La Subida e il Vitello d’Oro faranno i dolci autonomamente mentre gli altri chef si avvarranno degli artigiani del gusto, ovvero delle pasticcerie Cocambo di Aquileia e Maritani di Monfalcone. Alla fine ci sarà anche un omaggio: una gubanina o dei cioccolatini a suggellare la serata. In abbinamento i vini dei 21 vignaioli partners, i distillati di Nonino e il caffé di Oro Caffé.

Come prenotare, costo e scopo dell’iniziativa

Per prenotare la vostra serata speciale, dovete chiamare direttamente il ristorante che avete scelto. I menù – che non si possono modificare – e ulteriori informazioni le potete trovare consultando il sito www.fvg-lanuovacucina.it o telefonando allo 0432 530052. Il costo per una cena è fisso ed è di 80 euro. Lo spirito della Nuova Cucina è continuare a stimolare gli chef e dar loro un aiuto psicologico in un periodo così prolungato di fermo attività. Il consorzio Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori vuole sostenere ed appoggiare giovani talenti e vuole far partecipare anche i “nuovi amici” per far loro sperimentare e provare nuove ricette. I prodotti usati durante queste cene saranno quasi tutti regionali proprio perché lo scopo è far assaggiare e conoscere i produttori d’eccellenza del territorio. Un’anticipazione: il III capitolo sarà dedicato alla sostenibilità sia per quanto riguarda la filiera che la regione.

IL CALENDARIO

6 luglio – La Taverna (Colloredo di Montalbano)

assieme agli chef di: La Torre, Antica Ghiacceretta, Osteria Dvor
8 luglio – Al Grop (Tavagnacco)
assieme agli chef di: Tavernetta All’Androna, Caffetteria Torinese, Alla Casasola
13 luglio – Vitello d’Oro (Udine)
assieme agli chef di: Mondschein, Enoteca di Buttrio, Hostaria la Tavernetta

15 luglio – Ai Tre Merli (Trieste)
assieme agli chef di: Al Gallo, La Buteghe di Pierute, San Michele
20 luglio – Al Paradiso (Pocenia)
assieme agli chef di: Ristorante Ilija, La Pigna, La Luna
22 luglio – Costantini (Collalto di Tarcento)
assieme agli chef di: Al Ponte, 1883 Restaurant&Rooms, Il Piron dal Re
27 luglio – La Subida (Cormons)
assieme agli chef di: La Torre, Barcaneta, Da Alvise
29 luglio – Ristorante Ilija (Tarvisio)
assieme agli chef di: Da Toni, Sal de Mar, Valeria 1904

Affrettatevi a prenotare perché qualche serata ha già registrato il tutto esaurito! Non mi resta che augurarvi buon appetito con questa Nuova Cucina del Friuli Venezia Giulia.https://www.torzeando.com/friuli-venezia-giulia/cucina-del-friuli-venezia-giulia/

Gnocchi alla Nuova Cucina del Friuli

buona serata

 


All'aperto a Stolvizza


 La visione delle montagne che sovrastano il paese con rivoli di candida neve, testimonianza di un inverno ricco di abbondanti precipitazioni nevose; giornate sempre più lunghe baciate da un sole che scalda, prati fioriti, un’insospettata energia negli sguardi della gente dopo il lungo inverno e la forzata chiusura danno a tutti la sensazione che ormai si riparte, anche perché sembra che l’odiosa pandemia abbia le ore contate. Ed è tempo, quindi, di pensare alla bella stagione, da trascorrere finalmente all’aria aperta.

L’Associazione ViviStolvizza si sta impegnando da anni a migliorare la qualità della vita sul territorio e a contribuire alla sua crescita economica attraverso proposte mirate e innovative. Nel pieno della stagione estiva, offre escursioni sui conosciutissimi percorsi nei dintorni del paese.

Grazie anche all’impegno del Parco delle Prealpi Giulie e al patrocinio della Fiasp, essi sono stati riattivati, puliti e tabellati dopo il lungo e nevoso inverno. Parliamo di Ta lipa potIl sentiero di MatteoPusti Gost sulle tracce del passatoVertical KilometerP4 della grande guerraTa-na rado e il sentiero Stolvizza facileQuest’ultimo può essere percorso da tutti, anche da categorie di persone con diversa abilità. Tutti i sentieri sono stati particolarmente curati e permettono di effettuare escursioni in grande sicurezza. Inoltre, si possono fare giri in bicicletta sui suggestivi sentieri di montagna; attività di canyoning sul Rio Lommig; discese con le coloratissime canoe nelle acque del torrente Resia.

Stolvizza ha anche una profonda anima culturale che si può respirare visitando il Museo dell’Arrotino e il Museo della gente della Val Resia; entrando nella chiesa di S. Carlo Borromeo, imbattendosi in splendidi murales, camminando nei vicoli del secolare Borgo Kikej. Oppure si può godere della vista di tutta la valle dal Belvedere Roberto Buttolo, mentre i bambini sono a giocare a calcetto o a pallavolo sui campi allestiti all’ombra del monte Canin.

L’Associazione ViviStolvizza continua a puntare sul turismo lento e sostenibile, per quanti intendono immergersi nella natura e conoscere la cultura dei luoghi visitati.

Il sodalizio sta già lavorando alle prossime iniziative in programma per luglio e agosto. Per restare sempre aggiornati a riguardo, potete consultare il sito internet www.vivistolvizza.it

https://www.dom.it/na-odprtem-na-solbici_allaperto-a-stolvizza/

Una rete per musei e lingue di minoranza

 Venerdì 2 luglio, alle ore 14, si è svolto nel Palazzo Veneziano di Malborghetto il convegno Musei: spazi abitativi con un linguaggio vivente , organizzato in occasione del 20° anniversario della Legge di Tutela n. 482 del 1999. 

Ingresso ai Musei Etnografici di Palazzo Veneziano a Naborjet / L'entrata del Museo etnografico del Palazzo Veneziano a Malborghetto

Vi hanno preso parte  diverse istituzioni delle comunità friulana, slovena e tedesca del nostro Paese. Questi sono: Cjase Cocèl (Fagagna/Feagne), Museo Sappada (Sappada/Ploden), Museo Sauris (Sauris/Zahre), Museo Etnografico Bardo, Centro Culturale Sloveno Planika  (Ugovizza/Ukve), Associazione Don Mario Cernet (Valbruna/Ovčja vas ) e la Società Culturale Ivan Trinko (Cividale / Cividât / Čedad).  Nell'ambito di una conferenza moderata da Roberto Dapit dell'Università di Vienna e Luigia Negro del  Museo di questi ebrei del Rosario ,hanno discusso la posizione di sloveno, friulano e tedesco con le loro versioni locali nei musei. Intervengono: Lara Magri, Gianpaolo Gri, Marcella Benedetto, Lucia Protto, Jasna Simoneta e Luigia Negro. Le conclusioni sono state fornite dal coordinatore del progetto, Živa Gruden. È molto incoraggiante che abbiano presentato la rete museale e firmato una relativa convenzione.

L'evento, che si è svolto sia in diretta che sulla piattaforma Zoom , è stato organizzato dall'Istituto di Cultura Slovena e dal Museo di questi ebrei del Rosario sotto l'egida dei Comuni di Malborghetto-Ovčja vas, Rezija e Tarvisio e con il sostegno del Regione Friuli Venezia Giulia.

Nei musei della Valle della Manica si sta lentamente espandendo la presenza di lingue, identità e culture autoctone. Negli ultimi anni sono stati compiuti diversi passi. La convivenza di quattro lingue e culture, insomma diverse identità domestiche, rappresenta un grande potenziale per il territorio turistico, che va valorizzato. Ci stanno scommettendo molto con risultati incoraggianti anche altrove, basti pensare alle zone trilingue dell'Alto Adige dove si parla ladino, tedesco e italiano.

tradotto dal giornale DOM

Vaccinarsi per noi e chi ci è caro

 


Ottanta per cento. È questa la percentuale di vaccinati contro la Covid-19 che serve per raggiungere il livello di sicurezza.

Lo fa sapere il dott. Mario Canciani, noto allergo-pneumologo udinese dalle origini slovene, che fin dall’inizio della pandemia ha dispensato preziose informazioni e suggerimenti per affrontare l’emergenza del coronavirus.

«Gli epidemiologi americani – spiega – hanno provato a fare delle simulazioni per predire come sarà il prossimo futuro e hanno visto che il livello di sicurezza sarebbe con l’80% di vaccinati. Tale percentuale sarà difficilmente raggiungibile, sia per la mancata copertura della popolazione pediatrica – nella quale mancano ancora studi di sicurezza – sia per i rifiuti ai vaccini e per le probabili reinfezioni dei soggetti che si sono vaccinati tra dicembre 2020 e febbraio 2021, che potrebbero presentare un calo dell’immunità e aver bisogno di un richiamo di vaccino».

A proposito, dott. Canciani, gli allergici sono più a rischio di reazioni ai vaccini?

«Ormai le casistiche sono talmente ampie che possiamo fornire delle indicazioni: il rischio più grosso è di essere allergici al PEG (Polietilenglicole), un eccipiente dei vaccini che serve a renderli più efficaci e che può dare, nelle persone allergiche ad esso, delle reazioni gravi, fino allo shock. Da tempo eseguiamo questo test sulla cute nei pazienti a rischio, sia mediante i prick che i patch test, con ottimi risultati, soprattutto sulla tranquillità dei pazienti».

Perché ogni tanto si parla di rischio delle mascherine?

«Fermo restando che esse sono il presidio più utile a ridurre la trasmissione del Corona, se prendiamo in esame quelle più diffuse – cosiddette chirurgiche – esse sono formate da 3 strati: uno esterno in poliestere, uno intermedio in polipropilene e uno interno in cotone. Purtroppo il polipropilene è un irritante delle vie aeree, specialmente negli asmatici che hanno i bronchi più sensibili e inoltre si degrada molto lentamente nell’ambiente, contribuendo a formare le “microplastiche” di cui si parla molto ultimamente».

Si potrà rinunciare alle mascherine?

«In Inghilterra ci sono stati i primi test in discoteca e concerti, senza di esse. I partecipanti a un concerto hanno dovuto effettuare un tampone il giorno prima e poi caricare il risultato su un sito, per collegarlo al biglietto acquistato. Una volta presentati biglietto e tampone negativo all’ingresso, sono potuti entrare e comportarsi come se nessuna restrizione contro il Coronavirus fosse in vigore. Dentro il locale erano presenti dei sensori per calcolare il livello di ventilazione. Ora siamo in attesa di conoscere i risultati».

Che legame c’è tra miocarditi e vaccini?

«Come sempre, Israele ci propone dati molto interessanti: hanno visto che alcuni giovani maschi, vaccinati con i vaccini a mRNA (Pfizer e Moderna), possono presentare una lieve infiammazione del cuore, che si verifica entro 4 giorni dalla seconda dose e che recede dopo assunzione di banali antinfiammatori. Anche se il dato venisse confermato su più ampie casistiche, non dobbiamo dimenticare che la miocardite da infezione non è rara e più grave di quella da vaccino. Tutte le persone che presentano dolori al petto dopo il vaccino andranno monitorate».

Come potremo difenderci dalle varianti?

«A parte che i vaccini attuali stanno dimostrando un’ottima protezione anche contro le varianti, si sta studiando un anticorpo contro il virus che verrebbe somministrato mediante uno spray nasale e che sta dando ottimi risultati negli animali da esperimento. Considerata la via di somministrazione, la mancanza di strette misure di conservazione e il costo modesto, questa potrebbe essere un’ottima forma di prevenzione».

Perché si parla di nuovo di tracciamento quando questo nei mesi scorsi è fallito?

«Più il numero dei contagiati è alto, più è difficile registrare gli infetti ed isolare i contatti. Con un basso numero di infetti sarà più facile farlo ed impedire così la trasmissione ad altre persone. Il modello più efficace almeno in Europa si è dimostrato quello finlandese che ha attuato un rigoroso tracciamento ed isolamento, anche pagato per aumentare l’adesione. Se vogliamo eliminare il virus, soprattutto nelle sacche dei non vaccinati, possiamo farlo solo con questo metodo».

In questo momento quali sono i luoghi più a rischio?

«Sono la famiglia, i gruppi di persone che stanno assieme, come gli amici. Sono calate molto le infezioni nei luoghi di lavoro, per merito della vaccinazione. Ora bisognerà insistere con la vaccinazione tra i giovani e tra quelli che hanno rifiutato il vaccino. Gli asintomatici sono quasi il 50%, solo il 3% degli ammalati viene ricoverato, il resto ha sintomi lievi, le rianimazioni sono quasi vuote».https://www.dom.it/cepljenje-zase-in-za-bliznje_vaccinarsi-per-noi-e-chi-ci-e-caro/

MEDUSA E ATENA

 #Medusa e #Atena nella stessa piazza!

Chi non conosce la famosa Medusa dai capelli di serpenti e sguardo pietrificante?
Non tutti però forse sanno, come narra il mito, che Medusa non é sempre stata un mostro, anzi, in principio era una splendida fanciulla che aveva sviluppato l’abilità di sedurre gli uomini con il solo sguardo, tanto da far invaghire di sé niente meno che il dio del mare, Poseidone.
Narra la leggenda, che Medusa fu trasformata in mostro da Atena, come punizione per aver giaciuto con Poseidone in uno dei suoi templi, mentre secondo altre versioni ancora, Atena era avversa a Medusa perché quest'ultima aveva osato competere con lei in bellezza.
Fu relegata in un’isola oltre l’oceano, ove vi abitavano anche le altre Gorgoni, Steno ed Eurialo, due semidee che differentemente da Medusa erano immortali e non invecchiavano.
Il re di Serifo, Polidette, inviò Perseo ad uccidere Medusa, pensando in tal modo liberarsi di lui per poterne sposare la madre; una volta che Perseo raggiunse il luogo dove dimoravano le Gorgoni, le trovò che dormivano: con la mano guidata da Atena e guardandone il riflesso nello scudo per evitare di restare pietrificato, riuscì a decapitare Medusa: dalla ferita uscirono subito il cavallo alato Pegaso e il gigante Crisaore, i figli che la Gorgone aspettava da Poseidone.
Perseo portò con sé la testa di Medusa, che non aveva perso il suo potere di pietrificare con lo sguardo e la usò come arma contro numerosi altri avversari e nemici.
"Medusa" di Alessandro Romano sculture, a Cividale del Friuli, piazza Paolo Diacono, mostra #incantamenti fino al 5 settembre. Alle sue spalle la dea Atena sovrasta la fontana recentemente restaurata.
Si ringraziano gli sponsor Autotrasporti Degano Flavio di Cividale e Despar Eurospar Forte di Cividale e Manzano.

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