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IL FRIC0

 

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Tutta la poesia del frico

di Adriano Del Fabro
Il tecnico caseario Salvino Braidot, dedicò l’appendice del suo libro: “Il Montasio friulano”, pubblicato nel 1972, proprio al frico, riportando quattro ricette. Nello stesso anno Renzo Valente, per conto della Provincia di Udine, curò una Guida turistica della montagna friulana. Nel capitolo dedicato alla gastronomia della Carnia, sottolineò che il “frico (formaggio tenero salato, liquefatto insieme a tuorli d’uova nel burro o nel lardo, due versioni: filato o croccante)” è pietanza tipica carnica oltre che della Val Canale e Canal del Ferro (con la polenta).
Poco prima di morire, nel 1973, Ferdinando Primus di Cleulis di Paluzza (nato nel 1894), diede alle stampe: “Memorie di un piccolo mondo scomparso”. Nel suo componimento poetico: “Polenta e formaggio e polenta e frico”, scrive:
I menus, par chei casòns,
ai mangiavi biei fricons!
Loor ai era strapazzaats,
ma no erin mai malaats!!!
Stait attents a che chi scriif
E disèlu ‘tal paiisc:
Nonde’ nua di plui bon
Di polenta e un fricon!
Datato 1976 è l’interessante scritto di Gaetano Perusini dal titolo: “Vecchie cose di cucina: l’antian pal frico”. Nel suo testo, il Perusini non solo riporta una testimonianza diretta di una signora di Illegio, sulla ricetta del frico di quelle parti, ma descrive pure il recipiente nel quale la stessa veniva cotta e preparata.
A Chiaulis di Verzegnis, nel 1916, era nato il poeta Adalgiso Fior. Nella sua raccolta postuma: “La mê Cjargna” (La mia Carnia), curata da Andreina Ciceri nel 1985, è contenuta la poesia dal titolo: “Prima dì a stâli” (Primo giorno in malga) nella quale, nella terza strofa si richiama a “un frico ben saurît”.
La più antica Sagra del Frico è quella di Carpacco di Dignano la cui prima edizione si è celebrata nel 1982.
Il protagonista del romanzo del 1991 di Sergio Maldini: “La casa a Nord Est” (Premio Campiello), un giornalista romano in fuga dalla capitale, assapora con gusto frico e trote affumicate in una trattoria di Sterpo.
Mario Castagnaviz, sempre nel 1991, nel suo libro dedicato alla storia della Latteria di Cividale, pubblica una scheda su “il formaggio da frico filante” e nel testo: “Carnia Agroalimentare”, racconta del frico di Carnia. Un anno dopo, lo stesso fa Erminio Polo descrivendo le vicende della Latteria di Lavariano.
Nel 1992, il “Dizionario etimologico dei dialetti italiani” spiega che il termine frico deriva dal latino frigere (in friulano: frizi).
La pietanza a base di formaggio fritto, viene descritta anche da Alfio Anziutti, nel 1999, all’interno della sua pubblicazione dal titolo: “Giochi e cibi a Forni di Sopra”.
Nell’anno 2001, il frico è stato inserito nell’Elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali del Friuli Venezia Giulia mentre, dal 2017, se realizzato con materie prime certificate regionali, può fregiarsi del marchio collettivo di qualità: AQuA (ma servirebbe qualcosa in più).
Potrebbe essere un'immagine raffigurante cibo e spazio al chiuso
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Vaccini anticovid: in regione quasi il 45% ha ricevuto almeno una dose, in Slovenia oltre il 50%

 Nel Friuli Venezia Giulia – così come in tutta Italia – da oggi 3 giugno le agende vaccinali sono aperte anche alle persone della fascia tra i 16 ed i 39 anni d’età (e a breve dovrebbe arrivare il via libera anche per gli adolescenti tra i 12 ed i 15 anni). Per il presidente della Regione Fedriga ed il suo vice e assessore alla salute Riccardi questo sarà un momento fondamentale della campagna vaccinale “perché con l’apertura delle agende anche alle persone tra i 16 anni compiuti e i 39 ci aspettiamo che la campagna vaccinale in Friuli Venezia Giulia subisca una forte accelerazione. Dato che 50mila under40 hanno già ricevuto il vaccino perché inseriti nelle categorie prioritarie, in quella fascia d’età rimangono circa 220mila i soggetti che possono vaccinarsi, ai quali saranno riservati i vaccini Pfizer e Moderna”. Fedriga e Riccardi sperano in un’adesione di massa: “Anche se i giovani sono, nella maggior parte dei casi, meno a rischio dei soggetti più anziani garantire la loro immunizzazione significa fare un importante passo avanti verso l’agognato ritorno alla normalità”. Entro le ore 18 di oggi si sono prenotate 44.647 (quasi 30 mila entro le 12) persone appartenenti alla fascia d’età 16-39.

Fino ad oggi, in base ai dati del Ministero della Salute elaborati da GIMBE, nella nostra regione il 20,9% della popolazione ha già completato il ciclo vaccinale ed un ulteriore 22,8% è in attesa di richiamo (i risultati del FVG sono superiori alla media italiana). Un po’ peggiori sono invece i dati riferiti alle fasce d’età più critiche: la nostra regione ha l’84,8% degli over 80 che ha già completato il ciclo vaccinale, mentre il 5,6% ha ricevuto la prima dose. All’appello manca quasi un decimo dei più anziani, il che pone il FVG in tredicesima posizione tra le regioni italiane. Più bassa ancora la percentuale di immunizzati nella fascia 70-79 anni: il 22,1% ha ricevuto le dosi necessarie, metre il 54,8% è in attesa di richiamo. Nella fascia 60-69 (fonte: Ministero della Salute) il 22,95% ha completato il ciclo, mentre circa un ulteriore 35% è in attesa di richiamo.
In Italia – in base ai dati aggiornati stamattina – sono state somministrate finora circa 35.820 mila dosi, mentre le persone che hanno completato il ciclo vaccinale sono circa 12.400.000 (il 22,85% della popolazione over 12).
In Slovenia, dove le agende vaccinali sono aperte a tutti i maggiorenni già da qualche settimana, il 20,6% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale, mentre il 32,5% è in attesa del richiamo. Nella vicina Alta Valle dell’Isonzo la campagna procede speditamente. Kobarid ha il 23,6% dei residenti che ha completato il ciclo ed il 36,8% che ha ricevuto la prima dose. A Tolmino è immunizzato il 22,9% della popolazione ed il 35,7% attende il richiamo, a Bovec queste percentuali sono rispettivamente del 19,9% e 30,8%, a Kanal invece 19,7% e 33%.

Cinque decenni della Società Culturale Rečan Aldo Klodič

 


Mercoledì 2 giugno, su RAI 3 BIS,  è andato in onda il reportage CINQUE DECADE DELLA SOCIETÀ CULTURALE REČAN ALDO KLODIČ , realizzato in occasione del 50° anniversario della Società Culturale Aldo Klodič . In esso, i membri dell'associazione hanno parlato degli inizi dell'associazione, il coro, che arricchisce sempre i loro eventi e manifestazioni, e naturalmente molte altre attività organizzate durante il lungo e continuo funzionamento dell'associazione, che opera nella valle di Rečan e  in Benecia. 

tradotto dal Novi Matajur

Ritorno in Italia senza tampone


 Il ministro della Salute, Speranza, ha firmato un’ordinanza che, a partire dal 3 giugno, revoca l’obbligo di esibire un certificato Covid negativo rientrando dalla Slovenia e dall’Austria per i cittadini che risiedono entro un raggio di 60 chilometri dal confine ed espatriano per non più di 24 ore. Dal loro canto, i cittadini sloveni e austriaci, residenti nella fascia confinaria, possono entrare in Italia (limitatamente a 60 km) senza dover mostrare un tampone fatto nelle 48 ore precedenti. Già dallo scorso 22 maggio la Slovenia ha inserito il Friuli Venezia Giulia in fascia bianca, per cui i residenti in regione non hanno alcuna limitazione all’ingresso e alla circolazione nella vicina Repubblica.

https://www.dom.it/cez-mejo-brez-obveznega-brisa_oltre-confine-senza-tampone/

Parco Nazionale Triglav ai confini tra Italia e Austria

 

Foto di Melanie Erhard da Pixabay

Il parco

Il primo nucleo del Parco fu istituito nel 1924, quando l’Associazione musei della Slovenia e la Società alpinistica affittarono per vent’anni 1400 ettari della valle dei Sette Laghi. In piena seconda guerra mondiale, scaduto il contratto, nessuno pensò di rinnovarlo. Nel 1961 l’area fu tutelata da un Parco Nazionale che solo nel 1981 raggiunse l’attuale dimensione. L’area del Parco tutela il massiccio del Triglav, che con i suoi 2864 m è la montagna più alta delle Alpi Giulie e diverse valli per lo più orientate in direzione nord est e sud ovest. I fenomeni carsici sono estremamente diffusi, favoriti dalla natura calcarea delle rocce, facilmente aggredibili dall’erosione dell’acqua. I paesaggi dell’area protetta risentono quindi di questi fenomeni assumendo in quota aspetti lunari e ospitando nelle valli laghi (i più belli dei quali sono nella valle dei Sette Laghi), cascate, torrenti e scenografiche forre come quella di Vingtar, nei pressi di Bled o di Mlinarica in val Trenta. La creazione dell’area protetta non è stata tuttavia sufficiente ad arginare, in un recente passato, diversi impatti ambientali negativi quali la regimazione del torrente in val Trenta o l’inquinamento del fiume Koritnica con metalli pesanti.

La visita

Sono due i centri visita del Parco: a Bled, presso la sede del Parco, si possono avere informazioni sull’area e visitare la mostra sull’ambiente, la flora e la fauna dell’area protetta.
A Trenta invece, che a differenza di Bled, si trova all’interno del Parco, c’è l’ufficio informazioni e un museo sulla fauna e la flora dell’area e le guide alpine della zona.
Diverse le escursioni possibili nel Parco, grazie alla buona rete di sentieri che ospita diversi rifugi. Dal momento che sono possibili repentini cambiamenti delle condizioni meteorologiche, è consigliabile informarsi sulla situazione del tempo prima dell’escursione e vestirsi adeguatamente con scarponi e giacche a vento. Le cartine dei sentieri sono reperibili facilmente nei paesi dell’area. Anche la zona del lago di Bohinj offre facili e poco impegnative passeggiate. Tra le mete predilette dai visitatori, oltre alla salita al Triglav, una facile escursione alle cascate Savica, di 60 m di altezza, da cui si può proseguire per arrivare ai laghi di Triglav. 
Nel lago di Bohinj è possibile nuotare, andare in canoa (facilmente reperibile in loco) e pescare (bisogna però dotarsi della locale licenza, abbastanza cara).
Agenzie locali organizzano discese in rafting o in canoa sul fiume Sava Bohinjka o, nelle gole della Mostnica, discese in parapendio.

La natura

La vicinanza del mare garantisce situazioni climatiche particolari e la crescita di specie termofile accanto a quelle alpine. Più della metà del territorio del Parco è coperta da boschi: faggi nelle quote più basse, pino nero e larice nelle zone meno umide, nei versanti più caldi carpinelli, ornielli e sorbi montani. Nelle quote più alte boscaglie di pini mughi con qualche larice. Tra le specie alpine la stella alpina, il giglio rosso e la scarpetta di Venere, mentre tra gli endemismi sono da annoverare la rosa e la genziana del Triglav, l’iris di Bohinj e il bianco papavero delle Alpi Giulie.
Orsi e linci sono gli ospiti più illustri del Triglav, anche se vederli è praticamente impossibile. Tra gli ungulati stambecchi, reintrodotti dal 1964, camosci e caprioli (circa un migliaio di esemplari), qualche decina di cervi. Purtroppo nel Parco sono stati reintrodotti a scopi venatori i mufloni, mai vissuti nell’area, che possono causare problemi di competizione alimentare con gli erbivori presenti. Marmotte, ermellini, ghiri, tassi e donnole sono gli altri mammiferi più diffusi. Tra gli uccelli nidificanti l’aquila reale, la pernice bianca, il fagiano di monte, la coturnice e il picchio tridattilo. Tipici di queste zone alpine la vipera del corno e la lucertola di Horvath; diversi i coleotteri e le farfalle come l’apollon.

Da non perdere

  • Bled: castello dell’XI secolo con museo sulla storia del lago e ricca collezione di armature e cappella del XVI secolo, mostra naturalistica presso gli uffici del Parco nazionale.
  • Kranjska Gora: casa Liznjek, abitazione del XVIII secolo che ospita una collezione d’oggetti e arredamenti tipici di quest’area; chiesa dell’Assunzione del XVI secolo.
  • Ribcev Laz: chiesa di San Giovanni Battista del 1440 circa con affreschi del XV e XVI secolo; chiesa di Santo Spirito del XVIII secolo.
  • Stara Fucina: il Museo della cultura alpina ospita un’interessante collezione sulla produzione di latticini nella zona.
  • Bohinjska Districa: il Museo Tomaz Godec presenta la storia della lavorazione del ferro e della concia del cuoio nella valle, raccontando la storia del partigiano Godec, proprietario della conceria in cui è ospitato questo singolare museo.
  • Lungo la strada da Kranjska Gora a Bovec, aperta da maggio a ottobre, si possono vedere: la Cappella Russa, costruita sul luogo dove 400 prigionieri di guerra russi furono sepolti da una valanga e il monumento a Julius Kugy, scalatore locale.
  • Trenta: l’Alpinum Juliana, giardino botanico costruito nel 1926, raccoglie tutte le specie delle Alpi della Slovenia; Museo di Trenta sull’alpinismo in Slovenia e la flora e fauna locale.
  • Soca: chiesa di San Giuseppe del XVIII secolo.
  • https://piuturismo.it/parchi/nazionali/parco-nazionale-del-triglav-ai-confini-con-italia-e-austria/

Guida sul Kosovo




 🇽🇰 “Kosovo, itinerari turistici alla scoperta del Paese“, la prima guida monografica in italiano dedicata al Kosovo!

📚 Parla di questo giovane stato balcanico -dalla storia antichissima- della sua capitale e delle destinazioni imperdibili durante un viaggio nel Paese: è la prima guida turistica in italiano dedicata esclusivamente al Kosovo. È stata pubblicata da Odòs, libreria editrice di Udine che nella sua collana VersoEst ha realizzato numerose guide dedicate ai Balcani e, in generale, all’Europa dell’Est.
🌿 Remoto, sconosciuto, fuori rotta. Bisogna essere curiosi per mettersi in viaggio con destinazione Kosovo. Lo stato più giovane d’Europa, che nel 2008 ha dichiarato unilateralmente l’indipendenza dalla Serbia (ed è oggi riconosciuto da un centinaio di nazioni, tra cui l’Italia), è la nuova frontiera del turismo d’avventura. Pristina, la giovane capitale, con i suoi 200.000 abitanti, è il centro culturale, economico e artistico più importante del Paese. Una città vibrante che durante tutto l’anno coinvolge i suoi abitanti e i suoi visitatori con numerosi festival musicali ed eventi culturali. Tutto il Kosovo, però, merita una visita: dai gioielli architettonici di Prizren all’immenso bazar di Gjakova, passando attraverso gli scenari mozzafiato della Valle di Rugova e i magnifici monasteri medievali, il Paese è una sorpresa continua. Del Kosovo si ricordano soprattutto le tristi vicende della guerra degli anni Novanta. I segni del drammatico passato sono ancora oggi visibili: lungo le strade, infatti, spuntano memoriali in ricordo delle vittime della pulizia etnica perpetrata dalle truppe di Milošević e le forze NATO sono ancora presenti a presidio dei monasteri ortodossi sparsi nel territorio. Del Kosovo turistico, invece, si sa poco, anzi, quasi nulla. Questa guida offre alcuni itinerari alla scoperta del Paese: grandi spazi, nonostante le dimensioni contenute, tesori culturali e una bellezza non gridata che si scopre a poco a poco. Il Kosovo è una terra di grande fascino, ancora selvaggia, che vale la pena visitare prima che tutti quanti se ne accorgano.
(Dalla nota introduttiva di Kosovo, itinerari turistici alla scoperta del Paese, Francesca Masotti, Odòs, 2021).

AFORISMA

 


“La vita non è una corsa ma un tiro al bersaglio: non è il risparmio del tempo che conta, bensì la capacità di trovare un centro.” Susanna Tamaro

2 giugno,festa della repubblica

 


La Festa della Repubblica Italiana, che cade il 2 giugno, è un’occasione in cui si ricorda il referendum del 1946 che sancì il passaggio dal sistema politico monarchico a quello repubblicano. Era il 2 giugno, appunto, e l’Italia era appena uscita dalla Seconda Guerra Mondiale e sceglieva di scrivere una nuova pagine della sua breve storia, preferendo la repubblica alla monarchia.

In Friuli Venezia Giulia si muore ancora di lavoro: i dati dei primi quattro mesi

 In Friuli Venezia Giulia si continua a morire di lavoro. La tragica notizia del decesso di un giovane di 38 anni avvenuto nel comune di San Vito al Tagliamento fa riaccendere i riflettori su un fenomeno che nella nostra regione, soprattutto nel comparto industriale, non sembra rallentare. A dirlo sono i dati che la Cigl, con particolare riferimento al periodo che va da gennaio ad aprile di quest'anno, ha diffuso nel pomeriggio di oggi 1 giugno. Nel dettaglio, la morte del 38enne è solamente l'ultima in ordine di tempo e porta a sette il numero dei decessi registrati nei primi quattro mesi del 2021.

Numeri che tristemente sono maggiori rispetto a quelli rilevati nella finestra gennaio-aprile del 2020, quando i decessi registrati erano stati cinque. Un problema che riguarda soprattutto quel mondo dell'industria dove lavoravano quattro delle sei persone decedute (le altre due erano impiegate nel settore agricolo) e di cui si hanno i dati, visto che nel report mancano i numeri di maggio e non è conteggiata la tragedia avvenuta oggi. Un'ulteriore criticità è rappresentata dal numero di denunce relative agli infortuni che nel quadrimestre 2021 superano i 5100 casi, mentre nel 2020 si erano fermate a poco più di 4400. 

https://www.triesteprima.it/cronaca/morti-sul-lavoro-friuli-venezia-giulia-2021.html

proverbo friulano


 Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei campi

“Quant il rai al tiès la tele, la masàrie ‘e po’ meti a suâ” ovvero, quando il ragno tesse la tela, la ragnatela, 

la massaia può mettere i panni ad asciugare, vuol dire che resterà bel tempo.

GIUSEPPE UNGARETTI


 Oggi ricorre l'anniversario della morte del poeta Giuseppe Ungaretti (8 febbraio 1888

1 giugno 1970)
Lo ricordiamo con le sue celebri poesie "San Martino del Carso"
(Valloncello dell’ Albero Isolato il 27 agosto 1916) e "I fiumi"
Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro
Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto
Ma nel cuore
nessuna croce manca
È il mio cuore
il paese più straziato
***
[...]
Stamani mi sono disteso
In un’urna d’acqua
E come una reliquia
Ho riposato
L’Isonzo scorrendo
Mi levigava
Come un suo sasso
Ho tirato su
Le mie quattro ossa
E me ne sono andato
Come un acrobata
Sull’acqua
Mi sono accoccolato
Vicino ai miei panni
Sudici di guerra
E come un beduino
Mi sono chinato a ricevere
Il sole
Questo è l’Isonzo
E qui meglio
Mi sono riconosciuto
Una docile fibra
Dell’universo
[...]
La chiesa di San Martino con il suo bel campanile.

Ecco il nuovo parroco don Fontaine

 


Don Alexandre Fontaine ha preso possesso delle parrocchie di Antro, Brischis, Erebezzo e San Pietro al Natisone sabato 29 maggio, durante una cerimonia presieduta dall’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato. Questi nell’omelia ha evidenziato anche la realtà bilingue delle Valli, sottolineando la sensibilità per la questione del nuovo parroco. E nell’Eucaristia è risuonata anche la lingua slovena in una lettura, due intenzioni di preghiera e nel canto finale. Lo stesso don Fontaine ha rivolto un pensiero alle nuove comunità anche in sloveno. Il sindaco di San Pietro al Natisone, Mariano Zufferli, ha portato il saluto delle comunità civili. https://www.dom.it/prisel-je-novi-zupnik-g-fontaine_e-arrivato-il-nuovo-parroco-don-fontaine/

Ufficio per il contratto del Natisone

Il consiglio comunale di San Pietro al Natisone lo scorso 6 maggio ha affrontato numerosi punti all’ordine del giorno. Il sindaco, Mariano Zufferli, ha elencato le molteplici iniziative avviate, tra le quali un corso di aggiornamento per l’uso di defibrillatori al quale hanno partecipato 14 persone.

I sindaci del territorio si sono incontrati, poi, con gli amministratori del Comune di Manzano in merito al Contratto di fiume per il Natisone. È stato esaminato il progetto con il dettaglio dei costi con proposta di istituzione di un ufficio sovracomunale per la gestione del progetto stesso. Non sono noti i dettagli tecnici.

Zufferli ha partecipato alla visita del dirigente regionale per le scuole con lingua d’insegnamento slovena, Igor Giacomini, effettuata presso l’Istituto comprensivo bilingue «Paolo Petricig» in vista della possibile apertura di una sezione primavera. In seguito il sindaco ha partecipato anche ad un incontro online con l’assessore regionale all’Istruzione, Alessia Rosolen, e lo stesso Giacomini per discutere di alcune criticità dell’Istituto comprensivo monolingue «Dante Alighieri».

È stato definito anche il progetto di promozione turistica del territorio assieme a Promoturismo – capofila del progetto sarà la pro loco Nediške doline con l’adesione di 8 associazioni locali. Infine si è riunita le commissione comunale per la progettazione europea. In quella sede sono state esposte le idee progettuali e le priorità strategiche. Anche in questo caso non si conoscono le iniziative promosse. Si è riunita anche la commissione per i gemellaggi al fine di avviare e riprendere i contatti con il comune di Sambreville (Belgio).

Il consiglio comunale ha approvato, infine, alcune varianti urbanistiche non sostanziali e il piano comunale per l’illuminazione pubblica. (a cura di F. C.)

 https://www.dom.it/urad-za-pogodbo-reke-nadiza_ufficio-per-il-contratto-del-natisone/?fbclid=IwAR2MBczp6PGeXc3gCep6XwU-jnvffCczjL2s-NrKsnTdnpoGV2ioKUYJ0QM


Jernej Kusterle, poesie

 


Traduzioni di Michele Obit

Misliti Ku1

 

Lepoto sanj kot pepel

lupine stresa med pomije.

Rezek smeh kljuva

ostanke brizgajoče bližine,

ki se topi pod debelo

plastjo moknate svetlobe.

Tema potujene noči

zavrača tujek; mene. Ponoči

me drži za vrat nekaj

vražje tihega, kar čez dan

preži na razum.

Sledim si v podkožje,

da iztrgam prisluhe z jezika

poltrdih obrisov. Ko bom

sestradan zgrizel

cvetoče drobtine veselja,

se bom z želatinastimi

gibi prebudil ukrivljen vase.

 

蠱 (pinyin: Gǔ; Wade-Gilesova romanizacija: Ku): strup, pridobljen iz različnih strupenih bitij, zlobni duh ali črna magija.

 

 

Pensare Ku1

 

La bellezza dei sogni come la cenere

scuote le bucce mentre pulisce.

Un sorriso aspro punge

i resti di una vicinanza zampillante

che si scioglie sotto il denso

strato di luce farinosa.

L’oscurità di una notte aliena

restituisce un corpo estraneo; me. Di notte

qualcosa di diabolicamente silenzioso

mi tiene per il collo, di giorno

attende al varco la ragione.

Mi seguo nella sottocute

per poter strappare le visioni dalla lingua

dei contorni semiduri. Quando

estenuato masticherò

le briciole in fiore dell’universo,

con movimenti gelatinosi

mi desterò curvo su me stesso.

 

1 蠱 (pinyin: ; Romanizzazione Wade-Giles: Ku): veleno ottenuti da diversi essere velenosi, spirito malvagio o magia nera.

 https://wordpress.com/read/blogs/77265079/posts/13301

Poti po näs

Etnografski muzej v Bardu - Museo etnografico Lusevera

Cultura in lutto, è morto Paolo Maurensig

 


Cultura in lutto: è morto lo scrittore Paolo Maurensig. Era malato da tempo. Portato al successo dal romanzo del 1993 'La variante di Lüneburg' era nato a Gorizia il 26 marzo 1943.

Tra le sue passioni, oltre alla scrittura, la passione per gli scacchi: "Mi ricordo che da bambino a volte giocavo a scacchi da solo, passando da una sedia all’altra, da un lato all’altro del tavolino, cercando di estraniarmi da quanto avevo pensato come conduttore dei bianchi per non influenzare l’altro me stesso che giocava con i neri - raccontava -. Alla fine mi chiedevo: in caso di vittoria, quale dei due “io” avrebbe potuto considerarsi vincente. Tutte le partite finivano alla pari, per mia fortuna".

Da poco, fanno sapere dalla casa editrice Einaudi, aveva finito di ultimare un nuovo romanzo. Il titolo è Il quartetto Razumovsky. Sarà pubblicato postumo.

Riproponiamo per i lettori un'intervista realizzata da Valentina Viviani per il settimanale il Friuli nel 2019, in occasione dell'uscita del romanzo ‘Il gioco degli dei’.

Malik Mir Sultan Khan chi era costui? A questa domanda, quasi più difficile di quella di manzoniana memoria, risponde il nuovo romanzo di Paolo Maurensig, ‘Il gioco degli dei’, pubblicato da Einaudi e uscito in libreria il giorno del compleanno dello scrittore friulano. Eppure, come Carneade, anche Sultan Khan fu un personaggio realmente esistito, dalla vita così insolita e affascinante da meritare di essere raccontata. Senza trascurare il fatto che fu un campione di scacchi, grande amore reale e letteraria di Maurensig.

Come mai ha scelto di raccontare questa storia? “Sultan Khan negli Anni Trenta fu un grande scacchista indiano, il primo campione proveniente da quel Paese, che è stato praticamente dimenticato. Ci tengo a sottolineare che questo libro non è la sua biografia, gli episodi della sua vita che leggeretere sono in parte veri e in parte immaginari. Eppure è certo che Sultan Khan era molto abile nel gioco chiamato chaturanga, l’antesignano degli scacchi, Per questo fu notato da un maraja che lo portò con sé in Europa, dove sbaragliò tutti i grandi giocatori dell’epoca, compreso il più forte di tutti, Capoblanca. Ma, dopo tre anni di successi, sparì”.

Fin qui la verità storica. Cosa succede poi nel romanzo? “Abbandonato dal maraja, andò a servizio da un lord inglese come maggiordomo della sua residenza di campagna. Ricomparve 10 anni dopo come protagonista di uno scandalo a tinte rosa a New York, coinvolto in una vicenda di spionaggio. Poi sparì di nuovo dalla cronaca e dalla storia”.

‘Il gioco degli dei’ non è un romanzo giallo, però. “Non in senso stretto. C’è una componente di mistero, perché il personaggio è certamente enigmatico, ma il giallo non è la sua caratteristica principale. Mi interessavano proprio la narrazione di una vicenda insolita come spunto per il racconto e il suo possibile sviluppo. Mi affascinano da sempre personaggi complessi, singolari, dalle spiccate personalità. Tra gli scacchisti questi elementi sono frequenti, ma avrei potuto scegliere come protagonisti anche dei matematici o dei musicisti”.

Con questo libro ritorna al mondo degli scacchi, che è stato lo sfondo del suo primo, grande successo, ‘La variante di Lunenburg’ tradotto in più di 30 lingue e di alcuni altri suoi romanzi e racconti. Cosa c’è di speciale in questo gioco? “In fondo gli scacchi hanno valore universale perchè sono una chiara metafora della vita: rappresentano la lotta tra bene e male. Non a caso il titolo del libro è ‘Il gioco degli dei’: sono loro quelli seduti alla scacchiera, mentre gli esseri umani sono le pedine. Ma io credo che gli scacchi rappresentino anche la lotta di ognuno di noi contro se stesso, contro i limiti da superare per trovare nuove soluzioni vincenti quando ci si parano di fronte ostacoli che crediamo insuperabili. E poi regalano una certezza: la supremazia dell’intelligenza”.

Biografia

Nato a Gorizia nel 1943, Paolo Maurensig, dopo aver compiuto gli studi classici, si trasferisce a Milano, dove inizia a lavorare nel campo dell'editoria. Parallelamente coltiva la sua passione per la scrittura, pubblicando alcuni libri di racconti (I saggi fiori, All'insegna del Cigno, Ippocampo - Milano). Il successo arriva con la Variante di Luneburg, (Adelphi 1993) il quale si rivela il caso letterario dell'anno.

Seguono, per i tipi della Mondadori, Canone Inverso (1996), da cui è stato tratto l'omonimo un film diretto da Ricky Tognazzi, L'ombra e la meridiana, Venere Lesa (1998), L'uomo scarlatto (2001) e Il guardiano dei sogni (2003), la novella gotica: Vukovlad, il signore dei lupi (Mondadori 2006) e Gli amanti fiamminghi (Mondadori, 2007).

Per i tipi della Morganti editrice ha pubblicato di recente La Tempesta, il mistero di Giorgione e il romanzo: L'oro degli immortali. Nel 2012 sono usciti due libri: il breve saggio intitolato Il Golf e l'arte di orientarsi con il naso (Mondadori) e L'ultima traversa. (Barbera Editore). Sempre per Mondadori, è l'ultimo romanzo storico L'Arcangelo degli Scacchi.

IL CORDOGLIO. "Oggi è mancato un grande letterato. Come tutti i grandi era garbato e sommesso nei rapporti personali, sempre sobrio nel raccontarsi e raccontare il suo sapere, sempre vicino alle espressioni culturali della nostra regione e sempre disponibile a supportarle. Oggi per tutto il Friuli Venezia Giulia è un lutto vero. Un mio abbraccio forte alla moglie Sonia, che non è rimasta sola perché Paolo le sarà sempre vicino". Così l'assessore regionale alla Cultura Tiziana Gibelli ha ricordato lo scrittore Paolo Maurensig dopo aver appreso la notizia della sua morte mentre presiedeva a Gemona l'inaugurazione della mostra "Serenissima Porta d'Oriente".

Allo scrittore scomparso la platea presente ha dedicato le note del duo della Fvg Orchestra.

"La morte di Paolo Maurensig priva il Friuli Venezia Giulia di una delle voci culturali più importanti della sua storia recente. E di un intellettuale che ha operato per il bene della comunità, accettando di mettere la sua esperienza e le sue idee al servizio del Comune di Udine". Così Piero Mauro Zanin, presidente del Consiglio regionale, ricorda lo scrittore scomparso oggi. "Era una delle firme letterarie più note a livello nazionale, ma è rimasto sempre profondamente legato alla sua terra d'origine - rimarca il presidente - dimostrando attenzione ai problemi della comunità. Per questo oggi lo salutiamo con particolare affetto, già sapendo che la sua voce e le sue parole ci mancheranno moltissimo".

“Apprendo con dolore della scomparsa di Paolo Maurensig, autore friulano capace, con i suoi romanzi, di entrare a far parte a pieno titolo dell’immaginario collettivo e di raggiungere, attraverso le trasposizioni cinematografiche delle sue opere, il pubblico più vasto”. Lo dichiara il Sindaco di Udine Pietro Fontanini.

“Ma voglio ricordare anche il suo impegno civico, culminato nell’esperienza come assessore alla cultura del Comune di Udine, e la straordinaria capacità di rendersi sempre disponibile nei confronti delle persone”.

“Un pensiero di vicinanza va oggi alla moglie, cui rivolgo, a nome della città di Udine e di tutto il Friuli, le più sincere condoglianze”, conclude Fontanini.

"Era una persona stupenda, affascinante e curiosa", sono le parole del sindaco Rodolfo Ziberna. "Da anni abitava altrove ma Gorizia gli era rimasta nel cuore ed è stato uno dei primi ad appoggiare la candidatura a Capitale Europea della cultura di Gorizia e Nova Gorica. Paolo Maurensig non c'è più. Una grandissima perdita che mi colpisce personalmente. Avevo approfondito la sua conoscenza da assessore alla cultura nella giunta guidata da Erminio Tuzzi. Ricordo una cena con lui. Aveva appena pubblicato con successo La variante di Lunenburg e mi raccontava con ironia dei tanti rifiuti ricevuti dagli editori in precedenza mentre adesso tutti lo cercavano. Il successo non lo aveva cambiato e, come dimostra questa bella intervista rilasciata nel 2019 fa al Piccolo, continuava a portare Gorizia nel cuore. E Gorizia lo ricambiò assegnandogli il Premio patroni. Oggi la sua città natale lo saluta con orgoglio e con affetto. Ciao Paolo".
"Esprimo profondo dolore e vicinanza alla famiglia per la scomparsa dello scrittore Paolo Maurensig. È una gravissima perdita per l'Italia e per la nostra regione". Così, in una nota, il consigliere regionale di Open Sinistra Fvg, Furio Honsell. "Scrittore originalissimo, seppe fare letteratura sublime dei misteri e delle complessità dei linguaggi più esatti quali quello dell'armonia musicale e quello delle strategie scacchistiche - ricorda Honsell - . Generosamente presente a Udine e in Friuli non solamente per presentare i suoi libri. Lo ricordo con molto affetto in una sua splendida conferenza su scacchi e letteratura. Lascia una chiave di lettura del mondo che ci mancherà".https://www.ilfriuli.it/articolo/cultura/cultura-in-lutto-e-morto-paolo-maurensig/6/243083