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Tutta la poesia del frico
Blog che parla del Friuli: in particolare delle minoranze linguistiche slovena,friulana e tedesca e non solo. ❤️ Sono figlia di madre slovena (Ljubljana) e di padre appartenente alla minoranza slovena della provincia di Udine (Benecia).Conosco abbastanza bene la lingua slovena.Sono orgogliosa delle mie origini.OLga❤️
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Tutta la poesia del frico
Nel Friuli Venezia Giulia – così come in tutta Italia – da oggi 3 giugno le agende vaccinali sono aperte anche alle persone della fascia tra i 16 ed i 39 anni d’età (e a breve dovrebbe arrivare il via libera anche per gli adolescenti tra i 12 ed i 15 anni). Per il presidente della Regione Fedriga ed il suo vice e assessore alla salute Riccardi questo sarà un momento fondamentale della campagna vaccinale “perché con l’apertura delle agende anche alle persone tra i 16 anni compiuti e i 39 ci aspettiamo che la campagna vaccinale in Friuli Venezia Giulia subisca una forte accelerazione. Dato che 50mila under40 hanno già ricevuto il vaccino perché inseriti nelle categorie prioritarie, in quella fascia d’età rimangono circa 220mila i soggetti che possono vaccinarsi, ai quali saranno riservati i vaccini Pfizer e Moderna”. Fedriga e Riccardi sperano in un’adesione di massa: “Anche se i giovani sono, nella maggior parte dei casi, meno a rischio dei soggetti più anziani garantire la loro immunizzazione significa fare un importante passo avanti verso l’agognato ritorno alla normalità”. Entro le ore 18 di oggi si sono prenotate 44.647 (quasi 30 mila entro le 12) persone appartenenti alla fascia d’età 16-39.
Fino ad oggi, in base ai dati del Ministero della Salute elaborati da GIMBE, nella nostra regione il 20,9% della popolazione ha già completato il ciclo vaccinale ed un ulteriore 22,8% è in attesa di richiamo (i risultati del FVG sono superiori alla media italiana). Un po’ peggiori sono invece i dati riferiti alle fasce d’età più critiche: la nostra regione ha l’84,8% degli over 80 che ha già completato il ciclo vaccinale, mentre il 5,6% ha ricevuto la prima dose. All’appello manca quasi un decimo dei più anziani, il che pone il FVG in tredicesima posizione tra le regioni italiane. Più bassa ancora la percentuale di immunizzati nella fascia 70-79 anni: il 22,1% ha ricevuto le dosi necessarie, metre il 54,8% è in attesa di richiamo. Nella fascia 60-69 (fonte: Ministero della Salute) il 22,95% ha completato il ciclo, mentre circa un ulteriore 35% è in attesa di richiamo.
In Italia – in base ai dati aggiornati stamattina – sono state somministrate finora circa 35.820 mila dosi, mentre le persone che hanno completato il ciclo vaccinale sono circa 12.400.000 (il 22,85% della popolazione over 12).
In Slovenia, dove le agende vaccinali sono aperte a tutti i maggiorenni già da qualche settimana, il 20,6% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale, mentre il 32,5% è in attesa del richiamo. Nella vicina Alta Valle dell’Isonzo la campagna procede speditamente. Kobarid ha il 23,6% dei residenti che ha completato il ciclo ed il 36,8% che ha ricevuto la prima dose. A Tolmino è immunizzato il 22,9% della popolazione ed il 35,7% attende il richiamo, a Bovec queste percentuali sono rispettivamente del 19,9% e 30,8%, a Kanal invece 19,7% e 33%.
tradotto dal Novi Matajur
https://www.dom.it/cez-mejo-brez-obveznega-brisa_oltre-confine-senza-tampone/
Il primo nucleo del Parco fu istituito nel 1924, quando l’Associazione musei della Slovenia e la Società alpinistica affittarono per vent’anni 1400 ettari della valle dei Sette Laghi. In piena seconda guerra mondiale, scaduto il contratto, nessuno pensò di rinnovarlo. Nel 1961 l’area fu tutelata da un Parco Nazionale che solo nel 1981 raggiunse l’attuale dimensione. L’area del Parco tutela il massiccio del Triglav, che con i suoi 2864 m è la montagna più alta delle Alpi Giulie e diverse valli per lo più orientate in direzione nord est e sud ovest. I fenomeni carsici sono estremamente diffusi, favoriti dalla natura calcarea delle rocce, facilmente aggredibili dall’erosione dell’acqua. I paesaggi dell’area protetta risentono quindi di questi fenomeni assumendo in quota aspetti lunari e ospitando nelle valli laghi (i più belli dei quali sono nella valle dei Sette Laghi), cascate, torrenti e scenografiche forre come quella di Vingtar, nei pressi di Bled o di Mlinarica in val Trenta. La creazione dell’area protetta non è stata tuttavia sufficiente ad arginare, in un recente passato, diversi impatti ambientali negativi quali la regimazione del torrente in val Trenta o l’inquinamento del fiume Koritnica con metalli pesanti.
Sono due i centri visita del Parco: a Bled, presso la sede del Parco, si possono avere informazioni sull’area e visitare la mostra sull’ambiente, la flora e la fauna dell’area protetta.
A Trenta invece, che a differenza di Bled, si trova all’interno del Parco, c’è l’ufficio informazioni e un museo sulla fauna e la flora dell’area e le guide alpine della zona.
Diverse le escursioni possibili nel Parco, grazie alla buona rete di sentieri che ospita diversi rifugi. Dal momento che sono possibili repentini cambiamenti delle condizioni meteorologiche, è consigliabile informarsi sulla situazione del tempo prima dell’escursione e vestirsi adeguatamente con scarponi e giacche a vento. Le cartine dei sentieri sono reperibili facilmente nei paesi dell’area. Anche la zona del lago di Bohinj offre facili e poco impegnative passeggiate. Tra le mete predilette dai visitatori, oltre alla salita al Triglav, una facile escursione alle cascate Savica, di 60 m di altezza, da cui si può proseguire per arrivare ai laghi di Triglav.
Nel lago di Bohinj è possibile nuotare, andare in canoa (facilmente reperibile in loco) e pescare (bisogna però dotarsi della locale licenza, abbastanza cara).
Agenzie locali organizzano discese in rafting o in canoa sul fiume Sava Bohinjka o, nelle gole della Mostnica, discese in parapendio.
La vicinanza del mare garantisce situazioni climatiche particolari e la crescita di specie termofile accanto a quelle alpine. Più della metà del territorio del Parco è coperta da boschi: faggi nelle quote più basse, pino nero e larice nelle zone meno umide, nei versanti più caldi carpinelli, ornielli e sorbi montani. Nelle quote più alte boscaglie di pini mughi con qualche larice. Tra le specie alpine la stella alpina, il giglio rosso e la scarpetta di Venere, mentre tra gli endemismi sono da annoverare la rosa e la genziana del Triglav, l’iris di Bohinj e il bianco papavero delle Alpi Giulie.
Orsi e linci sono gli ospiti più illustri del Triglav, anche se vederli è praticamente impossibile. Tra gli ungulati stambecchi, reintrodotti dal 1964, camosci e caprioli (circa un migliaio di esemplari), qualche decina di cervi. Purtroppo nel Parco sono stati reintrodotti a scopi venatori i mufloni, mai vissuti nell’area, che possono causare problemi di competizione alimentare con gli erbivori presenti. Marmotte, ermellini, ghiri, tassi e donnole sono gli altri mammiferi più diffusi. Tra gli uccelli nidificanti l’aquila reale, la pernice bianca, il fagiano di monte, la coturnice e il picchio tridattilo. Tipici di queste zone alpine la vipera del corno e la lucertola di Horvath; diversi i coleotteri e le farfalle come l’apollon.
In Friuli Venezia Giulia si continua a morire di lavoro. La tragica notizia del decesso di un giovane di 38 anni avvenuto nel comune di San Vito al Tagliamento fa riaccendere i riflettori su un fenomeno che nella nostra regione, soprattutto nel comparto industriale, non sembra rallentare. A dirlo sono i dati che la Cigl, con particolare riferimento al periodo che va da gennaio ad aprile di quest'anno, ha diffuso nel pomeriggio di oggi 1 giugno. Nel dettaglio, la morte del 38enne è solamente l'ultima in ordine di tempo e porta a sette il numero dei decessi registrati nei primi quattro mesi del 2021.
Numeri che tristemente sono maggiori rispetto a quelli rilevati nella finestra gennaio-aprile del 2020, quando i decessi registrati erano stati cinque. Un problema che riguarda soprattutto quel mondo dell'industria dove lavoravano quattro delle sei persone decedute (le altre due erano impiegate nel settore agricolo) e di cui si hanno i dati, visto che nel report mancano i numeri di maggio e non è conteggiata la tragedia avvenuta oggi. Un'ulteriore criticità è rappresentata dal numero di denunce relative agli infortuni che nel quadrimestre 2021 superano i 5100 casi, mentre nel 2020 si erano fermate a poco più di 4400.
https://www.triesteprima.it/cronaca/morti-sul-lavoro-friuli-venezia-giulia-2021.html
Il consiglio comunale di San Pietro al Natisone lo scorso 6 maggio ha affrontato numerosi punti all’ordine del giorno. Il sindaco, Mariano Zufferli, ha elencato le molteplici iniziative avviate, tra le quali un corso di aggiornamento per l’uso di defibrillatori al quale hanno partecipato 14 persone.
I sindaci del territorio si sono incontrati, poi, con gli amministratori del Comune di Manzano in merito al Contratto di fiume per il Natisone. È stato esaminato il progetto con il dettaglio dei costi con proposta di istituzione di un ufficio sovracomunale per la gestione del progetto stesso. Non sono noti i dettagli tecnici.
Zufferli ha partecipato alla visita del dirigente regionale per le scuole con lingua d’insegnamento slovena, Igor Giacomini, effettuata presso l’Istituto comprensivo bilingue «Paolo Petricig» in vista della possibile apertura di una sezione primavera. In seguito il sindaco ha partecipato anche ad un incontro online con l’assessore regionale all’Istruzione, Alessia Rosolen, e lo stesso Giacomini per discutere di alcune criticità dell’Istituto comprensivo monolingue «Dante Alighieri».
È stato definito anche il progetto di promozione turistica del territorio assieme a Promoturismo – capofila del progetto sarà la pro loco Nediške doline con l’adesione di 8 associazioni locali. Infine si è riunita le commissione comunale per la progettazione europea. In quella sede sono state esposte le idee progettuali e le priorità strategiche. Anche in questo caso non si conoscono le iniziative promosse. Si è riunita anche la commissione per i gemellaggi al fine di avviare e riprendere i contatti con il comune di Sambreville (Belgio).
Il consiglio comunale ha approvato, infine, alcune varianti urbanistiche non sostanziali e il piano comunale per l’illuminazione pubblica. (a cura di F. C.)
Misliti Ku1
Lepoto sanj kot pepel
lupine stresa med pomije.
Rezek smeh kljuva
ostanke brizgajoče bližine,
ki se topi pod debelo
plastjo moknate svetlobe.
Tema potujene noči
zavrača tujek; mene. Ponoči
me drži za vrat nekaj
vražje tihega, kar čez dan
preži na razum.
Sledim si v podkožje,
da iztrgam prisluhe z jezika
poltrdih obrisov. Ko bom
sestradan zgrizel
cvetoče drobtine veselja,
se bom z želatinastimi
gibi prebudil ukrivljen vase.
1 蠱 (pinyin: Gǔ; Wade-Gilesova romanizacija: Ku): strup, pridobljen iz različnih strupenih bitij, zlobni duh ali črna magija.
Pensare Ku1
La bellezza dei sogni come la cenere
scuote le bucce mentre pulisce.
Un sorriso aspro punge
i resti di una vicinanza zampillante
che si scioglie sotto il denso
strato di luce farinosa.
L’oscurità di una notte aliena
restituisce un corpo estraneo; me. Di notte
qualcosa di diabolicamente silenzioso
mi tiene per il collo, di giorno
attende al varco la ragione.
Mi seguo nella sottocute
per poter strappare le visioni dalla lingua
dei contorni semiduri. Quando
estenuato masticherò
le briciole in fiore dell’universo,
con movimenti gelatinosi
mi desterò curvo su me stesso.
1 蠱 (pinyin: Gǔ; Romanizzazione Wade-Giles: Ku): veleno ottenuti da diversi essere velenosi, spirito malvagio o magia nera.
Tra le sue passioni, oltre alla scrittura, la passione per gli scacchi: "Mi ricordo che da bambino a volte giocavo a scacchi da solo, passando da una sedia all’altra, da un lato all’altro del tavolino, cercando di estraniarmi da quanto avevo pensato come conduttore dei bianchi per non influenzare l’altro me stesso che giocava con i neri - raccontava -. Alla fine mi chiedevo: in caso di vittoria, quale dei due “io” avrebbe potuto considerarsi vincente. Tutte le partite finivano alla pari, per mia fortuna".
Da poco, fanno sapere dalla casa editrice Einaudi, aveva finito di ultimare un nuovo romanzo. Il titolo è Il quartetto Razumovsky. Sarà pubblicato postumo.
Riproponiamo per i lettori un'intervista realizzata da Valentina Viviani per il settimanale il Friuli nel 2019, in occasione dell'uscita del romanzo ‘Il gioco degli dei’.
Malik Mir Sultan Khan chi era costui? A questa domanda, quasi più difficile di quella di manzoniana memoria, risponde il nuovo romanzo di Paolo Maurensig, ‘Il gioco degli dei’, pubblicato da Einaudi e uscito in libreria il giorno del compleanno dello scrittore friulano. Eppure, come Carneade, anche Sultan Khan fu un personaggio realmente esistito, dalla vita così insolita e affascinante da meritare di essere raccontata. Senza trascurare il fatto che fu un campione di scacchi, grande amore reale e letteraria di Maurensig.
Come mai ha scelto di raccontare questa storia? “Sultan Khan negli Anni Trenta fu un grande scacchista indiano, il primo campione proveniente da quel Paese, che è stato praticamente dimenticato. Ci tengo a sottolineare che questo libro non è la sua biografia, gli episodi della sua vita che leggeretere sono in parte veri e in parte immaginari. Eppure è certo che Sultan Khan era molto abile nel gioco chiamato chaturanga, l’antesignano degli scacchi, Per questo fu notato da un maraja che lo portò con sé in Europa, dove sbaragliò tutti i grandi giocatori dell’epoca, compreso il più forte di tutti, Capoblanca. Ma, dopo tre anni di successi, sparì”.
Fin qui la verità storica. Cosa succede poi nel romanzo? “Abbandonato dal maraja, andò a servizio da un lord inglese come maggiordomo della sua residenza di campagna. Ricomparve 10 anni dopo come protagonista di uno scandalo a tinte rosa a New York, coinvolto in una vicenda di spionaggio. Poi sparì di nuovo dalla cronaca e dalla storia”.
‘Il gioco degli dei’ non è un romanzo giallo, però. “Non in senso stretto. C’è una componente di mistero, perché il personaggio è certamente enigmatico, ma il giallo non è la sua caratteristica principale. Mi interessavano proprio la narrazione di una vicenda insolita come spunto per il racconto e il suo possibile sviluppo. Mi affascinano da sempre personaggi complessi, singolari, dalle spiccate personalità. Tra gli scacchisti questi elementi sono frequenti, ma avrei potuto scegliere come protagonisti anche dei matematici o dei musicisti”.
Con questo libro ritorna al mondo degli scacchi, che è stato lo sfondo del suo primo, grande successo, ‘La variante di Lunenburg’ tradotto in più di 30 lingue e di alcuni altri suoi romanzi e racconti. Cosa c’è di speciale in questo gioco? “In fondo gli scacchi hanno valore universale perchè sono una chiara metafora della vita: rappresentano la lotta tra bene e male. Non a caso il titolo del libro è ‘Il gioco degli dei’: sono loro quelli seduti alla scacchiera, mentre gli esseri umani sono le pedine. Ma io credo che gli scacchi rappresentino anche la lotta di ognuno di noi contro se stesso, contro i limiti da superare per trovare nuove soluzioni vincenti quando ci si parano di fronte ostacoli che crediamo insuperabili. E poi regalano una certezza: la supremazia dell’intelligenza”.
Biografia
Nato a Gorizia nel 1943, Paolo Maurensig, dopo aver compiuto gli studi classici, si trasferisce a Milano, dove inizia a lavorare nel campo dell'editoria. Parallelamente coltiva la sua passione per la scrittura, pubblicando alcuni libri di racconti (I saggi fiori, All'insegna del Cigno, Ippocampo - Milano). Il successo arriva con la Variante di Luneburg, (Adelphi 1993) il quale si rivela il caso letterario dell'anno.
Seguono, per i tipi della Mondadori, Canone Inverso (1996), da cui è stato tratto l'omonimo un film diretto da Ricky Tognazzi, L'ombra e la meridiana, Venere Lesa (1998), L'uomo scarlatto (2001) e Il guardiano dei sogni (2003), la novella gotica: Vukovlad, il signore dei lupi (Mondadori 2006) e Gli amanti fiamminghi (Mondadori, 2007).
Per i tipi della Morganti editrice ha pubblicato di recente La Tempesta, il mistero di Giorgione e il romanzo: L'oro degli immortali. Nel 2012 sono usciti due libri: il breve saggio intitolato Il Golf e l'arte di orientarsi con il naso (Mondadori) e L'ultima traversa. (Barbera Editore). Sempre per Mondadori, è l'ultimo romanzo storico L'Arcangelo degli Scacchi.
IL CORDOGLIO. "Oggi è mancato un grande letterato. Come tutti i grandi era garbato e sommesso nei rapporti personali, sempre sobrio nel raccontarsi e raccontare il suo sapere, sempre vicino alle espressioni culturali della nostra regione e sempre disponibile a supportarle. Oggi per tutto il Friuli Venezia Giulia è un lutto vero. Un mio abbraccio forte alla moglie Sonia, che non è rimasta sola perché Paolo le sarà sempre vicino". Così l'assessore regionale alla Cultura Tiziana Gibelli ha ricordato lo scrittore Paolo Maurensig dopo aver appreso la notizia della sua morte mentre presiedeva a Gemona l'inaugurazione della mostra "Serenissima Porta d'Oriente".
Allo scrittore scomparso la platea presente ha dedicato le note del duo della Fvg Orchestra.
"La morte di Paolo Maurensig priva il Friuli Venezia Giulia di una delle voci culturali più importanti della sua storia recente. E di un intellettuale che ha operato per il bene della comunità, accettando di mettere la sua esperienza e le sue idee al servizio del Comune di Udine". Così Piero Mauro Zanin, presidente del Consiglio regionale, ricorda lo scrittore scomparso oggi. "Era una delle firme letterarie più note a livello nazionale, ma è rimasto sempre profondamente legato alla sua terra d'origine - rimarca il presidente - dimostrando attenzione ai problemi della comunità. Per questo oggi lo salutiamo con particolare affetto, già sapendo che la sua voce e le sue parole ci mancheranno moltissimo".
“Apprendo con dolore della scomparsa di Paolo Maurensig, autore friulano capace, con i suoi romanzi, di entrare a far parte a pieno titolo dell’immaginario collettivo e di raggiungere, attraverso le trasposizioni cinematografiche delle sue opere, il pubblico più vasto”. Lo dichiara il Sindaco di Udine Pietro Fontanini.
“Ma voglio ricordare anche il suo impegno civico, culminato nell’esperienza come assessore alla cultura del Comune di Udine, e la straordinaria capacità di rendersi sempre disponibile nei confronti delle persone”.
“Un pensiero di vicinanza va oggi alla moglie, cui rivolgo, a nome della città di Udine e di tutto il Friuli, le più sincere condoglianze”, conclude Fontanini.