E' meglio dare cento volte che prendere una volta sola.
Rajš stua krat dat,ku ankrat parjet.
da lintver proverbi raccolti da Giorgio Qualizza
Blog che parla del Friuli: in particolare delle minoranze linguistiche slovena,friulana e tedesca e non solo. ❤️ Sono figlia di madre slovena (Ljubljana) e di padre appartenente alla minoranza slovena della provincia di Udine (Benecia).Conosco abbastanza bene la lingua slovena.Sono orgogliosa delle mie origini.OLga❤️
E' meglio dare cento volte che prendere una volta sola.
Rajš stua krat dat,ku ankrat parjet.
da lintver proverbi raccolti da Giorgio Qualizza
Si parte alle 15 dalla corte ex Zuccheri di San Giovanni in bicicletta per raggiungere il borgo abbandonato di Marzinis, appartenente al Comune di Fiume Veneto ai confini con quello di Casarsa della Delizia. Lungo il percorso l’architetto Moreno Baccichet offrirà chiavi utili alla lettura dei segni territoriali, delle sedimentazioni e dell’evoluzione socio-economica del paesaggio agrario. A Marzinis, Marta Mio e Gianfranco Badin faranno da guida alla storia del borgo, che era molto caro a Pier Paolo Pasolini.
Al rientro a Zuccheri alle 18 ci sarà l'incontro con il professor Davide Papotti dell'Università di Parma intitolato "Tornerà l'età del pane?" sulla riflessione civile pasoliniana che nel secondo Dopoguerra propose temi oggi di grande attualità: il recupero dell’economia agricola, l’attenzione alla sostenibilità, alla cura del paesaggio, alle scelte amministrative rispettose dei luoghi e di coloro che li abitano. Introduzione musicale dal vivo con il fisarmonicista Paolo Forte.
La Giornata mondiale delle api è una giornata internazionale, che si celebra il 20 maggio di ogni anno, volta a sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza degli impollinatori, sulle minacce che affrontano e sul loro contributo allo sviluppo sostenibile. Le api e altri impollinatori, come farfalle, pipistrelli e colibrì, infatti, consentono a molte piante di riprodursi, comprese numerose colture alimentari.Il 18 ottobre 2017, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha deciso di designare il 20 maggio, la Giornata mondiale delle api. Il 20 maggio è stato scelto per la giornata annuale poiché coincide con la data di nascita di Anton Janša (1734-1773), che nel XVIII secolo fu un pioniere delle tecniche di apicoltura moderne nel suo paese natale, la Slovenia, un paese che ha promosso la celebrazione e ha riconosciuto questi insetti per la loro capacità di lavorare richiedendo pochissima attenzione allo stesso tempo.Api, farfalle ed altri insetti hanno un'influenza sostanziale su cibi come frutta e verdura che dipendono direttamente dagli impollinatori. Le api, inoltre, sono sempre più minacciate dalle attività umane. Insetti, pesticidi, cambiamenti nell'uso del suolo possono ridurre i nutrienti a loro disposizione e rappresentare quindi una minaccia per le loro spesso numerose colonie. Alcuni di questi temi sono stati anche ricordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.da wikipedia
La gip di Agrigento Alessandra Vella ha accolto la richiesta della Procura di archiviare l’inchiesta su Carola Rackete, la comandante della nave Sea watch, che due anni fa venne arrestata per resistenza o violenza contro una nave da guerra. Il Procuratore Luigi Patronaggio aveva chiesto di non processare la comandante tedesca e la gip, la stessa che aveva scarcerato Rackete che era finita agli arresti, ha accolto la richiesta archiviando l’indagine. «La giudice ha riconosciuto il dovere di salvare vite umane» ha commentato il legale della comandante. Carola Rackete, nel giugno del 2019, aveva violato il blocco imposto dall’allora ministro dell’interno Matteo Salvini allo sbarco della Sea Watch. Nelle concitate manovre all’interno del porto di Lampedusa la Sea Watch aveva anche speronato una motovedetta della Guardia di Finanza.
GLI ANNALI DEL FRIULI, ossia raccolta delle cose storiche appartenenti a questa regione
Autore – Francesco di Manzano (1801-1895)
Argomento – Friuli Venezia Giulia
Sono una cronistoria dei principali avvenimenti prima della caduta del Patriarcato.
Nella scia dei ricercatori delle patrie memorie, fiorita nell’Ottocento friulano, percorso da entusiasmi nazionalistici e tesi politiche non certo confacenti per un’imparzialità di ricerche storiche, un posto particolare spetta al conte Francesco di Manzano, figlio del nobile Leonardo, già membro del Parlamento della Patria del Friuli.
Nato a Jassico, tra San Giovanni al Natisone e Cormons, vantava un albero genealogico dalle radici secolari: con una formazione culturale piuttosto disordinata, si dedicò agli studi storici locali verso il 1840 e li continuò, con pochi intervalli, fino agli ultimi anni della sua vita.
Non si mosse, se non saltuariamente, dalla sua casa natale, mise assieme quella raccolta di sette volumi di “ANNALI DEL FRIULI, ossia raccolta delle cose storiche appartenenti a questa Regione”, scritti tra il 1850 e il 1879, che diventarono una specie di fonte inesauribile per tutti gli studiosi.
Sono infatti una serie fittissima di documenti che risalgono al periodo antecedente la caduta del Patriarcato (che terminò nel 1420 quando il Friuli passò dalla giurisdizione di Aquileia a quella di Venezia la Serenissima, ponendo così fine allo stato feudale del Patriarcato aquileiese), con una meticolosa elencazione cronologica di persone, di luoghi, di leggi, di istituti e di costumi…, il tutto con un’acuta osservazione personale.
I sette volumi sono il frutto di quarant’anni di lavoro certosino e pazienza instancabile: e Francesco di Manzano, con tutto questo materiale, potè pubblicare altri studi non meno importanti: Cenni biografici dei letterati ed artisti friulani dal secolo IV al secolo XIX, che si riferiscono a ben 720 personaggi della storia nostrana.
“Alla scoperta di giovani talenti” è il titolo dell’evento musicale che sarà promosso giovedì 20 maggio 2021 alle ore 18.00, presso il Kulturni dom di Gorizia (via Brass, 20). Nell’occasione si presenteranno sul palco della casa culturale slovena le giovani promesse canore del Dijaški dom – Casa dello studente sloveno “S. Gregorčič” di Gorizia (dirette dalla cantante Damjana Golavsek), ovvero: Lina Bensa, Anastasia Di Pasquale, Gioia Rozic, Alyssa Mega, Ivana Osojnik Kerševan e Soraja Tratnik. Inoltre, ad arricchire l’evento si presteranno le giovani danzatrici del gruppo di danza del Dijaški dom, diretto dalla maestra Danjela Simčič.
La serata è organizzata dalla cooperativa culturale Maja di Gorizia (nell’ambito del progetto “Odkrivajmo talente – Alla scoperta di nuovi talenti 2021”) in collaborazione con il Dijaški dom – Casa dello studente sloveno “S. Gregorčič” di Gorizia, la scuola di canto Damjana Golavsek e il Kulturni dom di Gorizia, con il patrocinio della regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e l’Unione culturale economica slovena (Skgz).
Entrata libera e solo su prenotazione presso la segreteria del Kulturni dom di Gorizia (tel. 0481 33288 o info@kulturnidom.it (i posti sono limitati). I promotori avvertono i partecipanti che sarà obbligatorio rispettare le adeguate distanze tra una persona e l’altra e indossare le mascherine protettive di naso e bocca, secondo le regole anticovid-19.
https://www.ilfriuli.it/articolo/spettacoli/alla-scoperta-di-giovani-talenti-/7/242005
La Giunta comunale di Pulfero ha deliberato che non risulta necessario sottoporre la variante n. 11 al Piano regolatore generale del comune alla procedura di Valutazione ambientale strategica (Vas) relativamente al progetto di realizzazione della pista ciclabile «Bimobis». Con questo atto probabilmente verranno accelerate le procedure tecnico-progettuali per arrivare finalmente all’avvio dei lavori. Il documento, molto interessante (se ne consiglia la lettura), dimostra le grandi difficoltà che deve affrontare un piccolo Comune per ottenere le autorizzazioni di carattere ambientale anche per la realizzazione di una piccola infrastruttura qual è una pista ciclabile utilizzabile tra l’altro solo da pedoni e biciclette, quindi con impatto ambientale pressoché nullo. La giunta ha stabilito pure che verranno esentate dal pagamento del Canone unico patrimoniale tutte le attività commerciali e i pubblici esercizi, in relazione alla loro richiesta di occupazione di aree pubbliche, per le attività di vendita e di mescita all’esterno, fino alla data del 30 settembre 2021. Infine il comune spenderà 1.066,28 euro per l’elaborazione grafica e la stampa di 115 calendari con foto delle frazioni e del territorio del Comune di Pulfero. (a cura di F. C.)
https://www.dom.it/podbuniesac-za-kolesarsko-stezo_pulfero-accelera-per-la-pista-ciclabile/
La storia antica della Val Resia è intimamente legata a quella complessiva di tutto il Canal del Ferro e non solo.
Ancora alla fine dell’età tardo antica il centro più importante della zona era la Statio Plorucensis, ovvero la località che oggi conosciamo con il nome di Resiutta. All’interno della vallata aveva almeno un insediamento in località ta-na Rado/monte Castello, che era caratterizzato, come ci rivelano le recenti indagini archeologiche condotte nel sito, dalla presenza di abitazioni protette da un muro di cinta. Quest’ultimo si sviluppa a chiudere la cima dell’altura, fatta eccezione per il lato est, già naturalmente protetto da uno scosceso dirupo. Alcuni dei reperti portati alla luce nel corso dei sondaggi, costituiti da frammenti di vasellame da cucina e da dispensa inquadrabili a partire dal IV-V fino al VII sec. d.C. contribuiscono a datare l’insediamento. Durante il periodo altomedievale, probabilmente con la colonizzazione di questo territorio da parte degli slavi alpini, progenitori di tutti gli attuali sloveni, la tradizione e le fonti scritte attestano la presenza di un castello a Moggio, toponimo di derivazione slava sorto probabilmente su preesistenze romane. In questo contesto bene si inserisce la figura del duca Cacellino lo slavo. Questo personaggio, come scrive lo storico Angelo Floramo nel libro Storie segrete della storia del Friuli dato alle stampe nel 2018, «Apparteneva alla famiglia slava bavarese degli Ariboni, i Kočel, da cui deriverebbe lo stesso nome Cacellino…». Tra il 1084 e il 1085 Cacellino dona tutti i suoi beni al patriarca aquileiese Svatobor, più conosciuto con il nome di Federico di Moravia e nipote del re di Boemia Vratislao II, con la clausola di edificare un convento di monaci benedettini sul colle di Moggio, al posto del vecchio castello.
Le vicende storiche dell’abbazia di San Gallo e la produzione dei documenti ad esso legati iniziano, pertanto, nell’XI secolo e tra i primi protagonisti di questa storia troviamo proprio le due figure sopra descritte. Tra i numerosi studi in cui si può leggere la storia di Moggio, del comprensorio e della sua antica abbazia, vi è quello intitolato «L’abbazia di Moggio. Memoria storica documentata», pubblicato nel 1903 da Battistella su appunti e note scritte da Di Gaspero. Successivamente, nel 1985, a Vienna è stato pubblicato il meticoloso lavoro in tedesco di ricerca e studio dei documenti con data anteriore al 1250 sull’origine dell’abbazia, ad opera del prof. Reinhard Härtel dell’Università di Graz. Nell’ambito degli eventi organizzati in occasione del 900° di consacrazione della chiesa abbaziale di San Gallo (1119-2019) la Parrocchia di Moggio Udinese, l’amministrazione comunale e la Pro loco hanno voluto pubblicare, in lingua italiana, la stessa opera aggiornata a cura di Bruno Lucci e Reinhard Härtel. La presentazione ufficiale del volume si svolgerà domenica, 16 maggio, alle 15.00 all’interno dell’abbazia. (Sandro Quaglia)
https://www.dom.it/moznica-in-rezija-v-srednjem-veku_moggio-e-resia-nel-medioevo/
Solitario vado per la carsica valle
mentre su essa il mattino rifulge
e il mare dalla salubre forza
nell’animo giovane si riversa e indulge.
Chinarmi vorrei e inginocchiarmi
davanti a questa ardente maestosità,
come un re camminare il Carso
con nell’animo impeto e prosperità.
E sotto il vigore di un animo giovane
la terra finirebbe per spostarsi,
la nostra terra, fratelli miei,
al sole lentamente accostarsi.
Srečko Kosovel
Srečko Kosovel (Sesana, 18 marzo 1904 – Tomadio, 27 maggio 1926) è stato un poeta e critico letterario sloveno.Ultimo di cinque fratelli, nacque il 18 marzo 1904 a Sesana. Nel 1908 la famiglia si trasferì a Tomadio e si stabilì nella scuola del paese. Nel 1916 andò a studiare a Lubiana, al liceo scientifico tedesco e successivamente, nel 1922 alla facoltà di lettere e filosofia dell'Università di Lubiana. Le sue prime poesie sono in prevalenza impressionistiche. Dal 1925 iniziò a scrivere poesie di tipo costruttivista. Iniziò a pubblicare dal 1921 in diverse riviste letterarie di Lubiana e Trieste. Morì nel 1926, all'età di 22 anni, colpito da una meningite. Inizialmente nelle sue poesie è forte l'influenza dell'impressionismo e di Josip Murn. Temi ricorrenti sono il Carso, la madre, la morte con valenza spesso simbolica. Le sue poesie d'avanguardia vennero pubblicate per la prima volta, postume, molto tardi, nel 1967 e rappresentarono un elemento di prima grandezza nel panorama culturale sloveno
Dal 2004, il 17 maggio di ogni anno, l’Unione europea e le Nazioni Unite riconoscono la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. Qual è il senso di un giorno dedicato a questi temi, che tra l’altro in quest’anno cade nel mezzo del dibattito sulla legge Zan?
In molti, si scandalizzando del fatto che nel 2021, ancora si parli di questi temi, come se fossero temi medioevali, d’altronde spesso la critica che viene avanzata a coloro che non accettano alcune libertà pretese dal mondo Lgbt+ è proprio questa: “Sei un troglodita! Sei rimasto nel medioevo?”. Eppure, a ben vedere, dobbiamo affrontare la tematica da un altro punto di vista.
La storia insegna che la tolleranza verso ciò che riteniamo diverso o normale è un concetto estremamente culturale, che è ben cambiato più volte nel corso dei secoli. Come dimenticare, per esempio, che gli antichi greci consideravano del tutto normale una relazione di tipo omossessuale, in particolare tra adulti e giovani adolescenti? Non possiamo quindi pensare che l’omofobia sia un retaggio storico, considerato che la cultura greco-romana rappresenta tra l’altro la base su cui si fonda l’attuale nostro sistema culturale.
Non si può portare, come argomento, nemmeno la natura, in quanto sappiamo che esistono, oltre l’essere umano, numerosissime specie che hanno comportamenti sessuali che riterremmo quanto meno non ordinari: omosessualità a parte (che sembra sia stata riscontrata in almeno 1.500 specie), che dire delle specie che uccidono il compagno dopo il rapporto sessuale (magari per mangiarselo, come fa la vedova nera)?
Cosa può spiegare allora, se storia e natura non lo fanno, le fobie o l’intolleranza nei confronti della comunità Lgbt+ (che qui chiamiamo così per brevità, ma siamo ben consapevoli che include una comunità ancora più ampia con definizioni varie, come Lgbtqiapk, dove quella k sta per kinky, ovvero quelle pratiche anche eterosessuali ritenute non convenzionali).
Proviamo a dare una spiegazione psicologica, anche abbastanza semplice: in generale, ciò che è diverso da noi, ci spaventa. Non si tratta solo di aspetti sessuali, ma anche del colore della pelle o persino di alcune malattie genetiche. E la paura del diverso, si noti, si è sviluppata in ottica di sopravvivenza della specie. Spieghiamo meglio: fin dalle ricerche di John Bowlby, sappiamo che il bambino, già intorno agli otto mesi, è in grado di essere consapevole della presenza di una persona estranea alla famiglia e a riconoscerla come un potenziale pericolo, per questo, la teoria dell’attaccamento, spiega il modo in cui il bambino si rapporta a quel diverso. Se i genitori mostreranno fiducia nell’estraneo, in una condizione di un attaccamento sano, il bambino di conseguenza di fiderà del diverso e lo accetterà, al contrario, un bambino con un attaccamento non equilibrato, potrebbe sperimentare paura, ansia o rabbia.