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IVAN TRINKO padre della Benecia

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3 apr 2021

Crasulas a Enemonç di #STEFANOMORANDINI #RAGANELLE #CARNIA- usanze pasquali in Carnia

“Crasulas a Enemonc”, (Rattles in Enemonzo), an anthropological research video about the rites of passage attended by the young males of Enemonzo, a small town in Carnia, Udine. M. Quargnolo award and special mention at the XI Mostre dal Cine furlan (11th Friulian Cinema Exhibition), DVD, 43 min.

'Lingua friulana, basta minoranze di serie B!'



Nella ricorrenza della Fieste de Patrie dal Friûl, il Patto per l’Autonomia lancia una petizione in cui sollecita a riconoscere i diritti della minoranza linguistica friulana nella programmazione radiotelevisiva della concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo.

Lo fa a meno di un mese dalla scadenza della convenzione integrata tra Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri e Rai che la definisce. Nonostante le risorse aggiuntive, la programmazione televisiva Rai in lingua friulana negli ultimi mesi è stata particolarmente limitata, comprendendo per lo più la trasmissione di repliche, e solo recentemente si è avuta notizia di una produzione originale nuova in lavorazione. Né sono stati stipulati contratti per l’assunzione di personale dedicato.

“Non ci accontentiamo più delle briciole. Il friulano ha la stessa dignità delle altre lingue minoritarie presenti nel servizio pubblico radiotelevisivo, dignità riconosciuta dalla Costituzione italiana, dalle leggi statali ed europee. È tempo che la minoranza linguistica friulana veda riconosciuti i suoi diritti, in particolare all’informazione radiofonica e televisiva nella sua lingua. È una questione di giustizia e una battaglia di civiltà”, si legge nella petizione indirizzata da Diego Navarria, componente del direttivo del Patto per l’Autonomia, al presidente della Rai, Marcello Foa, alla presidente di Rai.Com, Teresa De Santis, e al sottosegretario con delega all’editoria per il Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Moles, e che si può sottoscrivere sulla piattaforma change.org.

Chiare le richieste, a partire dai notiziari informativi radiofonici e televisivi in lingua friulana e dall’ampliamento dei programmi in lingua friulana almeno nella misura prevista per la lingua ladina, sanando l’evidente disparità di trattamento tra minoranze linguistiche. In Alto Adige/ Südtirol, a fronte di 40 mila parlanti il ladino, la Rai prevede 366 ore annue di trasmissioni radiofoniche e 123 ore televisive, prodotte da una redazione giornalistica e da una struttura di programmi ladini, mentre la comunità di lingua friulana (parlata da oltre 600 mila persone) fino a oggi si è dovuta accontentare di 90 ore annue di radiofonia, oltre alle quali, con l’atto integrato, sono state previste 17,5 di radiofonia e 16,5 di programmi televisivi.

Nella petizione si chiede inoltre la creazione di una struttura autonoma dedicata alla radio e alla televisione in lingua friulana a Udine, con l’assegnazione di una redazione deputata alla ideazione e produzione di notiziari e trasmissioni informative e programmi di approfondimento (i programmi attuali dipendono dalla struttura di programmazione in lingua italiana); l’assunzione di personale competente e formato per la struttura in lingua friulana: figure specializzate e professionisti forniti di competenze linguistiche (l’uso della lingua friulana), professionali (comunicazione e informazione), professionali nella lingua (comunicazione e informazione in lingua friulana) e di profonda e provata conoscenza del territorio e della cultura friulani, a garanzia della qualità del servizio offerto; risorse finanziarie e investimenti strutturali per assicurare una sede Rai adeguata a ruolo e necessità operative nel capoluogo friulano; infine il potenziamento della redazione di Udine, negli anni depauperata, il ripristino delle sedi di corrispondenza di Pordenone e di Gorizia, nonché quello dei collegamenti del telegiornale delle ore 14 da Udine e Pordenone (eliminati all’improvviso senza spiegazioni agli abbonati del servizio pubblico), a beneficio dell’intero territorio friulanofono.

Proverbio Valli del Natisone

 


Meglio l'uovo oggi che la gallina domani.

nelle valli del natisone

Buaiš ice donas.ku jutre ciela kakuoša

Le uova decorate di Drenchia

 

Tradizioni pasquali – Le uova decorate di Drenchia

© Kobilja glava

Quasi in tutto il mondo per Pasqua vengono preparate le uova colorate o variamente decorate.

La preparazione viene fatta il sabato di Pasqua, al pomeriggio.

Nell’area slava, tra cui tutta l’area slovena, anche in Benecija – Slavia italiana, veneta o friulana – la tradizione della decorazione delle pierhe – dette anche pisane jajca / uova colorate – è ancora in uso in alcuni paesi, specie nel comune di Drenchia/Dreka.

Altrove qualcuno ricorda le pierhaste jajca/uova decorate, ma quasi tutti gli anziani conoscono le pisane jajca/uova colorate, e dicono: “bomo pisal jajca” / coloriamo le uova.

Più o meno mezzo secolo fa, ovunque si regalavano pierhe per Pasqua, in prevalenza ai bambini, ma qualcuno ricorda che esisteva anche lo scambio tra innamorati.

Oppure: “Se mi vieni ad aiutare a piantare le patate ti regalerò una pierha“, è la frase che ricordano tutti. Infatti c’è un collegamento con la semina delle patate.

Occorre tener presente che una volta un uovo era la paga di un bambino per il lavoro di un giorno.

Non meravigli che fossero così desiderate: erano belle e buone.

Le uova vengono bollite, colorate, quindi graffiate: sono dei grafiti e la figura risalta in negativo. La tecnica è ancora largamente conosciuta, mentre il nome si conserva solo in aree limitate.

In alcune aree della Slovenia si decorano anche uova svuotate ma in Benecija non ne abbiamo trovate di simili.

Una particolarità delle uova della Benecija, come sostenuto dalla prof. Nena Židov, responsabile della collezione dei pierhi del Museo etnografico di Lubiana, è il fatto che (almeno fino al 20° secolo) si sia conservata, oltre alla raffigurazione dei motivi floreali, quella di motivi animali. Deduzione derivata dalle uova pasquali di Tercimonte inviate al museo stesso, nel 1906, da mons. Ivan Trinko.

Quando nel circolo Kobilja glava si è iniziato a pensare di rinnovare la tradizione delle pierhe è stata fatta una rapida indagine tra gli anziani per verificare cosa ricordassero. A fondovalle i ricordi erano piuttosto sfumati, mentre nei paesi in quota abbastanza precisi.

Colori e motivi

Fino alla prima guerra mondiale venivano usati quasi esclusivamente colori naturali ottenuti da sostanze vegetali come le bucce di cipolla; ...continua

https://kobiljaglava.com/tradizioni/le-uova-colorate-di-drenchia/tradizioni-pasquali-le-uova-decorate-di-drenchia/

2 apr 2021

Proverbio di Pasqua

  


Se al plûf Vinars Sant, arsure al plûf dut cuant. Se piove il giorno del Venerdì Santo, piove tutto l’anno. Ma oggi c’è il sole 🌞 e quindi … bel tempo tutto l’anno? Spero vivamente, soprattutto nel Cuore.https://storiedibeta.com/2021/04/02/e-siamo-arrivati-ad-aprile/

Nuova chiusura dei confini, blocchi ai valichi minori


La Slovenia ha deciso di inasprire fino al 12 aprile le regole per l’ingresso in Slovenia e di vietare i viaggi nei Paesi “rossi”, tranne ai guariti da covid-19 o vaccinati e a chi rientra tra le eccezioni previste. Alle frontiere con l’Ungheria, l’Austria e l’Italia è possibile entrare in Slovenia solo ai punti di controllo (a Stupizza – Robič, Predel e Rateče l’attraversamento è consentito solo alle eccezioni), mentre ai valichi minori sono ricomparsi barriere e blocchi.
fonte Novi Matajur

USANZE PASQUALI IN BENEČIJA

 

UNA DELLE USANZE PASQUALI  RADICATE E VIVE ANCORA OGGI IN ALCUNI PAESI NELLA BENEČIJA È, OLTRE ALLA BENEDIZIONE DELL’ULIVO, LA BENEDIZIONE DEL PANE,DEL VINO,DELLE UOVA COLORATE CON LE ERBE E DEI DOLCI PASQUALI (GUBANA NELLE VALLI DEL NATISONE).
A ZAVARH/VILLANOVA DELLE GROTTE DEI PANINI DOLCI,APPOSITAMENTE PREPARATI, VENGONO BENEDETTI ALLA FINE DELLA MESSA E POI OFFERTI AI PARTECIPANTI.
GRAGIULA 001

gragiula o raganella

Una volta,durante la settimana Santa,quando le campane non suonavano,i bambini andavano per il paese e suonavano con”la gragiula” o “raganella”dal quindicinale dom.http://www.dom.it/velikonone-navadeemle-tradizioni-di-pasquaem/La Pasqua è la festa cristiana più antica e più sentita, in cui si commemorano la passione, la morte e la resurrezione di Gesù. Non si tratta, però, solo di una commemorazione: nella liturgia della Settimana Santa partecipiamo ai misteri della fede. Cristo è risorto di notte, o meglio, all’alba del primo giorno della settimana, che venne per questo chiamato «giorno del Signore. Quella notte è stata fondamentale per tutto il genere umano: in quella notte è iniziata una nuova era della storia dell’uomo.È interessante notare che gli sloveni chiamano la Pasqua «Velika noč», ovvero «grande notte». Quest’espressione deriva dalla liturgia aquileiese. La cerimonia antica, infatti, prevedeva una lunga vigilia notturna che terminava al mattino con una processione al sepolcro di Gesù. Questa processione viene effettuata ancora in alcuni luoghi della Slovenia con la statua del Cristo Risorto.Anche nelle Valli del Natisone si sono conservate ancora oggi molte tradizioni. In questa zona, alcuni dei simboli di questa festività sono le uova dipinte e le colombine che si portano a benedire il Sabato Santo.

uovo-di-pasqua-immagine-animata-0004

STELLA DI TARCENTO

 Stella dista 4,23 chilometri dal medesimo comune di Tarcento di cui essa fa parte.Un tempo qui si parlava sloveno, infatti il nome della località erroneamente tradotto in italiano in Stella era Stelja ( lettiera per animali ,cioè le erbe non commestibili che servivano a tale scopo).Questo ci fa capire che il luogo sia ricco di erbe magre e non adatte alla produzione di fieno. 

Stella ha due borghi :Boreanac ( da buria:castagna ,dunque luogo delle castagne) e Malemaserie (da maza :fascina di legna per accendere il fuoco).
In tutti questi anni il paese si è spopolato (6 abitanti) ,ma l'anno scorso da una coppia di giovani sono nate due gemelline.Il papà delle bimbe ha ricostruito la casa familiare distrutta dal terremoto ed è venuto a vivere qui.
Il noto artista Toni Zanussi ha scelto questo luogo per il suo atelier.


 foto dal sito
 http://www.viacrucisdistella.it/

Il borgo è abbellito di una bellissima "Via Crucis di Stella" un progetto che propone un'inedita interpretazione del sacro cammino di Gesù attraverso l'opera di 15 artisti provenienti da Friuli Venezia Giulia, Veneto, Austria, Croazia e Slovenia. "il cammino della Santa Croce" parte dal pianoro definito "Ter" su cui sorge attualmente la piccola Chiesa.Il percorso si snoda in salita su una strada sterrata in mezzo al bosco in un ambiente generoso dal punto di vista naturalistico e di ineguagliabile bellezza per lo splendido panorama la cui vista nelle giornate terse spazia fino al mare.Ciascuna stazione,assegnata ad un qualificato artista,è stata realizzata su un bassorilievo di ceramica colorata.Raggiunto il punto d'arrivo sul pianoro ove si trovano i resti della primitiva Chiesa,troviamo la 15° stazione:il Cristo Risorto.Nelle vicinanze sono collocati anche due pannelli artistici il cui tema è la "Risurrezione dei luoghi attraverso la solidarietà" in omaggio ai soccorritori che per primi giunsero a Stella dopo il terremoto del !976.
L'iniziativa nata dalla devozione popolare alla Passione di Cristo,infatti la Chiesa è intitolata a Santa Croce,dal legame profondo con la terra,gli avi e le loro fatiche,si rivolge a tutti:emigranti,residenti,passanti,turisti.Tutti ugualmente impegnati a misurarsi con il mistero della Croce e con l'Amore trionfante del Risorto.Simbolo religioso ma anche sociale,di unità e pace,di amore e fatica che si erge a memoria per le generazioni future.
Il progetto ha sempre avuto come scopo principale quello di crear,legando passato ,presente e futuro,un percorso di ascesi personale che spaziasse dalla spiritualità alla devozione popolare,dall'amore per la natura a quello per l'arte,dal ricordo di un trascorso glorioso ad un avvenire per ora dimesso ma foriero di stimoli ed idee.
L'affinità che si sente quando ci si trova a Stella non è data solo dal sangue ma è istintiva,immediata,un sincero sentimento per un paese e la sua gente.

testo sulla Via Crucis dal depliant :La Via Crucis di Stella


approfondisci ...http://www.viacrucisdistella.it/index.htm

1 apr 2021

La leggenda del pesce d’aprile

 LA LEGGENDA AQUILEIESE DEL “PESCE D’APRILE ”«Il Patriarca Bertrando, che è il vero mito sintetico del Friuli antico, aveva invitato un anno a pranzo il Papa per il giorno di Pasqua. Ma il Papa nel giorno di Pasqua aveva da recarsi in Francia per battezzar la figlia del Re, e fece dire al Beato Bertrando […]

La leggenda del pesce d’aprile

Orsi nel parcheggio del centro commerciale a Nova Gorica -Slovenia

 


‼️ ORSI NEL PARCHEGGIO A NOVA GORICA ‼️
Poche ore fa due orsi bruni sono stati avvistati nel parcheggio di un noto centro commerciale di Nova Gorica.
Secondo gli esperti, l'improvviso innalzamento delle temperature e la scarsa presenza umana in città dovuta al lockdown hanno favorito l'avvicinamento agli insiediamenti urbani da parte di questi grossi mammiferi.
La cittadinanza è invitata a porre la massima attenzione quando circola a piedi e prima di uscire dai veicoli.

PRIMO APRILE

 


La ricorrenza del Pesce d’aprile cade il 1º aprile in molti paesi.

Il 1º aprile vengono fatti scherzi, appunto pesci d’aprile anche piuttosto imbarazzanti con lo scopo di sconcertare le persone.In Italia, il primo aprile è un giorno particolare. I ragazzi si divertono a fare le burle e gli scherzi più strani che chiamano «pesci d’aprile»..Per esempio, se ti dicono: Hai una mosca sul naso! e tu ci credi, ti hanno fatto un pesce d’aprile. Si attribuisce l’invenzione del pesce d’aprile al popolo di Firenze: pare infatti, che un tempo, in quella città, il primo d’aprile ci fosse l’usanza di mandare i semplicioni a comperare, in una certa piazza, del pesce che era soltanto raffigurato.

Altri pensano che questa tradizione abbia avuto origine in Francia: forse perché tanto tempo fa, in alcune città l’anno ufficiale incominciava il primo d’aprile.
Le origini del pesce d’aprile pare che sia collegato all’equinozio di primavera, che cade il 21 marzo.
Prima  del Calendario Gregoriano  nel 1582, si festeggiava come Capodanno in diversi paesi.
Il Capodanno si celebrava dal 25 marzo  al 1º aprile, prima che lo spostassero al 1º gennaio.
In seguito, quando si adottò il nuovo calendario, il capodanno cadde il primo gennaio; ma alcune persone lo dimenticarono e continuarono a festeggiarlo come prima: per questo vennero chiamati «sciocchi» o «pesci d’aprile».

https://www.poesie.reportonline.it/poesie-primo-aprile/origini-e-storia-perche-pesce-d-aprile.html

Proverbio del giorno

 

Prima di ingannare qualcuno,ricorda...la verità ha un passo lento,
ma arriva sempre a destinazione.

31 mar 2021

covid19 fvg

 

Oggi in Friuli Venezia Giulia su 7.651 tamponi molecolari sono stati rilevati 417 nuovi contagi con una percentuale di positività del 5,45%. Sono inoltre 3.204 i test rapidi antigenici realizzati, dai quali sono stati rilevati 227 casi (7,08%).  Per un totale di 644 contagi.I decessi registrati sono 16, ai quali si aggiunge uno avvenuto il 17 marzo; i ricoveri nelle terapie intensive sono 82 mentre quelli in altri reparti scendono a 664. Qui il bollettino di oggi.

Testo alternativo

Pasqua in zona rossa, visite a parenti e amici ma meglio avere la mascherina: cosa si può fare e cosa è vietato nei giorni 3-4-5 aprile. Qui la guida


Don Zanon lascia le Valli

 Don Michele Zanon lascia la guida delle parrocchie di San Pietro al Natisone, Erbezzo, Brischis e Antro per diventare parroco di Gonars. Lo annunciato lo stesso sacerdote durante la messa di domenica 14 marzo. Rimarrà nelle Valli del Natisone fino dopo Pasqua. Don Zanon, classe 1971, è originario di Cividale. È stato ordinato nel 2006, dopo di che è stato cappellano a Tricesimo. Nel 2012 è diventato parroco di San Leonardo e Stregna. Nel novembre 2015 ha assunto la guida anche delle comunità di San Pietro al Natisone, Erbezzo, Brischis e Antro, diventando anche vicario foraneo delle Valli del Natisone, l’ultimo, dato che la forania è stata soppressa e le parrocchie delle Valli sono passate sotto Cividale. Nel 2017 ha lasciato le comunità di San Leonardo e Stregna a don Michele Molaro.

https://www.dom.it/

proverbio


 L’erba del vicino è sempre più verde.

Le cose degli altri ci sembrano sempre migliori.

covid 19 notizie

 


LA #TRAMA E L'#INTRECCIO #StefanoMorandini friuli

Qualche anno fa ho girato il documentario "La trama e l'intreccio", la mia intenzione era raccontare tre anni di ricerca, incontri, osservazioni sul campo. Avevo scelto una zona poco battuta dai folkloristi e dagli etnologi, forse perché non era la Val Resia e nemmeno uno spazio vicino al confine. Ho conosciuto centinaia di persone, alcune non ci sono più, il mio lavoro di raccolta interrogava soprattutto gli anziani delle comunità; l'emergenza che cercavo di raccontare e le domande che mi ponevo, ora sono diventate delle sentenze senza appello. Raccoglievo le ultime tracce di un dialetto il Po Našin che vuol dire alla nostra maniera, il nostro dire, i friulani li chiamavo Sclafs, con un intento fortemente dispregiativo e i sclafs chiamavano i friulani lach, pagandoli con la stessa moneta. Riprenderlo in mano oggi è stato davvero emozionante e per questo ho deciso di condividerlo, perché continui a girare...
Devo ringraziare Pre Rizieri De Tina per avermi introdotto in queste comunità. Ed è stato davvero emozionante dopo averli letti, incontrare M. Matičetov e P. Merkù.
"Per chi viene da fuori, italiano o straniero, il Friuli è una zona non molto nota, e nemmeno è stato spesso meta di antropologi. Non sono stati ancora formulati interrogativi antropologici per affrontare l’ingannevole carattere della regione. Sebbene il Friuli non sia stato invaso dagli antropologi, è una zona per la quale sussistono un sofisticato corpus di storia e folklore regionale e sostanziose opere di geografia sociale, economia, demografia e politica. Il vantaggio più ovvio di questa letteratura è che essa consente di suffragare le argomentazioni, in particolare quelle che dipendono da punti di vista storici, ricorrendo a materiali complementari atti ad approfondire le analisi etnografiche”.
Stefano Morandini

30 mar 2021

Alta valle dell'Isonzo - Slovenia - vaccinazioni di massa

 Il 1 aprile, il Tolmin Health Center inizierà la vaccinazione di massa contro covid-19. La vaccinazione avverrà presso il Teatro Cinema di Tolmin, scelto dai funzionari insieme alla sede della protezione civile comunale, in quanto consente a un gran numero di persone .

La vaccinazione per i cittadini di Tolmino, Caporetto e Plezzo avverrà ogni giovedì dalle 7:00 alle 19:00, quando si prevede di vaccinare tra 1.000 e 2.000 persone con una scorta adeguata di vaccino. Come sottolineano, l'ordine di priorità della vaccinazione è determinato dalla strategia vaccinale nazionale.

Fino alla scorsa settimana, 1.100 persone con due dosi e 1.900 persone con una dose di vaccino sono state vaccinate a Tolmino, che rappresenta circa il 21% della popolazione dei tre comuni dell'Isonzo di età superiore ai 18 anni.

tradotto dal Novi Matajur

E' MORTA LA MAGNOLIA

 


Josip Osti (nato il 19 marzo 1945) è un poeta bosniaco e sloveno , scrittore di prosa e saggista , critico letterario , antologo e traduttore .

È morta la magnolia. Non entrerò nei dettagli.
Che annebbiano l’essenziale. È morta la magnolia, bianca,
stellata. Quella che anni fa avevo piantato nel giardino
dietro la casa. Che già da un pezzo era più alta di me
di una testa. È morta così come muoiono i bambini prima
dei genitori. Inaspettatamente. Giovane e sana. Almeno
non si notavano i segni di salute malferma. È morta
davanti ai miei occhi. Non letteralmente, poiché in
quel momento guardavo altrove. Stavo dando un’occhiata
al cachi e alle sue foglie rosse. Insomma, è morta
la magnolia. E se esiste l’anima, la sua, intensamente
profumata, errerà fino alla fine della vita. Se veramente
esiste la fine in questo cammino circolare, in cui ogni
principio è assieme fine. E forse viceversa…
È morta la magnolia. Il suo profumo adesso dove
affascinerà le api? Su quale adolescente, cresciuto da
un giorno all’altro in un giovane, fioccheranno i bianchi
petali delle sue corolle, quando sul far dell’alba si desterà
tutto sudato con le labbra screpolate e sanguinanti,
assetato d’amore? Come ho sete d’amore io, anima
mia, che stanotte non riesco a dormire. Poiché
è morta la magnolia.

Jolka Milič

Estate 2021 e certificato vaccinale europeo

 

DRENCHIA-DREKA

 

foto di Edoado Casali
Drenchia (Dreka in slovenoDrèncje in friulano) è un comune italiano sparso di 102 abitanti del Friuli-Venezia Giulia. La frazione Cras ospita la sede comunale. Attualmente è il più piccolo comune della regione per numero di abitanti residenti.

L'etimologia del toponimo è incerta; una ipotesi la fa risalire alla parola slovena dren che significa albero di corniolo, pianta molto presente nell'area comunale; il toponimo viene menzionato, per la prima volta, nell'anno 1295 "homines ville Tranche".Secondo i dati del censimento effettuato nel 1971, il 57,3% della popolazione del comune di Drenchia si dichiarava appartenente alla minoranza linguistica slovena.Attualmente, accanto alla lingua italiana, è ufficialmente tutelata anche la lingua slovena.In armonia a quanto stabilito dalle legge 38/2011 Norme a tutela della minoranza linguistica slovena della regione Friuli Venezia Giulia, nelle insegne pubbliche e nella toponomastica viene utilizzata la formulazione bilingue.

29 mar 2021

LA STORIA DI LIDA E LEDA

 


Lida e Leda – Il prossimo 30 aprile taglieranno l’invidiabile traguardo dei 100 anni. Sono unite da tutta la vita e oggi stanno condividendo la lotta anche contro il virus che le aveva inizialmente divise e soprattutto strappate alla loro quotidianità.

Lida e Leda, la storia delle due gemelle 99enni

È una storia d’amore, di solidarietà che non conosce confini, quella di Lida e Leda Diligenti, 99 anni, sorelle gemelle, ex insegnanti elementari, agguerrite più che mai nella lotta contro il Covid-19 e pronte, come è nell’auspicio delle persone che stanno loro vicino, a spegnere insieme, ancora una volta, la centesima candelina.

A raccontarla è la professoressa Isa Brovedani, ex insegnante di inglese dell’istituto d’istruzione superiore “Il Tagliamento” di Spilimbergo e, soprattutto, da poco in pensione, una delle tante alunne e alunni, che sono state educate da una delle due storiche maestre. “Leda” racconta l’ex prof «è stata la mia maestra elementare dal 1963 al 1967, a Pradis di Sotto, e non ci siamo mai perse di viste, soprattutto negli ultimi vent’anni».

fonte: messaggeroveneto.gelocal.it

Udine. La città del Tiepolo | Sotto un unico cielo

Con ben 4 luoghi che custodiscono alcune delle opere più significative di Giambattista Tiepolo - il Palazzo Patriarcale, il Castello, la Cattedrale e l’Oratorio della Purità - Udine si merita a pieno titolo l’appellativo di “città del Tiepolo”. Scoprila nella quarta tappa della rassegna “Sotto un unico cielo. Alla scoperta dei territori del Tiepolo”. Seguici sul sito e sui social di #GalleriedItalia per essere sempre aggiornato sulle mostre e sulle iniziative in corso: https://www.gallerieditalia.com https://www.facebook.com/gallerieditalia https://twitter.com/gallerieditalia

In Italia si parla l'Italiano. Ci risiamo. Una proposta di legge su cui c'è poco da ironizzare



Il 1 luglio 1947  il deputato autonomista, ma aderente inizialmente al fascismo, 
Codignola, contrario all'autonomia del Friuli-Venezia Giulia, riportava durante il dibattito sull'articolo 6 della Costituzione, un telegramma di protesta che arrivava da Gorizia da parte del Comitato di liberazione nazionale di Gorizia, che diceva testualmente: «Gorizia allarmata eleva alta protesta contro imposizione statuto regionale Friuli-Venezia Giulia contrastante aspirazioni et tradizioni nazionali popolazione esige riesame problema spirito democratico previa consultazione popolare et ampia pubblica non affrettata discussione». C'era contrarietà da una parte politica e culturale italiana nel voler riconoscere autonomismo e identità linguistiche, ricordiamo che la Regione del FVG troverà luce solo nel 1963. Una prima versione dell'articolo 6 voleva la seguente formula:  "La Repubblica detta norme per la tutela delle minoranze linguistiche", poi verrà adottata il 20 dicembre del 1947 la seguente formula "La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche". Nella nostra Costituzione non c'è stata alcuna necessità di dover scrivere che la lingua italiana è la lingua ufficiale dell'Italia. Per un semplice motivo. Il fascismo. Il fascismo con il suo regime, con le sue politiche di italianizzazione forzata ha imposto a colpi di legislazione, violenza, e barbarie, la supremazia della lingua italiana sulle altre, con le conseguenze drammatiche che si sono conosciute soprattutto ma non solo nel confine orientale italiano. Ancora oggi sono migliaia le famiglie che non hanno restituito il proprio cognome alla loro forma originaria, slava, germanica. In Italia sono poco più di una decina le lingue minoritarie tutelate per legge. Dal 2018 in Parlamento c'è dormiente una proposta di legge che puntualmente ogni anno vien tirata fuori. Il pretesto di quest'anno è stato il Dantedì. Proposta da un partito di estrema destra che è passato nel giro di pochi anni a percentuali da governo. Da non credere, ma così è. Su questa proposta di legge si è fatta tanta ironia. C'è chi ha detto che la prossima cosa da fare sarà quello di scrivere in Costituzione che l'Italia è una penisola. Si tratta di una proposta costituzionale che vuole intervenire a modificare proprio l'articolo 6 della Costituzione.  E da ironizzare c'è veramente poco. E nella premessa si legge quanto segue:  "Un altro aspetto non trascurabile riguarda il riconoscimento dell’italiano come lingua ufficiale della Repubblica, fino ad oggi non ancora avvenuto nella nostra Carta fondamentale, nonostante che la lingua italiana sia il fondamento della nostra unità culturale e, prima ancora, nazionale e statuale. Tra gli elementi costitutivi della unità nazionale deve, pertanto, certamente essere annoverata la lingua italiana e, soprattutto in questa fase, si ritiene indispensabile riconoscere il suo ruolo quale fattore identificante della comunità nazionale. Con la presente proposta di legge costituzionale si intende, pertanto, inserire tra i valori fondanti della nostra Costituzione anche il riconoscimento della lingua italiana come unica lingua ufficiale, avente precedenza su qualsiasi altra lingua e dialetto minoritari".

Avente precedenza su qualsiasi altra lingua e dialetto minoritari. Insomma, in Italia si parla l'Italiano. E l'articolo 6 verrebbe stravolto in questa maniera:  "La lingua italiana è la lingua ufficiale della Repubblica. La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche e i dialetti".

È lo spirito della legge che deve preoccupare, delle intenzioni, non c'è alcuna necessità di mettere mano all'articolo 6 della Costituzione e di costituzionalizzare la precedenza dell'italiano sulle altre lingue minoritarie, perchè significherebbe tornare indietro in quel '900 che non riusciamo proprio a lasciarci alle spalle. 

Giù le mani dalle minoranze linguistiche che devono essere tutelate in via prioritaria e non subordinata rispetto all'uso della lingua italiana in un Paese unito con la forza ed artificiosamente come non mai nella storia europea.

mb

tratto da http://xcolpevolex.blogspot.com/2021/03/in-italia-si-parla-litaliano-ci-risiamo.html

28 mar 2021

Un film d'azione sul Canin e lo Stol



Anni fa, le scene finali della seconda parte del film "Stories from Narnia" / Alcuni anni fa nella zona di Bovec furono girate nella regione di Bovec-Plezzo.



A marzo la Valle dell'Isonzo diventerà di nuovo teatro di un film americano tra due mesi. 
La location è già stata visitata in questi giorni da un regista di fama mondiale, il cui nome rimane per ora ufficialmente un mistero, anche se 
il nome di Ron Howard sta circolando Questa volta le scene del nuovo film d'azione saranno girate sulla pista da sci di Graben na Kanin e presso il vicino Stol.

La troupe cinematografica, parte della quale ha avuto fretta a Posočje-Alta valle dell'Isonzo nelle ultime settimane, riempirà le capacità ricettive.

La stazione sciistica slovena più alta è già stata visitata da un team di produzione cinematografica.

Oltre al team di 400 membri, circa 100 persone del posto saranno coinvolte nella realizzazione del film. Tutti i dettagli sul film e sugli attori, tuttavia, rimangono un mistero per ora.

Con ogni probabilità, sarà il sesto film su Jason Bourne, un agente dell'American Intelligence Agency - CIA, interpretato da Matt Damon.

Che la soleggiata Isonzo sia uno sfondo cinematografico attraente è stato scoperto e dimostrato da registi americani anni fa.

Nell'autunno 2019, durante le riprese della serie hollywoodiana Bike Time The Wheel of Time ), l' attrice nominata all'Oscar Rosamund Pike.

La più clamorosa è stata la ripresa delle scene finali della seconda parte del film Storie di Narnia nella regione di Bovec. I creatori del film erano allora affascinati dal fiume Isonzo, sul quale hanno anche costruito un ponte per i propri bisogni, che hanno rimosso dopo la fine delle riprese.

Secondo Viljam Kvalič, direttore dell'Istituto pubblico per il turismo Dolina Soče, l'attuazione di un tale progetto è un grande risultato in ogni pre-stagione e ancora più gradito nell'attuale turismo sfavorevole.

La direttrice di Sončni Kanin, Manuela Božič Badalič, ha affermato che solo una parte della stazione sciistica di Graben sarebbe stata chiusa per le riprese, mentre altrove gli sciatori avrebbero potuto godersi la neve senza interruzioni.

Nella marcia del Posočje c'era un altro set cinematografico. Stanno arrivando, arrivando e membri del team che realizzeranno un nuovo film.

Anche se si tratta di voci, sembra che il regista sia Ron Howard e che il film girato sarà il sesto della serie incentrata sull'agente della Cia Jason Bourne, interpretato da Matt Damon.

Il film è girato sulla passerella del canino e del vicin Stol; oltre ai 400 membri dell'equipe, le riprese coinvolgeranno anche un centinaio di collaboratori locali. L'arrivo dell'equipe impegnerà tutte le capacità recettive della zona.

Il direttore dell'entrata del turismo della Valle dell'Isonzo, Viljam Kvalič, ha detto che la ristampa del nuovo film è stata costituita da una caratteristica della zona nell'ottica della destinazione turistica. Le dinamiche generate dall'aiuto del turismo in un periodo di libertà.

Negli ultimi anni il Posočje ha destato l'interesse di diversi produttori cinematografici. Nel 2019 vi è stata girata la serie hollywoodiana «The Wheel of Time»; della zona si è parlato molto, inoltre, quando è diventata il set di alcune scene conclusive della seconda parte di «Le cronache di Narnia»

tradotto da https://www.dom.it/akcijski-film-na-kaninu-in-stolu_un-film-dazione-sul-canin-e-lo-stol/

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