calendario

UNA GERLA DI IDEE

BLOG UNA GERLA DI IDEE

BENVENUTI-DOBRODOSLI-WILLKOMMEN-BENVEGNUS

BENVENUTI-DOBRODOSLI-WILLKOMMEN-BENVEGNUS

profilo di OLga

profilo di OLga
profilo OLga

Translate

Cerca nel blog

Powered By Blogger

Previsioni meteo

Altre previsioni: Meteo 10 giorni Roma

follower

AmbassadorFVG Davd Cappellari - Sopra le nuvole


"Nelle giornate di inversione termica, la bassa friulana è coperta da nubi ma in montagna si può ammirare uno spettacolo incredibile chiamato comunemente 'mare di nuvole'. Succede così che l'ascensione a una cima può assumere una spettacolarità spaziale".
E' questo l'inizio del racconto del nostro ambassador
Kape David
, che descrive la salita di sci alpinismo al Monte Lagna, quota 2140 m., a Forni di Sopra. David invita a consultare il servizio di previsioni meteo dell'Osmer FVG per conoscere con anticipo la formazione di questo fenomeno naturale e anche la quota delle nubi. E soprattutto per pianificare in sicurezza l'escursione.
Godetevi il video!
‼️ Prima di ogni escursione, prestate massima attenzione alle condizioni meteo, al ghiaccio e consultate il Bollettino valanghe: 📢📌http://bit.ly/OSMER_montagna ‼️

Citazione

 

Puoi leggere, leggere, leggere, che è la cosa più bella che si possa fare in gioventù: e piano piano ti sentirai arricchire dentro, sentirai formarsi dentro di te quell’esperienza speciale che è la cultura.

(Pier Paolo Pasolini)

Una storia a lieto fine

 A Trieste una buona azione ha fatto sì che una borsa con 6300 euro venisse restituita alla proprietaria.Una signora anziana aveva lasciato la borsa sulla panchina della fermata dell'autobus.E' stata ritrovata da un giovane triestino che l'ha consegnata alla farmacia di fronte alla fermata del bus.La farmacista l'ha portata ai carabinieri che hanno rintracciato la proprietari.

Per fortuna che ci sono ancora persone come questo ragazzo!Anch'io mi sarei comportata allo stesso modo.

FVG e mafie: la collocazione geografica ne fa un crocevia naturale per traffici di ogni tipo e attrae l'attività di riciclaggio


 La relazione della DIA per il primo semestre 2020 dedica quasi quattro pagine alla nostra regione. Nel giro di pochi anni si è passati da poche righe a quattro pagine, ciò a dimostrazione di quanto la questione delle mafie sia oramai un problema non da poco conto anche qui, nell'estremo nord est. Infatti nella relazione si parte evidenziando come "il Friuli Venezia Giulia rappresenta, ormai da tempo, un territorio di possibile espansione della criminalità organizzata, sempre orientata ad individuare nuove aree da infiltrare e capace di operare anche in ambito transnazionale. La collocazione geografica del territorio ne fa un naturale crocevia per i traffici, legali e non, di persone e di ogni tipo di merce". Si ricorda ad esempio  il sequestro effettuato, il 21 febbraio 2020, dalla Guardia di finanza nel porto di Trieste, di circa 55 tonnellate di sigarette di scarsa qualità provenienti dalla Turchia, introdotte nel territorio nazionale con una modalità finalizzata ad eludere il pagamento dei dazi doganali. Si parla della questione della rotta balcanica

Si evidenzia che "la regione costituisce il punto di accesso in Italia della cosiddetta “rotta balcanica” (direttrice Bosnia Erzegovina-Croazia-Slovenia), attraverso la quale vengono immessi i carichi di stupefacenti. Indicativo nel senso appare il sequestro effettuato dai Carabinieri, il 9 maggio, di oltre 40 kg. di cocaina occultata nei serbatoi di un autoarticolato. Il mezzo era condotto da sloveni che erano partiti da Ljubljana (SLO) e che si dirigevano, verosimilmente, a Roma. Sempre lungo la tratta balcanica tentano l’ingresso clandestino extra-comunitari, soprattutto pakistani, afghani e indiani, spesso vittime di tratta e sfruttamento. Il progressivo aumento del fenomeno migratorio ha comportato la necessità di adottare una strategia di contrasto in termini di prevenzione e repressione, attraverso un sempre maggiore coordinamento internazionale".

Il problema è anche quello del riciclaggio.  "Negli ultimi anni il territorio della regione è stato interessato da attività di riciclaggio di dimensione transnazionale. Alcune opportunità sono state favorite dagli ingenti investimenti connessi con la realizzazione di grandi opere, che hanno attirato anche i capitali di provenienza illecita. Tra tutti, i lavori di ampliamento dell’autostrada A4 e del porto di Trieste. Proprio quest’ultimo sedime è in fase di espansione, in virtù del particolare status di “porto franco ampliato”, che richiede importanti potenziamenti infrastrutturali.
Si ricorda l'operato della mafia calabrese.  "In particolare, soggetti riconducibili alla ‘ndrangheta hanno dato luogo a tentativi di infiltrazione in ambito commerciale nei settori del trasporto in conto terzi e delle frodi finanziarie".

Per quanto afferisce alla criminalità campana, accanto al riciclaggio, si aggiungono le estorsioni, le truffe e le frodi fiscali, oltre al tradizionale traffico di stupefacenti".  Particolare attenzione, si legge nella relazione,  deve inoltre essere posta al fenomeno della gestione e dello smaltimento illegale dei rifiuti. Le attività investigative del gennaio hanno evidenziato l’operatività di aziende che, pur estranee ad ambienti mafiosi, hanno dimostrato una spiccata attitudine ad incrementare i margini di profitto senza preoccuparsi del danno all’ambiente ed alla salute pubblica.  

Così come anche la criminalità straniera non è mica assente all'appello. Giusto per non farci mancare niente in FVG. "Si tratta per lo più di sodalizi costituiti da pakistani, afghani e maghrebini, attivi nel traffico di marijuana e hashish, nonché di nigeriani specializzati nello spaccio di eroina e cocaina, in provincia di Udine. Gli albanesi risultano attivi nei reati contro il patrimonio e nel narcotraffico, come evidenziato dall’operazione “Eat Enjoy”, conclusa l’11 giugno 2020. L’indagine della DDA di Trieste  ha portato all’arresto di n. 26 elementi inseriti in una stabile organizzazione albanese che importavano stupefacenti dall’Olanda (Rotterdam). Tra i soggetti coinvolti è emersa anche la figura di un esponente del clan GALLICO di Palmi (RC), già coinvolto in passato in analoghe inchieste. La criminalità cinese si rivolge, come in altri contesti territoriali, all’interno della propria comunità. Al riguardo oltre allo sfruttamento della prostituzione, in qualche caso, è stata evidenziata l’evasione delle imposte".

Insomma la situazione è in costante peggioramento e la politica regionale è realmente in grado di affrontare questa sfida? Dubbi persistono.

mb

http://xcolpevolex.blogspot.com/2021/02/fvg-e-mafie-la-collocazione-geografica.html

Citazione di Ivan Cankar

 da https://theboundlessemptiness.wordpress.com/2021/02/24/il-servo-jernej-e-il-suo-diritto-ivan-cankar-citazione-1/

L’uomo vive in una casa per un anno, per dieci anni, per quarant’anni ed ecco: la casa gli somiglia come il fratello al fratello e fra l’uomo e la casa si stabilisce un rapporto d’amore.

– Il Servo Jernej e il suo Diritto, Ivan Cankar –


Ottavo di dodici figli, è stato cresciuto dalla madre in condizioni di grande povertà dopo l'abbandono della famiglia da parte del padre, sarto proveniente da Trieste, che si trasferì in Bosnia in cerca di lavoro.

IL BUCANEVE


Il 
bucaneve (Galanthus nivalisLinnaeus 1753) è una pianta perenne, erbacea ed eretta della famiglia delle Amaryllidaceae.
l nome del genere (“Galanthus”) deriva da due parole greche: “gala” = latte (bianco come il latte) e “anthos” = fiore.
Il nome specifico (“nivalis”) fa riferimento alla sua precoce fioritura in mezzo alla neve.



Scoperta sul web
Galanthus reginae-olgae Orph. - Bucaneve della Regina Olga: si tratta di una specie distribuita prevalentemente nella Penisola Balcanica sud-occidentale (AlbaniaMacedonia e Nord Ovest della Grecia) con stazioni disgiunte in Calabria e Toscana nord-occidentale (Galanthus nivalis Orph. subsp. reginae olgae) e Sicilia (Galanthus nivalis Orph. subsp. vernalis Kamari), si distingue per il parenchima clorofilliano caratterizzato da uno strato di cellule a palizzata particolarmente grandi e allungate, per la fioritura tendenzialmente autunnale e per il fatto di essere pianta isteranta, che emette le foglie solo al termine della fioritura (questi ultimi due caratteri sono tipici della sola subsp. reginae-olgae).

Leggenda del bucaneve -zvončič 
Adamo ed Eva furono cacciati dall'Eden,camminarono a lungo ed arrivarono in una località molto fredda dove era sempre inverno .Eva era sempre triste e piangente e non poteva rassegnarsi di aver perso un luogo così bello come il Paradiso terrestre.Un angelo le disse che sarebbero sopraggiunte stagioni migliori come la primavera e l'estate.Eva non ci credette, allora l'angelo ,prese un po'  di fiocchi di neve ,vi soffiò  sopra e da ognuno di essi ,toccato il suolo ,uscì un bocciolo di bucaneve.Eva stette subito meglio alla vista dei fiori e con Adamo proseguì il cammino.
I bucaneve sono il simbolo della vita e della speranza.

La cipolla

cipolla rossa di Cavasso Nuovo


di Enos Costantini
In friulano la cevòle è la cipolla, la ceve è lo scalogno e con sutìle si intende l’erba cipollina. In ogni caso si tratta di piante che sono state raccolte per millenni quando l’uomo era cacciatore-raccoglitore.
La culla della cipolla è il lontano Turkestan, da lì è migrata nella Mezzaluna Fertile e poi in Egitto dove dei bassorilievi la documentano nel 2300 a.C. È sicuramente nel bacino del Mediterraneo che questa specie, selezionata da diverse genti in diversi luoghi, ha potuto esprimere tutte le sue potenzialità manifestando grande polimorfia e vivace policromia.
Gli antichi Greci e gli antichi Romani ne conoscevano parecchie varietà alle quali assegnavano spesso nomi geografici, non per moda, ma per indicarne il luogo di origine o le località particolarmente vocate alla sua coltura.
A differenza degli altri ortaggi ha una certa durata nel tempo e, quindi, poteva servire a pagare decime e affitti. In effetti nel 1260 alcuni villaggi del basso Tagliamento dovevano corrispondere un centinaio di cipolle all’Abbazia di Sesto e, in mancanza di cipolle, potevano pagare con aglio. Nel 1310 il capitano di Udine riscuoteva lo stesso quantitativo per un’azienda che aveva a Morsano delle Oche, nei cui pressi vi è il villaggio di San Paolo all’epoca noto come San Pauli de lis cevolis.
Nel 1501, sempre nella Bassa, si registrò un gravissimo fatto di cronaca nera quando Antonio Ghitussi da Roveredo di Varmo fu accusato di un atroce delitto, cioè di avere rubato due sacchi di cipolle a un certo Giovanni di Madrisio.
A Cervignano si teneva la sagra del Redentore, detta anche “della cipolla”, che cadeva la terza domenica di luglio e durava tre giorni. In tale occasione arrivavano i barconi di Chioggia carichi di questo ortaggio.
Nella nostra regione si è registrato un aumento di produzione dal 1950 al 1979, quando si è passati da 2.500 quintali a 20.000 quintali su 166 ettari a cui è seguito un crollo, tanto che nel 1983 vi erano a malapena 4 ettari. Ora siamo sui 18 ettari, quanto basta per qualche terrina di fagioli con cipolla, piatto rustico e salutare che non produce gas a effetto serra, bensì un innocuo gas per l’incolpevole lacrima dell’autentico gastronomo.
da Vita nei campi

L’aquilone, Giovanni Pascoli

Oggi a Udine c'era un'aria di primavera... 


C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole,
anzi d'antico: io vivo altrove, e sento
che sono intorno nate le viole.

Son nate nella selva del convento
dei cappuccini, tra le morte foglie
che al ceppo delle quercie agita il vento.

Si respira una dolce aria che scioglie
le dure zolle, e visita le chiese
di campagna, ch'erbose hanno le soglie:

un'aria d'altro luogo e d'altro mese
e d'altra vita: un'aria celestina
che regga molte bianche ali sospese...

Bomba a mano ritrovata a Subit


 A metà febbraio in un giardino di Subit/ Subid ha fatto capolino una bomba. A trovarla nel cortile della suocera è stato Enrico Moretuzzo. L’ordigno è riemerso, probabilmente, a seguito della piantumazione di alcuni alberi da frutto. Dal momento che sembra risalire agli anni Sessanta, si suppone che non si tratti di un residuo di guerra. Tuttavia sul luogo in cui è stata trovata la bomba un tempo si trovavano abitazioni andate in rovina a seguito dell’incendio del paese del 29 settembre 1944. Ciò che ne restava, era stato portato in discarica dopo il terremoto del 1976. «Stando ai ricordi di alcuni paesani –ha detto Moretuzzo – un tempo lì si trovava anche una baracca frequentata da partigiani. Osservando occasionalmente e ricordando caratteristiche simili di altra bomba a mano utilizzata durante il servizio militare, ho contattato i Carabinieri che, dopo visita preventiva, sono risaliti il giorno dopo con gli artificieri». La bomba è stata fatta prontamente brillare senza creare danno.

https://www.dom.it/v-subidu-nasli-rocno-bombo_bomba-a-mano-ritrovata-a-subit/

Per i prossimi tre anni in FVG si limita l'insegnamento curricolare del friulano solo all'infanzia e primaria


 Regione a statuto speciale, grazie al plurilinguismo, ma questo plurilinguismo deve soccombere ai conti. Una delle regioni più ricche del nord est non ha le risorse finanziare per garantire l'insegnamento della lingua friulana nelle scuole secondario di primo grado. La Regione del FVG ha deliberato che  per gli anni scolastici 2021/2022, 2022/2023 e 2023/2024, l’insegnamento curriculare della lingua friulana è limitato alle scuole dell’infanzia e alle scuole primarie situate nei Comuni previsti dalla legge nel territorio di insediamento del gruppo linguistico friulano delimitato ai sensi dell'articolo 5 della legge regionale 15/1996. Mentre  le iniziative di insegnamento della lingua friulana proposte dalle scuole secondarie di primo grado per gli anni scolastici 2021/2022, 2022/2023 e 2023/2024 sono sostenute nell’ambito del Piano triennale di interventi per lo sviluppo dell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche statali e paritarie della Regione di cui all’articolo 33 della legge regionale 13/2018. Si continua anche per i prossimi tre anni a limitare l'insegnamento curricolare della lingua friulana solo alla scuola dell'infanzia e primaria. La possibilità viene conferita dall’articolo 15, comma 1, della citata legge regionale 29/2007, ai sensi del quale la Regione provvede al trasferimento di finanziamenti alle istituzioni scolastiche sulla base del numero di ore d’insegnamento e di uso curricolare della lingua friulana programmate e comunicate dall’Ufficio scolastico regionale.Il successivo comma 1 bis, in base al quale, qualora si manifesti una insufficienza delle risorse finanziarie disponibili, la Giunta regionale può limitare l’insegnamento curricolare della lingua friulana alle sole scuole dell’infanzia e primarie. Va ricordato che l’insegnamento della lingua friulana è previsto  espressamente dall’art. 4 della legge statale 482/99.

C'è sicuramente da riflettere in una regione dove l'autonomia pare andare con il passo del gambero.
 
mb   

La plovisine poesia di Pietro Zorutti

 

Gozorutti
https://www.wikiwand.com/it/Pietro_Zorutti

Plovisine minudine,

lizerine,

tu vens jù cussì cidine senze

tons e senze lamps

e tu dâs di bevi ai cjamps!

Plovisine fine fine,

lizerine,

bagne bagne un freghenin

l’ort dal puâr contadin:

senze te nol mene nuje;

bagne bagne chê latuje,

bagne bagne chel radric

fin cumò tignûz a stic;

bagne l’ort del pùar omp,

bagne il cjamp del galantomp.

La pioggerella – Pioggerella minutina,leggerina,vieni giù così silenziosa senza tuoni  e senza lampi e dà da bere ai campi!Pioggerella sottile sottile,leggerina,bagna bagna un pochettino l’orto del povero contadino:senza te non cresce nulla;bagna bagna quella lattuga ,bagna bagna quel radicchio finora tenuto a stecchetto,bagna  l’orto del pover’uomo,bagna il campo del galantuomo.

da “La flor” di Dino Virgili

Pietro Zorutti (Pieri Çorut) (Lonzano del Collio27 dicembre 1792 – Udine23 febbraio 1867) è stato un poeta friulano

.

Sloveno nelle scuole d’infanzia e primarie grazie all’Associazione «don Eugenio Blanchini»

 VALLI DEL TORRE – TERSKE DOLINE 




Anche nell’anno scolastico 2020-2021 l’Istituto comprensivo di Tarcento ha chiesto al sodalizio di collaborare Anche in quest’anno scolastico i bambini che frequentano le scuole d’infanzia e primarie di Vedronza-Njivica (in comune di Lusevera-Bardo) e Taipana-Tipana impareranno lo sloveno grazie all’associazione «don Eugenio Blanchini». L’Istituto comprensivo di Tarcento ha, infatti, stipulato una convenzione col sodalizio della minoranza slovena con sede a Cividale.Quest’ultimo reperirà l’insegnante necessaria a espletare l’insegnamento dello sloveno, attivato in base alla legge 482/99. In totale saranno impartite 40 ore d’insegnamento di sloveno. A Taipana lo sloveno è insegnato su iniziativa del Comune, che ha di nuovo chiesto al Blanchini non solo sostegno nel reperimento del personale ma anche economico. Quest’anno a Taipana il numero di ore d’insegnamento dello sloveno è stato raddoppiato sia alla scuola d’infanzia sia alla scuola primaria. L’auspicio è che a Vedronza, Taipana e nei plessi scolastici degli altri comuni della zona sia introdotto l’insegnamento dello sloveno in forza dell’articolo 12 della legge di tutela della minoranza linguistica slovena 38/2001. L’articolo offre la possibilità dell’insegnamento curricolare dello sloveno in tutti i plessi scolastici attivi nei comuni in cui è ufficialmente riconosciuta la presenza della minoranza slovena in provincia di Udine. A Udine, inoltre, l’Associazione Blanchini continua a sostenere l’insegnamento extracurricolare dello sloveno per bimbi in età scolare e prescolare, organizzato su iniziativa dei genitori. (Dom, 31. 1. 2021)

Aperte le grotte di Villanova

 

Grotta Nuova di Villanova, un gioiello racchiuso nel meraviglioso scrigno dell'Alta Val Torre

La Grotta Nuova è un vero gioiello del mondo sotterraneo e possiede una rara peculiarità: è formata a contatto tra due diversi tipi di roccia sottoposti a due differenti azioni di carsismo. L’acqua ha plasmato gallerie e sale che variano per dimensioni e morfologia ogni poche decine di metri, offrendo allo sguardo stupito di chi le visita ambienti d’incomparabile fascino, simili ad immense sculture di pietra. Con quasi 9 km di sviluppo è la più estesa nel suo
genere in Europa e in gran parte del mondo, ed è l’unica ad essere attrezzata per il turismo ipogeo.
PERCORSO TURISTICO
Il grandioso percorso turistico ipogeo è provvisto di comodi camminamenti ed è ben illuminato. Dalla “Sala del Laghetto”, la visita guidata attraversa luoghi d’incomparabile bellezza, come i rami del “Paradiso”, il “Corridoio Magico”, la “Sala della Grande Frana, lo spettacolare “Angolo dei Cristalli” e la “Sala del Gran Portone”, con il suo maestoso arco naturale e...molto di più, con il nuovo percorso turistico che sarà visitabile nel 2021.
Al momento la Grotte di Villanova sono chiuse al pubblico: l'apertura verrà comunicata sul sito ufficiale www.grottedivillanova.it e su questa pagina FB.
Nel rispetto dell'emergenza Covid gli orari e le giornate di apertura potranno subire variazioni.
INFO:
Gruppo Esploratori e Lavoratori Grotte di Villanova
Fraz. Villanova delle Grotte, 3 - 33010 Lusevera (UD)
tel. 0432 787915 - cell. 392 1306550
www.grottedivillanova.it
info@grottedivillanova.it

Dobbiamo recuperare con voi un sacco di momenti entusiasmanti
e escursioni sotterranee e non vediamo l'ora!

Ricordatevi che:
-domani MERCOLEDI 24 FEBBRAIO potrete visitare il Percorso Turistico Standard (1,30 h) alle 11:00 e alle 14:30 sempre SU PRENOTAZIONE al +39 3204554597

-VENERDI 26 FEBBRAIO alle ore 17:30 "one shot" sullo Special Tour alla Sala Regina Margherita (2,5 ore) detta anche #thequeen,
SU PRENOTAZIONE al +39 328 247 6284 ( e vi risponderà #theking Stefano Dalan 👑)

-la Reception Grotte sarà aperta il lunedi e il mercoledi dalle 10:30 alle 16:00 e potete chiamare, messaggiare su whatsapp o inviare una mail a eventi@grottedivillanova.it per prenotare le vostre escursioni.
Se non rispondiamo subito vi richiamiamo noi appena possibile!

VI ASPETTIAMO!!!
www.grottedivillanova.it
#speleoturismofvg #grottedivillanova #grottefvg 

Il morto sotto il letto

 Disegno di Moreno Tomazetig

Don Tino è vero che quando si muore si diventa polvere?

Certo è così!

Se è così guardate sotto il letto:c'è un morto!

VALCANALE – KANALSKA DOLINA «Fede e cultura sono profondamente legate e si amplificano a vicenda»

 Santuario di Lussari


ll parroco della Collaborazione pastorale di Tarvisio, don Alan Iacoponi, ha scritto in risposta alle domande del quindicinale «Dom» sul rapporto tra fede e lingue locali È passato circa un anno da quando don Alan William Gueijman Iacoponi è giunto in Valcanale come nuovo responsabile dell’intera Collaborazione pastorale di Tarvisio. Il nuovo parroco, che ha 43 anni, è nato a Cochabamba in Bolivia ed ha fatto il proprio ingresso nella chiesa del capoluogo della Valcanale a novembre 2019. Negli anni ha potuto conoscere diverse realtà. «Anche se i miei avi sono di origine italiana, sono nato in Bolivia», spiega Iacoponi. «Nei miei diciassette anni di sacerdozio ho approfondito per un periodo gli studi ed ho svolto diversi impegni pastorali anche in terra di missione. Francamente, però, non ho mai amato elencarli perché, come dice il Vangelo “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare” Lc 17,10». È giunto a Tarvisio da parroco a novembre 2019. Che bilancio traccia di questo anno in Valcanale? «Già, è passato un anno da quando sono arrivato nelle parrocchie della Valcanale. Tracciare ora un bilancio sarebbe azzardato e prematuro: il primo anno di presenza in una comunità nuova deve essere vissuto soprattutto con l’umiltà derivante dal saper riconoscere che esiste un tessuto culturale che è importante e che deve essere rispettato e valorizzato, non raso al suolo ed eliminato. Quindi, prima di tutto, occorre osservare per imparare e poi, con il tempo, si può tentare di offrire il proprio contributo attraverso i propri doni e talenti: questo è quello che tento di fare in mezzo alle grosse difficoltà storiche che stiamo affrontando, anche in riferimento alla pandemia di Covid-19». Che rapporto ha instaurato con le comunità? «Una volta il parroco di Tarvisio pensava solo ad accompagnare la comunità di Tarvisio e ogni parroco aveva soltanto una parrocchia da seguire. Attualmente tutto è diventato più complesso, perché nel mio caso devo seguire la vita di sei parrocchie (Cave del Predil con Fusine, Tarvisio con Coccau, Ugovizza con Valbruna, Camporosso con il Santuario del Lussari, Malborghetto con Bagni di Lusnizza) e da Cave fino a Bagni ci sono all’incirca trenta chilometri di distanza, dove in più esistono lingue, culture e tradizioni molto diverse che rendono la Valcanale un posto straordinariamente unico nella sua diversità. Con questa premessa posso dire che in quest’anno ho cercato, Covid permettendo, di conoscere al meglio le persone che formano parte della vita delle diverse parrocchie e, appoggiandomi a loro, ho cercato di essere il più vicino possibile per rispondere nel migliore dei modi a tutte le necessità che continuamente si presentano. Sembra un’area semplice, ma non lo è; nell’immaginario collettivo si pensa che il sacerdote venga, celebri la sua messa e poi non faccia più nulla… Invito chi la pensa così a fare l’esperienza di “un giorno con il mio parroco” e garantisco che cambierebbe idea! Nella mole di responsabilità che ho come parroco, mi considero fortunato perché dal punto di vista sacerdotale sono coadiuvato dai vicari parrocchiali: don Gabriel Cimpoesu, che proviene dalla Romania e abita a Camporosso, padre Gabriel Gaspar Msuya, che proviene dalla Tanzania e abita a Valbruna e padre Peter Lah, che proviene dalla Slovenia e si occupa del Santuario del Lussari nei periodi in cui non è impegnato dall’insegnamento all’Università Gregoriana di Roma. Guai se non avessi loro: sicuramente avrei già perso totalmente il lume della ragione!» Come e forse più che in altre zone della diocesi di Udine, in Valcanale la fede è radicata anche nelle lingue e culture locali, nello sloveno, ma anche nel tedesco e nel friulano, presenti accanto all’italiano. Come si approccia alla tematica? «Il tedesco ho avuto occasione di sentirlo in altre circostanze della mia vita, invece lo sloveno l’ho sentito per la prima volta un anno fa quando sono arrivato a Tarvisio. Serve tempo per prendere dimestichezza con qualunque lingua e sicuramente con il passare del tempo svilupperò l’orecchio necessario per non sentirmi impacciato – come attualmente mi sento – quando devo leggere qualcosa in sloveno o tedesco. Per fortuna, durante le Messe o altre celebrazioni, ho alcuni “angeli custodi laici” che mi aiutano con le letture e le preghiere in sloveno, in modo che possiamo svolgere una liturgia bilingue, venendo contemporaneamente incontro anche alle persone che, come me, non hanno radici slovene e hanno piacere e diritto di partecipare a una celebrazione comprensibile nella loro parrocchia di appartenenza». E in riferimento alle Costituzioni sinodali? «Visto il calo significativo delle vocazioni sacerdotali in Europa, ogni giorno mi convinco di più che per mantenere viva la cultura e la tradizione di un posto oggigiorno sia necessario il contributo a 360 gradi di tutta la comunità piuttosto chela fatica di un unico sacerdote. Mi spiego meglio: il sacerdote ha il dovere di stare a fianco della sua comunità e contribuire con tutte le sue energie affinché quest’ultima possa vivere le sue tradizioni e la sua cultura, ma non basta una Messa celebrata totalmente in tedesco, sloveno o friulano perché questo avvenga; sarebbe importante rendere vive queste lingue anche in altri contesti di vita, come possono essere le scuole o la vita in famiglia e attraverso i libri, la musica, la poesia, ecc. Il fatto che io possa ancora fare fatica a pronunciare alcune lingue non deve farvi dubitare che sarò il primo a difenderle, poiché conoscerle è un patrimonio dal valore inestimabile e insegnarle ai ragazzi è tra i migliori investimenti da fare per il futuro loro e della comunità intera». Aveva già avuto modo di approcciarsi al rapporto tra fede e culture locali nelle comunità in cui aveva prestato servizio in precedenza? «Fede e cultura sono profondamente legate, non si possono scindere, più sono unite e più si amplificano a vicenda. Un sacerdote o religioso che non riconosce questo legame ha fallito in partenza, ma è altrettanto vero che anche un missionario o un sacerdote porta con sé la sua cultura e il modo in cui sa vivere la sua fede, per questo è importante che le culture imparino a dialogare tra di loro senza pregiudizi e senza chiusure, sapendo ascoltarsi e confrontarsi per crescere reciprocamente». Fino a pochi anni fa in Valcanale prestavano servizio due sacerdoti bilingui, don Mario Gariup e mons. Dionisio Mateucig. Negli ultimi anni è stata, più volte e in più sedi, espressa dal territorio la richiesta di almeno un sacerdote residente che curi il servizio religioso anche nelle lingue locali, soprattutto in sloveno. Quali possibilità vede a riguardo? «Riguardo le possibilità di avere un ulteriore sacerdote bilingue in zona, questa non è una decisione che compete a me, ma ritengo non si debba perdere di vista il tempo storico in cui stiamo vivendo, che ci impone non certo di abbandonare le tradizioni di un luogo, ma di aggiornarle perché risultino in linea con i tempi in cui ci troviamo. Infine, non va trascurata l’attuale presenza in zona di un sacerdote di lingua slovena, padre Peter, che siamo già molto fortunati ad avere, perché lui è sempre disponibile – nella misura delle sue possibilità – a servire la comunità non soltanto presso il santuario del Monte Lussari, ma anche nelle altre parrocchie della Valcanale». Luciano Lister

 (Dom, 31. 1. 2021)  

Fotografia della Benecia

 foto di Mateja

Proverbio delle Valli del Natisone/Nediške doline


 Buajš pinca an batuda u miaru,ku gubanca an mesua u kregu.

Meglio la pinza(focaccia di farina di granoturco) e la batuda in pace ,che la gubana e la carne tra i litigi.

Ecomuseo Val Resia

 

L'aglio di Resia, chiamato anche strok in dialetto resiano, è una tipologia di aglio coltivata esclusivamente nel comune di Resia, si presenta generalmente di piccole dimensioni con peculiari caratteristiche organolettiche che si manifestano in odore e sapore accentuato, è riconosciuto tra i prodotti agroalimentari tradizionali friulani e giuliani.
Il bulbo dell'aglio di Resia si presenta generalmente di piccole dimensioni come pure i bulbilli in esso contenuti in numero variabile da 6 a 8, e solo talvolta 10. Caratteristico è il colore rossastro assunto generalmente dal secondo strato delle tuniche sterili che rivestono il bulbo. Viceversa i bulbilli sono bianchi. Peculiari sono pure le caratteristiche organolettiche che si manifestano in odore e sapore più accentuato degli agli normalmente in commercio.L’aglio di Resia viene coltivato nei piccoli appezzamenti sparsi sul territorio a ridosso delle frazioni del comune, fino a 1000 m. L’interramento dei bulbi avviene a circa 3 cm di profondità a seguito di una lavorazione poco profonda, ma accurata, esclusivamente eseguita a mano. I bulbilli vengono disposti con l’apice rivolto verso l’alto con distanze di 25-30 cm tra le file, e lo stesso dicasi sulla fila. Il piantamento dei bulbilli viene fatto in novembre a ridosso dei primi geli invernali, o a marzo in concomitanza del disgelo. La concimazione viene effettuata con modiche quantità di letame di vacca.

Al momento dell’emergenza, quando il germoglio ha raggiunto circa 3 cm di altezza, si procede ad una cimatura dello stesso con la finalità di potenziare la pianta ancora sotto terra. Le cime eliminate vengono bollite e consumate in insalata. La sarchiatura è primaverile e viene eseguita rapidamente ma con attenzione per non arrecare danni all’apparato radicale superficiale. L’eliminazione delle infestanti viene fatta a mano.

Essendo la zona estremamente piovosa la coltura non abbisogna di apporti idrici artificiali. La raccolta viene effettuata a mano durante il mese di agosto, le piante vengono portate a casa e collocate su coperte, graticci o marciapiedi, più raramente, estirpate e lasciate sul terreno per due o tre giorni al massimo. Successivamente i bulbi vengono ripuliti dalla tuniche esterne sporche e le radici e le foglie vengono tagliate.

Una parte dei bulbi ottenuti, quelli che presentano le caratteristiche migliori, viene conservata quale materiale di propagazione per la stagione successiva.

Tradizionalmente vengono confezionati mazzi di bulbi oppure trecce chiamati kitte in resiano che vengono conservati nei fienili o sotto le tettoie e successivamente vendute in forma diretta o portate al mercato, anticamente barattati con altre merci.Non si hanno notizie precise dell’inizio della coltivazione dell’aglio di Resia ma le testimonianze raccolte da persone del luogo permettono di risalire alla notte dei tempi, come il dialetto.

La signora Maria Barbarino (Mariza Cjaliairiaua nata a Resia il 4.10.1931 ed ivi residente), la signora Emma Di Lenardo (nata a Resia il 29.3.1924) e Nicola Di Lenardo (nato a Udine il 19.4.1967 e residente a Resia) testimoniano la coltivazione dell’aglio nel comune fin dai tempi dei loro nonni e bisnonni.

Giovanni Clemente, scrittore resiano, nel suo “Torna al suo paesello – Memorie di vita resiana” racconta che “l’aglio era il rimedio contro i frequentissimi ascaridi, i vermi intestinali volgarmente detti (glìsti) e che veniva somministrato ai sofferenti, generalmente bambini e ragazzetti d’ambo i sessi, commisto con cibi adatti o sotto forma di perle infilate a mo' di corona applicata al collo durante il sonno”.

L’aglio di Resia è sempre stato ricercato sia in zona, sia all’estero.

Fra i prodotti della terra che gli abitanti del comune portavano ai mercati vicini o vendevano direttamente a Resiutta, vi era certamente l’aglio. Tutt’oggi in un negozio di questo paese viene esposta una cesta specifica per questo prodotto.

Si hanno inoltre testimonianze della vendita, in passato ed ancora oggi, di aglio di Resia presso il mercato ortofrutticolo di Lubiana. Pare improbabile che tale prodotto arrivi direttamente dalla valle ma il fatto costituisce una significativa prova di quanto fosse rinomato il bulbo della liliacea resiana.

da https://it.wikipedia.org/wiki/Aglio_di_Resia

gattici

gattici

vignetta

vignetta
vauro

io sto con emergency

logotip

logotip
blog

violette

violette