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La bussola del direttore

 


Luigi Bergamin, ai tempi militante dei Proletari Armati per il Comunismo è uno dei tre terroristi sfuggiti alla cattura stamane, martedì 28 aprile, nell'operazione della polizia francese, ha una pena definitiva da scontare di 16 anni e 11 mesi di reclusione in quanto ideò l'omicidio del maresciallo Antonio Santoro, il capo degli agenti di polizia penitenziaria ucciso a Udine il 6 giugno 1978 da Cesare Battisti.  Arrestati invece altri sette ex terroristi tra cui Pietrostefani. 

Shaurli: Risorse UE anche a Valli del Torre e del Natisone


 “In maniera chiara e con norma di legge, le Valli del Torre, del Natisone e anche una parte di montagna pordenonese sono inserite tra le aree interessate dall’Obiettivo 5 ‘Europa più vicina ai cittadini’ della prossima programmazione europea”.

Lo rende noto il consigliere regionale Cristiano Shaurli (Pd), in merito all’approvazione in Consiglio regionale del suo emendamento al disegno di legge 130 “Legge multisettoriale 2021”.

“Almeno il 6 % delle ingenti risorse del FESR disponibili a livello nazionale devono essere dedicate ad aree con specifici problemi di marginalità – spiega Shaurli – e con la mia norma si chiarisce che ciò riguarda tutta la montagna regionale, comprese le Valli del Torre e le Valli del Natisone, che non erano ricomprese nella prime aree strategiche sperimentali. Ciò significa avere nuove e importanti risorse europee per lo sviluppo di strategie integrate, sostenibili, più vicine ai cittadini e con il coinvolgimento attivo di popolazione e operatori del nostro territorio. L’assessore Zannier, che già stava interloquendo con il Governo, ha colto il rilievo di una norma di legge che chiarisce volontà e scelta della Regione e dà un messaggio di fiducia ai nostri territori”.

“L’obiettivo ‘Europa più vicina ai cittadini’ significa non sono solo importanti nuove risorse per il territorio ma – precisa il consigliere dem – è anche un metodo di pianificazione delle politiche pubbliche basato sulle comunità locali che nella nuova programmazione UE sarà fondamentale per promuovere lo sviluppo sociale, economico di aree periferiche come quelle della montagna friulana e delle nostre vallate e nel contempo contrastare fenomeni di spopolamento migliorando la qualità della vita delle comunità locali.

“Anche grazie agli uffici regionali – conclude Shaurli – posso esprimere soddisfazione perché dalle parole passiamo finalmente a fatti concreti”.

https://novimatajur.it/attualita/shaurli-risorse-ue-anche-a-valli-del-torre-e-del-natisone.html

inizia il processo


 Il giorno è arrivato. Da oggi inizia una fase nuova e importante e delicata per la #veritapergiulioregeni . Inizia il processo. Sarà uno solo, sarà in Italia, Paese dove la società civile non si è mai arresa e compromessa alla menzogna di comodo della dittatura egiziana.

da twitter Barone Marco

TRIGLAV-TRICORNO

 


Questa foto non passerà certo alla storia, e non ha nessuna pretesa estetica…

… ma beccare il profilo del Triglav è sempre e inspiegabilmente emozionante!
Forse è una cosa ingenua e di poco conto, ma è bello emozionarsi per così .. poco..

Ma è davvero “poco”? 2864 metri di calcari e dolomie (affioranti.. e chissà cosa c'è un migliaio di metri sotto!) lavorate da milioni di anni di carsismo, erosione, tettonica, orogenesi.. rocce dell'età di 200 e fischia milioni di anni.. leggende sul suo conto.. divinità che ne abitano la vetta.. camosci con le corna d'oro nei paraggi.. una mole che quando lo incontri da vicino capisci perchè è il simbolo di una nazione..
Davvero è un'emozione “da poco”?

Re Triglav dalle Malghe di Porzus

UNA CARTOLINA DA...CIVIDALE

 

Cividale-Čedad il Natisone-Nadiža

Cividale del Friuli sorge ai piedi dei colli del Friuli orientale sulle sponde del Natisone, a 17 km da Udine, sulla strada che collega la pianura friulana alla media e alta valle dell'Isonzo, in territorio sloveno. Si estende su una superficie di 49,50 km², dall'altitudine minima di 97 metri alla massima di 508 metri.

Origini del nome

La città, ai tempi dei romani, era chiamata Forum Iulii. La tradizione la indica come fondata da Giulio Cesare: «Forum Iulii ita dictum, quod Iulius Caesar negotiationis forum ibi statuerat». Il toponimo "Forum Iulii" potrebbe, invece, aver avuto origine dalla gens Iulia, che ha lasciato nella zona diverse altre testimonianze nei nomi attribuiti ai luoghi della regione. Tra il VII e l'VIII secolo venne chiamata Civitas Forum Iulii. Alla fine dell'VIII secolo Paolo Diacono la citava come Civitas vel Castrum Foroiulianum. Nel X secolo, essendo allocata nella parte orientale del regno di Lotario, cominciò a chiamarsi Civitas Austriae. Abbreviando il nome ufficiale, la popolazione la denominò Civitate(m), da cui discesero i nomi locali di SividàtZividàtCividàt e successivamente, intorno al XV secolo, prima in ambito letterario, quello di Cividale.

Epoca romana

La presenza umana nella zona dove oggi sorge Cividale risale a epoche piuttosto antiche, come attestato dalle stazioni preistoriche del Paleolitico e del Neolitico trovate appena fuori della città; ad esse si aggiungono abbondanti testimonianze dell'Età del Ferro e della presenza veneta e celtica risalenti sino al IV secolo a.C. La strategica posizione di questo primitivo insediamento indusse i Romani a stabilirvisi, fondando forse alla metà del II secolo a.C. un castrum, di ovvia natura militare, il quale fu in seguito elevato da Giulio Cesare a forum (mercato) e per tale motivo la località assunse il nome di "Forum Iulii" poi divenuto identificativo di tutta la regione. Successivamente la località fu elevata a municipium, venendo ascritta alla tribù romana Scaptia e assurse infine al rango di capitale della Regio X Venetia et Histria allorché Attila rase al suolo Aquileia nel V secolo.

Epoca longobarda

Nel 568 giunsero dalla Pannonia i Longobardi, di origine scandinava, il cui re Alboino elesse subito la romana Forum Iulii a capitale del primo ducato longobardo in Italia e ponendovi duca il proprio nipote Gisulfo. Ribattezzata la propria capitale Civitas Austriae, ossia "Città dell'Austria" (da cui il nome moderno), i longobardi vi eressero edifici imponenti e prestigiosi e nei dintorni fondarono strutture fortificate assegnate alle fare, ossia le stirpi nobili di quel popolo germanico; nel 610 Cividale venne saccheggiata e incendiata dagli Avari, chiamati dal re longobardo Agilulfo (allora con sede a Milano) per punire la riottosità del duca "friulano" Gisulfo II. Nel 737, durante il regno di Liutprando e per sfuggire alle incursioni bizantine, il patriarca di Aquileia Callisto decise di trasferire qui la propria sede, così come già fece il vescovo di Zuglio che venne scacciato dallo stesso Callisto. La città ebbe così aumentato il suo ruolo anche grazie a quest'importante presenza ecclesiastica; già pochi decenni più tardi, nel 796, qui si tenne il concilio che riconfermò l'indissolubilità del matrimonio

CONTINUA QUI https://it.wikipedia.org/wiki/Cividale_del_Friuli#cite_note-8

UN PUNTO TRANQUILLO A TOLMINO

 


Durante la festa nazionale slovena nel giorno della rivolta contro l'occupante, estranei hanno posizionato 23 manifesti di cartone nel centro di Tolmino, con i quali ovviamente richiamano l'attenzione sui problemi attuali.

Lunga vita a, Respiriamo, Tutti in bicicletta, L'acqua è il nostro popolo, questo popolo proclama, Per l'acqua potabile, tra le altre cose, tenere striscioni silenziosi "manifesti", che sono più del numero consentito di raccogliere, ma mantengono  distanza l'uno dall'altro e indossare maschere.

"Almeno qualcosa. Penso che sia giusto ”, ci hanno detto i passanti nella mattinata di festa, quando le foto erano già circolate sui social e attiravano i curiosi. "Questa protesta è fantastica per me e sono d'accordo con tutto ciò che dice perché sono un po 'deluso da tutto quello che sta succedendo", abbiamo sentito. Ad alcuni apparentemente mancava lo spirito ribelle dopo il grande Tolmin Punt nel 1713: "Secondo me, i manifestanti stanno segnalando un barchino silenzioso, destinato anche a misure contraddittorie, poiché potrebbero esserci 50 persone sull'autobus e meno di dieci nella piazza . " Ma tutto è andato senza la minima scintilla: "Niente è aggressivo, ma bello e calmo con messaggi profondi".

tradotto con translate da Novi Matajur

Nuova linfa per la ricerca dell’Università di Udine


 Nuova linfa per la ricerca dell’Università di Udine. La Fondazione Friuli ha deciso di finanziare tre progetti di ricerca dell’ateneo, della durata annuale, sui temi strategici del Cibo (Food), dell’Invecchiamento Attivo (Active Ageing) e della Intelligenza Artificiale-Robotica (AI). La presentazione dei Progetti interdisciplinari Uniud-Fondazione Friuli si è svolta giovedì 25 febbraio a palazzo Maseri a Udine.

“La focalizzazione su temi interdisciplinari che valorizzino la complementarità delle competenze presenti, guardino alle nuove esigenze della Società, alla evoluzione dei mestieri e a richieste di professionalità emergenti è un obiettivo strategico primario dell’Ateneo", sottolinea il rettore Roberto Pinton. "L’idea di aggregare interessi di ricerca afferenti a diverse discipline del sapere, da quelle mediche, a quelle scientifiche e tecnologiche, umanistiche, assistenziali, sociali ed economico-giuridiche vuole dare vita a nuove sinergie all’interno dell’Ateneo e promuovere la creazione di reti tematiche di ampio respiro e forte ricaduta anche sul territorio. I progetti e l’importante sostegno della Fondazione sono un momento essenziale per lo sviluppo di questa strategia”.

“Il Covid ha fatto emergere i limiti della nostra società nel prevedere l'epidemia, contenerla e ripartire", evidenzia Giuseppe Morandini, presidente della Fondazione Friuli. "È un limite soprattutto di competenze e questi progetti dimostrano la capacità dell'università di recepire la lezione della pandemia. Sarebbe infatti un errore considerare il Covid un problema soltanto medico. Per uscire da questa situazione è indispensabile l'alta formazione interdisciplinare, che sappia coniugare i saperi e le professionalità tradizionali. Serve una visione a 360 gradi per essere efficaci, dando il giusto peso, ad esempio, anche alle scienze sociali. Il Covid inoltre è stato un acceleratore dei tempi per le tecnologie digitali. Di strumenti come smart working ed e-learning, ad esempio, abbiamo capito cosa c'è di buono, cosa di migliorabile e cosa da evitare. L'università quindi deve sentire una forte responsabilità sullo sviluppo sostenibile e sulle nuove figure professionali utili alla comunità, deve essere simile a una grande azienda ma avere la sensibilità e la flessibilità tipiche delle piccole imprese”.

PROGETTO CIBO. Si chiama “Il tempo della mela” il progetto sulla scienza e cultura del cibo che ha scelto come caso studio un frutto tra i più consumati a livello mondiale e che è più di altri CONTINUA QUI https://www.ilfriuli.it/articolo/tendenze/nuova-linfa-per-la-ricerca-dell%E2%80%99universita-di-udine/13/237206

Milva - L'Immensità

Omaggio a Milva

proverbio sloveno della valli del natisone


 Trieska ne gre deleč ta od debla.

La scheggia non va lontano dal tronco.

citazione

 

La conoscenza della felicità

 
Mai si è troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza della felicità. A qualsiasi età è bello occuparsi del benessere dell'animo nostro.

EPICURO 
Frammenti

da https://lunarioaforismi.blogspot.com/2021/04/


Biotecnologie: speranza nella lotta al Covid-19, presente e futuro della medicina. Il racconto di Paolo Beuzer

 Rna, m-rna, anticorpi monoclonali. La pandemia ha fatto entrare nel linguaggio comune sigle e termini che, prima del 2020, erano conosciuti solo da pochi esperti del settore. Il settore è quello delle biotecnologie. Un campo di studi e applicazioni amplissimo, molto più ampio di quello sui vaccini anti Covid o sulle possibili cure per l’infezione. Sullo sviluppo delle biotecnologie, non a caso – con un’impennata con pochi precedenti nel momento della diffusione del Covid-19 – si sta investendo tantissimo. È opinione diffusa infatti che queste rappresentino presente e futuro della medicina. Paolo Beuzer, valligiano di San Pietro al Natisone, lavora in questo campo a San Diego in California già dal 2013, dopo aver conseguito la laurea in Nano-Biotecnologie all’Università di Trieste, il dottorato in Biologia Cellulare e Molecolare all’Institut Curie a Parigi e un ‘postdoc’ al Salk Institute, fondato da Jonas Salk, famoso per aver sviluppato, tra le altre cose, il vaccino contro la poliomielite. A lui abbiamo affidato un compito, difficilissimo, di dissipare dubbi e ostilità nei confronti di questo ambito di ricerca.

Grazie mille per l’opportunità di condividere con i lettori del Novi Matajur alcune informazioni che spero aiutino a comprendere alcuni degli eventi che stanno accadendo nel mondo della scienza e della medicina e che hanno conseguenze tangibili nella vita di tutti. Non credo riuscirò a dissipare tutti i dubbi dei lettori, ma spero di fornire degli strumenti per comprendere meglio ciò che sta accadendo. Nella ricerca ogni singola scoperta porta alla formulazione di molteplici nuove domande e spero che la comprensione dei recenti eventi possa contribuire ad accendere specialmente nei più giovani quella scintilla di curiosità ed entusiasmo nei confronti della scienza e delle nuove tecnologie che ha stimolato e sta tuttora stimolando la mia carriera di ricercatore.

Cosa si intende comunemente con il termine ‘biotecnologia’?
Biotecnologia è letteralmente tecnologia basata sulla biologia. In altre parole, è lo sfruttamento di processi cellulari, biochimici e biomolecolari per lo sviluppo di prodotti. Nonostante possa sembrare un concetto abbastanza astratto, ci è molto più vicino di quanto sembri. Per migliaia di anni l’uomo ha utilizzato ed ottimizzato specie di lieviti per lievitare il pane oppure per fermentare la birra. L’agricoltura ha selezionato e sviluppato diverse varietà di piante per ottimizzarne la produzione o la resistenza ai parassiti. Questi esempi di biotecnologia si basano sulla selezione di specie avvenuta nel corso di secoli o millenni. Oggi siamo in grado di eseguire questi stessi procedimenti, ma possediamo conoscenze e strumenti per accelerarne significativamente l’esecuzione. Più in generale, possediamo strumenti per modificare e regolare l’espressione genica per applicazioni che vanno ben oltre l’ottimizzazione di piante o organismi a scopo alimentare.

Quali sono questi strumenti per modificare ‘l’espressione genica’?
Per spiegare gli strumenti vorrei fare una breve introduzione su come i geni vengono espressi e cioè come le cellule ‘leggono’ le istruzioni codificate nel DNA (genoma) presente in ognuna delle nostre cellule. Il genoma umano contiene oltre 20000 geni. Alcuni di questi geni sono sempre espressi, mentre altri vengono espressi solamente in condizioni molto specifiche, e cioè quando i fattori epigenetici (l’insieme di proteine, enzimi e gruppi funzionali che regolano positivamente o negativamente l’espressione genica) lo permettono. ...CONTINUA QUI https://novimatajur.it/attualita/biotecnologie-speranza-nella-lotta-al-covid-19-presente-e-futuro-della-medicina-il-racconto-di-paolo-beuzer.html

 


Siamo in fascia gialla da oggi.Spero che tutti si comportino rispettando le regole,altrimenti ritorneremo in fascia arancione con le limitazioni che derivano. Consentite diverse attività commerciali e dei pubblici esercizi, ma alcune decisioni dell’ultima ora, che non erano previste nelle prime bozze del decreto del governo, hanno lasciato l’amaro in bocca alle categorie interessate. Due su tutte: la mancata riapertura, inizialmente prevista il 15 maggio, dei centri commerciali nei week end, e il divieto di consumare un caffè o un calice di vino al banco del bar.

NEL SORSO DI CAFFE'

 

Nel sorso di caffè


PIERLUIGI CAPPELLO

DUE

Lascio la camera com'era quando era nei tuoi occhi,
incontrarti è il sapore che trattengo nel sorso di caffè.

Tra il piacere e quel che resta del piacere
il mio corpo sta come un posto dove si piange
perché non c'è nessuno.

Un giorno settembre era limpido e ventoso
il silenzio ammutoliva, la terra tornava al cielo.

(da Mandate a dire all'imperatore, Crocetti, 2010)

.

“Quando lei se ne andò per esempio / trasformai la mia casa in un tempio” cantava Lucio Battisti con le parole di Mogol in Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi. Ed è quella cristallizzazione del ricordo che appare anche nella poesia di Pierluigi Cappello: per arginare il vuoto ci si aggrappa al salvagente della memoria senza accorgersi che si va a fondo sempre di più.

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PAUL WORNER, "MODELLO CHE BEVE CAFFÈ"

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LA FRASE DEL GIORNO
Ho annusato con l’odore / delle erbe di pioggia / l’odore denso d’amore, / come se amore mi fosse / il peso intero di un cielo / sulla tenerezza di un fiore.
PIERLUIGI CAPPELLO, Il me Donzel




CappelloPierluigi Cappello (Gemona del Friuli, 8 agosto 1967 – Cassacco, 1º ottobre 2017), poeta italiano. La sua vita è stata gravemente segnata da un incidente stradale occorsogli quando aveva sedici anni: dallo schianto della sua moto contro la roccia uscì con il midollo spinale reciso e una perenne immobilità. Ha scritto numerose opere, anche in lingua friulana.https://cantosirene.blogspot.com/

Trieste, le meduse invadono il golfo. La ricercatrice: "Fenomeno non rar...

Il golfo di Trieste è "invaso" da banchi di meduse e microalghe. I ricercatori rassicurano che non è un fenomeno sconosciuto, ma sorprende per la sua estensione e durata. La medusa barile, infatti, è tipica del golfo ed è stata avvistata per la prima volta a fine '800. Come spiega la ricercatrice Valentina Tirelli dell'Istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale (Ogs), se le invasioni dovessero protrarsi potrebbero determinare conseguenze per il pescato locale: le meduse, infatti, si nutrono di zooplancton, un insieme di organismi animali non autonomi, ed è un alimento ricercato anche da acciughe e sardine. I cittadini però possono contribuire alla ricerca scientifica, inviando foto e video su "avvistAPP", l'applicazione per smartphone che valorizza la 'citizen science'. Di Serena Console

La poesia, è questa la vera libertà di Pierluigi Cappello

 


La lettura, la scrittura, la poesia sono state le intime compagne di Pierluigi Cappello. Forse il più splendente tra i poeti italiani contemporanei, Pierluigi Cappello è vissuto nel suo Friuli cinquant’anni, trentaquattro dei quali tra il letto e la sedia a rotelle: un corpo insensibile il suo, una barriera da trascinarsi addosso, impossibilitato a compiere quei gesti elementari che ho sempre creduto fossero la premessa per vivere, per provare esperienze e quindi per raccontarle, per trasmetterle attraverso le parole. Pierluigi Cappello, con la sua esistenza, con la sua libertà, mi ha smentito. Ed è forse per far conoscere e comprendere a chi l’ha letto e amato le radici da cui è scaturita quella vitalità, che Cappello per una volta ha abbandonato i versi e si è cimentato in un’opera in prosa.

Questa libertà [Milano, Rizzoli, 2013] è un romanzo, un saggio, un poema. Un racconto di formazione, come lo definì lo stesso Cappello. E affronta in cinque episodi le tappe più significative del suo risveglio di poeta. Una crescita fatta di immagini, di ricordi vividi, di parole e di sguardi che si sono impressi sulla sua parola e sul suo sguardo...CONTINUA QUI https://librimprobabili.com/2018/10/14/questa-liberta-pierluigi-cappello-recensione/


La Torta Glacé dell’antica Pasticceria Paulin di Gorizia




 La Torta Glacé dell’antica Pasticceria Paulin di Gorizia

di Roberto Zottar
Oggi vi racconto di una splendida torta dell’antica pasticceria Paulin di Gorizia, purtroppo chiusa molti anni fa. Il fondatore Francesco Paulin aprì la sua offelleria nel 1884 e le sue creazioni dolci divennero presto così famose che ottenne il titolo di «Fornitore Ufficiale della Real Casa d’Austria» e impresse sugli stampi questo prestigioso riconoscimento. Tra i suoi dolci era molto rinomata la torta glacé, realizzata con un fondo di pasta frolla, una bavarese alla crema e ricoperta da pasta sfoglia.
Il termine ‘bavarese’ è curiosamente caratterizzato da una alternanza di genere. Il bavarois, cioè ‘il’ bavarese, è un dessert francese, maschile perché il termine sottinteso è ‘budino’ o ‘formaggio’, dolce conosciuto poi in Italia anche come ‘la’ crema bavarese. Oggi ci siamo dimenticati del termine ‘crema’ e da maschile il dolce lo chiamiamo al femminile, ‘la’ bavarese. ‘La’ bavarese in origine però era una bevanda tedesca, composta da tè, latte e liquore, inventata agli inizi del ‘700 dai cuochi francesi dei principi Wittelsbach, casa regnante di Baviera. Nell’Ottocento in Francia, nacque il bavarois, ispirato appunto alla bevanda. La versione originale del dolce prevedeva una crema inglese addensata con gelatina, panna montata e vaniglia con l'eventuale aggiunta di uno strato di pan di Spagna inzuppato con uno sciroppo alcolico. Alla crema si potevano aggiungere cioccolato, caffè o frutta fresca o candita o confettura. La ricetta è codificata nell’Ottocento dal famoso chef francese Marie-Antoine Carême sotto il nome di fromage bavarois, formaggio bavarese, per il suo aspetto simile ad un formaggio fresco.
La ricetta della torta glacè di Paulin è ancora gelosamente custodita dagli eredi, ma ho ritrovato una sua versione nel ricettario manoscritto di Margherita Culot, classe 1903, che lavorò nella pasticceria dal 1919: è in pratica una baverese di crema inglese con gelatina e panna montata
Per due torte da 26 cm, sbattete 6 tuorli con 3 etti di zucchero, aromatizzate con due cucchiai di marsala secco, stemperate con 1 litro di latte caldo e fate addensare la crema sul fuoco senza superare 83° gradi. Aggiungete alla crema 5 fogli di colla di pesce reidratata in acqua. Quando il composto raggiunge i 30° aggiungete delicatamente ½ litro di panna montata e versate in una tortiera sul cui fondo avete messo un disco di pasta frolla cotta. Fate consolidare in frigorifero per almeno 6 ore. Nella pasticceria Paulin la torta era rifinita sopra con un disco di pasta sfoglia e zucchero a velo.
Buon appetito!
da vita nei campi

IL TRAMONTO DEL VATE

 

GIOCHI OGNI GIORNO CON LA LUCE DELL’UNIVERSO

 

Ciò che la primavera fa con i ciliegi

 

PABLO NERUDApablo2

GIOCHI OGNI GIORNO CON LA LUCE DELL’UNIVERSO

Giochi ogni giorno con la luce dell’universo.
Sottile visitatrice, giungi nel fiore e nell’acqua.
Sei più di questa bianca testolina che stringo
come un grappolo tra le mie mani ogni giorno.

A nessuno rassomigli da che ti amo.
Lasciami stenderti tra le ghirlande gialle.
chi scrive il tuo nome a lettere di fumo tra le stelle del sud?
Ah lascia che ricordi come eri allora, quando ancora non esistevi.

Improvvisamente il vento ulula e sbatte la mia finestra chiusa.
Il cielo è una rete colma di pesci cupi.
Qui vengono a finire i venti, tutti.
La pioggia si denuda.

Passano fuggendo gli uccelli.
Il vento. Il vento.
Io posso lottare solamente contro la forza degli uomini.
Il temporale solleva in turbine foglie oscure
e scioglie tutte le barche che iersera s’ancorarono al cielo.

Tu sei qui. Ah tu non fuggi.
Tu mi risponderai fino all’ultimo grido.
Raggomitolati al mio fianco come se avessi paura.
Tuttavia qualche volta corse un’ombra strana nei tuoi occhi.

Ora, anche ora, piccola mi rechi caprifogli,
ed hai persino i seni profumati.
Mentre il vento triste galoppa uccidendo farfalle
io ti amo, e la mia gioia morde la tua bocca di susina.

Quanto ti sarà costato abituarti a me,
alla mia anima sola e selvaggia, al mio nome che tutti allontanano.
Abbiamo visto ardere tante volte l’astro baciandoci gli occhi
e sulle nostre teste ergersi i crepuscoli in ventagli giranti.

Le mie parole piovvero su di te accarezzandoti.
Ho amato da tempo il tuo corpo di madreperla soleggiata.
Ti credo persino padrona dell’universo.
Ti porterò dalle montagne fiori allegri, copihues,
nocciole oscure, e ceste silvestri di baci.
Voglio fare con te
ciò che la primavera fa con i ciliegi.

(da Venti poesie d’amore e una canzone disperata, 1924)

.

Farsi primavera: può essere questo il brevissimo riassunto di questa bellissima poesia di Pablo Neruda (1904-1973): l’amore che erompe come le gemme a primavera, come i fiori, come il vento che passa con la sua forza tra i rami e fa risuonare le persiane, l’acqua che scorre e nutre e si trasforma in linfa; l’amore che diventa desiderio, che si manifesta con la forza e la delicatezza di quel meraviglioso distico finale: “Vorrei fare con te / ciò che la primavera fa con i ciliegi”.

.

Wilson

FOTOGRAFIA © JAMAL WILSON
https://cantosirene.blogspot.com/2014/04/cio-che-la-primavera-fa-con-i-ciliegi.html

BUON 25 APRILE


76 anniversario della liberazione d'Italia, ricorrenza conosciuta anche come festa della Liberazione o semplicemente 25 aprile, è una festa nazionale della Repubblica Italiana che ricorre il 25 aprile di ogni anno e che celebra la liberazione dell'Italia dall'occupazione nazista e dal regime fascista.

È un giorno fondamentale per la storia d'Italia e assume un particolare significato politico e militare, in quanto simbolo della vittoriosa lotta di resistenza militare e politica attuata dalle forze armate Alleate (principalmente britanniche ed americane), dall'Esercito Cobelligerante Italiano ed anche dalle forze partigiane durante la seconda guerra mondiale a partire dall'8 settembre 1943.wikipedia

 


Voglio far posto qui a Ondina Peteani, considerata la “prima” staffetta partigiana. In rete vi sono alcune risorse molto dettagliate che segnalo.

Suo figlio Giovanni racconta che poco prima di morire Ondina pesava 40 chili, per un metro e settanta di altezza: più o meno come a vent’anni, quando riuscì a scappare dal campo di concentramento di Ravensbrück, durante uno spostamento di prigionieri in marcia. Non era la prima volta che scappava: prima di arrivare in Germania l’aveva fatta franca ben due volte. La sua storia sarebbe già molto avventurosa così, a questo punto. Ma Ondina non ha mai permesso all’incubo n.81627 (il suo codice ad Auschwitz), di ostacolare i suoi progetti, la sua idea brillante della vita. Dopo la guerra sceglie di fare l’ostetrica. Insieme al suo compagno Gian Luigi Brusadin, giornalista dell’«Unità» organizza la prima agenzia degli Editori Riuniti, un posto vivace, dove ci si incontra e si parla di politica. Più tardi fonda il circolo giovanile comunista Ho Chi Min che poi confluirà nella rinata (grazie a lei) Associazione dei Pionieri d’Italia – erede di quella legata al «Pioniere», testata per ragazzi sensibile ai temi internazionali diretta da Dina Rinaldi dal ’50 al ’62, e anche per un periodo da Gianni Rodari.
Poi Ondina inventa le colonie estive laiche per bambini, che porta in vacanza in Istria, ma anche in visita alla DDR. E dopo il terremoto del Friuli (1976) organizza una tendopoli a Maiano – alcuni dicono la prima del dopo terremoto. E infine da “pantera grigia” con l’impegno nel sindacato pensionati SPI CGIL è ancora lei a invocare senza giri di parole che solo un patto fra le generazioni può evitare isolamento e ingiustizia. Antonio De Vescovi la ricorda ironizzare così in occasione di pubbliche discussioni sull’Olocausto: «Ah, poveri noi che abbiamo tanto soffritto!». È Anna Di Gianantonio, la sua biografa, a raccogliere questo ricordo, in un bel testo riportato nelle risorse citate e nel libro che le ha dedicato; lì si racconta anche del clima in cui Ondina e la sua generazione si muovevano; e di come una ragazza di 16 anni potesse tradurre la sua voglia di libertà con una forza di azione e una indipendenza di pensiero così smaglianti; e anche per quali luoghi e per quali incontri.

Addio a Milva, grande voce italiana da Sanremo a Strehler

PIAZZA SAN GIACOMO DI UDINE

 

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foto di Roberto Bardelli

La chiesa di San Giacomo è un edificio di culto edificato nel 1378 per volere della Confraternita dei pellicciai, inizialmente come cappella che venne poi ingrandita. È situato nell'antica piazza di Mercatonuovo o delle Erbe, poi piazza Matteotti, ma più conosciuta come piazza San Giacomo.

La facciata attuale risale al 1525 ad opera di Bernardino da Morcote, mentre la cappella laterale fu aggiunta dopo il 1650. Sopra il portale è collocato l'orologio, sormontato da un balcone, ed inoltre la cella campanaria aperta da una bifora. Accanto sorge la cappella delle Anime realizzata nel 1744.

Aglli altri tre lati della piazza si affacciano antichi palazzi, alcuni dei quali hanno ancora tracce di affreschi; al centro della piazza, rialzata rispetto alla strada, vi è una colonna risalente al 1487 con un cima la statua della Vergine ed una fontana cinquecentesca, progetto di Giovanni da Udine.

A sinistra della chiesa, nella adiacente piazzetta si può notare un pozzo a pianta poligonale con edicola retta da colonnine; risale al 1486.

L'interno della chiesa è stato pesantemente riadattato in epoca barocca; il soffitto è stato decorato da Pietro Venier con Storie di san Giacomo. Altre opere che si possono ammirare all'interno:

  • Vergine con sante Apollonia ed Agata, opera di Fulvio Griffoni risalente al XVII secolo, collocata sul primo altare di destra;
  • San Fabio intercede per le anime purganti, opera di Pietro Venier risalente al XVIII secolo, collocata sul secondo altare di destra;
  • Vergine attorniata da santi di Antonio Carneo sul primo altare di sinistra;
  • due statue raffiguranti l'Arcangelo Raffaele e una Donna velata di Antonio Corradini.

Oratorio della Madonna del Suffragio

L'interno è decorato da Biagio Biagetti ed è stato completamente rifatto nel 1912; oltre che dalla piazza, vi si può accedere dall'attigua chiesa. Sopra il portale di ingresso è presente la grande tela di Michelangelo Grigoletti, raffigurante il Valore del suffragio (1865).

https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Giacomo_(Udine)