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Sousi Sveti - Vahti -Tutti i Santi

opera dell'artista di Zavarh-Villanova delle grotte
Dario Pinosa "2 Novembre"


 Il giorno di tutti i Santi, noto anche come Ognissanti, è una festa cristiana che celebra insieme la gloria e l'onore di tutti i Santi (siano o non siano stati canonizzati).


La solennità del calendario liturgico romano (in latinoSollemnitas Omnium Sanctorum) cade il 1º novembre(seguita il 2 novembre dalla Commemorazione dei Defunti), ed è una festa di precetto, che prevedeva anche una vigilia e un'ottava nel calendario anteriore alla riforma liturgica voluta dal concilio ecumenico Vaticano II.


Za Vahte (Sousi Sveti) tou Terski dolini gospodinje skuhajo "ocikano"


In Alta Val Torre per i Santi è tradizione preparare la "ocikana"

A Monteaperta - Viškorša questo piatto si chiama "polenta polita"(polenta condita)

A Rezija/Resia (Lischiazze) era usanza preparare il pane detto "bohajimčic e donarlo a suffragio delle anime

*Vahti: parola di origine germanica e deriva dal medio alto tedesco wahte (guardia,controllo)

Una volta - Dan bot :Vahti- Ognissanti e il giorno dei morti

Il giorno di Tutti i Santi - Vahti ,le persone che avrebbero suonato tutta la notte le campane per ricordare i morti,al pomeriggio andavano per le case a chiedere cibo per la cena di mezzanotte.Tutti donavano farina,formaggio,vino,burro ecc.
Dalla sera  i suonatori suonavano fino alle 24,poi sosta per la cena e si continuava a suonare fino alle 6 del mattino.Il giorno dei morti la gente portava i fiori sulle tombe.Alla sera si cucinava la "ocikana"(gnocchi di polenta conditi con burro fuso e formaggio latteria gratuggiato).



in Alta Val Torre era usanza mangiare
tutti dalla stessa terrina come si usa nei paesi slavi










Per Ognissanti c’è l’ocikana - Ocikana v Terski dolini za Vahte

 


Tempo di preghiera, per la ricorrenza di Ognissanti e di Tutti i Morti, e tempo di tradizioni in Alta Val Torre, dove si è mantenuta inalterata nei decenni, in questa zona del Friuli più che altrove, l’usanza di cucinare un piatto tipico, quello della polenta condita, la «Ocikana».

A raccontare come si prepara la speciale pietanza è Franca Sinicco, 57 anni, un’esperta dei fornelli, ottima cuoca ed erede della tradizione culinaria di famiglia.
«Per prima cosa – spiega –, bisogna preparare la polenta che va fatta più morbida di quella che si fa di solito. Si può usare la farina bianca con un pugno di quella gialla. A parte si deve far sciogliere, intanto, un bel po’ di burro. A parte, ancora, si mette del latte a scaldare con l’aggiunta di sale».
Una volta cotta la polenta, si prende una terrina ampia e si comincia a preparare la Ocikana a strati. È da questa terrina, molto capiente, che poi la pietanza sarà mangiata dai componenti della famiglia durante la sera del primo novembre.
«Con il cucchiaio si trasforma la polenta in una sorta di gnocchetti. Tra uno strato e l’altro di gnocchetti si sparge il latte e si cosparge con il formaggio tagliato fino, grattugiato. Si possono usare insieme formaggio fresco e quello stagionato, più saporito. Fatti un po’ di strati, a piacere, si procede con il burro: fatto colorire senza bruciarlo, va messo sopra l’ultimo strato. La Ocikana è pronta».
La pietanza non va mangiata tutta, si lascia una parte nella terrina, sulla tavola, per la notte: al calare del buio, si dice, le anime dei morti che si ridestano per Ognissanti potranno cibarsene, nel loro breve viaggio di ritorno nel mondo dei vivi, concesso loro solo per questa notte così particolare.
«Si tratta di un piatto molto calorico, che dà molta energia, mangiato tutti insieme per affrontare, nei mesi già freddi, il duro lavoro nei campi e più spesso nei boschi». Ad accompagnare la polenta condita, che ancora oggi preparano tutte le famiglie dell’Alta Val Torre, poteva esserci, raramente, del vino. «Ognuno aveva una vigna fuori casa e il vino, seppure poco come quantità, faceva parte delle tradizioni della tavola – spiega Franca –; era un vino spesso acido, che si beveva subito perché non si conservava per molto tempo». (Paola Treppo)
Na praznik Vseh svetnikov in na dan Vernih duš je v gornji Terski dolini še živa navada, da pripravljajo ocikano. O tem nam je povedala domačinka Franca Sinicco, ki je stara 57 let.
Ocikana je mehka polenta iz koruznega in pšeničnega zdroba, ki je najprej rezana na kose, nato zabeljena z mlekom in potem posuta z ribanim dozorjenim sirom ter popraženim maslom. Nekaj ocikane so nekoč po hišah pustili za duše, ki so se na Vahte vrnile med živimi.

Non solo Halloween:tradizioni slovene per Ognissanti

 

da wikipedia

Verso la fine di ottobre fanno la loro comparsa un po’ ovunque zucche, fantasmini, streghette e altri mostriciattoli, a ricordarci che sta arrivando Halloween. Oggi è una festa ormai diffusissima, importata come tante altre mode dagli Stati Uniti, di cui è evidente soprattutto il lato consumistico, oscurandone i significati originari che ne stanno alla base.

Eppure, qualche decennio fa, quando ero bambina io, di Halloween non si sentiva parlare. Ma tra il 31 ottobre e il primo novembre, con mia nonna, nata nel 1899, intagliavamo zucche per metterci dentro una candela e facevamo anche altre cose. Che cos’era? Un Halloween ante litteram o forse qualcos’altro, di cui oggi, purtroppo si sono perse le tracce?

Dai celti a papa Gregorio IV

La parola Halloween deriverebbe, secondo un’interpretazione, dallo scozzese “All Hallows’ Eve”, ossia “vigilia di tutti gli spiriti sacri”. La festività avrebbe le sue origini nella festa celtica di Samhain, che si svolgeva tra il 31 ottobre e il 1 novembre, data di passaggio dall’anno vecchio a quello nuovo, secondo il calendario celtico. Come accadde anche per altre ricorrenze, la Chiesa sovrappose alla festività pagana un’altra, cristiana, dedicata al culto di tutti i santi. In realtà, tale festività cristiana esisteva già, ma veniva celebrata in date diverse nei diversi Paesi. Nell’anno 827 papa Gregorio IV istituì ufficialmente la festa di Ognissanti, per celebrare tutti quei santi che, troppo numerosi, “non trovavano posto” negli altri giorni dell’anno, già occupati da santi più “celebri”.
L’origine esatta della festività pagana è ancora oggetto di discussione tra gli studiosi, tuttavia un aspetto è abbastanza evidente: gli spiriti che secondo la tradizione animistica pagana vagano nelle lunghe notti di novembre sono diventati nella tradizione cristiana le anime dei defunti nel Purgatorio che hanno bisogno delle preghiere e dei sacrifici dei viventi per liberarsi e raggiungere il Paradiso.

Le zucche di Vahti

Ma torniamo a mia nonna. Come dicevo, per Ognissanti, “Vsi sveti” in sloveno, intagliavamo assieme una zucca e ci mettevamo dentro una candela. Ma non per scopi decorativi: serviva per far luce alle anime del Purgatorio. Lo stesso scopo aveva una candela a olio, che mia nonna comprava appositamente solo per questa festività, e che doveva rimanere accesa per tutta la notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre. Nel dialetto della regione Primorska, la festa di Ognissanti viene chiamata “Vahti”, parola che deriva dal tedesco “Wacht”, cioè “guardia”. E in effetti, quella notte era un po’ come fare la guardia: si rimaneva svegli fin tardi a pregare il rosario, e poi, quando si andava a dormire, c’erano le candele a sostituirci nella veglia....continua
http://www.slovely.eu/2017/10/31/non-solo-halloween-tradizioni-slovene-per-ognissanti/

Perchè Halloween è una tradizione friulana





Io non amo questa tradizione che è tanto lontana da me!

Si avvicina il 31 ottobre e le bacheche di tutti i social, in tutto il mondo, sono invase da vampiri, mostriciattoli e fantasmi. “HALLOWEEN” lo chiamano, all’americana, ma siamo sicuri che sia una festa di una tradizione così lontana da noi?
Ho fatto qualche ricerca e quello che ho scoperto, dice l’esatto contrario, soprattutto per quello che riguarda la storia del Friuli.

Halloween oggi è conosciuto come “La notte delle streghe”, in cui esseri mostruosi sovrumani e di altri mondi possono arrivare sulla terra e mangiarsi il nostro cervello, o il nostro cuore, a seconda dei gusti. Epperò, la festività da cui è nato tutto, non era proprio così.

Quando nasce Halloween?

Halloween corrisponde al Capodanno celtico, una festa pagana di origine gaelica conosciuta con il nome “Samhhain”, parola che pare derivare dal un ternmine irlandese antico che significa “fine dell’estate”.
“Le celebrazioni di Samhain, sia quelle religiose sia quelle folkloristiche, hanno origine da un’antica festività del paganesimo celtico, che si suppone abbia influenzato anche la festa popolare di Halloween e la festività cristiana di Tutti i Santi” [da Wikipedia]
Quello che oggi si chiama Halloween era dunque la festività principale dell’antico calendario celtico e rappresentava l’ultimo raccolto agricolo.
Nella visione ciclica del tempo, tipica della cultura celtica, Samhain (o Capodanno celtico, o Halloween, fate voi) si trovava in un punto fuori dalla dimensione temporale che non apparteneva né all’anno vecchio nè a quello nuovo ed in quel momento, il velo che divideva la terra dei vivi con quella dei morti si assottigliava, e i due regni potevano comunicare.

Questo probabilmente indusse i Romani ad identificare lo Samhain con la loro festa dei morti (che però allora avveniva in periodi diversi dell’anno) ed ancora, in seguito alla cristianizzazione, nel 835 fu istituita da Papa Gregorio III la festa delle reliquie cristiane, diventata la festa di tutti i santi il 1° novembre, per combattere le superstizioni che nei secoli precedenti ed in tutte le religioni pagane, erano nate attorno al mito del Capodanno Celtico ed alla festa dei morti.

Una tradizione antichissima dunque, se si pensa che i Celti conobbero il periodo di massimo splendore nel IV-III secolo a.C. E se si pensa anche che a quel tempo i Celti dominavano un’area vastissima dell’Europa, è anche intuibile perchè questa ricorrenza abbia fatto il giro del mondo e ritorno, diventando il simbolo di miti e leggende da nord a sud dell’emisfero.
Come vedete, è una storia nata molto prima dell’America!

Halloween oggi

Perchè è rimasta una tradizione dei giorni nostri?
Dopo secoli e secoli, e secoli e secoli, e ancora secoli, Samhain è diventato Halloween, ha preso connotazioni diverse e diversi sono i modi per festeggiarlo, ma ha radici talmente antiche e radicate nella nostra cultura, che è impossibile dimenticarsene.

Ma il Friuli cos’ha a che fare con tutto questo?
“I Carni erano un popolo di lingua e cultura celtiche storicamente stanziato, a partire dal IV secolo a.C., nella regione alpina orientale e d il loro assoggettamento all’Impero romano ebbe luogo a partire dagli inizi del II secolo a.C., con la fondazione della colonia romana di Aquileia” [da Wikipedia].
Insomma, il Friuli ha una netta impronta celtica, i riti friulani più antichi si rifanno alla mitologia celtica: si pensi ai Beneandanti, dei “maghi” che facevano da tramite tra il mondo dei morti e quello dei vivi. O ancora, i Sbilfs, i folletti de boschi...

continua https://blud.life/la-not-da-lis-muars-halloween-made-in-fvg/#:~:text=In%20Friuli%20secoli%20fa%20venivano,la%20via%20illuminata%2C%20senza%20perdersi.


Natale 2020

 


 Belle le precauzioni con i DPI, però non abbandoniamoli in giro per non aggiungere alla pandemia anche un problema ambientale

The Game

IL PETTIROSSO

 


La poetessa Emily Dickison dedica al pettirosso alcuni dei suoi versi più commoventi

Se io potrò impedire
a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano
Se allevierò il dolore di una vita
o guarirò una pena
o aiuterò un pettirosso caduto
a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano

Ho un Uccello in primavera
che per me sola canta –
La primavera ammalia.
E quando l’estate s’avvicina –
E quando la Rosa appare,
Il pettirosso se n’è andato.
Ma non me ne rattristo
Sapendo che l’Uccello mio
Pur se volato via –
Impara al di là del mare
Nuove melodie per me
E tornerà.
Sicuri in una più salda mano
Custoditi in una più fidata Terra
Sono i miei –
Ed anche se adesso vanno via,
Dico al mio cuore in ansia
Essi sono tuoi.
In più sereno Splendore,
In più dorata luce
Vedo
Ogni piccolo dubbio e paura,
Ogni piccola discordia di quaggiù
Sparita.
Dunque non mi rattristerò,
Sapendo che l’Uccello mio
Pur se volato via
Da un albero lontano
Splendenti melodie per me
Invierà.

Fai ch’io per te sia l’estate
quando saran fuggiti i giorni estivi!
La tua musica quando il fanello
tecerà e il pettirosso!
A fiorire per te saprò sfuggire alla tomba
riseminando il mio splendore!
E tu coglimi, anemone,
tuo fiore per l’eterno!

https://magicblitzen.com/pettirosso-poesie/

TOP COMMENTATORI

 

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IN FONDO PAGINA

proverbio friulano

 


‘E son tanc’ mus che si semèin


Ci sono tanti asini che si somigliano

Per dire che non è oro tutto quello che assomiglia, non sono uguali tanti fatti che sembrano identici, non si possono fare confronti semplicistici per situazioni che in apparenza hanno le stesse caratteristiche.
Le parole hanno un loro peso particolare quando si vuol mettere vicino esperienze e persone che, a prima vista, presentano lo stesso volto, mentre guardate con più attenzione si rivelano completamente diverse.
Più sottile ancora il significato vuol riferirsi alla bontà di certe apparenze da mascherature che poi, alla resa dei conti, hanno tutt’altro contenuto.
Come sempre nel parlare popolare friulano, le cose più umili – gli asini! quasi per una sottolineatura di rusticità casalinga – possono insegnare molto anche a quanti si credono in grado di giudicare con superficialità le situazioni di altri, senza averne una conoscenza diretta o soltanto fermandosi alla superficie delle cose.
Le quali cose non sono mai tanto semplici come possono apparire.

COVID19

 


Indossando la mascherina
salvi vite
Indossa la mascherina
Igienizza le mani
Mantieni la distanza di sicurezza

Proteggiti e salvaguarda gli altri intorno a te informandoti e adottando le dovute precauzioni. Segui le indicazioni fornite dalle autorità sanitarie locali.

Per prevenire la trasmissione di COVID-19:
Igienizza spesso le mani con acqua e sapone o usando un apposito prodotto disinfettante a base alcolica.
Mantieni una distanza di sicurezza da chiunque tossisca o starnutisca.
Indossa una mascherina quando non è possibile rispettare il distanziamento fisico.
Non toccarti gli occhi, il naso o la bocca.
Tossisci o starnutisci nella piega del gomito o usa un fazzoletto di carta, coprendo il naso e la bocca.
Se non ti senti bene, resta a casa.
In caso di febbre, tosse e difficoltà respiratorie, contatta l'assistenza sanitaria.
Chiama prima di presentarti in ambulatorio: consentirai agli operatori sanitari di indirizzarti rapidamente alla struttura sanitaria adeguata. Questa precauzione garantisce maggiore protezione per te e consente di evitare la diffusione di virus e altre infezioni.
Mascherina
La mascherina contribuisce a evitare la trasmissione del virus dalla persona che la indossa agli altri, ma da sola non protegge dal COVID-19 ed è da impiegare in combinazione con il distanziamento fisico e l'igiene delle mani. Segui le indicazioni fornite dalle autorità sanitarie locali.

AFORISMA

 


Il funzionamento del cervello umano è la cosa più straordinaria che ci sia.

dal web

Emergenza Covid-19, nuove norme per l’ingresso in Slovenia – Domande più frequenti

 


Purtroppo la seconda ondata dell’epidemia da coronavirus Covid-19 sta colpendo molto duramente la Slovenia in queste settimane. Il Governo sloveno sta quindi cercando di correre ai ripari per rallentare il più possibile i contagi. Questo, purtroppo, implica anche misure molto restrittive che hanno coinvolto prima di tutto i cittadini sloveni e ora anche l’ingresso in territorio sloveno dai paesi confinanti. Abbiamo preparato una FAQ con le risposte alle domande più frequenti.

I confini tra Italia e Slovenia sono chiusi?

No, i confini non sono chiusi. E’ però limitato l’ingresso all’interno del paese.

Ai valichi di confine e ai punti di controllo interni della Repubblica di Slovenia i servizi sanitari possono saltuariamente verificare lo stato di salute delle persone che transitano il confine.

Tutti i valichi di confine per l’ingresso in Slovenia, restano al momento aperti, inclusi quelli secondari.

Il Friuli Venezia Giulia è zona rossa?

La Slovenia considera tre liste di Paesi in base al livello di rischio epidemiologico (lista verde, arancione e rossa). Dal 24 ottobre alcune regioni italiane, tra cui il Friuli Venezia Giulia, risultano inserite nella lista rossa della Slovenia (le altre regioni sono: Abruzzo, Valle d’Aosta, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto e la Provincia di Bolzano).

Se sono residente nel Friuli Venezia Giulia ed entro in Slovenia, devo andare in quarantena?

Per tutte le persone che entrano nella Repubblica di Slovenia e hanno residenza permanente o temporanea in uno Stato o regione inseriti nella lista rossa (quindi anche il Friuli Venezia Giulia) o che arrivano da tali zone viene disposta una quarantena di dieci giorni. La quarantena non è prevista se la persona è in possesso di un documento che certifichi l’esito negativo del test per la presenza di COVID-19, che non deve essere antecedente a 48 ore.

Ci sono eccezioni alla quarantena e all’obbligo di presentare l’esito negativo del test?

L’obbligo di quarantena e di presentare l’esito negativo del test non valgono nei seguenti casi:

  • lavoratore migrante giornaliero (c.d. lavoratore transfrontaliero) con rapporto di lavoro in uno degli Stati EU o altri stati Schengen, presentando documento o dichiarazione sottoscritta che giustificano il passaggio del confine in qualità di lavoratore migrante giornaliero;
  • persona che transita attraverso la Repubblica di Slovenia e la lascia entro 12 ore dall’ingresso;
  • persona che attraversa il confine (quotidianamente o occasionalmente) per motivi scolastici e di studio o per svolgere ricerche scientifiche nella R. di Slovenia o all’estero, presentando una documentazione adeguata, nonché i suoi genitori o accompagnatori che rientrano attraversando il confine entro 24 ore dall’ingresso;
  • persona che attraversa il confine per motivi personali urgenti ed inderogabili o per motivi commerciali urgenti e lo può dimostrare con adeguati documenti e rientra il più presto possibile ma non dopo più di 48 ore dall’ingresso;
  • persona che è stata trasportata nella Repubblica di Slovenia in ambulanza o con un veicolo sanitario e il personale medico all’interno del veicolo;
  • persona che è in grado di dimostrare che nella giornata in corso ha fissato un appuntamento per visita medica o intervento nella R. di Slovenia o in uno Stato membro UE o Schengen, e che rientrerà subito dopo la visita medica o l’intervento ossia non appena le condizioni di salute lo permetteranno (insieme al suo accompagnatore se quest’ultimo è necessario a causa delle condizioni di salute);
  • persona che attraversa il confine per motivi familiari per mantenere i contatti con i familiari stretti e riattraversa il confine entro 72 ore dall’ingresso in Slovenia;
  • persona che non ha ancora compiuto 14 anni d’età e attraversa il confine insieme a un familiare stretto che ha esibito il risultato negativo del test.
  • persona che lavora nel settore del trasporto internazionale e lo può dimostrare al passaggio del confine con il “certificato per i lavoratori del trasporto internazionale” o con un altro documento adeguato comprovante che sta svolgendo il trasporto per conto del datore di lavoro;
  • persona che è proprietaria o affittuaria di terreni agricoli frontalieri nell’area di confine oppure su entrambi i lati del confine di stato e attraversa il confine di stato per svolgere lavori agricoli-forestali

Per la lista completa delle eccezioni si veda: QUI.

Limiti per Ingresso in Slovenia da COVID19

Che cosa si intende per “transito”?

Transito significa che la persona interessata deve lasciare il territorio sloveno entro 12 ore dall’ingresso, effettuando il viaggio senza soste non strettamente necessarie. I passeggeri possono assolvere a compiti necessari durante il transito, come fare rifornimento di carburante, fermarsi per esigenze fisiologiche, ma non pernottare. La persona in transito deve essere in possesso di un documento di viaggio in corso di validità (anche il visto o il permesso di soggiorno, se richiesto). Non è consentito l’ingresso in Slovenia a una persona che si prevede non possa lasciare il territorio della Slovenia a causa delle misure dei paesi vicini.

Cosa si intende per “familiari stretti”?

Sono considerati familiari stretti: coniuge, convivente, partner da unione partenariale contratta e non contratta e divorziato e partner che, in base a decreto giudiziario, ha l’obbligo di sostenere gli alimenti, e i relativi genitori, figli legittimi e illegittimi, figli adottati e bambini che, con relativo decreto dell’organo competente, sono stati affidati alla famiglia ai fini di adozione.

Cosa si intende per “visite mediche urgenti”?

Sono considerati visite mediche e interventi urgenti e interventi quelli in cui l’omissione del trattamento potrebbe provocare un peggioramento delle condizioni di salute. Non sono compresi quei servizi che possono essere eseguiti nel paese d’origine o se si tratta di visite specialistiche di routine (prime visite in ginecologia, oculistica, dermatologia, ecc.) e di controlli di prevenzione.

In Slovenia c’è il coprifuoco?

Dal 21.10.2020 in Slovenia è in vigore il divieto di movimento delle persone dalle 21:00 alle 06:00. Multa prevista: da euro 400 a euro 4.000.

Il divieto non vale se gli spostamenti sono dovuti ai seguenti scopi:

  1. rimuovere pericoli immediati per la salute, la vita e il patrimonio;
  2. recarsi sul posto di lavoro e rientrare nonché attuare mansioni lavorative urgenti;
  3. accedere e offrire servizi per i casi d’urgenza;
  4. svolgere servizi di consegna di cibo, bevande, medicinali e beni di prima necessità;
  5. viaggio di chi entra nella Repubblica di Slovenia per transito attraverso il territorio della Repubblica di Slovenia per entrare nello Stato limitrofo o presso il proprio domicilio in Slovenia.

In Slovenia c’è il divieto di assembramento?

Sono vietati gli assembramenti con più di sei persone. Inoltre sono vietate tutte le manifestazioni, i raduni, i matrimoni e i riti religiosi.

In Slovenia bisogna indossare la mascherina anche all’aperto?

Nelle “regioni rosse” è obbligatorio indossare la mascherina anche all’aperto nei luoghi pubblici. Attualmente tutte le regioni in Slovenia sono “rosse”.

In Slovenia ristoranti, bar e palestre sono aperti?

Le palestre e tutti i locali di ristorazione sono chiusi.

A chi posso rivolgermi per ulteriori informazioni?

Ambasciata d’Italia in Slovenia:

  • +386 1 4262194; +386 1 4262320 e +386 1 4258659 (in orario di ufficio)
  • per emergenze: +386 41 736 773.
  • e-mail: consolare.lubiana@esteri.it

Consolato Generale a Koper-Capodistria:

  • +386 5 6273747 (in orario di ufficio)
  • per emergenze: +386 41 707565
  • e-mail: consgen.capodistria@esteri.it

Sito del Governo Sloveno con informazioni in italiano: CLICCA QUI.

Fonti



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