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LA MINORANZA SLOVENA IN FRIULI VENEZIA GIULIA

periodici della comunità slovena della provincia di Udine

Lo sloveno è una lingua indoeuropea del gruppo slavo meridionale. Oltre ad essere lingua ufficiale della vicina Repubblica di Slovenia, rappresenta una minoranza linguistica nella nostra Regione, presente lungo la fascia frontaliera che va dal Comune di Muggia al Comune di Tarvisio. Le comunità slovenofone sono inserite in un contesto plurilingue; la divisione dialettale della minoranza slovena in Italia, rende difficile la scelta di uno standard letterario sloveno come linguatetto per tutte le comunità. Infatti, mentre la minoranza presente nelle province di Trieste e Gorizia (in cui vigono condizioni di bilinguismo totale) si riconoscono nella lingua e nella cultura della Slovenia, i gruppi della provincia di Udine tendono a sottolineare la differenza dei loro dialetti nei confronti dello standard sloveno per rimarcare la loro specificità culturale. Lo sloveno ha ottenuto il riconoscimento di lingua minoritaria con la Legge 482/99 “Norme in materia delle minoranze linguistiche storiche” e la legge 38/2001 che riconosce i diritti della minoranza slovena presente in Friuli - Venezia Giulia. In Provincia di Udine, le comunità di lingua slovena sono presenti in Valcanale/Kanalska Dolina, nei Comuni di Malborghetto e Tarvisio, nella Val Resia/Rezija (dove la parlata conserva parole e strutture grammaticali oramai scomparse in ogni altra regione abitata da sloveni), nelle Valli del Torre/Terske Doline, nei Comuni di Pulfero, Savogna, Grimacco, Drenchia, San Pietro al Natisone, San Leonardo e Stregna. Particolarmente attivi sono, circoli culturali, associazioni, cori, organi di informazione. In Provincia di Udine esistono due giornali bilingui: il settimanale Novi Matajur e il quindicinale Dom-kulturno verski list. I più rappresentativi circoli culturali sono: Ivan Trinko di Cividale , Centro Studi Nediza di San Pietro, Planika della Valcanale, Rozajanski Dum, il Gruppo Folcloristico “Val Resia” e il Coro “Monte Canin”. A Cividale ha sede l’Unione emigranti sloveni del FriuliVenezia Giulia/Sloveni po svetu che segue il collegamenti con le diverse comunità degli sloveni all’estero e pubblica il periodico Emigrant. Fonte: Provincia di Udine (a cura dello sportello linguistico per la minoranza slovena)

« FRA GLI SLAVI DI MONTEFOSCA » di Francesco Musoni

 

Montefosca/Černi Varh

Montefosca è paese celebre in tutta la valle del Natisone per i suoi abitanti dall'alta statura, dalle spalle ben tarchiate, dai petti villosi, dall'erculea robustezza; soprattutto perchè è fama in mezzo ad essi si conservi pressoché inalterato il tipo degli Slavi primitivi: degli Slavi cioè dell'epoca delle loro più antiche immigrazioni in Friuli.

Chi desidera quindi conoscere quali fossero gli antenati di questi nostri buoni ospiti molti secoli addietro, deve fare una visita a Montefosca; visita che riesce tanto più interessante dopo che, per la prima venuta della principessa Elena in Italia, si volle rilevare l’analogia fra Montefosca (nel dialetto sloveno di S. Pietro Černi Varh) e quello di Montenegro (Črna Gora).
 Ecco le ragioni per cui io decisi di recarmi nel settembre scorso in compagnia d ’un mio amico studioso di glottologia.
Partiti da San Pietro, in mezz’ora fummo a Pulfero, donde, dopo aver attraversato un pittoresco ponte di legno sul Natisone, subito incominciammo la non molto faticosa salita della montagna.
Non seguimmo alcun sentiero, ma quasi in linea retta ci dirigemmo verso Erbezzo.
E ' una frazione 'del Comune di Tarcetta con 492 abitanti, secondo ricensimento del 1881, composta di tre borgate principali: Erbezzo (slov. Arbeč), Zapotocco (dietro il torrente) e Gorenja Vas (villa superiore). In tutte e tre, case di meschino aspetto, ingombrate di letamai e davanti odori acri ed ingrati; e nei dintorni un discreto numero di piccoli campi a forme irregolari, coltivati a mais che b asta solo in minima parte ai bisogni degli abitanti; a patate che ne sono il principale alimento; a fagiuoli, di cui molti si portano in piazza a Cividale; a rape; ed a viti che danno poca quantità di un vino acidetto e scadente. Ve anche in qua e in là degli alberi da frutta: meli soprattutto , peri, rari ciliegi, pochissim i susini. In complesso però il paese, più che da altro, trae da vivere dall’
allevamento del bestiame. Dalla borgata di Erbezzo pochi passi ci condussero a Gorenja Vas, dove c’è una scuola elementare inferiore mista, la chiesa e la canonica. Quel cappellano, don Luigi Clignon, tipo di prete gioviale e simpatico, ci fece un'ottima accoglienza, ristorandoci con vino generoso e cibi abbondanti. Dalle finestre della sua casa l’occhio domina intiera la sottostante vallata del Natisone, tutta vigne e campi industriosamente lavorati, solcata per mezzo del caratteristico
fiume, cui il letto straordinariamente profondo e le sponde selvaggie e dirupate danno un aspetto di
orrida bellezza. Proprio di rimpetto a noi, verso levante, si innalza la vetta del Matajur, dalla forma di piramide dolce, liscia e levigata, come la testa di una fanciulla modestamente pettinata. Più lontano l’aguzza cima del Krn, le controcatene del Judrio e dell’Isonzo e giù giù tutta la serie di morbide alture che degradano dolcemente verso l ’Adriatico. Rimanemmo a lungo a contemplare estatici il superbo panorama che ci si svolgeva dinnanzi, e mentre riconoscevamo all'alpinismo il merito di
procurare emozioni ineffabili e sublimanti lo spirito, ci meravigliavamo di trovare la nostra piccola
patria più bella assai di quanto ci saremmo immaginati. Eppure essa è così poco conosciuta dagli stessi suoi figli. Eppure nessuno, o quasi, viene a visitarla dal di fuori, nemmeno dalla Provincia! Ma chi non lo sa che da noi, in Italia dura ancora il vezzo di correre sempre lontano a cercare il bello della natura, mentre non si vede, o non si vuol vedere quello che, molte volte assai più degno di
ammirazione, abbiamo in casa nostra?
 Senonchè è tempo di andare innanzi, chè il sole già alto e la via lunga ne sospingono. Ecco aprircisi dinnanzi la piccola conca in cui si asside la frazione di Montefosca, meta principale della nostra gita. Alta 725 metri sul livello del m are, è chiusa dal monte Vogu (1164 metri) a nord, dal Juanes (si. Ivanac) (1168 metri) ad ovest e sud-ovest: aperta a levante sul Natisone, verso il quale scende
mediante un gradino ripidissimo, solcato dal torrente Bodrino (si. Bodrin, Zabrodinam , forse da
brod = guado). Nel dialetto sloveno di S. Pietro, Montefosca viene chiamata Černavahr (Črni Vrh), nome che letteralmente tradotto suona: cima nera. Eppure il villaggio non è sopra una cima, ma dentro una depressione. L’ebbe esso forse dalla vetta che gli sorge alle spalle, come dal Matajur desunse la sua denominazione il villaggio omonimo del comune di Savogna? Ma notisi che a tal vetta solo in pianura si dà il nome di Cernavarh, mentre a Montefosca è conosciuta, come dicemmo, sotto quello Vogu, che, curiosa analogia, significa Carbone, e a nessuna cima vien dato il nome di
Montefosca. A ciò aggiungasi che nè la conca in cui siede il villaggio, nè la cima del Vogu, o
Cernavarh che la si voglia chiamare, hanno aspetto nereggiante; la prima essendo un paesaggio
simile a molti altri di montagna, ricoperto di un discreto rivestimento vegetale; mentre il Vogu è biancheggiante di nude rupi calcaree, ringhiose con i loro denti aguzzi e intramezzate di macchie e di cespugli di nocciuoli e da carpini che solo a grande distanza danno una finta severa alla montagna.

archivio personale



Francesco Musoni (San Pietro al Natisone21 novembre 1864 – Udine18 ottobre 1926) è stato un geologo e storico italiano.

PORDENONELEGGE 2020-IL festival del libro


 Scopri, giorno per giorno, il cartellone della Festa del libro con gli autori 21^ edizione 16/20 settembre 2020 con il nuovo festival diffuso: 14 incontri in 7 centri della provincia: Azzano Decimo, Casarsa Della Delizia, Cordenons, Maniago, Sacile, San Vito Al Tagliamento, Spilimbergo.

È online da questa mattina il programma di pordenonelegge 202021^ edizione della Festa del Libro con gli Autori. Nell’anno più delicato per il mondo, si rinnova l’appuntamento con il festival dedicato al libro: sullo storico sito del festival pordenonelegge.it il programma si potrà sfogliare e scoprire giorno per giorno, dal 16 al 20 settembre, con le novità, le anteprime, le grandi ospitalità internazionali e con gli accorgimenti presi a garanzia della sicurezza e della prevenzione. Meno autori, quindi - oltre 200 - meno incontri – 120, quest’anno - e un numero più ristretto di location in città, ma anche, per la prima volta, un festival diffuso con sette nuove sedi in provincia: sette comuni - Azzano Decimo, Casarsa della Delizia, Cordenons, Maniago, Sacile, San Vito al Tagliamento e Spilimbergo - chiamati ad ospitare grandi autori e grandi incontri, aprendo i loro spazi al pubblico di pordenonelegge, previa la prenotazione per tutti obbligatoriaCon il valore aggiunto di una platea potenzialmente illimitata – quella delle dirette streaming – alla quale si schiuderanno, virtualmente, non solo le location del centro storico di Pordenone, ma anche le suggestioni di una “costellazione” di cittadine racchiuse nel comprensorio provinciale.

«Una calibrata bibliodiversità – spiegano i curatori Gian Mario Villalta, direttore artistico, con Alberto Garlini e Valentina Gasparet - sarà la guida di un cartellone senza tematiche vincolanti: perchè da sempre pordenonelegge racconta il mondo, ascolta e riporta le sue voci, traccia percorsi in una realtà a volte sfuggente, con l’idea di fondo che i libri siano il luogo dove il sapere si stratifica e si intreccia. Quest’anno porterà "a domicilio" gli scrittori e i libri attraverso un percorso “a stazioni” nei teatri e negli auditorium della provincia, per alimentare il piacere di ritrovarsi in presenza, a tu per tu con l'autore. Dialoghi di fine estate per alimentare la speranza di un autunno sostenibile: riprendere insieme, ritrovare la sintonia di comunità intorno alle pagine dei libri, può essere un conforto importante per i giorni nei quali serviranno le nostre energie migliori».



«Sarà l’occasione – aggiunge il presidente di Fondazione Pordenonelegge, Giovanni Pavan – per avviare un dialogo con il territorio, attraverso una proposta culturale che si intreccia e compenetra a quella caratterizzante di ogni centro, concretizzando quest’anno in chiave più ampia la ‘missione’ di pordenonelegge come evento catalizzatore di quel turismo culturale che, dati alla mano, si è dimostrato motore prezioso, anche economico, e spina dorsale per le comunità, la regione e il nostro Paese».

Nel cartellone diffuso di pordenonelegge 2020 faranno tappa autori particolarmente cari ai lettori, sul filo rosso di uno sguardo attento al nostro tempo: Corrado Augias, innanzitutto, a Sacile (Teatro Zancanaro, 16 settembre ore 18) ci parlerà del suo breviario per un confuso presente, pensieri illuministici, che tra storia e filosofia ci possano aiutare a vivere e a ripensare una realtà in rapidissima evoluzione. In anteprima assoluta per il festival alcuni autori presenteranno le loro novità: Aldo Cazzullo a Spilimbergo (domenica 20 settembre, Teatro Miotto ore 21) presenterà la sua “dedica” a Dante, il poeta che inventò l’Italia, mettendo a confronto la realtà trecentesca del sommo poeta con il nostro presente. E Beppe Severgnini a Maniago (Teatro Verdi, venerdì 18 settembre ore 21) aprirà lo sguardo verso il futuro, in una visione di possibile cambiamento, all’indomani della pandemia che ci ha costretto a dare il meglio di noi. Fortemente proiettato sull’attualità l’incontro che vedrà protagonista, giovedì 17 settembre, il giornalista Gennaro Sangiuliano, direttore Rai Tg2, per inquadrare lo scontro fra Donald Trump e Xi Jinping, faglia chiave del pianeta globale in una guerra fredda del terzo Millennio (Cordenons, Centro Culturale Aldo Moro ore 21). Sarà invece dedicato a un nume tutelare del Friuli culturale, Pier Paolo Pasolini, il dialogo fra il saggista Filippo La Porta e il giornalista Marco Damilano, direttore L’Espresso: non poteva svolgersi che nella pasoliniana Casarsa, e nel teatro che porta il nome del poeta, giovedì 17 settembre (Teatro Pasolini, ore 21). Lo scrittore Gianrico Carofiglio, a partire dal nuovo romanzo ci parlerà della gentilezza, virtù necessaria a trasformare il mondo e a mettere in atto la giustizia, per questo anche coraggiosa (Azzano Decimo, Teatro Mascherini, sabato 19 settembre ore 18.30), mentre l’Europa artistica sarà al centro dell’incontro con Flavio Caroli, autore di un nuovo saggio dedicato ai grandi capolavori del continente (S. Vito al Tagliamento, Auditorium Zotti, sabato 19 settembre ore 18).

 

Un percorso di altri sette incontri disposti sul territorio nell'arco dei cinque giorni di pordenonelegge 2020 sarà riunito in una "agorà letteraria" allestita in collaborazione con BCC Pordenonese e Monsile, media partner Messaggero Veneto, per spaziare fra autori, atmosfere e generi. A partire dal tema per definizione intramontabile, l’amore, esplorato anche nelle sue sfumature più inquietanti come faranno, sabato 19 settembre a Sacile (ore 18) la scrittrice Alessandra Sarchi e la dj Ema Stokholma, voce familiare al grande pubblico di “Back2back” su Rai Radio2. A Cordenons lo scrittore Tiziano Scarpa, venerdì 18 settembre alle ore 21, leggerà dal suo ultimo romanzo, La penultima magia, mentre Loriano Macchiavelli a Maniago, sabato 19 settembre (ore 18), presenterà la sua raccolta di racconti che vede protagonista un personaggio iconico della sua opera, il celebre Sarti Antonio. L’attenzione tornerà sul nostro tempo e sull’ombra lunga del 2020 pandemico con l’incontro che sabato 19 settembre vedrà protagonista Paolo Giordano ad Azzano Decimo (ore 21.30): fra letteratura, filosofia e autodifesa psicologica. Di etica del lavoro e di sviluppo sostenibile rifletterà l’incontro con il saggista Antonio Calabrò a S. Vito al Tagliamento, venerdì 18 settembre (ore 21) e sui temi di una riflessione economica legata allo sviluppo sostenibile, per un’economia civile e una finanza etica, si articolerà anche la conversazione con l’economista Leonardo Becchetti, in programma a Casarsa venerdì 18 settembre, alle 18. Così come intorno ai temi economici ruoterà il dialogo fra il giornalista Antonio Selvatici e il presidente di Confindustria Alto Adriatico Michelangelo Agrusti, in programma a Spilimbergo sempre venerdì 18 settembre, alle 21.



Clicca qui per vedere il programma della XXI edizione di pordenonelegge

ZORE FORMAGGI💢 ✅MARCHIO DI QUALITA’✅


Zore Azienda Agricola
è nata nel 2008 con l'idea di non abbandonare il territorio montano di
Taipana
. Nei pascoli verdeggianti e certificati BIO Alessia Berra alleva un centinaio di capre di razza Camosciata delle Alpi. Il pascolo è gestito con le rotazioni, grazie ad un recinto mobile, così le capre possono sempre avere a disposizione cibo fresco e in abbondanza.
Il latte delle capre viene trasformato nel moderno caseificio aziendale dando vita a gustosi formaggi e latticini, prodotti senza aggiunta di conservanti, addensanti e additivi chimici. Vincitori di numerosi premi di carattere nazionale, Zore propone un’ampia gamma di formaggi e latticini caprini le cui fasi di realizzazione, dalla lavorazione alla stagionatura, sono effettuate manualmente: formaggelle, stagionati, erborinati, caprini morbidi, stracchino, ricotta fresca e stagionata, yogurt.
Di recente l’azienda in un’ottica di innovazione continua, ha realizzato una linea cosmetica prodotta con il latte delle capre allevate e ha dato vita alle “Esperienze Zore” da fruire su prenotazione: visite guidate con degustazione, passeggiate e itinerari panoramici attraverso i pascoli di Zore, e molte altre novità.
I prodotti Zore sono acquistabili direttamente nello spaccio aziendale o nei negozi, agriturismi e ristoranti della provincia di Udine.
Il punto vendita Zore di Taipana è aperto tutto l’anno.
Tipologie di formaggi prodotti:
• Formaggi freschi o freschissimi a coagulazione presamica
• Formaggi freschi e stagionati a coagulazione lattica
• Formaggi a pasta molle
• Formaggi a pasta semidura e dura (stag. > 60 gg.)
• Ricotta
• Yogurt e latti fermentati
Specialità: Fiocco di neve, il Frant di capra e il caprino morbido o con le erbe.
ℹ️ A Zore Azienda Agricola è stato conferito il Marchio di qualità del Parco naturale delle Prealpi Giulie. Scopri tutte le Aziende aderenti al Marchio e la modalità di adesione su:
CONTATTI E PRENOTAZIONI:
Azienda Agricola Zore
di Alessia Berra
Località Zore, 33040 Taipana
Aperto tutto l’anno
Email: info@zoreformaggi.it
tel.: 3334581123
Punti vendita:
Vedronza e Lusevera
Aperti da Marzo a Dicembre
da fb

Coronavirus: Rojc (Pd), Salvini irresponsabile manda messaggi no-vax

 


“Chiediamoci perché Salvini ha deciso di mandare messaggi irresponsabili proprio mentre la scienza è in corsa per trovare un vaccino che ci liberi dal virus, proprio mentre stanno riaprendo le scuole con mille cautele. Forse gli servono i voti dei no-vax”. Lo dichiara la senatrice Tatjana Rojc (Pd), commentando le parole del leader della Lega Matteo Salvini che oggi a Tagadà su LA7 ha detto a proposito del vaccino contro il Covid19: “Conto di non prenderlo, ne parlero' con il mio medico. Ritengo comunque che mamme e papa' debbano essere liberi di scegliere".

“Sono morte 35mila persone in Italia – ricorda la senatrice - la scienza ci sta dicendo che il virus non si sconfigge se non con il vaccino e in tv appare un personaggio con la visibilità di Salvini che instilla dubbi sui vaccini: è drammatico. Magari dovremmo ringraziarlo – conclude – visto che concede ai genitori la libertà di scegliere”.

La produzione del vino: cosa si intende con il termine vino



di Roberto Zironi
Nel 1492 con la scoperta dell’America ha convenzionalmente termine il Medioevo ed inizia la Storia moderna. Anche per la produzione del vino inizia alla fine del ‘400 un Rinascimento che lo porterà nel corso dei secoli successivi, in dipendenza dei progressi tecnico scientifici e dell’ampliarsi dei mercati, a diventare la bevanda che oggi noi tutti conosciamo.
Possiamo quindi iniziare un percorso che ci porterà a comprendere quali fattori tecnico produttivi sono coinvolti nella produzione del vino.
Secondo la risoluzione 18/73 dell’Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino (O.I.V.): “Il vino è esclusivamente la bevanda risultante dalla fermentazione alcolica totale o parziale dell’uva fresca, pigiata o meno, o del mosto d'uva. Il suo titolo alcolometrico effettivo non può essere inferiore a 8,5% vol. Tuttavia, considerando le condizioni del clima, del terroir o del vitigno, di fattori qualitativi speciali o tradizioni particolari di alcuni vigneti, il titolo alcolometrico minimo totale può essere ridotto a 7% vol. secondo la normativa specifica della regione interessata.”
L’O.I.V. è un organismo intergovernativo di tipo scientifico e tecnico, di competenza riconosciuta nell’ambito della vigna, del vino, delle bevande a base di vino, delle uve da tavola, delle uve passa e degli altri prodotti della vigna. In esso sono rappresentati tutti i paesi del mondo che hanno interessi produttivi nell’ambito della vigna e del vino ed ha come compito quello di fornire ai diversi paesi membri delle risoluzioni tecnico scientifiche utili alla stesura delle specifiche legislazioni.
Nei paesi di cultura anglosassone sino a pochi decenni fa con il termine Wine si identificava genericamente un fermentato di frutta pertanto esistevano molti Fruit Wine identificati dalla specie botanica di appartenenza del frutto (Apple wine, Pear wine, Grape wine). Oggi, grazie all’enorme diffusione della popolarità del fermentato d’uva anche in questi paesi con il termine Wine senza nessuna specificazione aggiuntiva si identifica comunemente la bevanda ottenuta dalla fermentazione dell’uva.
In tutta l'Unione europea, per proteggere un prodotto di maggiore qualità, prezzo e valore, non si può commercialmente chiamare "vino" il prodotto di fermentazione di uve che non provengano dalla specie Vitis vinifera (Figura 1). Quindi il termine, in caso di commercializzazione di fermentati diversi, deve essere omesso.
Questa norma ha inteso tutelare la qualità e la tipicità delle produzioni enologiche tradizionali del vecchio continente anche perché i fermentati di uve di specie diverse o di ibridi presentato un tipico carattere organolettico chiamato “Foxy” che è facilmente identificabile in fermentati tradizionali della regione quale il “Fragolino” od il “Noah”.
Recentemente sono stati proposti dalla ricerca, anche dell’Università di Udine, degli incroci tra Vitis vinifera ed altre Vitis le cui uve non presentano queste caratteristiche organolettiche, ma presentano caratteri molto interessanti di resistenza alle più comuni patologie della Vite. Per queste caratteristiche, che permettono delle produzioni più sostenibili, l’Unione europea ha permesso la coltivazione e la vinificazione delle uve di queste nuove varietà di viti definite resistenti. Sono già disponibili sul mercato vini ottenuti da queste nuove varietà.
Al di fuori dell’Unione europea è invece ammessa la vinificazione di uve appartenenti ad altre specie del genere Vitis o ad incroci della Vitis vinifera con altre specie del genere Vitis (ad esempio la Vitis labrusca o la Vitis rupestris) proprie del continente nord-Americano.

Cordata di alpinisti bloccata in parete


In corso, questa mattina, l'intervento lungo la via Mazzilis - Frezza al secondo Campanile delle Genziane, nel gruppo Peralba - Avanza







E' scattato alle 19 di ieri sera, domenica 13 settembre, un intervento di soccorso su chiamata al 112 di una cordata in difficoltà. I due alpinisti si trovano a due terzi della via Mazzilis - Frezza al secondo Campanile delle Genziane, nel gruppo Peralba - Avanza (Alpi Carniche Occidentali): si tratta di una via di 450 metri di dislivello con difficoltà stimate fino al VII grado inferiore.

Nella speranza di risolvere l'intervento di soccorso entro il calare del buio è stato inviato subito sul posto l'elisoccorso regionale, oltre a una squadra di soccorritori via terra della stazione di Sappada del Soccorso Alpino e Speleologico.

AGGIORNAMENTO (ore 22)E' stato recuperato dalla parete uno dei due alpinisti. Il tecnico di elisoccorso è riuscito ad agganciare il primo di cordata, tagliando la corda che lo legava e assicurandola nuovamente alla parete. Una volta agganciato e recuperato con una verricellata di cinquantacinque metri, l'alpinista è stato portato in salvo presso la base, allestita vicino alle Sorgenti del Piave.Vani i cinque tentativi di agganciare e recuperare anche il secondo di cordata, che si trovava una ventina di metri più in basso e una trentina di metri più a destra del primo. La parete soprastante, molto sporgente, ha impedito infatti per circa quattro metri di distanza in orizzontale - distanza dovuta alla parete sporgente - il recupero con il verricello. L'elicottero è poi dovuto rientrare per scadenza dell'orario di volo: il secondo alpinista sta bene. Sul posto ci sono ora le squadre di terra delle stazioni di Sappada e Forni Avoltri.

Alle 21.15 circa cinque tecnici della stazione di Sappada hanno raggiunto la cima del Secondo Campanile delle Genziane e tenteranno ora di capire se sarà possibile raggiungere il secondo alpinista rimasto in parete allestendo un ancoraggio per calarsi a loro volta con le corde lungo la via. I soccorritori sono in contatto sia vocale che telefonico con l'alpinista.

AGGIORNAMENTO (ore 24). Riprendono domattina, alle prime luci del giorno, le operazioni di recupero del secondo alpinista. Dopo aver tentato di calarsi dalla cima e raggiungerlo dall'alto, i soccorritori hanno deciso di sospendere le calate per poter operare in condizioni di maggiore sicurezza. I cinque soccorritori della stazione di Sappada del Soccorso Alpino erano stati nel frattempo raggiunti da una seconda squadra di tecnici della stazione di Forni Avoltri.

Una terza squadra e un altro soccorritore con un medico si erano recati rispettivamente alla base della parete e al Rifugio Calvi. I soccorritori presenti in quota rimarranno tutta la notte sul posto per tenere un contatto vocale con l'alpinista bloccato.

AGGIORNAMENTO (ore 8.25 di lunedì 14 settembre)Le operazioni di recupero sono in corso e in fase di conclusione. Nella foto si vedono nel cerchio arancione i tecnici del Soccorso alpino, mentre nel cerchio rosso la nicchia dove ha trovato riparo l'alpinista bloccato.https://www.ilfriuli.it/articolo/cronaca/cordata-di-alpinisti-bloccata-in-parete/2/227069#gallery

Proverbio friulano

 Il proverbio friulano della settimana


di Vita nei campi
“A la Dolorade, la ue e va vendemade” ovvero per il giorno della Addolorata (15 settembre) l’uva va vendemmiata”.

Ceccodotti: Referendum taglio parlamentari

Ceccodotti: Referendum taglio parlamentari: Io voterò NO! ���� Non prendiamoci per i fondelli, ma soprattutto evitiamo che altri, come i 5Stelle, lo facciano puntando sul sen...

Ceccodotti: Scuole banchi e mascherine

Ceccodotti: Scuole banchi e mascherine: Ma non doveva essere già tutto pronto per una  "ripartenza scolastica in sicurezza?" ... �� fonti: https://www.medias...

Evviva i funghi


 funghi porcini-boletus edulis-

foto di Suzana Pertot

Porcino è il nome comune di alcune specie di funghi del genere Boletus, spesso attribuito, anche come denominazione merceologica, a quattro specie di boleti (la sezione Edules del genere Boletus) facenti capo al Boletus edulis e aventi caratteristiche morfologiche e organolettiche vagamente simili.

Qualche micologo è arrivato a farne dodici specie diverse, discriminando a seconda degli ambienti di nascita, gli alberi simbionti, i caratteri microscopici e macroscopici (forma, colorazione e proporzioni del corpo fruttifero).

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