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CRIMINI ITALIANI CONTRO GLI SLOVENI

2 maggio 1945-I partigiani della Osoppo a Pulfero spararono al partigiano sloveno Kaliž ferendolo gravemente.Gli Osovani erano nella maggior parte ex fascisti che alla fine della guerra,all'ultima ora diventarono antifascisti.
2. maj 1945 – Italijanski ozopovci v Podbonescu/Pulfero so streljali na slovenskega partizana Kaliža in ga hudo ranili. Ozopovci so bili v veliki večini bivši fašisti, ki so se ob koncu vojne, dobesedno v zadnjem trenutku, prelevili v protifašiste.

L'Isonzo - Soča fiume d'Europa

da wikipedia immagine e testo
https://it.wikipedia.org/wiki/Isonzo
L'Isonzo-Soča in sloveno è un fiume che scorre in parte nel Goriziano sloveno e in parte in Friuli-Venezia Giulia. Il suo nome deriva dal latino Aesontium o forse Sontium.
La sua lunghezza è di 136 chilometri con un bacino ampio 3.400 km² di cui 1.150 km² in Italia. Da alcuni viene chiamato la bellezza di smeraldo per il colore verde acceso delle sue acque.
Il fiume nasce a 1.100 metri d'altitudine sulle Alpi Giulie ad ovest del monte Tricorno, alto 2.864 metri, nella Val Trenta. Riceve in questo tratto i torrenti Lepena, Coritenza e Uccea. Il suo percorso lambisce le località slovene di PlezzoCaporettoTolmino (dove riceve da sinistra il torrente Tolminka), Santa Lucia d'Isonzo, dove riceve da sinistra il fiume Idria, e Nova Gorica, entrando poi in territorio italiano presso Gorizia. Da qui lambisce le pendici del Carso ricevendo da sinistra il fiume Vipacco, attraversa la Bisiacaria (ricevendo da destra il Torre) e va a sfociare nel mar Adriatico vicino a Staranzano
L'Isonzo viene cantato da Giuseppe Ungaretti nella poesia I fiumi.La colorazione smeraldo delle acque ispirò il poeta sloveno Simon Gregorčič che vi dedicò la sua poesia più nota, All'Isonzo.Sul tratto di fiume vicino a Plezzo alle pendici del monte Canin sono state girate delle scene del film del 2008 della Walt Disney Pictures Le cronache di Narnia - Il principe Caspian.

L'Isonzo

I tre fiumi, la Drava, la Sava e l'Isonzo sono fratelli. Un giorno scommisero chi di loro sarebbe riuscito prima a sfociare nel mare. La sera la Sava e l'Isonzo si addormentarono , mentre la Stava continuò a scorrere, astuta e silenziosa. Quando il mattino seguente la Sava si svegliò e vide la sorella filare rapida verso oriente , raccolse furibonda tutte le sue forze per raggiungerla.
Il chiasso che fecero le due sorelle svegliò infine anche l'Isonzo. Con grande impegno si scavò un nuovo letto tra le rocce in un'altra direzione.Fu il primo ad arrivare al mare.


Veduta aerea del corso dell'Isonzo tra Modreuzza (Modrejce) e Santa Lucia d'Isonzo (Most na Soči), a sud di Tolmino


Di Dosi Fabio - http://it.wikipedia.org/wiki/File:Non_%C3%A8_blu_solo_il_danubio!.jpg#metadata, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=7481797

#unapiantaalgiorno

Vagabondando per la landa carsica o per aride praterie prealpine, ci imbattiamo, avvolta nel suo mantello violaceo, nell'austera ed ammaliante 🧚‍♀


💚 𝓟𝓾𝓵𝓼𝓪𝓽𝓲𝓵𝓵𝓪 𝓶𝓸𝓷𝓽𝓪𝓷𝓪

Nome comune: PULSATILLA COMUNE o ANEMONE MONTANA

DOVE SI TROVA?
Amante delle terre calcaree, quindi ben drenate dall'acqua, e nelle zone aride. Alcuni adattamenti ci fanno pensare che.. ami particolarmente il VENTO.. 🌬

PIANTE PELOSE
Da questa rassegna di piante sarà emerso, anche solo in maniera abbozzata, che la competizione tra l'una e l'altra specie è affar serio, e che ognuna, nel corso dell'evoluzione, si è dovuta adattare ad un certo tipo di ambiente.
Piante amanti del secco, altre adatte a zone umide e povere di nutrimenti, altre ancora abitanti nei seminativi prima che arrivi l'aratro, piante abituate al calpestio: ognuna di loro si è specializzata in qualcosa per essere maggiormente competitiva in uno specifico luogo e poter più agevolmente perpetuare la specie!

La nostra pulsatilla, pianta velenosa, senza mai spingersi troppo in alto, è frequente nelle zone aperte e ventose del nostro territorio.
Il VENTO può essere un enorme fattore di disturbo, in quanto provoca un aumento dell’EVAPOTRASPIRAZIONE, ovvero rimuove gli strati di aria umida dalle superfici della pianta, favorendo il ricambio d’aria interna con quella esterna più secca, e accentuando così la perdita d'acqua da parte della pianta 🏜
Cosa ha "escogitato" la pulsatilla per limitare questo problema? Fusto, foglie e tepali del fiore sono ammantati di una fitta PELURIA.
Qual'è la sua funzione? I peli, nell'anemone montana come in altre piante "pelose" provvedono a proteggere la pianta, regolando le perdite d'acqua e in alcuni casi catturando umidità dall'atmosfera.
Durante una passeggiata all'alba nei prati osservando bene le piante noteremo come le piante più villose hanno molte più chances di catturare la rugiada accumulatasi durante la notte 💦

Non finisce qui: lo stesso vento favorisce l’essiccamento dei SEMI, e la loro disseminazione, e ... guarda un po' ..? Gli ACHENI (una tipologia di frutti) della pulsatilla hanno lunga coda piumosa. A cosa servirà, se non a farli volare lontano .. e dare vita a nuove generazioni di queste incantatrici della landa?

Lezione di oggi: come approfittare di un apparente svantaggio, e rivoltarlo a proprio favore! 🌈

A domani per l' ultima (?!) pianta della rubrica #unapiantaalgiorno

#studioforest

Friuli Venezia Giulia Turismo

Web sul blog: Il mio maggio di Vladimir Vladimirovič Majakovskij...

Web sul blog: Il mio maggio di Vladimir Vladimirovič Majakovskij...: Il mio maggio A tutti, a quanti,spossati dalle macchine, si sono riversati per le strade, a tutti, alle schiene sfinite dalla terra...

Primo Maggio 1953

Quando ero bambina ogni primo maggio con la mia famiglia andavo a Trieste allo stadio e a Cervignano.Quanto tempo è passato...

Živel prvi maj! - Viva il 1° maggio!

Festa del lavoro e rituali pagani


Il primo maggio (prvi maj in sloveno) è una festa molto amata in Slovenia, tant’è che gli sloveni hanno ben due giorni di vacanza, il 1 e il 2 maggio.Ufficializzata a Parigi nel 1889 durante la Seconda Internazionale, la festa fu istituita in ricordo dei gravi incidenti accaduti durante lo sciopero dei lavoratori di Chicago nel 1886.
In Slovenia il prvi maj è festa nazionale dal 1948. Fino a circa metà degli Anni Ottanta questo giorno aveva un forte significato politico, con cortei di operai che portavano all’occhiello un garofano rosso, raduni e comizi. Ma era anche un giorno dedicato al divertimento, con canti e balli.
Manifestazione per il 1° Maggio ai tempi della Jugoslavia - Prvi maj
Manifestazione per il 1° Maggio ai tempi della Jugoslavia – (c) Muzej Novejše Zgodovine Slovenije
In realtà, al di là dell’istituzione della Festa del lavoro, i festeggiamenti per il primo maggio affondano le loro radici nei riti prepagani diffusi in tutta Europa, collegati con il culto della primavera e delle divinità femminili legate alla fertilità.

Usanze tradizionali

In Slovenia sono ancora vive usanze antiche legate al primo maggio, con varianti leggermente diverse nelle varie regioni. Una delle usanze più diffuse è l’accensione di un grande falò, di solito sulla sommità di una collina, nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio. Nel pomeriggio i giovani accatastano ramaglia e legno di scarto per preparare il falò che verrà acceso non appena si fa buio. Intorno al fuoco si radunano persone di ogni età, cantano, bevono e condividono il cibo.
I festeggiamenti si protraggono fino a notte inoltrata. I falò vengono accesi anche nella notte di San Giovanni, il 24 giugno, a testimonianza delle radici pagane di quest’usanza, legata al culto del fuoco e del sole.
Il Kries (falò) di San Giovanni, ancora in uso nei paesi di minoranza slovena in Italia
Il Kries (falò) di San Giovanni, ancora in uso nei paesi di minoranza slovena in Italia
In alcuni paesi, soprattutto nella Dolenjska, il primo maggio la mattina presto (verso le 4 o le 5), la banda locale fa il giro del paese suonando marce e canzoni popolari. Quest’usanza viene chiamata “budnica”, da “buditi” che significa “svegliare”. A differenza di quanto si possa pensare, i paesani accolgono con gioia la banda e offrono ai musicisti cibo e bevande.
La budnica della banda di Trebnje
La budnica della banda di Trebnje
Uno tra i simboli più caratteristici del primo maggio sloveno è sicuramente il “mlaj”: un albero (di solito abete o betulla) a cui vengono tagliati tutti i rami tranne quelli sulla cima, che viene poi decorata con ghirlande intrecciate di rami e foglie, nastri colorati e a volte una bandiera: quella slovena o la bandiera rossa, simbolo del movimento operaio.
L’innalzamento del “mlaj” ha caratteristiche che per certi versi ricordano antichi riti di iniziazione: in origine erano i ragazzi appena diventati maggiorenni che si occupavano di preparare il mlaj e il rituale avveniva di notte. Anche il “mlaj” stesso ha un’evidente simbologia legata al culto della Madre Terra.
Innalzamento del mlaj vicino a Maribor - (c) maribor24.si
Innalzamento del mlaj vicino a Maribor – (c) maribor24.si
In alcuni paesi in Italia dove vive la minoranza slovena, come ad esempio Doberdob-Doberdò del lago (GO), la notte in cui si erigeva il “mlaj” veniva sfruttata dai giovani anche per esprimere le loro preferenze riguardo alle ragazze del paese. Se a un giovane piaceva una ragazza, raccoglieva un grande fascio di fiori e li deponeva davanti al portone dove la ragazza viveva. Le ragazze “facili” si ritrovavano davanti al portone mucchi di rovi, mentre quelle altezzose e piene di sé venivano “omaggiate” di rami di sambuco.

La “Trnovska furenga”

Da qualche anno, nel paesino di Trnovo (sopra Nova Gorica) gli abitanti e i membri dell’associazione culturale “Doli” di Lokavec fanno rivivere l’antica tradizione della “furenga”, il trasporto del “mlaj” dal bosco di Trnovo fino a Nova Gorica con un carro trainato da quattro cavalli.
Trnovska furenga
Trnovska furenga
Il 29 aprile uomini e ragazzi si recano nella selva di Trnovo e scelgono un bell’abete, lo tagliano e tolgono la corteccia. Poi trasportano l’albero con un carro fino al paese di Trnovo, dove le donne preparano le decorazioni per il mlaj e intrecciano le ghirlande con i rami dell’abete.
La mattina presto del 30 aprile i “furmani” partono con il loro carro verso Nova Gorica. Vi arrivano solo nel primo pomeriggio, perché durante il tragitto si fermano nelle varie osterie dove viene loro offerto da bere e da mangiare. Una volta a Nova Gorica, il “mlaj” viene eretto sul prato davanti al municipio e la festa continua con musica, canti e balli.
Il mlaj a Nova Gorica - (c) novagorica-turizem.com
Il mlaj a Nova Gorica – (c) novagorica-turizem.com
https://www.slovely.eu/2013/05/01/zivel-prvi-maj/?fbclid=IwAR2elc9CNYHCCOYUGfcyF6UOkzjcJGd6kO_LnQqYGemQxn8T2uwfpJu-mUg&cn-reloaded=1

Un ritorno ai paesi, ma senza confini - Nazaj v naše vasi, a brez mej


Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, lo scorso 28 marzo ha firmato un decreto che dispone 4,3 miliardi a valere sul fondo di solidarietà dei Comuni; con ordinanza della Protezione civile, sono stati aggiunti a questo fondo 400 milioni con il vincolo di destinarli alle persone in particolari difficoltà sotto forma di buoni spesa ed erogazioni di generi alimentari». Si tratta, ovviamente, di misure emergenziali, destinate a rattoppare solo momentaneamente una falla che si preannuncia di notevoli dimensioni e gravità. Sono necessarie, quindi, strategie di lungo periodo. Per questo ci siamo rivolti ai sindaci della Benecia per cercare di capire quali saranno le loro linee d’azione.

Idee strategiche arrivano dal sindaco di Stregna, Luca Postregna, dalla sindaca di Resia, Anna Micelli, e dal primo cittadino di Malborghetto-Valbruna, Boris Preschern.
Tutti e tre sottolineano come le aree considerate finora marginali e a basso afflusso turistico possano giovarsi adesso proprio di queste caratteristiche prima ritenute di svantaggio, ma che oggi potrebbero diventare punti di forza. È plausibile pensare, infatti, che d’ora in poi le persone preferiranno recarsi in luoghi in cui trovare isolamento, natura e salubrità ambientale, evitando destinazioni gettonate e alla moda, prediligendo il famoso turismo lento.
«Una cosa interessante che abbiamo fatto è stata sollecitare a livello regionale il potenziamento per quest’anno dell’esperienza dei cantieri-lavoro – ha dichiarato Luca Postregna –. Si tratta di una politica regionale che promuove progetti di durata semestrale o di nove mesi per mettere a disposizione dei Comuni, attraverso il Centro per l’impiego, collaboratori che vengano destinati alla gestione urbanistica, alla manutenzione del verde. Questo perchè prevediamo che ci saranno persone in difficoltà. Per quanto riguarda il turismo – ha aggiunto Postregna – già prima di Pasqua mi sono confrontato con il direttore di Promoturismo per capire come rimodulare gli investimenti nell’attività di promozione e turistica».
A Stregna si fa molto escursionismo. «A livello comunale abbiamo deciso di confermare le risorse destinate al turismo escursionistico», conclude Postregna.
«Siamo sì di fronte a un fenomeno mondiale, a una pandemia – sottolinea Anna Micelli –, ma questo si inserisce in un contesto di problematiche pregresse importanti legate al comune di Resia, ma anche a quelli di montagna in generale, talmente importanti che siamo stati inseriti a livello nazionale nella Strategia delle aree interne».
L’amministrazione, però, vuole vivere la situazione dal punto di vista dell’opportunità che rappresenta: «Il fattodi avere un territorio così grande con pochi abitanti potrebbe diventare un motivo di rientro in Valle per le persone. Non solo per chi è originario, ma anche per chi, vuoi per la paura o per l’incertezza, ritiene di sentirsi più al sicuro in questa zona.
Dal punto di vista dell’attrattività turistica, le persone avranno qui un’opportunità diversa, dato che il distanziamento sociale è favorito».
Secondo la sindaca, causa la forte crisi che seguirà questa situazione, ci sarà verosimilmente un ritorno alle origini e «si lavorerà di nuovo la terra». Punti chiave sono quindi la promozione turistica e l’utilizzo delle risorse agricolo-forestali. «Quello che per noi era prima un problema, ossia la ricettività, perché non riuscivamo ad avere tanti posti letto, adesso diventa un’opportunità», ha concluso la Micelli.
Per Boris Preschern «le strategie non devono cambiare rispetto a prima. Il problema evidenziato da questa emergenza sanitaria sono le difficoltà economiche in cui sono caduti tantissimi operatori. La nostra zona vive di turismo e questo è il settore maggiormente colpito». Oltre a pensare di dare respiro alle attività attraverso agevolazioni contributive, l’amministrazione di Malborghetto-Valbruna punta «a continuare nello sviluppo della promozione turistica. Abbiamo sempre cercato di dire che i nostri punti di forza sono la bellezza della natura, ancora incontaminata, i percorsi ciclabili, la sentieristica, le malghe. Questi prodotti sono in questo momento il target ideale per chi vuole stare all’aria aperta, fare un turismo sano in natura».
«Malborghetto-Valbruna è la destinazione ideale, ma lo era già prima», afferma il sindaco, aggiungendo che è impensabile pensare di spostare in autunno tutti gli eventi programmati per l’estate. «Noi modificheremo questi eventi con tanti microeventi durante l’anno, per esempio un concerto nel bosco e non al chiuso».
Gli amministratori locali sono quelli che più da vicino si confrontano con i problemi dei cittadini, ma paradossalmente sono quelli che, avendo pochissime tutele ed entrate, devono comunque mantenere un altro lavoro per vivere.
Il sindaco di San Pietro al Natisone, Mariano Zufferli, e quello di San Leonardo, Antonio Comungnaro, avendo già messo in campo i fondi emergenziali, hanno risposto di voler aspettare la fine dell’emergenza per valutare la gravità della situazione e successivamente predisporre le misure conseguenti.
Ma quali potrebbero essere gli interventi necessari passata l’emergenza? «È difficile dare adesso questa risposta, è un po’ presto», dice la sindaca di Prepotto, Maria Clara Forti. «Sto parlando con i miei uffici – aggiunge – per vedere se possiamo, dal punto di vista comunale, venire incontro ai cittadini, magari abbassando le imposte e le tasse, però, siccome i bilanci sono ancora in itinere, parlare di questo vorrebbe dire dare speranze che forse non si potranno rispettare. Anche l’avanzo di amministrazione non può essere applicato a qualsiasi cosa si voglia, ma solamente a determinati capitoli».
La stessa problematica è evidenziata dal sindaco di Pulfero, Camillo Melissa, che assieme ad altri amministratori, ha rinunciato a due mensilità di indennità; anche qualche consigliere ha messo a disposizione la sua indennità di carica per quanto riguarda le sedute consiliari di tutto l’anno, costituendo così un tesoretto abbastanza importante. «Eravamo appena partiti con il discorso del campeggio-centro di ristoro, questo doveva essere l’anno di avvio di questa struttura comunale. Ci saranno difficoltà terribili per tutti i cittadini che hanno attività di carattere commerciale». Per quanto riguarda la chiusura da parte della Slovenia dei confini, Melissa ha osservato che: «i cittadini sloveni che lavorano in Italia possonotransitare, più problematico è per i cittadini italiani entrare in Slovenia. Ai cittadini sloveni che rientrano viene fatta fare la quarantena ».
Il Comune ha la proprietà sul Monte Mia e un’impresa locale si sta occupando di lavori sulla viabilità. «Questa si è trovata con i mezzi bloccati, non potendo neppure lavorare. Grazie all’interessamento del console generale a Trieste, Vojko Volk, del sindaco di Kobarid, Marko Matajurc, e dell’ex prefetto Zdravko Likar, l’impresa ha potuto riprendere i lavori », fa sapere Melissa.
Il sindaco di Taipana, Alan Cecutti, dal suo profilo Facebook, ha commentato lo stanziamento della Regione, guidata da Massimiliano Fedriga, di 7 milioni di euro a fondo perduto per aiutare commercianti, artigiani e imprenditori a pagare l’affitto, con un eloquente «scelte immediate, calate sul territorio regionale per aiutare anche i più piccoli. Ottimo lavoro». Più in generale, Cecutti auspica che questo «sia un momento di riflessione per tutti, nel riscoprire in noi i valori che forse abbiamo perso, per una ripresa che dovrà far dedicare a ognuno un po’ del proprio tempo a riscoprire le tradizioni dei nostri territori, tra natura, sport, cucina tipica friulana, cultura, bellissimi canti e musica popolare».
Il sindaco di Savogna, Germano Cendou, infine, sottolinea l’importanza di riaprire i confini con la Slovenia, pur assicurando che «gli stretti rapporti con gli amici d’oltreconfine non si sono interrotti, ma sono mantenuti attraverso altri canali». (Veronica Galli)
Postopna ublažitev ukrepov za omejitev širjenja koronavirusa, ki bo začela 4. maja, nas bo postopoma uvedla v »novo« normalnost, ki bo precej različna od normalnosti, ki smo jo poznali pred izbruhom epidemije. Kaj bo prinesel novi način življenja v kraje, kjer so v videnski pokrajini prisotni Slovenci, smo vprašali domače župane. Ob veliki zaskrbljenosti so izražali tudi upanje v boljšo prihodnost.

#unapiantaalgiorno

L'immagine può contenere: fiore, pianta, natura e spazio all'aperto

Oggi rivolgiamo la nostra attenzione a una pianta comune eppure bellissima che cresce nei nostri campi. 🌾

💚 𝓟𝓪𝓹𝓪𝓿𝓮𝓻 𝓻𝓱𝓸𝓮𝓪𝓼

Nome comune: PAPAVERO

DOVE SI TROVA: Come dice il buon De André, nei campi di grano. Ma non solo: oltre ad amare i campi coltivati, ben si adatta anche a terreni abbandonati e incolti e ai bordi delle strade e delle ferrovie. 🛤️

UNA PIANTA RASSERENANTE
Chi, fermandosi a guardare un campo di papaveri, non dimentica almeno temporaneamente le sue preoccupazioni? Laggiù vedo una mano alzata 🙋: nessun problema! Se la vista di questi fiori mossi dal vento non basta per raggiungere la pace interiore, li si può mangiare 🥗! Sono molto apprezzate le foglie delle rosette basali, soprattutto quando sono ancora giovani e tenere.
Attenti però! Le stesse sostanze che rendono il papavero un buon SEDATIVO, se prese in quantità eccessive sono tossiche! ☠️
Devo però deludere chi ha in cucina i semi di papavero: pur essendo ottimi per aromatizzare pane, dolci e gnocchi, non sono stati benedetti né da Morfeo né da suo padre Hypno 💤, come invece è avvenuto per le altre parti della pianta.

GLI ALTI PAPAVERI 🤵
L’espressione “gli alti papaveri” per indicare i politici o i personaggi più importanti di una città o di uno stato ha origini molto antiche.
Secondo Tito Livio, Tarquinio il Superbo 👑, non riuscendo ad espugnare la città di Gabii, aveva infiltrato al suo interno il figlio Sesto. Questi, dopo essersi guadagnato la fiducia degli abitanti e dei soldati della città, mandò uno dei suoi uomini a Roma, dal padre, per chiedere il da farsi. Tarquinio allora, davanti al messaggero, abbatté le TESTE più alte dei papaveri nel giardino del palazzo.
Quando il gesto venne riferito a Sesto, questi capì il volere del padre: fece uccidere🗡️ o esiliare i cittadini più importanti della città nemica. Gabii venne quindi consegnata nelle mani del re di Roma senza alcuna battaglia.

Dopo Tito Livio questo modo di dire verrà ripreso da numerosi letterati per arrivare fino a noi.

Buon 1 maggio!

#unapiantaalgiorno

#studioforest

Friuli Venezia Giulia Turismo

Trasformiamo l’emergenza in opportunità

Dunque lunedì 4 maggio dovrebbe essere il giorno d’inizio per un graduale ritorno alla normalità. Meglio, alla nuova normalità della convivenza con il coronavirus del Covid-19, considerato che il vaccino «risolutore » appare ancora una chimera.
Quale sarà, allora, questa nuova normalità e cosa ci riserverà? Abbiamo chiesto ai sindaci del territorio della provincia di Udine nel quale è tutelata la comunità di lingua slovena come immaginano i prossimi mesi e anni, quali saranno le sfide da affrontare nelle valli di Benecia, Resia e Valcanale. Alcune idee e alcune soluzioni sono emerse. Altre arriveranno.
Proviamo anche noi a dare un contributo di speranza, perché pure questo è il compito di una testata, con una forte ispirazione ideale e un grande radicamento nel territorio, che vuol dare voce a una comunità particolare in forte affanno demografico, sociale ed economico ben prima dell’attuale crisi sanitaria.
Molti spunti di riflessione lì abbiamo già forniti nei precedenti numeri con gli interventi del nostro direttore, mons. Marino Qualizza, di Riccardo Ruttar, Mario Canciani, Igor Jelen e Zdravko Likar. Continuiamo questa volta partendo dalla costatazione che nell’emergenza delle scorse settimane i nostri paesi hanno evidenziato punti di forza nell’isolamento e nella bassa densità della popolazione. Questa esperienza testimonia come improvvisamente uno svantaggio può trasformarsi in vantaggio. Abbiamo sentito tanti dei rinchiusi negli appartamenti di città e paesoni di pianura agognare la vecchia casa valligiana dei genitori o dei nonni e pensare seriamente di trasferirvisi in pianta stabile.
Per Stefano Boeri, tra gli architetti urbanisti più stimati e ascoltati a livello mondiale, in seguito alla pandemia «già si prevede una grande spinta verso l’abbandono delle zone più densamente abitate ». In Italia, ha aggiunto, «ci sono 2300 comuni in stato di abbandono. Se le 14 aree metropolitane adottassero questi centri, con vantaggi fiscali e incentivi… E già ci sono luoghi meravigliosi dove ti danno la casa a un euro, in Liguria e lungo la dorsale appenninica».
Immediata c’è un’altra opportunità, che viene evidenziata dagli esperti di turismo, secondo i quali borghi alpini autentici, seconde case, attività sportive in solitaria, esperienze a contatto con la natura saranno le tendenze turistiche per l’estate alle porte. Bisognerà, infatti, passare anche le vacanze con le mascherine ed evitando assembramenti, condizione che pone come meta ideale la montagna. Non quella di grido, delle località alla moda, bensì quella vera, quella più tranquilla e autentica.
«Le regole relative al distanziamento sociale porteranno gli ospiti a preferire luoghi all’aperto, ma senza affollamento – riporta il documento previsionale dell’Osservatorio italiano di turismo montano –. Si tratterà soprattutto di un turismo di prossimità, infraregionale ». Che la montagna sia di questi tempi la meta più salubre e sicura lo ha detto nei giorni scorsi anche Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità.
È l’altra faccia della medaglia nell’emergenza coronavirus. Del resto la saggezza popolare ci spiega che «non tutti i mali vengono per nuocere» o, detto alla beneciana, «vsaka škoda ‘an nuc». A patto che le occasioni si sappiano (e vogliano) cogliere. Un ruolo importante potranno svolgerlo anche le organizzazioni slovene, se sapranno essere incisive, anche impegnandosi un po’ aldilà dalla loro principale sfera di interesse, cioè andando oltre il campo linguistico e culturale. Pensiamo soprattutto ai rapporti con il Posočje, la contermine alta valle dell’Isonzo, dove stanno già lavorando intensamente per il dopo emergenza (ne scriviamo a pagina 12). Naturalmente con l’auspicio che nei prossimi giorni arrivino buone notizie circa la riapertura del confine.
Ezio Gosgnach

BUON 1° MAGGIO - LEP 1° MAJ

#restiamoacasa